sabato 2 giugno 2012

ANTISTATALISMO LIBERISTA E ANTIPOLITICA Lo scambio è equilibrio


IN UNA (forse questa) FORMA SPECIFICA
anche l'antistatalismo liberista è antipolitica... ovvero una esigenza ad essere presente dello Stato che nello stesso tempo imponga brutalmente limiti, mentre implicitamente propone il primato temporale dell'economico alla obbligatoria caratterizzazione etica del primo incontro tra uomini. E di conseguenza quando il liberista immagina che il percorso che ha portato allo Stato sia quella pratica del “piccolo è libero” dove “il macellaio, il birraio, il panettiere” di smithiana memoria, come Piero Ostellino non smette di ricordare sul Corriere del 29 maggio, mai ne avevano sentito parlare, se non dopo che qualcuno, all'improvviso, osò bussare alla porta della loro bottega, chiedendo cosa ci avrebbero mai fatto con i soldi che... senza principio guadagnavano o... perdevano! Quasi a fermare così la ricchezza e la povertà in un contesto astratto dove a nessuno è consentito vedere cosa e come la ricchezza si affermi o la povertà si diffonda.
Ovvero anche queste ricostruzioni mitiche sono sotto l'usbergo del primato della politica, sia quando si tratta di intendere il “piccolo è libero” sia quando si tratta di affermare che in ultima analisi l'economico è il politico e tanto vi basti!
E, altresì, e questo è il bello, a piacere possono diventare politici e grandemente politicistici, quelle ricostruzioni mitiche dell'originarietà dell'economico, proprio perchè non avrebbero, se non fossero tradotte nella parola del primato della politica, nessuna capacità di aggregare una visione delle cose che non sia l'autonomia... e della politica, e dell'economia medesima!!!


