In questi ultimi giorni
abbiamo avuto una serata televisiva, coronata da un rilevante successo di
pubblico, affidata a Roberto Benigni. <La più bella del mondo> ne era il
titolo. E il titolo intendeva riferirsi alla nostra Costituzione italiana in
vigore.
Queste note non
intendono valutare, né tantomeno discutere le indubbie capacità di Benigni
quale uomo di spettacolo.
Su questa serata
televisiva, coronata come si diceva da un grande successo di ascolto, si
esprimeva il 20 dicembre trascorso anche Sergio Romano rispondendo ad alcuni
lettori del Corriere della Sera che l’avevano interrogato per conoscere una sua
opinione.
Scriveva appunto Sergio
Romano, rispondendo a pag.47 nella sua Rubrica “Risponde Sergio Romano”:
<(…) Tutti hanno il
diritto di esprimere le proprie opinioni e di mettere il loro talento al
servizio di una causa pubblica. Ma un comico che scende nell’arena, diventa
maestro di Costituzione per un programma della televisione pubblica ed è
generosamente compensato per la sua apparizione mi sembra una interessante
anomalia italiana. Abbiamo assistito a una lezione o a una performance?
Dobbiamo giudicare l’attore per la qualità dei suoi argomenti o per la sua vis
comica? Quando si serve del palcoscenico, la satira fiorisce nei teatri di
varietà, nei music hall, nei cabaret; ed è particolarmente efficace quando il
comico è trasgressivo, irrispettoso, irriverente. Ma la Rai non è un cabaret e
la Costituzione è materia troppo seria per essere definita <<La più bella
del mondo>> e trattata come un concorso di bellezza. (…)>
Come si vede Sergio Romano pare avere qualche riserva nell’abbinare comico, satira, Costituzione, e televisione di Stato.
Personalmente non ho
visto quella trasmissione, per uno scarso personale – lo confesso – afflato con
Benigni. Che mi appare in genere come una <vettura> che avanza sempre in
Terza; ed alla fine ti induce a provare compassione. Per quella frizione. E
perché mi appare troppo spesso, forse a torto, troppo accorto, troppo ben collocato,
troppo schierato.
E questa non proprio
esatta usuale empatia con Benigni, induce all’unica osservazione sulla
trasmissione, per quel che è emerso altrove richiamato.
E l’obiezione è questa.
Niente come la Costituzione, in ogni nazione, Italia inclusa, rappresenta un
maggiore patto di condivisione tra tutta la nazione. Dunque la Costituzione, se
democraticamente adottata, è il primo collante di unità condivisa di ogni
popolazione.
Ma se così è, può
proprio chi è chiamato ad esaltarne la grandezza, abbinarvi lo sberleffo
irridente verso alcune delle Forze ed uomini politici che siedono in
parlamento?
Perché proprio qui pare emergere il possibile punto di dissenso: Celebri il patto massimo dell’unità di tutti, e sbeffeggi alcuni degli eletti contemporaneamente? Si, parlo di Berlusconi, che non trovo molto condivisibile politicamente. Ma questo tuttavia non impedisce di sapere che da eletto anche egli costituisce uno dei poteri proprio di quella Costituzione che si intende celebrare. Ed allora, come fai a celebrare il contenitore se ne sbeffeggi una delle parti di attuazione?
Benigni, lo permette? La
trovo una furbata neanche troppo mascherata per far lieta una parte e risentire
un’altra. Siamo pare ancora dunque alla condizione italiana così anomala e brutale
dei <nemici> e non degli avversari politici.
Ma non essendo un
critico televisivo, qui mi fermo.
Altri aspetti invece
attirano l’attenzione parlando di Costituzione. E più precisamente che, la
nostra, di Costituzione, appare ormai nei fatti <abrogata> in troppe delle
sue non proprio secondarie parti. Dunque, celebriamo si, ma un illustre
scomparso.
Allora si che ci sta tutto il comico satirico che ne canti le gesta; un po’ come i cantastorie siciliani di un tempo che perpetuavano nelle piazze il ricordo popolare dell’epica di Rolando sconfitto a Roncisvalle. Una grande epica, di un grande amato personaggio. Ma non più vivente. Se non nella condivisa ammirazione e ricordo. Appunto.
Si sarà compreso che non
considero molto ben conservata la nostra pur amata Costituzione.
Esagerazioni?
Non pare proprio
esattamente solo esagerazione.
E siccome il modo
migliore, per far divenire un fatto una opinione come tale necessariamente
personale, rimane osservare cosa accade nel reale, andiamo dunque ad osservare.
