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domenica 8 settembre 2013

DOVE VA IL PD?



PD
Queste riflessioni prendono spunto da un articolo di Paolo Franco che si poteva leggere martedì 3 settembre a pag 34 del Corriere della Sera. E che titolava:

<<Sorpresa, postcomunisti addio

Il Pd si scopre democristiano>>




L’articolo prendeva le mosse dalla constatazione che il Pd si sta ritrovando a vedere battersi, per il controllo del partito e del governo, Letta e Renzi. E notava ancora l’articolista:
<<(…) Sul fatto che il campo degli aspiranti cavalli di razza del Pd ormai lo occupino loro, invece, molti dubbi non ce ne sono. Si, cavalli di razza, proprio come mezzo secolo fa, nel lessico democristiano d’epoca, furono definiti, si parva licet, Amintore Fanfani e Aldo Moro. Perché possiamo anche classificarli genericamente postdemocristiani (siamo tutti post qualcosa) ma resta il fatto che entrambi nel movimento giovanile dell’ultima Dc, e poi nel Partito popolare, hanno mosso i primi passi e si sono formati. E non nascondono né, tanto meno, rinnegano le loro origini. Anzi.(…)>>

Ebbene, queste considerazioni altrui, consentivano l’emergere anche di altre riflessioni.
Vale a dire che un intero ciclo di vita del partito prima Pci, poi Pds, poi Ds ed infine anche Pd, risulta essersi definitivamente esaurito. Ed esaurito con un completo insuccesso, come risulta ammettere anche la sua storica stessa classe dirigente di partito.
Questo ciclo pare poterlo riassumere nel tentativo di fare del PCI post Urss il grande partito socialdemocratico italiano. Agevolato in questo suo tentativo dalla occasione irripetibile del vuoto di competitori creatiglisi con l’eliminazione politica di Craxi.

Che questo fosse stato il tentativo strategico lo avrebbe anche rivelato il fatto che quel medesimo partito originario, il postPci, avrebbe accettato di pagare l’enorme prezzo di continue scissioni alla sua sinistra mentre si avvicinava operativamente all’area elettorale di centrosinistra.
L’emorragia elettorale conseguente, e che si rivelerà pesante, avrebbe alfine indotto il postPci a provare di fondersi in un unico partito, appunto il Pd, con quel che restava della postDc risultata risparmiata da <Tangentopoli>.

giovedì 3 gennaio 2013

le uova del cuculo

Tutti noi sappiamo che con questo nome - Cuculo - si indica un volatile dal comportamento non esattamente etico. In che senso?
Nel senso che risulta un parassita sostanziale di nidi altrui, e un sostanziale killer dei legittimi altrimenti nidiacei.
E per rinfrescarci assieme questa sua indole, ci facciamo aiutare da www.wikipedia.org, da cui proviene sia l'immagine di apertura, che alcuni stralci sulla 'sua' così particolare....abitudine.

<<Il cuculo è noto per la sua peculiare caratteristica del parassitismo di cova. Esso consiste nel deporre il proprio uovo all'interno del nido di altri uccelli (...). La femmina depone un solo uovo in ogni nido da aprile in poi per un totale di circa 15-20. Le uova somigliano molto a quelle della specie "ospite". Alla schiusa (che di norma avviene dopo circa 12 giorni), il piccolo del cuculo, con l'aiuto del dorso, si sbarazza delle altre uova presenti nel nido e non ancora schiuse, presentandosi quindi nel nido come l'unico ospite. I genitori adottivi vengono ingannati da questo comportamento e nutrono il cuculo come se fosse un proprio nidiaceo per 2-3 settimane.(...)
In Francia questo comportamento del cuculo ha portato alla nascita del termine "cocu" per indicare una persona il cui partner sia infedele.[senza fonte] Con il medesimo significato in Inghilterra si usa il termine "cuckold", derivato dal francese "cocu" più il suffisso peggiorativo -ald. (...).>>

Fatta questa sommaria incursione nella Ornitologia, e nelle <tecniche> del Cuculo, ci si potrebbe tuttavia adesso chiedere. Si, va bene, ma cosa c'entra il Cuculo in un post che si richiama a società ed opinioni?

Forse riusciremo a vedere assieme se c'entra. Ed anche come c'entra.

