« L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. » (Articolo 1 della Costituzione Italiana) Il 2 Giugno 1946 l'Italia decise di diventare una Repubblica, con un Patto di Cittadinanza sancito dall'art. 1 della Costituzione Italiana. NOI crediamo che adesso questo patto sociale, politico, economico, e di cittadinanza così tante volte violato, debba essere da NOI rivitalizzato.
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giovedì 8 maggio 2014
Che la politica sia ridotta a risolvere...
L'importanza che abbiamo sempre dato al territorio, e all'identità, è testimoniata da quanto spesso scritto qui in questo blog. In primo luogo attraverso questo post sul luogo della crisi... e con tanti altri diversi che trovate nelle etichette "territorio" ed "identità".
Per l'iniziativa di presentazione degli scritti dell'Associazione Culturale "Vittorio Tinelli" - Parole e Cose Nuove, che si terrà il 10 Maggio a Noci (BA), di seguito postiamo un estratto dei volumi appena pubblicati riguardo il progetto territoriale "la Murgia dei due Mari", ad indicazione che progetti e programmi esistono e vivono e vengono comunicati nei territori "abitati", che sono l'unica entità reale sulla quale intervenire affinchè una soluzione efficace, politicamente efficace, possa trovare spazio per guidarci verso il cambiamento cui siamo inevitabilmente proiettati.
Buona lettura.
sabato 26 aprile 2014
L'indignazione e l'impotenza - di Leonardo Tinelli
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'Perpetual Fluidity' by Michael O’Gorman |
“POLITICA E CULTURA”
PER LA
PRESENTAZIONE
del
I° e II° volume degli “Scritti interni”
dell’Associazione Culturale “Vittorio Tinelli – Parole e cose nuove”
L’indignazione radicale
supponente, (i. e. l’umanissima, troppo umana, impotenza) sono alla base di
quanto costituisca la necessità dello spostamento del cadavere della politica
che bisogna portare a termine. Mentre proprio l’indignazione supponente, la
migliore delle risorse ideologiche di cui l’Occidente dispone, non consente di
avvicinare per nulla il caso in questione e in generale impedisce che alcun
atteggiamento scientifico a proposito si imponga.
giovedì 24 aprile 2014
IL BOY (scout) al comando - di Leonardo Tinelli
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Ilya Chashnik - Suprematismo , 1920 |
IL
BOY (scout) al comando, segue la via tracciata. Ma quando
questa sfocia nel campo e non si sa se veramente si tratti di uno sfociare o di
un cominciare a consentire un passaggio nuovo, la situazione si ingarbuglia a
tal punto da indurre l’abbandono del piglio guerriero di chi conduce intrepido e
mestamente disporsi ad alzare le tende per la notte.
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giovedì 9 gennaio 2014
Il senso della storia e la funzione delle èlites intellettuali. Territorio, Identità e Lavoro: La Murgia dei due Mari - di Leonardo Tinelli
SEGUIRE LO SVILUPPO DI OGNI QUESTIONE,
cari soci e cari amici, per come dentro e fuori l’associazione culturale
“Vittorio Tinelli” il “male di vivere” perseguita, è il minimo che si chiede a
chi resta suo malgrado, e siamo noi tutti, dotato di sensibilità e capacità di
intelletto.
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martedì 10 dicembre 2013
Restare attaccati alla parola... e saltare la nota
RESTARE
ATTACCATI ALLA PAROLA,
cari amici,
è
quanto si testimonierà la sera del 15 dicembre ’13. Come la condizione umana
originaria che immette nel mondo la distinzione tra l’immateriale e le cose.
lunedì 9 dicembre 2013
venerdì 4 ottobre 2013
CHE UN CAPO POLITICO - di Leonardo Tinelli
CHE UN CAPO POLITICO
subisca una condanna definitiva e consistente senza alcuna
ombra di malversata giustizia è quasi impossibile che possa realizzarsi. Se poi
il capo politico si chiama S. Berlusconi e il luogo dove si concretizza
l’impossibile circostanza è l’Italia, allora si potrebbe giustificare tutto e
altro ancora...
