sabato 22 dicembre 2012

LA TRAGEDIA DELLA GRECIA.

Solo la vergogna dovrebbe assalire questa Europa. 
Pochi se non nessun giornale italiano riporta quello che sta accadendo in Grecia, ripiegati come sono a raccontare delle frottole di personaggi politici che oltre la beffa stanno adesso impersonando le comiche finali: un governo si dimette senza che un Parlamento lo abbia sfiduciato, e un Presidente della Repubblica che di rito sentirà i partiti e gruppi parlamentari. Molto probabilmente per brindare alla tragedia della democrazia che si sta consumando in Italia ed in Europa tutta.

Georg Pieper è un traumatologo. Viaggia per l'Europa dovunque le sue abilità sanitarie lo richiedono. Prima di finire in Grecia, è stato a Oslo e a Utopia, città norvegesi dove ci sono stati gli attentati. E' l'Emergency dei Paesi europei.

In Germania la crisi appare lontana, non se ne parla, non interessa. I tedeschi si sentono in credito verso l'Europa, e i loro capi politici cavalcano questo grossolano leghismo europeo.

Presso l'Ospedale Didymoteicho, a Evros, nel nord-est della Grecia, agosto 2012.












Per poter leggere di quanto accade in Grecia dobbiamo leggere i quotidiani statunitensi. Cliccando qui un articolo apparso sul New York Times ad Ottobre 2012. 
I greci fino a poco tempo fa godevano di un sistema sanitario comune ai sistemi di welfare europei: lavoratori e datori di lavoro, attraverso la tassazione e la contribuzione specifica per le cure sanitarie (compresi i parenti a carico) accedevano alle cure sanitarie. Gli accordi internazionali per il rifinanziamento del debito stanno cambiando le cose, e il sempre più massiccio livello di disoccupazione sta facendo precipitare tutto nella tragedia: adesso i greci che non lavorano o che hanno finito di usufruire dell'indennità di disoccupazione (12 mesi) devono pagarsi le cure.

1,2 milioni di greci disoccupati e senza più indennità di disoccupazione non possono accedere alle cure mediche. Con una disoccupazione del 25%, e altri tagli alla spesa sociale per l'austerità finirà per aggravare le cose. Questa cifra significa che il 10% del popolo greco non può più curarsi. Non è quindi un caso che Pieper si muova con la sua unità traumatologica verso la Grecia per motivi non imprevisti e traumatici, ma per motivi semplicemente umanitari. 

Il dott. Kostas Syrigos nell'articolo del NYT racconta di una donna che è dovuta recarsi in ospedale costretta dal fatto che il suo tumore era cresciuto e diventato grande come un'arancia, e sfondata la pelle gli aveva procurato una ferita che ella drenava come poteva con della carta. Syrigos, oncologo dell'ospedale di Atene, ha dichiarato che non avrebbe mai creduto che un giorno sarebbe stato costretto a vedere anche questo fra i suoi pazienti: 
In questo momento essere disoccupati in Grecia significa morire. Non possono accedere a cure chirurgiche, a chemioterapia e molto spesso e più frequentemente anche a farmaci semplici
La Grecia, la Spagna, il Portogallo, l'Irlanda, dove in maniera meno furibonda si stanno consumando le stesse agonie per i popoli, sono lo scandalo dell'Europa. Non lo diciamo noi che è uno scandalo. Lo scrive il Frankfurter Allgemeine in questo articolo cliccando qui.

Le persone si recano in ospedale, chi ancora può, portandosi la biancheria, il cibo. Il personale delle pulizie è stato licenziato o drasticamente ridotto. Medici ed infermieri non sono pagati da mesi. Non ci sono sufficienti guanti monouso e cateteri... il rischio di infezioni è aumentato. Sembra di essere ritornati ai tempi della tesi di laurea di Cèline. 

Il tasso di suicidi in Grecia negli ultimi tre anni è raddoppiato. I tre questi di essi sono uomini. L'incidenza e la prevalenza epidemiologica della depressione e delle malattie bipolari, dice Pieper, stanno aumentando. La corruzione dei mandarini di Stato e del ceto politico, gli aiuti che arrivano alle banche ma non ai popoli, sta facendo crescere la rabbia nelle persone, in Grecia. E questa rabbia si sta traducendo in risposte politiche reazionarie ed in aumento della microcriminalità. 

Pieper dice anche che la stessa rete sociale, che ha visto molto ben funzionare in altre tragedie civile dove il gruppo di professionisti è stato impegnato, qui in Grecia è completamente saltato: ognuno pensa per sè, l'indifferenza e individualismo regnano sovrani in tutto il territorio greco. La mancanza di ragionevolezza e di solidarietà e l'egoismo sociale sono ormai gli ingredienti della comunità greca. Questo non fa che aumentare ulteriormente il degrado sociale e la corruzione, i reati e la criminalità. 

Tagli del 30% alle pensioni, salari minimi a 600 euro, raddoppio delle tariffe energetiche, 165.000 imprese commerciali fallite, sussidi di disoccupazione di 400 euro, dipendenti senza stipendi da mesi (i dipendenti del Ministero della Cultura non stanno percependo gli stipendi da 22 mesi), tasse che vengono fatte pagare attraverso le bollette della luce per evitare che le persone prese alo stremo le evadano... fatevene un'idea complessiva cliccando qui.

