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giovedì 17 luglio 2014

UBER è un nome per cane

Studio del movimento-Man Walking da Étienne-Jules Marey , 1890


Ogni importante progresso o innovazione tecnologica che arriva sul mercato è quasi sempre oggetto di proteste e dell’attenzione da parte del legislatore

così parla in questa intervista la General Manager di UBER Italia Benedetta Arese Lucini.
Fatto sta che UBER già da tempo ha scatenato le proteste da parte dei taxisti già da molto tempo, e le loro ragioni sono nel fatto che questo servizio fa concorrenza sleale a quello offerto da loro. Cerchiamo di capire il perchè di queste ragioni, sfrondando le argomentazioni dalle ideologie e le retoriche che nei giorni scorsi alcune trombette liberiste de' noialtri (vedi Oscar Giannino) hanno suonato, e che riproducevano i suoni delle parole del GM UBER Italia.  Ed in particolar modo, cerchiamo di capire se questa UBER è veramente una star-up innovativa di un qualche giovane e brillante innovatore di mercato, oppure un grande affare per le solite... lobby.

lunedì 16 giugno 2014

L'illusione della crescita: la società dei gangster

Raffaello Sanzio da Urbino - La Fornarina, 1518
Insomma, chi pensa che l'Italia sia in Europa la nazione che non riesce più a sorprendere si sbaglia.
Si sbaglia perchè in Italia abbiamo sperimentato parecchi anni di contabilità creativa, e cotanto allenamento oggi ci fa essere geniali, anticipatori e guida di tutti quegli Stati che hanno le finanze pubbliche disastrate come le nostre il cui debito pubblico ormai galoppa verso il 150% rispetto al PIL nazionale. E in questa fase di decrescita "incontrollata" del denominatore, ovvero di deindustrializzazione forzata della nostra economia, dobbiamo pur inventarci un qualcosa che faccia sì che esso ritorni a numeri più alti affinchè (secondo i computi approssimati fatti per l'occasione) l'attuale rapporto decresca, anch'esso, almeno fino al 120% rispetto all'attuale 135%.
Una bella botta, è vero.

Di fantasie se ne sono lette veramente tante in questi anni come rimedio per il risanamento del debito pubblico. Una veramente speciale, che ha anche investito tempo e risorse umane per una valutazione di opportunità, è stata quella di inserire nel PIL nazionale il patrimonio artistico italiano... Colosseo compreso. Non stiamo parlando della sua redditività, che è già computata, ma del suo valore immobiliare... Certamente se l'operazione di fantasia diventasse realtà, con tutto il ben di dio che ci ritroviamo prima che vada tutto in rovina come Pompei c'insegna, riusciremmo a raggiungere il sotto zero: il debito pubblico diminuirebbe in maniera impressionante, la crescita del denominatore farebbe scivolare l'enormità del nostro debito pubblico forse anche al... 10%.
Ma evidentemente l'operazione di immobilizzazione nel PIL del Colosseo e ulteriori vestigia è di difficile stima, poichè (se ne saranno accorti facendo un paio di conti) stimare il valore di una vestigia sul mercato immobiliare non è come stimare un appartamento adiacente ai Fori. E alla fin fine si ritornerebbe sempre alla stima della sua redditività, che sappiamo non essere ben adeguatamente sfruttata dall'economia italiana, e per i motivi celebri che conosciamo. E con questi numeri, gli investimenti che l'Italia compie sul suo patrimonio culturale ed artistico, il Colosseo lo comprerebbero a prezzi di... saldo.

Ma c'è un'economia certa, redditizia ed in crescita continua: il malaffare.

mercoledì 21 maggio 2014

Eppur si... muore

Alex Majoli - India, fabbica tessile
L'ILVA rischia di chiudere, dichiarava ieri Antonio Gozzi, Presidente della Federacciai.
In 1 anno di amministrazione di Enrico Bondi, il salvatore della Montedison e della Parmalat e commissario di Mario Monti  nell'omonimo governo, ha dimezzato la produzione dell'impianto siderurgico di Taranto facendo perdere 1 miliardo di euro in circolante all'azienda.