Lo stato attuale di
conservazione reale della nostra Costituzione. Che poi magari non sarà forse la
più bella del mondo con iperbole ricorrente nella nostra nazione. Ma comunque
rimane una <bella> Costituzione per un popolo che democraticamente vi si
voglia riconoscere. Almeno come l’aveva pensata il costituente originario. E
soprattutto nella sua parte iniziale. Quella dei valori e dei diritti e dei
doveri anche personali. Li,
indubbiamente, la nostra Costituzione appare essere grande. In quanto interpreta
il sogno di una nazione che cresce, prospera, e vi si riconosce. Nelle
intenzioni appunto del Costituente originario.
Ma oggi, quale appare lo stato reale della nostra Costituzione nazionale? E proprio nella sua parte così rilevante iniziale che dispone?
Teniamoci le opinioni,
come ci siamo riproposti, ed andiamo a guardarla serenamente nel reale.
E come appare? Facciamo
allora questa passeggiata attraverso i suoi primi articoli e cerchiamo la
migliore conclusione che così ci si propone.
Al riguardo, l’articolo
1 appare un <pilastro> collocatovi dal costituente. E su cui si regge poi
gran parte della restante costruzione. Costituzionale. Eccolo dunque l’articolo
<1> costituzionale:
Art. 1
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti dellaCostituzione
E come sta l’articolo 1 oggi?
Non si può evitare di annotare, sempre in proposito dell’articolo 1 – nel suo primo capoverso che dispone - che al
riguardo vi sia stata di recente una ampia discussione. Chi negava che sancisce
il diritto a poter trovare comunque un Lavoro, e chi rimarcava che esprime solo
il Diritto personale a poter sperare di trovare una lecita occupazione. Di cui
vivere, lecitamente.
Come che fosse, andava bene anche la lettura
della seconda interpretazione: il diritto a sperare una propria personale
collocazione nel Lavoro personale; e di cui poter vivere come persona. Dentro
la propria nazione costituzionale.
Senonchè, nell’osservare lo stato dell’arte
nazionale sulla condizione dell’articolo 1 costituzionale, non possiamo negarci
che partiamo proprio male: risultando ABROGATO.
Sia nel diritto, come nella speranza del Lavoro
personale che fonda però la intera nazione. Possiamo dire altro di una nazione
che ormai risulta ignorare il Lavoro individuale potenziale quale patto
fondante la comunità intera?
Possiamo negarci di vedere che, già da alcuni decenni
pur nella brusca accelazione attuale, il Lavoro ha cessato di essere vuoi
diritto che speranza nostra individuale e nazionale? Più di due milioni di
disoccupati censiti; cifre allucinanti croniche di disoccupazione sia Giovane,
come Donna; precariato dominante dei <fortunati> con occupazione; redditi
leciti da lavoro mediamente da fame personale.
Ed il secondo capoverso, del medesimo articolo 1
costituzionale, come sta?
Come il primo, se non peggio. Infatti oggi solo
uno sconsiderato potrebbe ancora ritenere che, in Italia attuale, <la
sovranità appartiene al popolo, che la esercita (..)>
Ciascuno infatti sa bene che, da non poco tempo,
la sovranità, sempre in Italia, appartiene a sette – otto persone, che la
esercitano nei limiti del proprio arbitrio personale. Che poi sono i nostri
lieti Capi partito attuali.
Ce poco da fare, dunque: risulta ABROGATO anche il secondo
comma dell’articolo iniziale.
Partire a questo modo, con la constatazione inesorabile di ben due abogazioni dell’articolo iniziale costituzionale, non pare proprio il viatico migliore per mantenersi di buon umore nella successive scansione. Ma così va, e fortuna che di articoli ce ne sono molti nella parte iniziale di Costituzione.
Eccoci allora all’articolo 2 della Costituzione. E come sta l’articolo 2 nominale costituzionale?
Art. 2
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Qui,
pur se con la morte nel cuore, come si può sfuggire dalla medesma precedente
constatazione? risulta infatti ABROGATO pure questo. Che altro si potrebbe dire in un paese
dalle migliaia di suicidi per disperazione di indigenza totale personale ed
aziendale? Una delle ultime vittime, quella che si toglieva la vita proprio
dinanzi a Montecitorio, e senza che quella Assemblea pare ne trovasse mai il
tempo almeno di un minuto di silenzio dedicato alla commemorazione di tanta
solitaria disperazione, non pare lasci scampo al constatarne l’intervenuta
abrogazione.
E
adesso l’artico 3 della costituzuione.
Art. 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e la uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Sull’articolo
3 non ci perdiamo neanche troppo di tempo a constatarne la condizione attuale.