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sabato 25 maggio 2013
IL VALORE DELLA PERDITA, LA PERDIZIONE DEL LAVORO - di Leonardo Tinelli
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Carstian Luyckx (1623 - dopo 1658) - Vanitas con il globo, libri, conchiglie, serpenti e farfalle |
PER J. M. KEYNES, chiarendo ogni equivoco sullo… sviluppo,
il denaro non è altro che una rappresentazione del… valore
della rappresentabilità… prevalentemente numeraria. Ovvero nulla!!! O presso a
poco! Altro non è dato. Dunque, o ce
l’hai… la rappresentabilità, o puoi credere di possederlo o di prenderlo o
pretenderlo da qualche parte… il denaro! Diventato di nuovo concreto… fino al
suo uso!!!!!! Fino alla sua… perdita!!!!!!
Da questo inguacchio la crisi è… mondiale da sempre.
Ognuno può immaginare e di… essere chi sa chi!
Il punto dove va risolta la questione è dove noi siamo, ci
consideriamo e veniamo stimati come efficaci!!!
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martedì 5 giugno 2012
IL SENSO DELLO SCRIVERE Ciò che veramente sappiamo
sulla crisi della politica oggi, non può restare senza applicazioni dirette, senza un esercizio pratico conseguente che delinei le modificazioni necessarie.
La logica dei diritti che si accavallano e si riproducono senza più alcuna efficacia sono il frutto della volontà di sviluppo che applicandosi a schemi storicistici e alla stessa controvertibilità della storia, non è in grado di stabilizzarsi concretamente intorno a qualsiasi condizione base della vita sociale e civile dell'Occidente, se non continuando a separare e a distinguere livelli identitari e operativi che non siano veicolati dal generale utilizzo di schemi espressivi tanto eloquenti e facilmente assorbibili quanto astratti e improduttivi.
Questa logica ha ormai raggiunto ogni ambito della vita del continente e mette a repentaglio le relazioni base tra gli uomini sostituendo con un immaginare, un attribuire, secondo conformità agli stilemi identitari percepiti, la stessa necessità dell'incontrarsi, del chiedere e del portare parola e discorso.
Rispetto a questa condizione di isolamento generalizzato i processi di oggettivazione dei bisogni si astrattizzano al punto da imporre la desiderabilità acquisitiva di ogni elemento inteso quale oggetto di interesse e contesa. Di fatto trascinando ogni incontro nella controversia più interessata e la contesa diventare il terreno naturale sul quale imporre i propri diritti diventati inevitabilmente condizione di vantaggio se non privilegi senza giustificazione alcuna.
Che si riconosca, al contrario, nell'incontro, lo Stato, la condizione della salvezza e della reciprocità, disegna quella età del dovere, del non poter non essere che in una certa maniera la ragione del comportamento altrui (!!!) che proprio sulla imperfezione dei comportamenti umani fa leva per assicurare a tutti un miglioramento giustificato e diretto.
sabato 2 giugno 2012
ANTISTATALISMO LIBERISTA E ANTIPOLITICA Lo scambio è equilibrio
anche l'antistatalismo liberista è antipolitica... ovvero una esigenza ad essere presente dello Stato che nello stesso tempo imponga brutalmente limiti, mentre implicitamente propone il primato temporale dell'economico alla obbligatoria caratterizzazione etica del primo incontro tra uomini. E di conseguenza quando il liberista immagina che il percorso che ha portato allo Stato sia quella pratica del “piccolo è libero” dove “il macellaio, il birraio, il panettiere” di smithiana memoria, come Piero Ostellino non smette di ricordare sul Corriere del 29 maggio, mai ne avevano sentito parlare, se non dopo che qualcuno, all'improvviso, osò bussare alla porta della loro bottega, chiedendo cosa ci avrebbero mai fatto con i soldi che... senza principio guadagnavano o... perdevano! Quasi a fermare così la ricchezza e la povertà in un contesto astratto dove a nessuno è consentito vedere cosa e come la ricchezza si affermi o la povertà si diffonda.
Ovvero anche queste ricostruzioni mitiche sono sotto l'usbergo del primato della politica, sia quando si tratta di intendere il “piccolo è libero” sia quando si tratta di affermare che in ultima analisi l'economico è il politico e tanto vi basti!