Bondi non fu messo lì solo dal governo, dopo i fatti che anche qui abbiamo commentato come sappiamo fare, ma voluto anche dalla famiglia Riva, proprietaria degli stabilimenti. E ad 1 anno dalla sua amministrazione delegata, dopo che sono saltati i coperchi grazie alla magistratura tarantina, i nodi sono arrivati al pettine: ritardi nei pagamenti dei fornitori, degli stipendi, un piano di risanamento ambientale che ancora non si vede e che sembra allontanarsi se intanto si continua a perdere fatturato, un piano industriale ancora tutto da definire e che deve passare il vaglio delle banche, un riassetto della proprietà dopo la morte del capostipite Emilio Riva di poco tempo fa.
E in questa campagna elettorale poco si discute di quale ruolo produttivo ed economico l'Italia debba rivestire nello scenario europeo, a fronte della questione dell'ILVA, così come quella della Elettrolux (che in apparenza sembra essersi conclusa con successo e con la firma di tutto il sindacato istituzionale) e di tante altre realtà produttive italiane in fase di dismissione e di chiusura. L'unica realtà che sembra tenere è quella del packaging! Siamo i più bravi a produrre rifiuti, in Europa.

giovedì 8 maggio 2014

Che la politica sia ridotta a risolvere...



L'importanza che abbiamo sempre dato al territorio, e all'identità, è testimoniata da quanto spesso scritto qui in questo blog. In primo luogo attraverso questo post sul luogo della crisi... e con tanti altri diversi che trovate nelle etichette "territorio" ed "identità".

Per l'iniziativa di presentazione degli scritti dell'Associazione Culturale "Vittorio Tinelli" - Parole e Cose Nuove, che si terrà il 10 Maggio a Noci (BA), di seguito postiamo un estratto dei volumi appena pubblicati riguardo il progetto territoriale "la Murgia dei due Mari", ad indicazione che progetti e programmi esistono e vivono e vengono comunicati nei territori  "abitati", che sono l'unica entità reale sulla quale intervenire affinchè una soluzione efficace, politicamente efficace, possa trovare spazio per guidarci verso il cambiamento cui siamo inevitabilmente proiettati.
Buona lettura.


giovedì 1 maggio 2014

Marx è morto. Viva Marx!!! - Divisione internazionale del lavoro e precarizzazione



Insomma, se il comunismo reale è crollato e lì dove ancora vi resiste è solo la parte predatoria più grande, per nemesi storica l'economia è diventata la piattaforma strutturale di qualsivoglia articolazione di discorso.
Anzi, tutto il dibattito sembra essere monopolizzato (tanto per restare in tema economico!) dalle argomentazioni di carattere economico, e lo scontro è tutto interno a quelle che vogliono definirsi scienze delle relazioni umane... poichè queste sono e null'altro, oltre le apparenze spacciate per evidenze. Se così non fosse non troveremmo divertente, ad esempio, Bagnai che duella con Zingales... sì, Zingales, colui che da liberale sbugiardò le finte lauree e master del suo compagno di partito Oscar Giannino, costringendo lo stesso a ritirarsi dalla corsa elettoralistica nelle scorse politiche e facendo (altra nemesi) declinare all'insuccesso la formazione politica Fermare il Declino... sì, lo stesso Zingales che da liberista oggi siede fra i boiardi di Stato nei cda delle imprese controllate dal ministro dell'Economia, fresco fresco di nomina... un'altra nemesi... un domino di nemesi, verrebbe da scrivere, se non fosse che nulla accade per caso.

giovedì 24 aprile 2014

IL BOY (scout) al comando - di Leonardo Tinelli


Ilya Chashnik -  Suprematismo , 1920


IL BOY (scout) al comando, segue la via tracciata. Ma quando questa sfocia nel campo e non si sa se veramente si tratti di uno sfociare o di un cominciare a consentire un passaggio nuovo, la situazione si ingarbuglia a tal punto da indurre l’abbandono del piglio guerriero di chi conduce intrepido e mestamente disporsi ad alzare le tende per la notte.

lunedì 7 aprile 2014

La guerra del lavoro - video sulla presentazione del libro di W. Passerini e I.Marino

Ignazio Marino, giornalista di Italia Oggi, autore del libro "La Guerra del lavoro" scritto insieme a Walter Passerini (La Stampa). Presentazione a Sciacca, Sala Blasco del Comune, con Massimo D'Antoni.