Perchè pare ci discenda direttamente dalla condizione del già articolo 1 e 2
costituzionali: dunque, necessariamente ne risulta ABROGATO anche il terzo, di articolo costituzionale
nominale. Persino senza disturbare il pennarello.
L’articolo
4 si salva almeno lui, che tutte quste righe di serrate abrogazione favoriscono pare
depressione?
No, purtoppo, non pare si salvi neanche esso, nella condizione attuale nazionale: risulta ABROGATO per diretto effetto della scomparsa dell’articolo 1, 2, 3.
No, purtoppo, non pare si salvi neanche esso, nella condizione attuale nazionale: risulta ABROGATO per diretto effetto della scomparsa dell’articolo 1, 2, 3.
Del resto, l’articolo 4, come potrebbe sopravvivere efficace, se privato dell’appoggio degli articoli 1, 2, 3? Eccolo dunque che lo troviamo ABROGATO anche esso. Non pare
avere avuto scampo.
Art. 4
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, una attività o una funzione che concorra al progresso materiale ospirituale della società
Prendiamo la rincorsa, ed andiamo all’articolo 9.
Si salva almeno questo?
Ci rincresce, ma le centinaia di migliaia di
intelligenze italiane fuggite e in fuga all’estero per sperare di usare lecitamente le
proprie competenze, non ci lascia scelta: troviamo ABROGATO pure esso.
Ma almeno il secondo di comma, dell’articolo 9, ce lo
manteniamo?
I crolli di Pompei e le terre italiane alluvianate ad ogni temporale, purtroppo fanno già police verso. risulta ABROGATO anche il secondo comma dell’articolo 9.
I crolli di Pompei e le terre italiane alluvianate ad ogni temporale, purtroppo fanno già police verso. risulta ABROGATO anche il secondo comma dell’articolo 9.
Art. 9
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
Con il cuore pesante, arriviamo pieni di speranza di
salvare almeno l’articolo 10. Si salva?
Per salvare, si salva,
solo che ha cambiato ruolo e funzione. Da declarazione dell’ovvio a
<palo> di saccheggio gratuito della sovranità e dell'interesse nazionale. Qui abita
infatti, e da tempo, adesso il <ce lo dice la Ue>.
Art. 10
L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.
La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali.
E perchè ce lo dice la Ue, abita adesso qui da
tempo? Perchè I nostril hanno pare ben pensato di usare questo apparente
innocente articolo costituzionale per condurre a presa diretta disposizioni
normative Ue all’interno della legislazione nazionale.
Vuoi mica perdere il tempo di sottoporre ogni volta al
parlamento di recepire qualche normative Ue, in specie sull’immigrazione? La Ue
determina, e l’articolo 10 riceve conducendo dritti alla efficacia sulla
legislazione nostra nazionale. E l’articolo 10 che ne pensa di essere divenuto un taxi
di traffici <illegali> di altrui norme? Indignato, traghetta, e tace.
Qui non Abroghiamo. Ma si deve avere però
presente che pare essere intervenuta la biologia in questo articolo costituzionale, con una
<mutazione> cellulare metastatica. In altre parole, anche qui, una
cellula di per se utile e sana, si scopre che è divenuta cancerogena. E come tale
ora capace di compromettere l’intero corpo della nazione italiana.
Ma ce lo dice la Ue, replicano chierici e alti
dignitari: strano che però l’abbia sentito solo l’Italia.
Ma ora segue puntuale in Costituzione l'articolo 11. Come sta?
Art. 11
L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.
Questo ce lo siamo salvato di sicuro, viene da pensare. Che la
larghissima prevalenza della popolazione italiana sia pacifica e condivida
dunque il dispositivo dell’articolo 11 costituzionale, pare naturale. Salvo
dunque? Per niente. E perchè, mai?
Perchè l’Italia, in questi ultimi decennia, si è ritrovata a vivere in
un mondo che la pace pare l’abbia un po dimenticata. E si è trovato a
guerreggiare guerre si territoriali limitate. Ma guerre tremendamente vere di
morti e di Danni. E anche l'Italia è stata chiamata a fare la sua parte dai
propri Alleati. Ma l’articolo 11 non lo consentirebbe?
Come avrebbe detto il principe De Curtis, in arte il grande Totò? <quisquiglie…pinzillaccheri…>. Appunto.
Che problema ci sarebbe mai? Basta cambiare la targa che saluta alla
partenza i nostri bravi e brave militari usi a <ubbidir tacendo>,
avvertirne doverosamente anche i Media di Regime, è non c’è più problema con
la Costituzione nostra attuale.
Bombardiamo la Serbia con uranio impoverito, che quello arricchito forse non ce lo possiamo permettere? Missione di Pace andiamo a fare.