E, altresì, e questo è il bello, a piacere possono diventare politici e grandemente politicistici, quelle ricostruzioni mitiche dell'originarietà dell'economico, proprio perchè non avrebbero, se non fossero tradotte nella parola del primato della politica, nessuna capacità di aggregare una visione delle cose che non sia l'autonomia... e della politica, e dell'economia medesima!!!
giovedì 24 maggio 2012
L'IMPOLITICA è ANCORA... L'AUTONOMIA DELLA ECONOMIA
ABBIAMO MANDATO,
cari soci, un nuovo post su “Il carattere astratto del valore” a NOI – NUOVA OFFICINA ITALIANA, il blog di Mario Intini che ci ospita, a seguito delle rilevazioni circa la astrattezza della politica e di quanto invece il fare, con tutte le sue incertezze, migliori immediatamente la presa di tutti sulla politica!
A conferma di come il senso moderato delle espressioni e delle istanze corrisponda perfettamente all'impotenza della scienza economica riguardo la sua stessa efficacia! Efficacia che ogni discorso politico mette in sordina e conferma a partire dal proprio autonomo esercizio, mentre specificatamente in forza del vantaggio che l'economico determinerebbe, la politica se ne attribuisce volentieri generosissima genitorialità quando invece non fa, per convenienza, e in ogni circostanza, che prendere le forme equivoche della indegna servitrice.
E la questione è la seguente, di conseguenza... come mai l'opulento Occidente si concede l'impolitica, i movimenti, dal sindacalismo populista, al Berlusconi, al Montezemolo, avendo, e confermando di non aver mai avuto, per come sembra vero oggi, tanti grilli per la testa?
La posta in gioco, carissimi, è proprio la... moderazione.
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IL CARATTERE ASTRATTO DEL VALORE
confermato da tutte le forme di scambio, addirittura dalle prime, quale sarà stato il baratto, esorbitando per eccesso il bene concreto, addirittura acquisendo forme mitiche a giustificazione del mondo divino e del mondo infero, del mondo della celeste trasparenza e del mondo del profondo dinamismo interiore in gran parte sconosciuto, dove si è costretti a credere che vadano a finire le permanenze essenziali e le necessarie trasformazioni delle cose, è, oggi, il carattere preminente dei beni, in grado di annullare lo stesso nome bene, di negarsi, in quanto bene senza permanenza temporale alcuna. Garanzia questa dello scambio per valore astratto, in grado di contrastare ogni pericolo e garantire che la logica del vendere e del comprare si perpetui, sia in condizioni di perdita che in condizioni di vantaggio, addirittura a garanzia che il vendere sia un sotteso comperare e il comperare un sospendersi da ogni acquisto possibile!
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mercoledì 23 maggio 2012
COMMENTO di Leonardo Tinelli al post "Crisi dei corpi intermedi e crisi della politica"
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Marc Ribound - Centro industriale di Wuhan |
Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo commento di Leonardo Tinelli al post CRISI DEI CORPI INTERMEDI E CRISI DELLA POLITICA -
CARO MARIO,
l'impolitico... non
esiste... se non nella paura della politica che si esprime quando di fronte
alle decisioni che impongono la solitudine del... principe, costui abdiga
alla... partecipazione condivisa piuttosto che alla funzione dello Stato. All'esercizio
astratto e concretissimo di garantire ogni interesse, ogni presenza e ogni vita
che verrà! Non importa se dalla terra che conosciamo che vive di aria o dall'acqua che si nasconde
nel profondo e continua a premere per sprofondare meglio!!! Difendendo chi deve
ancora nascere e uccidendo chi è già morto!!! Senza concedersi, ed è questo lo
scandalo... filosofia alcuna!!! Consolazione alcuna che non sia l'impossibile
ripensamento, piuttosto che la soluzione concreta!!! Imponendosi, dunque, da se
stesso la soluzione!!!!!!!