La Grecia è sull'orlo di una guerra civile. E a nessuno importa. L'Europa firma e ratifica carte dei diritti umani che poi straccia alla prima occasione che la riguarda internamente. 

Mentre a Nord dell'Europa si dicono indifferenti a tutto ciò, a Sud continua il balletto impavido del politicume. Un ceto dirigente inadeguato che ci ha tutti infilati in questa tragedia, e che adesso si ripropone per farcene uscire.
Ne usciremo. Ma sarà senza loro.

2 commenti:

Giuliet ha detto...

Questo tocca tutti, tutti lo sanno, tutti fanno finta di non capire. Arriverà presto (gli esperimenti sono in corso), il momento in cui anche in Italia le cure sanitarie saranno collegate al fatto di possedere un lavoro. E non solo. I Fondi di Assistenza Sanitaria Integrativa sono oramai diffusissimi, ultimo è arrivato a fine anno quello dell'Artigianato. Tali Fondi sono così strutturati (in linea generale): il datore di lavoro paga una quota mensile al Fondo, che si aggira su una media di 10 euro; alcuni Fondi prevedono anche una trattenuta in busta paga a carico del lavoratore. Poi, in base al Regolamento del Fondo, il lavoratore chiede il rimborso delle prestazioni sanitarie: il che significa che ciò che un Fondo rimborsa, un altro può benissimo non rimborsarlo. Ma a prescindere dal funzionamento tecnico di tali Fondi, ciò che voglio dire è che essi sono, a mio parere, un esperimento, un banco di prova per vedere come arrivare ad una Sanità non più a carico dello Stato; mettiamoci assieme il pareggio di bilancio che è davvero diventato una norma costituzionale (sic!), ecco servita la norma forte con la quale tutti, come Ponzio Pilato, se ne laveranno le mani dicendo che non si può fare altrimenti. Non posso erogare alcuna cura perchè sforo il pareggio di bilancio...
è un orrore.

La Grecia è anch'essa un banco di prova, si vuole vedere quale è la via che prende un popolo disperato. La via maggiormente prescelta oggi è il darsi la morte.
Ciò rassicura il potere, che rimane noncurante, anzi, calca la mano.

N.O.I. no.
A morire ci penseremo dopo.

kthrcds ha detto...

“In Germania la crisi appare lontana”

Per essere precisi, appariva lontana, perché in Germania la crisi è arrivata già dalla fine del 2011. Nel 2012 si è accentuata, e tra non molto toccherà a Merkel fare i compiti a casa: la festa è finita:

«La Bundesbank ha tagliato le sue previsioni del Pil per il 2013 dal 1,6% al 0,4% e ha detto che ci potrebbe essere una crescita negativa nel quarto trimestre del 2012 e il primo trimestre del 2013, gettando la Germania in una recessione.
[...]
A causa della difficile situazione economica in alcuni paesi dell'area dell'euro e dell'incertezza diffusa, la crescita economica sarà inferiore a quella stimata in precedenza.
Tuttavia, la Bundesbank ha previsto una crescita del 1,9% nel 2014, ma a condizione che la crisi dell'EZ non aumenti ulteriormente».

E invece la crisi si aggrava: «Forte ed inatteso calo della produzione industriale in Germania a ottobre. Segna una flessione del 2,6% dopo il -1,3% di settembre (dato rivisto da -1,8%). Le previsioni erano per un dato invariato. Su base annua la produzione tedesca è’ scesa del 3,7%».

Continua la flessione della produzione industriale in Germania: gli analisti attendevano un andamento stabile rispetto al mese di ottobre, ma il calo si attesta ampiamente al di sotto delle aspettative, con una flessione pari al 2,6%.

Ed è solo l'inizio, perché il grosso dell'export tedesco è verso l'Ue, Piigs compresi, e aver soffocato i Piigs a suon di stupide misure di austerità, non ha solo impoverito le relative popolazioni, ma ha anche messo in crisi l'industria tedesca le cui esportazioni nell'area Ue hanno subito un drastico ridimensionamento. E le cose peggioreranno finché non si uscirà dal vicolo cieco dell'austerità imposta dalle stupide teorie dai liberisti, nell'ambito di un sistema valutario basato sull'euro.
Se ne è accorto persino un liberista come Zingales che l'euro non funziona, perché, ci spiega buon ultimo: «La teoria economica dice questo: in un’area valutaria in cui non c’è mobilità, non ci sono trasferimenti e per di più avviene uno shock, si ha un collasso. L’aspetto criminale dei fondatori dell’Euro è che tutto questo lo sapevano, e non solo non han fatto nulla, ma anzi l’hanno fatto apposta: la crisi dell’Euro di oggi era inevitabile. Dire che è colpa degli Stati Uniti è una balla: è vero che è stata quella la causa scatenante, ma la crisi era inevitabile. Non fosse successo il patatrac negli Usa sarebbe successo altro».

Ecco, ora sappiamo che l'euro non funziona ed è all'origine della crisi dell'EZ.
Anche Merkel lo sa, e sta navigando a vista nel tentativo di arrivare indenne alle elezioni di settembre. Ma non è detto né che le vinca, né che l'EZ non esploda prima.
Comunque sia, il conto alla rovescia è iniziato.