Intanto diciamoci come è intervenuto il pensiero proprio sul Cuculo iniziando questo post. Il Cuculo è venuto in mente, come collegamento apparso del tutto naturaleriflettendo su Monti.
perché mai Monti, a chi ora qui scrive, avrebbe richiamato in mente proprio il Cuculo?

lunedì 19 novembre 2012

perché oggi abbattere le tasse senza aumentarle ad altri è rivoluzionario?



In Italia 
(Fonte immagine - facebook/ ilgrandebuf.info)
oggi 
abbiamo una pressione fiscale, che come ci ricorda anche in televisione su La7 Bertoluzzi, 
nominalmente risulta del quasi 45%;

ma lo stesso Bertoluzzi dell'Osservatorio di Mestre ci ricorda anche che va fatta a tale proposito una non piccola precisazione:

siccome nel calcolo del pil italiano si tiene oggi conto di una quota di sommerso - che logicamente in quanto sommerso le Tasse non le paga di certo -
il carico fiscale di chi le paga veramente, le Tasse, si aggira sul 55%.

<"Pressione fiscale italiana sopra il 45%"" 
In audizione alla Camera, il Presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, punta il dito contro l'eccessiva pressione fiscale in Italia.
In Italia c'è una pressione fiscale da record, con carico tributario "eccessivo" sui contribuenti fedeli. Lo ha detto il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, nel corso dell'audizione tenuta in commissione Bilancio alla Camera, nella quale è emerso che la pressione delle tasse sugli italiani ha oramai superato il 45% del Pil, per una soglia che "ha pochi confronti nel mondo" (...)>
Fonte - ManagerOnline) 

E c'è pure da temere che Bertoluzzi sia ottimista rispetto al Direttore dell'Agenzia delle Entrate. Il quale infatti, poco tempo fa, asseriva su un primario quotidiano:

mercoledì 5 settembre 2012

QUANDO SI DICE "ACUIRE"

Nell'incontro che il nostro Presidente del Consiglio ha tenuto con il neo Presidente francese Hollande, interrogato dai giornalisti sul problema dell'occupazione, ritenuto centrale, Mario Monti lancia un appello alle parti sociali: per rilanciare la produttività e la competitività è necessario che imprese e sindacati "acuiscano gli sforzi" perché "è il momento di lavorare insieme per creare lavoro", dice il premier. L'obiettivo del governo, spiega, è quello di "migliorare la produttività del Paese" ma occorre che tutte le parti in causa "acuiscano gli sforzi".

Quando si dice... acuire!

Delle relazioni industriali avremo modo di scrivere successivamente. Qui ci preme in primo luogo che si acuisca, eccome, la vista sulla distribuzione del debito nel mondo (vedi immagine), così che possa apparire chiaro che i Paesi più produttivi di ricchezza reale sono i Paesi indebitati (persino la Cina, che finanzia massicciamente le proprie attività produttive, e l'India, la quale sta avviando forme di welfare state). Sorprendente, no?!. Più lavori e produci merci, più sei pieno di debiti. Le imprese oggi ne sanno qualcosa, quando vanno in banca a comprare denaro per i loro fidi a tassi che viaggiano sul 12%. Miracoli dello spread. O del finanziamento collettivo delle ricapitalizzazioni degli istituti finanziari. 
Ciò è introduttivo rispetto a quanto seguirà da leggere e che riguarderà l'INVISIBILITA'.

Oltre questo cappello introduttivo, infatti, segue uno scritto di Roberto Quaglia (il suo sito è www.roberto.info). Quaglia è uno scrittore di fantascienza pochissimo conosciuto in Italia (ha pubblicato soprattutto in Romania ma anche in inglese in Gran Bretagna, dove è un affermato scrittore). In Italia è stato solo pubblicato, nel 2003 e in seconda edizione nel 2007, il suo libro sui fatti dell 11 Settembre del 2001. Questo libro,  il cui titolo è Il mito dell'11 Settembre e l'opzione dottor Stranamore, seconda edizione aggiornata del marzo 2007 editata da PonSinMor, deve essere richiesta direttamente all'autore dato che non viene distribuito più da nessuno. Il libro, come è intuibile dal titolo, argomenta sulla questione dell'abbattimento delle Torri Gemelle. Il libro è scritto da uno scrittore di fantascienza, e la questione quindi è affrontata come se fosse tutta una storia fantascientifica. Il guaio è che la realtà supera, eccome, la fantasia, se si acuisce la vista. E ciò che appare fantastico, se si acuisce la vista, finisce per manifestarsi come reale. Tanto che Quaglia viene annoverato fra coloro che vengono definiti "complottisti". 
Ad ogni modo, quello che segue è un suo ultimo scritto (piuttosto lungo ma agile nella lettura) sulla questione del debito pubblico mondiale, così divertente da far rabbrividire. Nell'invisibilità.
Buona lettura