Segue il video di presentazione del libro


lunedì 31 marzo 2014

Gettito fiscale 2012: i dati del Ministero Finanze - Cresce l'iniquità reddituale

di Alice Neave

Il Ministero delle Finanze italiane pubblica il report delle entrate fiscali IRPEF 2012. Ed i dati sono molto interessanti ed indicativi di quello che sta accadendo nello scenario italiano del lavoro.


domenica 16 marzo 2014

La città di Marinaleda non è il paradiso (perduto) di Poletti


Mentre la fabbrica della precarietà del lavoro nel sistema che conosciamo non sperimenta neanche un'accenno di crisi, a riprova che la razionalità della sua organizzazione tale non è più, ma semmai si fonda sulla più completa e caotica regolamentazione così da costringere le vite umane tutte e nessuna esclusa, anche di chi pretende di governare questi flussi caotici, al riduzionismo funzionalista, nel mondo ci sono esperienze differenti di organizzazione produttiva, sociale, pubblica ed assistenziale.
Comprendere che la sfida è principalmente organizzativa è il salto culturale che è necessario compiere: precarizzare il lavoro è la resa incondizionata dell'organizzazione produttiva evoluta, il riconoscimento del fallimento dell'organizzazione razionalistica del lavoro dato che il rattoppo è peggio dello strappo, se la pratica di uscita dalla crisi è quella della riduzione tecnicistica e macchinista delle esistenze umane, ed ovvero della totalizzazione pervicace della crisi e delle sue regole come fonte di organizzazione delle relazioni umane nei luoghi di lavoro e nei territori.
E' la politica dell'impotenza e della sconfitta quella che, in questa fase storica, prevale e governa. Una minoranza debole e svirilizzata, nella disperazione della malattia che l'assale sempre più, si riduce a curarsi con le sanguisughe. Un modello di sviluppo muore rinunziando ai principi stessi che l'hanno reso storicamente vincente.
Un modello diverso può nascere insieme al blocco sociale nuovo che nel frattempo e silenziosamente emerge e avvia un nuovo linguaggio relazionale.
La lettura che segue è un esempio, pratico, di quanto l'economia e le relazioni di prossimità possono fare. Non ostante la inutile chiosa finale dell'articolo che tradisce l'attitudine giornalistica al compiacimento. Ma si sa, sono tempi disturbati.
Buona lettura.

martedì 4 marzo 2014

I nodi energetici e il pettine di Crimea: l'insufficienza delle politiche energetiche dell'Unione Europea

Alessandro Allori. Susanna ei vecchioni. 1561.
I nodi prima o poi vengono sempre al pettine. E per l'Europa e la Unione Europea è arrivato il tempo di fare i conti con una sconclusionata politica finanziaria economica ed industriale. Che poi vuol dire oggi essenzialmente ENERGETICA.

Se oggi a fronte della crisi sviluppatasi in Crimea gli USA possono fare la voce grossa, dopo aver favorito con la complicità e/o l'inezia del ceto dirigente europeo gli sviluppi autoritari e revanscisti nell'area facente parte dell'ex Patto di Varsavia e fin dentro la ex URSS, è perchè hanno - seppur con notevoli costi ambientali - raggiunto l'autosufficienza energetica.

Gli USA hanno 100 problemi: spendono il doppio dei soldi per curarsi rispetto a Paesi omologhi ma la sua popolazione ha una probabilità di vita media (o speranza di vita) peggiore di quella di Cuba; spendono mediamente più di 15.000 dollari per studente all'anno, più di ogni altro Paese, ma i suoi studenti si classificano 23esimi nelle scienze e 31esimi in matematica; 1 americano su 7 per vivere deve accedere ai "buoni pasto" del sistema di sicurezza sociale per non scivolare nella completa disperazione esistenziale; spendono una vagonata di denari per spiare il proprio popolo e quelli altrui... ma un problrma lo hanno risolto: rispetto agli altri Paesi produttori di petrolio, gli USA negli ultimi 5 anni hanno visto una crescita a due cifre della produzione di petrolio. Certo, con una tecnica il cui impatto ambientale è notevolissimo, ma adesso non sono più dipendenti dalle importazioni estere e possono liberare quote decisive di produzione per gli amici cinesi.

martedì 18 febbraio 2014

Salario minimo e competitività.

Bruce Chatwin - photographies et carnet de voyages. Grasset, 1993

Di salario minimo garantito qui si è scritto a dicembre scorso in questo post relativo alla situazione politica ed economica della Germania. Il salario minimo garantito è uno dei punti programmatici del governo di coalizione fra i democristiani e i socialdemocratici tedeschi sorto dopo 2 mesi di trattative dalle elezioni tenute a settembre del 2013. L'accordo programmatico prevede (ancora non è stato legislativamente prodotto nulla di concreto) che la paga oraria minima garantita per ogni contratto di lavoro applicato in Germania  a qualsiasi tipologia di lavoro non sia inferiore agli 8,5 euro lorde.
Poco tempo dopo, negli USA il Presidente Obama delibera la fissazione del salario minimo da applicare da subito per i lavoratori statunitensi nella soglia di 7,25 dollari l'ora, ben al di sotto comunque della soglia degli oltre  10 dollari che alcuni avanzavano essere la quota minima da stabilire. Naturalmente anche negli USA, così come già scritto nel post relativo alla Germania, le argomentazioni contrarie alla fissazione di un salario minimo non sono mancate di prodursi.

martedì 28 gennaio 2014

Cuba ospita il II Vertice dei Paesi Latino-Americani e Caraibici: nascerà un nuovo Mercato Comune Sudamericano?


