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domenica 30 settembre 2012

Spietato e cattolico: la formula Renzi per prendersi il Pd


Spietato e cattolico: la formula Renzi per prendersi il Pd

Scalfari lo critica, e quindi visto che non ne imbrocca mai una, vincerà. Matteo Renzi, disturbatore del Pd, ha una profonda anima cattolica, che è punto d’origine della sua missione politica. Schietto come piace alla gente, Renzi rischia di vincere le elezioni. E domani Bill Clinton volerà a Firenze per incontrarlo.


giovedì 20 settembre 2012

Caccia alle streghe e bandiere bruciate

Pensateci un po'. Cosa accomuna, alla breve o alla lunga, il pretesto cristianofobo e americanofobo, in particolare ,con certi atteggiamenti fobici tout court e a piacere di noi occidentali?



venerdì 14 settembre 2012

Gioco d’azzardo: come sempre, vince il banco!

Da "Cittadinanza attiva"

Gioco d’azzardo: come sempre, vince il banco!

Ludopati, Mafia e Stato giocatore

98 miliardi di Euro. E’ l’ammontare delle penali non pagate all’Erario dai 10 concessionari delle “slot machine”, e sulle quali la Corte dei Conti dovrebbe decidere in questo mese. La notizia non è nuova, come non lo sono i tentativi effettuati da parte di alcuni “solerti” parlamentari di ridurre o addirittura cancellare tale penale.
Nuova non è neanche la relazione della Commissione di indagine, presieduta dall’onorevole Grandi, che fa luce sui comportamenti dell’AAMS (Agenzia Autonoma dei Monopoli di Stato) evidenziando gravissimi ritardi e problemi anche in ordine alla trasparenza ed alla regolarità delle procedure attivate sul settore dei giochi.
Cittadinanzattiva, impegnata nella lotta al fenomeno della corruzione e della illegalità, ha iniziato ad interessarsi dal 2002 del gioco d’azzardo, sollecitata dai comitati civici sparsi in tutta Italia. Spesso però le nostre richieste sono rimaste inascoltate perché gli interessi contro i quali ci scontriamo sono oggettivamente molto penetranti. Le nostre previsioni di rischi di infiltrazioni della criminalità organizzata nel settore dei giochi, per riciclare denaro sporco, sono state tutte puntualmente confermate nel corso di questi anni. Basti leggere la cronaca di questi giorni dell’ennesimo sequestro in Sicilia di macchinette gestite da clan mafiosi.

martedì 11 settembre 2012

C’ERA UNA VOLTA IL RICETTARIO BIANCO - di Costantino Simonelli


C’ERA UNA VOLTA IL RICETTARIO BIANCO

Un po’ di romanticismo e un po’ di sarcasmo sul modo di ricettare nel tempo.
  
Sì, c’era una volta il ricettario bianco e il medico  che prescriveva nel candore d’ un ricettario bianco, profumato di appena stampato con le proprie referenze in tipografia. E profumava come profuma il pane appena sfornato dal fornaio. Il ricettario bianco, luogo, unico per tutta la genìa dei seguaci  degni o meno d’Esculapio, il ricettario bianco dove avveniva la sintesi scritta del pensato, riflettuto, ragionato, ruminato, a volte,della sua scienza nei confrontidel  problema (malattia) e del malato (oggesù, diciamo persona). E, alla fin fine, spesso con dovizie di particolari, anche pedanti talora, ma perché tutti potessero capire ed applicare, si stilava il rimedio; fosse questo un medicinale o una prescrizione di igiene di vita, o quant’altro, allora, a torto o a ragione, sembrava  potesse lenire il male. Il ricettario bianco che quelli come me, oggi almeno alla soglia dei sessanta, ricordano come un fugace ultimo assaggio d’una medicina che ormai è forse troppo lontana nel tempo. Come forse lo ricorda anche il vecchio farmacista la cui grande abilità era allora consistente in due cose: preparare per bene prodotti galenici e soprattutto interpretare con quasi certezza talune calligrafie non proprio virtuose. Ma, allora, noi medici eravamo più pochi, e i farmaci , di meno ancora. E le ricette, le bianche ricette erano lungi dall’essere così tante da auto svalutarsi, come fa un paese in default che stampa cartamoneta a iosa senza alle sue spalle la riserva aurea che glielo consenta. No, il ricettario bianco, per tanto tempo è stato un documento “sacrale” e un po’ la carta d’identità del medico.
Poi, piano piano, intorno alla fine degli anni sessanta, quel ricettario bianco ha cominciato ad ospitare prescrizioni un po’ più sciatte, più routinarie, di comodo e di mestiere. Ha seguito un po’ il segno dei tempi e della politica del paese, populista e scialacquona anziché no, del troppo, o tutto a tutti e anche di più. D’altra parte era il boom economico della cinquecento a tutti, magari a rate. E della Fulvia e altro solo sempre per pochi.