CHI PRODUCE, CHI CONSUMA E CHI COSTA. Migliorare la distribuzione dei redditi, rendere più efficiente la spesa pubblica, ridurre le tasse

Come si può leggere di fianco, tutta una serie di Paesi europei sono dedicati a consumare e non a produrre. Questi sono la Grecia, il Portogallo, l'Irlanda, la Spagna e la Slovenia (che stava dichiarando nel 2011 bancarotta, ma è stata salvata, questa sì, dalla Germania). L'Italia (secondo Paese manifatturiero d'Europa dopo la Germania) se applicasse una tassazione meno massiccia sul lavoro così da diminuire il costo (che nel frattempo è aumentato), spostando le necessarie entrate tributarie sui consumi e sulle rendite, e agevolando una forte redistribuzione dei redditi e del potere di acquisto attraverso interventi legislativi ad hoc, potrebbe ritornare facilmente ad essere competitiva e ad aumentare la produttività, risanando più agevolmente il suo disavanzo. 
In alternativa, 

domenica 26 agosto 2012

LA CONCRETEZZA DEL GOVERNO MONTI - il contributo di licenziamento

Collage - di Marina Margelatu
Mentre gli italiani erano in ferie, quelli che ancora un lavoro lo hanno, il governo Monti ha abbondantemente lavorato. Le uniche vacanze concesse ai ministri sono state a Taranto e a Rimini. Nella prima città presso l'Ilva a rinfrancare coloro che sono "dedicati" a morire, impegnando Passera e Clini sul posto, oltre che Monti stesso. Nella seconda città presso l'assise annuale di Comunione e Liberazione, quest'anno dal titolo "Emergenza Uomo", che ha visto parteciparvi lo stesso Monti, il ministro Passera e il ministro Fornero.
Quest'ultima è proprio colei che più di altri ha lavorato, insieme al silenzioso neo ministro dell'Economia Grilli, consulente ministeriale dai vecchi tempi di Tremonti. Sono proprio queste due persone che hanno molto lavorato, concretamente lavorato, durante l'estate, per imprese e lavoratori. In particolare per imprenditori e lavoratori di piccole e medie imprese, ovvero per il 95% del nostro tessuto produttivo, ovvero per quasi 80% dei nostri redditi.

mercoledì 11 luglio 2012

"EFFETTO" SQUINZI, il nuovo leader della sinistra che verrà?

Giorgio Squinzi, l'attuale Presidente di Confindustria, ad intervalli ormai regolari interviene nel dibattito politico italiano, affatto preoccupato dei termini franchi e diretti che utilizza per definire le iniziative che l'attuale governo prova a mettere in campo per il risanamento dei conti pubblici e per riformare il diritto del lavoro (non ostante da più parti si è sollevata qualche obiezione relativa la fatto che, seppur esista una regolamentazione giuridica del lavoro, quest'ultimo non sia un diritto. E sospettiamo, a questo punto, neanche un dovere!)
Ma chi è Giorgio Squinzi, colui che con nonchalance ha definito la riforma Fornero "una boiata", le politiche rigoriste di Monti "macelleria sociale" e i dati sulla disoccupazione "un problema angoscioso, una sconfitta per tutti noi, perchè non possiamo permetterci di perdere altre generazioni"?


