sabato 23 marzo 2013

E' difficile trovare un uomo che capisca qualcosa quando il suo stipendio dipende dal suo non capire!

bukowki
Sì, il titolo del post, e la fotografia al post stesso dedicata, speriamo siano il più indicativi possibile nel far decisamente intendere che gli economisti, la razza padrona delle scienze sociali, e in particolare le più contemporanee espressioni dei tecnocrati della finanza e del monetarismo, non sono nelle condizioni oggettive di comprendere come gira il mondo, o meglio cosa fa girare il mondo realmente. 



Infatti, loro permangono nelle considerazioni astratte dei processi di valorizzazione. (ri)Leggasi  questo post, ad esempio, per meglio comprendere cosa intendiamo per carattere astratto del valore. Oppure questo post dove abbiamo già dato indicazioni documentate su quale sia il problema energetico che il mondo globalizzato della produzione e della crescita sta affrontando e che è determinate l'attuale crisi (altro che la chiacchiera che il PIL della finanza, fra derivati e spazzatura varia, è 14 volte maggiore della produzione reale di ricchezza in beni merci e servizi.  

Che adesso qualcuno vada anche dicendo, ci sembra più per convincerci che per indicare una via d'uscita, che diverremo più poveri ma più felici su questi pixel lo abbiamo già scritto. Un post per tutti, il più fresco. Se a divenire più poveri saranno quelli che sono già poveri, a problemi di carattere sociale presto si sommeranno problematiche di carattere sanitario, politico e di ordine pubblico. Voglia Iddio, e Papa Francesco con la Sua luce di derivazione, evitarci la farsa dopo la tragedia.

La guerra che si sta celebrando nel Mediterraneo, e che ora si è estesa anche a Cipro, la dice lunga sullo scenario in movimento del quadro geopolitico. 
Ad ogni modo, per coloro che conoscono l'inglese, o che si facciano tradurre il testo dagli applicativi google, consigliamo la lettura di questo buon scritto, Dodici ragioni del perchè la globalizzazione è un problema enorme

Per ultima cosettina, i giornali di questi giorni riportano che la produttività italiana è bassa, è vero... però lavoriamo più dei germanici. Ma va?! 
Ora, sarà pur vero che le incombenze di una burocrazia italiana che più che essere al servizio dei cittadini e delle imprese pensa solo, con la complicità di un sindacato ormai ridotto all'autoreferenzialità derivante dalle tessere di pensionati e pubblico impiego e sussidi pubblici ai patronati computati sul numero degli iscritti, ad autoprodursi lavoro. Infatti è sempre più diffusa la percezione, spesso con epiloghi tragici come quelli accaduti a Perugia, che gli uffici della PA, e le appendici come Equitalia, funzionino unicamente per giustificare i propri costi, creando problematiche di carattere formale ma non sostanziale solo perchè qualcuno possa continuare ad assumere i propri amici e parenti o giustificare la pletora di persone inadeguate e non istruite che vi sono occupate e che nulla fanno per assolvere alla scopo per cui solo lì: servire la cittadinanza, e non lo Stato Burocratico del Soviet!
Ma questa non è l'unica ragione. Altre le abbiamo esposte nel post Il mito della produttività: in soldoni si scriveva che le produzioni italiane in termini di capacità produttiva, non sono peggiori di quella francese e tedesca, anzi, siamo molto in linea e lavoriamo di più di questi. Ma se standardizziamo il valore dei beni merci e servizi prodotti dalle imprese italiane, scopriamo che la nostra produttività unitaria, in termini di valore finanziario,  è di 15 dollari USA inferiore a quella degli altri Paesi di tradizione industriale europea. Cioè, come sinteticamente scrivevamo, produciamo FUFFA. Come la PA italiana e compagnia bella cantante che da 20 anni prova a riformarla a chiacchiera ISO 9000 moltiplicando burocratismi su burocratismi, cioè quella che fa le gite al Quirinale e che va a contrattare salvacondotti per imputazioni penali in corso, per farci pedagogia da 3 soldi, e per chiamare altri a responsabilità affinchè possano scaricare su altri quella finora assunta malamente.

P.S.
A proposito, quando parliamo e scriviamo di guerra, non ci stiamo inventando nulla. Nei tempi trascorsi eravamo in pochi a dichiararlo. Ma adesso ci sono personalità come il primo ministro del Lussemburgo Jean-Claude Juncker, che è stato fino a Gennaio 2013 presidente di turno dell'eurogruppo. Estratti delle sue dichiarazioni e delle interviste le trovate cliccando qui e qui.

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