Bombardiamo l’Iraq anche noi? Sempre missione di Pace è, ovviamente.
Bombardiamo le centrali antiaeree di Gheddafy? Cosa è? Missione di pace, risponde già anche la quinta elementare.
Contiamo decine di nostril anche morti militari nella dolorosissima cobelligeranza anche italiana in Afganistan? Naturalmente il parlamento esprime cordoglio per militari italiani caduti in <missione di pace>.
Che ne concludiamo? Per necessità constatiamo un altro articolo risultato ABROGATO.
Giungiamo così all'apparente innocuo articolo 15 costituzionale.
Art. 15
La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili.La loro limitazione può avvenire soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria con le garanzie stabilite dalla legge
Qui pare meglio stendere
un velo pietoso, e prendere subito atto dell’intervenuta ABROGAZIONE anche
dell’articolo 15 della Costituzione. Che ormai l’articolo pare garantisca più solo la
inviolabilità delle conversazioni private Presidenziali anche con eventuali
indagati.
E allora ci rifugiamo ottimisti nell'articolo 27 della Costituzione. Come sta?
Art. 27
La responsabilità penale è personale.L'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva.
Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato
A vedere l’articolo 27 adesso già, però, ci si stringe il cuore. Qui, con tutta la buona volontà possiamo salvare
solo il primo rigo, nell’attuale assetto penale e normative.
Dai dati di circa già due
anni fa risultavano infatti;
67mila detenuti circa in attesa di giudizio in condizione di carcerazione preventive. Di questi, circa due terzi risultano mediamente assolti nel corso di processi. ( per inciso, il sovraaffollamento carcerario, detto unanimemente anche invivibile ed incivile come situazione umana, nasce proprio e solo qui: dalla mancata radicale depenalizzazione ed eccesso di carcerazione preventiva)
3milioni circa di processi penali pendenti, dei quali se ne prescrivono – cioè decadono nel nulla – circa 150mila procedimenti all’anno. Altro che indulto e amnistia; qui si l’indulto di Stato intervine come la pensione: per anzianità. Di reato.
E allora che facciamo con
questo articolo 27? Ce forse anche da chiedercelo? Tiriamo una croce con accanto
ABROGATO. Salvo il primo rigo che chiamerebbe però l’integrazione <tristo a
chi tocca>.
Ma ecco che arriva puntuale l'articolo 31
Art. 31
La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose.
Protegge la maternità e l'infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo.
Questo
articolo 32 ci troverà concordi che in questo trentennio ha fatto
sostanzialmente la stessa fine della natalità italiana scopertasi indigente:
ABROGATA sia l’una che l’altro.
E l'articolo 32?
Art. 32
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigente.
Si questo articolo costituzionale per tutelare forse tutela anche, ma pare in prevalenza la Salute
di chi sarebbe forse anche autosufficiente. Per vecchi ed indigenti affolliamo
già infatti i corridoi degli ospedali; presto gli toglieranno però anche quelli. Monti ci ha già
avvertito: non sono più compatibili. I vecchi ed i malati senza miliardi.
Abrogato? Del tutto no, ma pare proprio bisognoso anche
questo articolo costituzionale di veninire <curato> pure lui.
L'articolo 34, speriamo almeno lui di trovarlo bene.
Art. 34
La scuola è aperta a tutti.
L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.
La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso
L’articolo 34 si salva la
prima riga, nel senso che forse non mettono le serrature alle porte per evitare ulteriori costi.
Per il resto qualsiasi
ragazzo e ragazza italiana in grado di intendere e capire ci risponderebbe da
anni accorata: ci hanno ABROGATO la Scuola ed il diritto di emergervi per sole
capacità e competenze acquisite.
E noi cosa facciamo?
Ascoltiamo almeno una volta I ragazzi e ragazze e scriviamo dunque anche noi:
ABROGATO
E l'articolo 36?
Art. 36
Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa
Qui di nuovo siamo
unanimi con chiunque presta lavoro : risulta ABROGATO
Speriamo adesso quantomeno nell'articolo 37?
Art. 37
La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore.
Le condizioni di lavoro devono consentire l'adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale e adeguata protezione
L’articolo 37 si
salva? A chiederlo a una madre che
lavori, o voglia sperare di poter lavorare anche essendo madre, si rischia di
venire anche picchiati per comprensibile
disperazione delle sventurate. Dunque, e di corsa annotiamo anche per esso che risulta ABROGATO
E perlomeno l'articolo 38?