lunedì 2 luglio 2012

FORZA VENEZIA

In un vecchio post (Berlino punti sull'Europa federale) si sollecitava, attraverso un articolo pubblicato su Il Sole24Ore di Antonio Padoa-Schioppa, a riflettere su 2 punti precisi della crisi che sta attraversando l'Europa. Una riguardante i movimenti geopolitici (in senso lato, quindi anche economici, militari ed energetici) che stanno intervenendo nel mondo e che ci vedono oggi piuttosto deboli nella capacità di partecipare a questa riscrittura. Il secondo punto è che le ragioni dei tedeschi non sono affatto astratte ed immature: senza una unificazione politica, e il ridisegno totale della geografia istituzionale e democratica dell'Europa (mettendo anche in conto la sparizione degli Stati Nazionali, e il ridisegno macroregionale del continente dal punto di vista amministrativo), a nulla varrà il prender tempo e il minacciare Merkel ed il popolo tedesco di accollare loro una responsabilità del fallimento dell'Unione. 
L'articolo di Padoa-Schioppa è su quest'ultimo aspetto che insisteva, nel panorama del dibattito sulle sorti dell'Europa e della sua crisi, le soluzioni possibili e le vie di uscita che non riusciamo ad imboccare. Ma, dobbiamo riconoscerlo, la retorica antigermanica (che abbiamo avuto modo di ascoltare e leggere dopo la partita di Giovedì, qui accennata nel post Pubblicità e che solletica e friziona fatti storici dei nostri padri che coinvolsero comunque tutta l'Eurasia nel processo di smantellamento delle istanze democratiche dell'area), è accompagnata dalla retorica sovranista e nazionalista, che vede inglesi e francesi tutt'oggi privilegiati e vincenti su questa posizione di propaganda, anche se i rispettivi governi sono sorretti da posizioni ideologiche diverse. E' indubbio che queste retoriche sovraniste e nazionaliste sono molto più appetibili e diffuse. E riconosciute massivamente come pertinenti.

venerdì 29 giugno 2012

PUBBLICITA', lo spread riprenderà fra 120 secondi.


Diciamo che nella partita di ieri fra Italia e Germania giocata nelle semifinali del campionato europeo di calcio, la squadra italiana ha tenuto bene la palla a centrocampo difendendosi anche molto bene (vedi elaborazioni dello Spiegel), inoltre e soprattutto è riuscita a non far fare goal per primi ai germanici. Queste sono state le due chiavi. E che hanno un nome.

mercoledì 27 giugno 2012

SIC TRANSIT RIGOR MUNDI, di Mario Seminerio (www.phastidio.net)


Giovanni Caroto - Ritratto di ragazzo con schizzo

Volentieri quotiamo quanto scrive sul suo blog Mario Seminerio, tenendo traccia di tutte le dichiarazioni fatte da Mario Monti da quando è stato nominato Presidente del Consiglio fino ad oggi sull'argomento austerità e rigore. 
Non credo che Mario Monti abbia cambiato idea. Certamente non vede vie d'uscita da una situazione economica piuttosto coatta a ripetersi, e lui non è il taumaturgo che pensava di essere. Forse più che spostare le teorie economiche keynesiane preferiremmo la consapevolezza che il mercato va dominato, o se preferite regolato. Tutta la retorica liberista che ci ha visto per più di 30 anni assopirci le cervella, sognando gloriose sorti e fantasie goderecce, adesso ci scuote al risveglio ad una realtà che si sta rivelando un incubo.
Buona breve lettura. Un po' di storia fa sempre bene riprenderla, soprattutto prima di andare a votare come ormai anche Casini, il primo sponsor di quest'uomo, comincia a preconizzare.

LETTERA A MARIO MONTI sulla difesa dell'Europa

Pregiatissimo prof. Monti, 

prima di partire per il vertice dell'UE, la Sua persona si è recata alla Camera dei Deputati per sostenere l'ennesima legge di riforma del mercato del lavoro, che sembra non piacere proprio a nessuno. Già, perchè esponenti di spicco dei partiti che la sostengono (almeno i due principali) hanno giurato che non l'avrebbero votata se la questione degli "esodati" non fosse stata messa a posto (così parlò il presidente del PD, on. Bindi), anzi taluni hanno deliberatamente dichiarato che comunque non l'avrebbero votata (on. Brunetta e buona parte del PDL), a fiducia già richiesta. 
Non ne parliamo dei sindacati di categoria, sia dei lavoratori che delle imprese industriali. Anzi, il neo presidente confindustriale Luigi Squinzi l'ha esplicitamente definita "una boiata". 
Ma Lei è andato personalmente difronte alla platea parlamentare a chiedere l'approvazione di questa legge poichè essa è il Suo lasciapassare per il vertice EU di domani e dopodomani, il necessario "sacrificio" per potersi sedere a quel tavolo (dopo la riforma delle pensioni e il pareggio di bilancio in Costituzione approvato in pochissime ore) e rendere convincenti le parole che spenderà in quel vertice per "difendere l'Europa".
Così Lei ha detto ieri alla Camera: "dobbiamo difendere l'Europa".
Ma da chi, sig. Presidente del Consiglio?