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martedì 19 novembre 2013

Api operose, corporato-crazia e controllo degli Stati sovrani

Benjamin Marshall - Daniel Lambert (1770-1809)
Il 2013 volge a chiudersi, e non ostante la furente crisi globale non dobbiamo pensare che gli operatori economici, e gli Stati loro accessori, siano stati fermi... anzi, dimostrano di essere iperattivi e frenetici quasi come una persona neurologicamente disturbata.

martedì 29 ottobre 2013

Il mito del mercato: ogni mondo è paese


Ovvero, ogni paese è un mondo, se è vero che ne esiste una rappresentazione. E quella più diffusa è che il mercato sia lo spazio di inclusione della libertà, lo spazio di esercizio del genio, il piano di confronto delle istanze innovatrici dell'economia della ricchezza, sullo sfondo di regole che sottostanno unicamente alla piena espressione di uno spirito prometeico di trasformazione della realtà.
Quello che di fatto nella storia è avvenuto è , invece, che  la formazione dello Stato-Nazione e della statalità è una necessità imprescindibile del mercato, dove il gioco fra le parti è sempre impari. E a rimetterci è sempre il pubblico, pagante.

venerdì 4 ottobre 2013

CHE UN CAPO POLITICO - di Leonardo Tinelli

CHE UN CAPO POLITICO
subisca una condanna definitiva e consistente senza alcuna ombra di malversata giustizia è quasi impossibile che possa realizzarsi. Se poi il capo politico si chiama S. Berlusconi e il luogo dove si concretizza l’impossibile circostanza è l’Italia, allora si potrebbe giustificare tutto e altro ancora...



mercoledì 25 settembre 2013

Siamo noi i nipoti di Keynes: Per una discussione su decrescita ed economia - di Marino Badiale, Genova, Settembre 2013.


1. Introduzione
Questo articolo vorrebbe essere uno stimolo per una discussione sul tema della decrescita fra i sostenitori della decrescita stessa, da una parte, e, dall'altra, quegli economisti eterodossi che contestano in modo radicale le attuali politiche di austerità, e in generale il pensiero e le politiche neoliberiste, a partire da posizioni keynesiane o marxiste o da una mescolanza delle due correnti di pensiero. Si tratta di un dibattito che ho a più riprese  invocato, l'ultima nelle pagine finali del libro sull'euro scritto assieme a Fabrizio Tringali [1]. Purtroppo le diffidenze e le ostilità fra i due gruppi non sembrano diminuire. I decrescisti vedono nelle posizioni degli economisti “eterodossi” semplicemente una versione “di sinistra” del dogma della crescita che essi combattono, gli economisti “eterodossi” vedono nella decrescita una ideologia reazionaria, confusionaria e incapace di fornire risposte reali e non regressive ai drammatici problemi contemporanei.
È mia convinzione che queste diffidenze possano e debbano essere superate, e in questo scritto cercherò di argomentare questa convinzione. Credo che questo superamento sia un'urgenza del tempo presente. La crisi che il mondo oggi attraversa risulta dal confluire di varie crisi relativamente indipendenti: siamo di fronte infatti ad una crisi economica che non si riesce a superare e ad una incipiente crisi ecologica [2]. E' evidente che non è possibile fornire risposte separate a queste due crisi. La risposta alla crisi ecologica non può prescindere dai problemi drammatici della disoccupazione e delle crescenti ineguaglianze, perché, se facesse così, la preoccupazione per l'ambiente apparirebbe come una fisima di benestanti senza problemi. D'altra parte, la risposta alla crisi economica non può sperare di ripercorrere le strade tipiche del keynesismo del  “trentennio dorato”, perché quel modello era basato sulla fortissima crescita dei consumi materiali, che oggi non sembra più possibile dati i vincoli ecologici [3]. Il confronto su questi temi appare quindi una esigenza imprescindibile per confrontarsi seriamente con la nostra realtà.
Il resto lo si può leggere cliccando qui

martedì 23 luglio 2013

L'Olanda dell'Asia

L'immagine sopra  riprende una prostituta, Hashi, di 17 anni.
Abbraccia un Babu, il suo "marito", dentro la sua piccola stanza nel bordello di Kandapara in Tangail, città nord-orientale del Bangladesh. 

giovedì 6 giugno 2013

Lo spirito del paese dei balocchi e il marchingegno del miracolo

dipinto di Kenne Gregoire

C'è uno scarto incolmabile fra il rovinato e l'annuncio della catastrofe.

