« L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. » (Articolo 1 della Costituzione Italiana) Il 2 Giugno 1946 l'Italia decise di diventare una Repubblica, con un Patto di Cittadinanza sancito dall'art. 1 della Costituzione Italiana. NOI crediamo che adesso questo patto sociale, politico, economico, e di cittadinanza così tante volte violato, debba essere da NOI rivitalizzato.
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giovedì 27 giugno 2013
In nome del padre... assente
Quando i giovani finiranno di accettare la sorte che i loro padri gli hanno riservato, forse verrà il tempo del lavoro. Ad oggi a noi non resta che l'elemosina accomodante dell'ultimo DL per l'occupazione giovanile, utile soltanto alla sistemazione di quanti, pochi, rientreranno nelle sfere del privilegio e della raccomandazione politicista. Nulla di più. Tutto il resto è permanente offesa dell'intelligenza. Il più delle volte auto inferta.
La sprezzante modernizzazione agita per piegare ogni pur minima sollevazione etica dei giovani, in particolare del Mezzogiorno, è l'unico filo conduttore della sorte già toccata alle due precedenti decadi di età rispetto agli attuali ventenni, ormai grasso popolo della "gioventù dorata e dei senza mestieri", come li nomina Leonardo. Diseducati all'aver cura di sè. Illimitatamente, come vuole il padre assente che tutti onoriamo. Povera Patria.
p.s. clicca qui per il link del video inserito nel post
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giovedì 6 giugno 2013
Lo spirito del paese dei balocchi e il marchingegno del miracolo
![]() |
dipinto di Kenne Gregoire |
C'è uno scarto incolmabile fra il rovinato e l'annuncio della catastrofe.
Dal blog di Manuel Martinez, per la precisione da questo post sulla movida notturna a Firenze (come dopotutto avviene in ogni altra città italiana a tutte le latitudini), cogliamo un'opportunità per scrivere dei processi di formazione dell'identità individuale e sociale delle contemporanee genti nelle strutture urbane, e sulla sofisticazione dei dispositivi di controllo sociale che attraverso le articolazioni urbanistiche e le dinamiche del consumo si sono implementate, e che hanno riguardato città amministrate dalle più diverse formazioni politiche, in una soluzione di continuità che di fatto ha annullato le differenti categorie programmatiche che hanno indotto gli elettori a preferire e votare un indirizzo amministrativo invece che un altro.
Se Firenze giunge alle movide notturne (forse) solo adesso, questi fenomeni a Padova così come a Treviso (solo per indicare città amministrate con criteri e valori politici - apparentemente? - differenti) sono oggi molto consolidati. E la diffusione delle pratiche di consumo notturne si è estesa su ogni latitudine italiana e nei centri antichi delle cittadine anche della provincia italiana che ne hanno uno, di centro antico, che è possibile riconvertire in Luna Park del divertimento e del consumo smodato di alcool.
Dal blog di Manuel Martinez, per la precisione da questo post sulla movida notturna a Firenze (come dopotutto avviene in ogni altra città italiana a tutte le latitudini), cogliamo un'opportunità per scrivere dei processi di formazione dell'identità individuale e sociale delle contemporanee genti nelle strutture urbane, e sulla sofisticazione dei dispositivi di controllo sociale che attraverso le articolazioni urbanistiche e le dinamiche del consumo si sono implementate, e che hanno riguardato città amministrate dalle più diverse formazioni politiche, in una soluzione di continuità che di fatto ha annullato le differenti categorie programmatiche che hanno indotto gli elettori a preferire e votare un indirizzo amministrativo invece che un altro.
Se Firenze giunge alle movide notturne (forse) solo adesso, questi fenomeni a Padova così come a Treviso (solo per indicare città amministrate con criteri e valori politici - apparentemente? - differenti) sono oggi molto consolidati. E la diffusione delle pratiche di consumo notturne si è estesa su ogni latitudine italiana e nei centri antichi delle cittadine anche della provincia italiana che ne hanno uno, di centro antico, che è possibile riconvertire in Luna Park del divertimento e del consumo smodato di alcool.
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lunedì 27 maggio 2013
La bellezza della vulnerabilità
![]() |
Adrien Henri Tanoux - Salammbò, 1921 |
La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino, celebrazione di ciò che la morte ci svelerà, non raccoglie riconoscimenti, cui invece fan man bassa gli asiatici, i nuovi nichilisti del mondo terracqueo.
La Palma d'Oro è riservata alla chiacchiera dell'amore lesbico, tema tanto caro al potere pastorale se si accorre felicemente a definirlo, da parte del giornalismo irregimentato, con la qualifica di "scottante", come a dire infernale!, e quindi funzionale alla riproduzione della presa in carico delle vite private da parte di chi chiede, per ottenerla, obbedienza.
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martedì 27 novembre 2012
IMMAGINA
Immagina, dice quella faccia da magnaccia della televisione.
Immagina, immagina e basta, dal momento che
tu sei uno squilibrato, un outsider, uno che crede che, come
Walter Veltroni, si viva in un Paese Normale, un paese dove i concorsi pubblici
non li vincono solo i figli di professori, medici, magistrati e figli di
finanzieri, carabinieri e ufficiali dell'esercito e della polizia.
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mercoledì 21 novembre 2012
USA-GERMANIA, la partita infinita
Mentre la compagnia bella è impegnata a capire perchè i "zgiovani" non accedono a posizioni di prestigio e di potere (vedi cliccando qui e qui), il Der Spiegel si è divertito non poco a farci intendere che dal '900 non siamo per nulla usciti... anzi ci siamo dentro fino al collo in questo maledetto secolo. Altro che breve... dal 1870 ad oggi siamo quasi a 150 anni. Magari così proviamo a capire un pelino di più del perchè questa benedetta Europa è sempre, oltre che il piano autocelebrativo delle divagazioni più o meno giovanilistiche che lasciano il tempo che vorrebbero trovare, lo scenario dove ancora si consuma il conflitto fra USA e Germania (e le aree di influenza germanica), con la Francia che prova sempre a rappresentarsi come modello unitario europeo inscenando ogni tanto il remake della guerra franco-prussiana, e l'Italia che prova in qualche modo a cavarsela così come ha sempre fatto: sto qua finchè tira bene, poi si fa presto a farsi gli spaghetti propri e a cambiare di tavolo.
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