venerdì 18 maggio 2012
INTERVENTO immaginato IN QUANTO SOCIO ALLA assemblea vera DEI CONTADINI cooperativi ASSOCIATI - di Leonardo Tinelli
Volentieri riceviamo e pubblichiamo questo scritto di Leonardo Tinelli
SIGNORI,
dalla parte nostra resta
il fatto che la prima artificializzazione del mondo, l'agricoltura, ancora non
si ferma e niente sembra in grado di sostituirla, anzi tutte le modificazioni
successive ci hanno preso ad esempio, sia quando si trattava di esaltare lo
spirito nuovo che si andava affermando con strumenti tecnici più adeguati, sia
quando l'essenzialità umana di riferimento esprimeva la sua necessità, la sua
evidenza e come tale, tolto ogni orpello, bisognava intenderla e continuare a
venirne a capo.
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L'IDEALE PER IL FILOSOFO, OGGI - di Leonardo Tinelli
Volentieri riceviamo e pubblichiamo questo scritto di Leonardo Tinelli
L'IDEALE PER IL FILOSOFO, OGGI, ammesso che ancora
abiti da queste parti,
è riuscire a lasciare
intatto il mondo; sì avete inteso bene, si tratta per chi comprende di lasciare
scorrere le cose per come sembrano figlie di una razionalissima procedura di
trasformazione rimodernizzante, impossibile da fermare. Tanto compromissiva da
non potersene ritenere se non oggetti in permanente modificazione positiva.
Anche la peggiore delle
trasformazioni inquinanti, alla fine, sarà considerata una risorsa e bisognerà che
i filosofi diffusi, il numero infinito di pensatori razionalisti, portando la
lieta novella ne esaltino, per ogni angolo del mondo, la nuova incontrastata
positività!
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venerdì 4 maggio 2012
EPPUR SI MUOVE, L'ITALIA
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Matera - di Sinisi Leonardo - 2009 |
Nel frattempo a Castelfranco Veneto (VI), in occasione del Festival Città Impresa, su iniziativa di Antiruggine e in collaborazione con il Corriere della Sera, si riprende a ripensare al fare.
Letteralmente.
Nell'abisso nella quale versano i luoghi del lavoro ed il lavoro, con imprenditori e ceto manageriale tutti ostinati a ritenere che si esca dalla crisi solo agendo sul fattore costo del lavoro, con un sindacato in difficoltà nel rappresentare istanze più generali e complesse di quelle meramente retributive, con amministratori pubblici distratti rispetto alle problematiche degli esodati dei giovani e meno giovani inoccupati delle partite iva, matura in tutte le latitudini la consapevolezza che si esce da questa crisi interiore, prima ancora che economica, solo se capiremo che non ci può essere tecnico che possa risolvere problemi squisitamente politici.
Così, a Noci (BA), con Leonardo Tinelli che ci mette a parte dell'iniziativa di PRIMAPAGINA promossa dall'Associazione Culturale "Vittorio Tinelli - Parole e Cose Nuove" e che qui segue
lunedì 30 aprile 2012
CRISI DELLA ECONOMIA E CRISI DELLA POLITICA
riceviamo e pubblichiamo da Leonardo Tinelli.
Lo stato di crisi
economica e la crisi della politica nel nostro continente, condizione che non
favorisce soluzioni condivise, porta in evidenza come il “politicamente
amorale” sia il nuovo spettro che si aggiri per l'Europa con straordinarie
capacità di egemonia e diffusione per come le casematte della dimensione
pubblica siano state nel tempo abbattute.
Come si sa nell'agire
politico è decisivo e decidente colui che esprime forza e, per noi tutti, oggi,
anche un consenso, una considerazione pubblica, più o meno interessato. E che
questa forza, che diventa anche potere, subito sottoposta a legittimazioni
esterne e legislative, ma anche a vincoli intrinseci, abbia la facoltà di
diffondersi, come la modalità con la quale viene reso corrispondente il
rapporto tra governo e governati, e immaginata immediatamente come giustificata
ogni istanza collettiva e ogni interesse personale, sembra la convinzione
universale condivisa dai più. Dove la stessa forza che è alla base dell'agire
politico, è quella stessa adeguatezza, quella corrispondenza dei governati
verso chi governa.
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