Dal blog di Manuel Martinez, per la precisione da questo post sulla movida notturna a Firenze (come dopotutto avviene in ogni altra città italiana a tutte le latitudini), cogliamo un'opportunità per scrivere dei processi di formazione dell'identità individuale e sociale delle contemporanee genti nelle strutture urbane, e sulla sofisticazione dei dispositivi di controllo sociale che attraverso le articolazioni urbanistiche e le dinamiche del consumo si sono implementate, e che hanno riguardato città amministrate dalle più diverse formazioni politiche, in una soluzione di continuità che di fatto ha annullato le differenti categorie programmatiche che hanno indotto gli elettori a preferire e votare un indirizzo amministrativo invece che un altro.

Se Firenze giunge alle movide notturne (forse) solo adesso, questi fenomeni a Padova così come a Treviso (solo per indicare città amministrate con criteri e valori politici  - apparentemente? - differenti) sono oggi molto consolidati. E la diffusione delle pratiche di consumo notturne si è estesa su ogni latitudine italiana e nei centri antichi delle cittadine anche della provincia italiana che ne hanno uno, di centro antico, che è possibile riconvertire in Luna Park del divertimento e del consumo smodato di alcool.

giovedì 2 maggio 2013

UE 2.0? No! “Alla riconquista della sovranità!” Conversazione con Stefano D’Andrea

John Singleton Copley.  Watson e lo squalo , 1778


Stefano D'Andrea, curatore del blog Appello al Popolo, è stato ed è promotore dell'Associazione Riconquistare la Sovranità (ARS).
I cardini argomentativi e progettuali sia del blog che dell'Associazione sono le critiche, soprattutto sul piano giuridico, dei Trattati Internazionali di istituzione della moneta unica europea e quelli precedenti a questi che ne hanno preparato il terreno istituzionale, e che oggi ingessano la progettualità politica interna italiana per il rispetto cui dobbiamo, dopo la ratifica del Parlamento Italiano, a trattati che molto spesso sono in evidente contraddizione con la fonte costituzionale italiana.
Di seguito una interessante intervista allo stesso D'Andrea che sintetizza efficacemente il suo pensiero e gli obiettivi dell'ARS, un efficace punto di vista critico per cominciare a interrogarsi su una crisi produttiva e politica attuale che ha origini lontane, e che D'Andrea fa soprattutto decorrere dal 1981, quando si operò la separazione della direzione della Banca d'Italia dal Ministero del Tesoro, impedendo di fatto allo Stato italiano di poter intervenire politicamente nelle crisi monetarie con l'autonomia necessaria (seppur, come scritto in questo post di tutt'altro argomento sul made in italy, alle "intemperanze" dei mercati internazionali l'Italia non è nuova (vedi qui) e l'intervento di spegnimento delle speculazioni richiese, allora nel 1962, l'intervento massiccio degli USA.
Quello di D'Andrea è un punto di vista, ma dalla quale non si può prescindere poichè solleva puntuali obiezioni all'attuale governo europeo così come è andato evolvendosi.


lunedì 22 aprile 2013

L'anarchismo socialistico del potere mercatista

Messico: 18.04.13 - Migliaia di persone sono scese in piazza e hanno bloccato le strade principali di Guerrero, in Messico, per protestare contro la privatizzazione dell'istruzione pubblica.


giovedì 11 aprile 2013

Menenio Agrippa - di Tonguessy


Rivolte e scioperi non sono un'invenzione recente. Quando le classi meno abbienti si trovano a fare i conti e questi non tornano mai, alla fine perdono la pazienza. Ci vuole del tempo, non la perdono subito, ma prima o dopo il gioco dell'oca con tutte le trappole studiate ad hoc ed i dadi truccati cominciano a dare veramente fastidio.

giovedì 6 dicembre 2012

QUANDO CI COSTANO I CARTELLI SULLE MERCI?

foto di Abbas - Mali
L'Antitrust europeo lo dobbiamo alla Germania, che già nel 1957 fu uno dei primi Stati europei ad introdurre per legge il controllo e il sanzionamento dei cartelli oligopolistici nei settori produttivi. Ma siamo molto lontani dalla certezza del diritto, anche perchè le società tedesche che stringono accordi di cartello sono sempre più numerose, e sempre più pizzicate.


Mercoledì 5 dicembre “la Commissione europea ha inflitto una multa record da 1,47 miliardi di euro a sette compagnie che per dieci anni, [dalla fine degli anni novanta], si sono messe d’accordo sui prezzi dei tubi catodici per televisori e schermi di computer”, riferisce Le Figaro. Il quotidiano parigino ricorda che la Commissione ha effettuato perquisizioni nei locali delle compagnie fin dal 2007, e sottolinea che si tratta “della multa cumulativa più salata inflitta dalla Commissione a un cartello”. 
Le compagnie multate sono Lg Electronics, Philips, Samsung, Panasonic, Mtpd (oggi filiale di Panasonic) Toshiba e Technicolor. Il produttore thailandese Chunghwa Picture Tubes, che ha rivelato l’esistenza dell’accordo fraudolento, non è stato multato.