sabato 23 marzo 2013

Ricchezza e Povertà In Europa: la priorità sono la Giustizia e l'Equità


Quanto sia in malafede l'attuale classe politica e dirigente tedesca lo sa soltanto Kohl, il quale non volle la Merkel capo della CDU e candidata alla cancelleria, ma che il partito e chi contava riuscì a fare fuori accusandolo di finanziamento illecito al partito per allora 1.000.000 di marchi (1 miliardo di vecchie lire!).
La pazienza dell'Eurogruppo è al limite, strilla la Merkel (chissà di quale eurogruppo si fa portavoce il cancelliere tedesco): gli italiani sono ricchi 2 volte più dei tedeschi, e gli spagnoli 3 volte... e non diciamo dei ciprioti: facciamogli un esproprio del 15% sui loro depositi bancari, di chiunque essi siano!



Nell'istogramma a sinistra che vedete, sono riportati la ricchezza MEDIA e la MEDIANA della ricchezza per Spagna, Austria, Francia, Germania (e questa divisa fra la l'ex Germania Federale e l'ex Germania orientale). Il dato sulla ricchezza media italiana non è pubblicato, ma possiamo presumere sia molto alta).

La ricchezza media delle famiglie spagnole è molto alta, 286.000 euro per famiglia, con una mediana di 178.000 euro. L'Austria segue con 265.000 euro di media ma 76.000 euro di mediana. La Francia con 229.000 euro di ricchezza media e 114.000 euro di mediana. L'Italia con una mediana di 164.000 euro, la Germania con 195.000 euro di ricchezza media e 51.000 euro di media (con forti disparità geografiche, certamente esistenti sia in Italia che in Spagna e Francia, fra Ovest e Est, come da noi fra Nord e Sud).

Ma qual è la differenza fra media e mediana della ricchezza? Che una percentuale di persone molto ricche possono portare verso alti valori la media, ma non incidono sulla mediana, che invece è il valore statistico che sta a rappresentare il valore/modalità che sta nel mezzo della distribuzione, ovvero della curva gaussiana. 

La BCE nel 2006 finanziò questa indagine statistica sulle ricchezze delle famiglie europee, ed i dati che stanno circolando fanno riferimento al 2010. Chi vuole riceverlo, può cliccare qui e farne richiesta. 

In Austria, come potete vedere, sembrano molto ricchi: la ricchezza media è di 265.000 euro per famiglia, ma se leggiamo il rapporto prodotto dagli uffici austriaci per la BCE, scorgiamo che la ricchezza è molto diseguale: il 5% degli austriaci possiede il 50% della ricchezza nazionale! Il 50% più basso degli austriaci possiede solo il 4% della ricchezza nazionale. Di questo 50% più basso (ovvero i primi 2 quartili), 83% vive in casa in affitto, ed la ricchezza mediana è di miseri 11.000 euro. Per il 10% più basso di 1.000 euro!!! Questi sono i dati che spiegano del perchè la ricchezza media austriaca è di 265.000 euro e la mediana di appena 76.000 euro.

Lo stesso crediamo stia accadendo  in Germania, che sta trattando i suoi dati con parsimonia e segretezza, dato che riusciamo a trovare solo questo link qui. Evidentemente vogliono tenere nascosto l'impoverimento operato in Germania da questi governi reazionari e buttarla in vacca con un certo leghismo europeo teutonico. 

I dati forniti dalla Banca D'Italia sono più corposi, e potete leggerli cliccando qui. Fino al 2010 i redditi familiari hanno tenuto, standardizzati a quelli del 1991. Ma se fatto 100 il reddito del 1991, la situazione non è migliorata, anzi il potere di acquisto medio si è ridotto, seppur di poco. E tale riduzione è rimasta costante in questi 20 anni. Il Sud si è ulteriormente impoverito, il reddito dipendente si è contratto, i redditi delle persone nel range di età fra 55 e 65 anni in questi 20 anni sono aumentati del 30%, per gli ultra 65 del 23%, per coloro che sono nel range di età 45-55 anni i redditi sono aumentati di un modesto 4,6% in questi 20 anni, sono rimasti stagnati per il range di età 35-44 anni, mentre sono diminuiti dell'3% per la fascia di età compresa fra 19 e 34 anni! Ci auguriamo crediate, adesso, che in Italia si stanno alimentando conflitti e fratture oltre che geografiche anche generazionali, e che quest'ultime ormai raccolgono più della metà della popolazione e almeno 4 decadi di generazioni!!!
Il resto che afferisce all'Italia potete leggerlo da Voi. Qui, dato che su questo abbiamo scritto, ci vogliamo soffermare sul coefficiente di Gini, ovvero quell'indicatore che sta ad indicare, appunto, quanto è equa la distribuzione della ricchezza: più essa è prossima a 100 (o a 1) più la redistribuzione della ricchezza è iniqua. Ebbene, in Italia nel 2010 il coefficiente di Gini sulla distribuzione dei redditi (attenzione, non della ricchezza) era di  35,1 (o di 0,35). Diciamo che potremmo anche ritenerci contenti, se non fosse che sono presenti divergenze geografiche del coefficiente fra Nord Centro e Sud, e fra range generazionali. Ma più avanti ne scopriremo delle belle...

Come abbiamo già scritto sopra, il rapporto della Banca d'Italia fornisce solo il dato mediano della ricchezza (se fornisse quello medio forse scopriremmo che il coefficiente di Gini è in verità quello di Gino! Il rapporto persino scrive che la ricchezza dal 2008 al 2010 è persino aumentata del 5%! Però questo aumento è dovuto alla immobilizzazione che le famiglie hanno effettuato acquistando case. Come sapete, l'85 degli italiani possiede una casa, che è si di proprietà ma ipotecata e con un mutuo in  fase di pagamento, se non si è stati licenziati e si è per strada.
Anche sulla distribuzione della ricchezza italiana possiamo leggere differenze sempre più marcate fra generazioni e fra aree del Paese. Se poi consideriamo che la maggior parte di questa ricchezza è data dalle case acquistate, che fino al giugno del 2012 era lecito costruire in classe energetica anche molto bassa (G), di fatto questa ricchezza è solo nominale (quanto pagai la mia casa all'acquisto) non  ma non reale (poichè queste case finora hanno subito, nella migliore delle ipotesi una stagnazione del valore se non piuttosto una contrazione!) Se a questo, come di fatto è accaduto in Spagna, ci aggiungiamo che molta di questa economia immobiliarista alla Ricucci è stata speculativa (dove più e dove meno), più che di ricchezza in mano gli italiani, così come gli spagnoli, hanno FUFFA!!! MA IN COMPENSO, TANTA DISEGUAGLIANZA.

Anche in Italia, il 10% delle famiglie più ricche possiede il 46% della ricchezza nazionale (è aumentata rispetto al 2008), mentre il coefficiente di Gini calcolato sulla ricchezza (e non sui redditi... che si sa che qui in Italia evadere è lecito!) indica un dato peggiore ed in peggioramento dal 2008 al 2010: 62,4 !!! Una cattiva distribuzione della ricchezza, una eccessiva concentrazione in pochissime mani della ricchezza. 

Aspettiamo con ansia che anche la Germani pubblichi i suoi dati. Altrimenti saremo nel lecito pensare che quello che è accaduto in Italia e in Europa negli ultimi 30 anni è che alcuni hanno concentrato ricchezza a spese di altri, ovvero a seconda di dove abitassero e di che età abbiano. 

Molto grave. E Pericoloso. 








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