E come nelle favole, Pollicino si trovò con Biancaneve e la differenza di genere, senza permanente ispezione genitale, diventò la possibilità di introdurre quella libertà di relazione che l'ispezione sessuale, al contrario, nega in radice. Mostrando come la differenza tra ricchezza e povertà sia la traduzione in ricchezza di ogni povertà come il contrario. Altrimenti non convivrebbero insieme e... separatamente!!! né sarebbero in nessun caso intendibili quale stato... non si sa più a che cosa riferibile!!!
La storia, (di Pollicino ovviamente) poi non ha fatto altro che confermare come la ricchezza resista la povertà e viceversa e che “la crescita si fa allargando l'autonomia della società civile” (Ostellino) che non potrà che confermare come pagare le tasse sia (debba essere) conveniente come evitare l'illegalità (in quanto costo aggiunto) del sopruso, e che questo soggetto storico sia l'unico in grado di aver coscienza di sé, ovvero di ben discriminare tra Ordinamenti giuridici diversi che comunque si sono innestati alla fine della seconda guerra del Novecento, burocraticamente e cinicamente sulla efficacia autodimostrata dell'autonomia dell'economico. Dove si viene a concludere che la storia resta in pari, sia che si abbia sostenuto il primato della politica e preteso l'integrazione della ricchezza alla povertà sia che lo si sia utilizzato come ragione in grado di separare la ricchezza dalla povertà... per sempre!!! Tanto il Muro di Berlino è caduto per sempre!!! O, per evidentissima ragione storica diversa... (la stessa!!!) non sarà mai stato costruito!!!
E che qualcuno possa pure dire che la decrescita sia una integrazione della ricchezza alla povertà per dati oggettivi, sarà lo stesso che negare qualsiasi regola alla libera circolazione dei capitali di rischio.
L'oggettività della... fine delle risorse e l'oggettività della libertà di ogni intenzione umana sono definitivamente la stessa cosa!!! Lontanissima e in opposizione a quanto l'ispezione sessuale, invece, impone!!!
Pollicino e Biancaneve si dice che si siano incontrati... ad un certo punto, ma come era già Pollicino... Pollicino e Biancaneve... Biancaneve? Se non per il fatto che IN UNA FORMA SPECIFICA, Pollicino doveva essere... Biancaneve e viceversa? Altrimenti quale incontro sarebbe stato possibile? Nessuno!!! Assolutamente!!!
Ovvero, IN UNA FORMA SPECIFICA, la ricchezza è povertà e viceversa, ma sarà coscienza e storia ad impedire che questa forma specifica prenda corpo, se... ricchezza è ricchezza e povertà... povertà!?
Ovvero il permanere della ricchezza e della povertà è in ostaggio della storia!? Al precedente e solo a quello!? Addirittura questo permanere è l'ostaggio della storia!? Fare in modo che ricchezza non incontri più... povertà!!!?
È la storia, allora, a volere che la ricchezza resti ricchezza separata nonostante ogni sua permanenza, anzi la storia può integrare separazione e permanenza della ricchezza... da una sola parte del mondo. In una sola parte del mondo!!!
Questo il caso del terremoto padano!!! Cade non solo la storia dei Comuni e dei Contadi(ni) ma anche la pretesa della storia di essere garante in un posto, in una sola parte del mondo di come la permanenza della ricchezza sia la sua stessa separazione. Crollati i capannoni... andate via le multinazionali con gli operai specializzati extracomunitari... che tornano a casa... a chi resterà la Padania? Senza figli che non siano i... giovani sindaci???
I buoni amministratori che sono, anche loro (!!!) il risultato della ricchezza separata e permanentizzata... non avranno più chi amministrare!!! Solo macerie per centinaia di kilometri!!!!
Ma arrivati così all'orizzonte... pieno di capannoni crollati, dove già da prima la ricchezza restava solo da una parte... in una sola parte del mondo, il mondo stesso si ricompone nella forma specifica che contempla ricchezza e povertà, esiti di quella reciprocità al restare salvi dagli elementi (!!!) dove l'incontro si produce quale salvezza pienamente vissuta e continuamente esercitata, dove lo scambio è... l'equilibrio! Lo Stato. Ciò che può come non può intervenire, ciò che consente come allo stesso modo può impedire!!! Ciò che legittima o vieta. Ciò che reciprocizza o isola. Ciò che temporalizza o distrugge. Ciò che distrugge o lascia vivere......
Ma l'aspetto più... ridicolo che riguarda la presenza dello Stato è il fatto che ne denunciamo le assurde pretese quando lo... subiamo e non ci accorgiamo di esercitarle privatamente e collettivamente nella vita di tutti i giorni seguendone pedissequamente gli stilemi!
E così nessuno si accorge che accedere alla dimensione civile dell'esistenza sia una battaglia ancora da combattere. Che si nasceva alla vita, inconsulta e prorompente, ma non alla società civile!!! Che se le comunità non potevano evitare che si nascesse, di quella nascita facevano lo stesso motivo del loro difendere il mondo civile, al punto che la stessa famiglia era una durissima conquista, mentre oggi è l'ultima delle condizioni civili difesa!!! Si difendono meglio le minoranze linguistiche che la dimensione naturale e civile della famiglia a dimostrazione che l'inconsulto etico che ne è alla base ancora indirettamente serve la civiltà e la politica ne vuole essere, senza avere nessun titolo, la regolatrice assoluta!!! Quando invece è la statalità, il fatto che se due persone si incontrano è per la gioia dell'incontro che queste si uniscono, ovvero per qualcosa che può anche decadere e restare non compiuta, ma non per questo l'incontro non è e non sarà sempre il rispetto, la reciprocità che attraversa tutte le condizioni etiche, ovvero le nostre deficienze e le supera regolandole in termini temporali e in termini formali!!!
E qui è evidente che la tradizione, che la forma sociale, e le istituzioni poggiano direttamente su qualcosa che accoglie e separa, che suscita e impedisce, che discrimina e favorisce... che nasconde e appalesa...
E così nessuno si accorge che i giovani sono corrotti... dalla nascita. E i pochi che hanno... “senso dello stato” ovvero l'accettazione per ogni figurazione umana possibile, di ciò che viene dalla società civile come da provenienza diversa.... etica e di natura (!!!) non hanno il più piccolo spazio espressivo e addirittura restano esclusi dalla dignità umana! (altro che il rispetto del singolo o della “persona” come pretende Ostellino)
Ma chi ci fa vedere che i giovani o le donne mancano... non sarà la statistica sociologica, ma la gioia del mattino!!!
Ovvero quella condizione che dice grazie e accetta ogni relazione che non potrà essere, per le nostre deficienze, che eccezionale sempre!!! Perchè sono le nostre deficienze e imperfezioni ciò che ci mantengono in vita e, nello stesso tempo, benigne, ci consentono di vivere!!! Soccombendo o sopravvivendo per come già salvezza è ogni vita in essenza!!!
Dunque, perfettamente il liberismo è antipolitica in quanto inevitabile antistatalismo... ridicolo!!! Che vuole le cose che non può... la “libertà del piccolo”, e non vuole le cose che può: l'imperfezione della ricchezza e la permanenza, senza nessuna... remora, della migliore delle poverta!!!
Quando “la libertà del piccolo” accetterà “la schiavitù del grande” ne riparleremo.
Per adesso le democrazie sono obbligatoriamente partecipative, quindi imposte subdolamente mischiando oscenamente partecipazione e decisione; che l'impero, al contrario, governasse lasciando il “governo ai governati”, comincia a diventare quella schiavitù del grande che riusciva a consentire che ogni imperfezione avesse finalmente cittadinanza!!! Imperfezione che suo buon grado diventata regola... ad ogni nuova condizione... imponeva da se stessa(!!!) il cambiamento!!! Proprio allo stesso ritmo con il quale cambiano oggi le democrazie dell'Occidente!!! Dove non risulta che si possano individuare soluzioni di continuità dal 1789 ad oggi! ...e chi dica il contrario possa... diventare il... benvenuto!

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