Le speranze dei Paesi Latino-Americani di avviare e/o consolidare il proprio sviluppo economico-politico nel quadro economico globale, ed in particolare di Cuba che ospita l'evento, sono tutti riposti nel II Congresso dei Paesi Latino-Americani e Caraibici (CELAC) a distanza di 1 anno dal I Vertice. Il sito ufficiale del CELAC è questo. Qui, invece, alcune informazioni ufficiali. Sul sito www.italiacuba.net altre informazioni, ma di scarsa qualità.


giovedì 9 gennaio 2014

Il senso della storia e la funzione delle èlites intellettuali. Territorio, Identità e Lavoro: La Murgia dei due Mari - di Leonardo Tinelli




SEGUIRE LO SVILUPPO DI OGNI QUESTIONE, 

cari soci e cari amici, per come dentro e fuori l’associazione culturale “Vittorio Tinelli” il “male di vivere” perseguita, è il minimo che si chiede a chi resta suo malgrado, e siamo noi tutti, dotato di sensibilità e capacità di intelletto.

giovedì 19 dicembre 2013

La favola di Cerbero

Alex Majoli - India, fabbica tessile
Matteo Renzi ha fatto un discorso di sinistra, dichiarò Angelino Alfano, e a noi ci sta bene. Come a dire che non ci sono contenuti politici in campo, ma unicamente contrapposizioni funzionali al posizionamento all'interno dell'arena della contesa politicista corrispondenti alla segmentazione del mercato elettorale. Nulla di più che l'assenza completa di metodo, l'imperio del nullafacente e nullapensante. Tanto è vero che Renzi è subito ricorso a riparare quella che deve essere apparso uno scivolone di sinistra, con le sue ultime dichiarazioni sulle politiche del lavoro da adottare per i neoassunti. Così che nello scenario tattico del posizionamento strategico di marketing elettorale il confronto avvenga sulla presenza o meno di capelli sul cranio e non per quanto dentro vi frulli e si manifesti all'uditorio elettorale ormai disorientato e ridotto a semplice consumatore della democrazia.

martedì 3 dicembre 2013

Salario minimo garantito e politiche energetiche in Germania

Bruce Chatwin - photographies et carnet de voyages. Grasset, 1993 - 2

A due mesi dalle elezioni, la Germania riesce a chiudere un accordo fra i due maggiori partiti nazionali per la costituzione di un governo di coalizione, anche lì a larghe intese. CDU, CSU e SPD chiudono un accordo di pochi punti, i cui principali sono quello sull'estensione della produzione di energia da fonti rinnovabili (la SPD voleva che si raggiungesse l'80% della produzione totale, ma l'accordo è stato modificato al ribasso per una quota del 55-60%), e quello del salario minimo orario, fissato a 8,5 euro. E di seguito, di questi 2 punti programmatici discuteremo, articolando un commento a riguardo.


mercoledì 20 novembre 2013

Disoccupazione giovanile nel mondo (il caso del contratto a zero ore!)



Quanto costa alla collettività un giovane senza lavoro, e magari scolarizzato anche oltre l'obbligo formativo previsto per legge? E quanto costa quello stesso giovane a quella collettività se questi resta disoccupato, o peggio è costretto ad emigrare per trovare un'occupazione?

I nostri contabili ministeriali dovrebbero essere in grado di computare e quantificare l'entità dell'inefficienza del nostro sistema economico-produttivo, e questa cifra basterebbe da sè a dimostrare l'inadeguatezza delle politiche finora perseguite. Forse...

giovedì 7 novembre 2013

main-stream.it: I mini-jobs all'italiana

Acquaforte inglese del 17 ° secolo , Artista sconosciuto

C'è chi ha una TV, e la guarda. E si accorge che il cambiamento "antropologico" della pratica politica, imprenditoriale e sociale si è profondamente mutata.
In Lui in Persona abbiamo ben scritto della radicalità di quello che è avvenuto e sta continuando ad avvenire.

Un invito a leggere quello che segue:

main-stream.it: I mini-jobs all'italiana: Nella puntata di Ballarò del 22 ottobre scorso la trasmissione di Giovanni Floris fece quello che probabilmente sarà ricordato ...