Art. 38
Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere hadiritto al mantenimento e all'assistenza sociale.(…)
Facciamo piano se no ci
sentono anche gli Esodati disperati: e in punta di penna annotiamo
dolorosamente di nuovo, risulta pure lui ABROGATO
E l'articolo 40?
Art. 40
Il diritto di sciopero si esercita nell'ambito delle leggi che lo regolano.
Questo
articolo pare si salvi, perchè nessuno ha mai avuto il coraggio di svelargli
che sarebbe non costituzionale per carenza d’attuazione della prevista Legge di
regolazione. In 80 anni circa le Camere italiane non hanno mai trovato un minute per provvedere: dunque Salvo per mancanza di
dolo….del diritto interessato.
Rinfrancati, cerchiamo l'articolo 41?
Art. 41
L'iniziativa economica privata è libera.
Non può svolgersi in contrasto con l'utilità; sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali
Di questo articolo salviamo il primo rigo in onore
alla caduta del Muro di Berlino.
Per il resto, Marchionne risulta guidare la
cordata per l’imminente ABROGAZIONE ufficiale del secondo capoverso.
Quanto al terzo, di capoverso, pare l’abbia già ABROGATO l’Ilva anche senza permesso.
Ma almeno l'articolo 48 speriamo proprio tutti di trovarlo in buone condizioni, vero?
Art. 48
Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età.
Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico.
L’articolo 48 della Costituzione
virtuale attuale, a dire il vero, fa solo compassione.
Primo rigo salvo per
onore di firma.
Il secondo rigo ha
ricevuto l’ABROGAZIONE a rate come la
vivisezione. Via il voto PERSONALE che senza preferenza è divenuto un fatto puramente formale; via EGUALE che con i premi elettorali il voto dei premiati e dei non
premiati ha cessato di essere tale; via LIBERO E SEGRETO assieme, come i fratelli siamesi, perchè con le Liste Bloccate non è più segreto, né libero, né personale. Conclusione: risulta ABROGATO in ogni siua disposizione attuale. Il libero,
segreto, uguale, personale, decisivi nel voto elettorale.
Già a sentirlo solo nominare la condizione del prossimo articolo costituzionale ci induce apprensione.
Già a sentirlo solo nominare la condizione del prossimo articolo costituzionale ci induce apprensione.
Art. 53
Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.
Questo di articolo costituzionale, ce lo siamo
giocato proprio tutto: risultando ABROGATO in blocco. Sparito. In Italia infatti non vi è più Fisco proporzionale se non per i redditi con trattenuta diretta alla fonte.
Tutti gli altri mediamente esenti.
In cambio, è dilagata la tassazione indiretta e
tramite Servizi. Col che però la tassazione nazionale ha cessato di essere
Diretta ed ha cessato anche di essere Proporzionale. Per scoprirsi in modo
infame divenuta inversamente proporzionale. Cioè, non è più rapportata al reddito
del contribuente, ma se abita la sua casetta, se ha Rifiuti urbani da smaltire,
se ha un’auto per muoversi, se un figlio va a scuola, se si ammala, se fuma, se
cena, …se muore.
ABROGATO con umiliazione.
Ed il 54 di articolo costituzionale, è almeno lui al sicuro?
Art. 54
Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi.
I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle, con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge
A prima vista, questo, almeno di
articolo costituzionale, pare avere attraversato indenne il tempo.
Siamo sicuri? Guardiamoci
dentro meglio.
Non ho idea di chi mi
abbia regalato una casa; non ho idea di come i miei consiglieri regionali si
siano mangiati letteralmente i sostegni pubblici alla politica; mi faccio ringraziere
con tangenti in nero così evadiamo assieme, spesso li colloco anche all’estero
così esparto capitali illegali, poi a volte li riporto a casa così riciclo
denaro illecito e evado di nuovo…
Che facciamo? C'é forse da
chiedercelo? risulta anche esso ABROGATO
E che rimane dunque tuttora in vigore della nostra
in origine anche bella Costituzione nella sua intera Prima Parte? in pratica NIENTE. O quasi.
Tutta nei fatti risultata abrogata d'efficacia.E all’estero si sarebbero forse dannati a rettificare, risistemare gli articoli abrogate o superati. E da noi? Ma siamo matti a fare due letture a Camera e Senato per ognuno degli articoli da abrogare o da mutare? Datemi la penna che faccio un rigo. L’effetto è lo stesso, senza perdite di tempo. E se qualcuno dovesse andare presso la Consulta per rivendicare un diritto ancora scritto? Ma non è chiaro? Abroghiamo l’eventuale ricorrente. Come quando sono rocorsi contro la legge elettorale attuale…altrimenti, che Regime sarebbe?
Come dice, Benigni? Che neanche lei immaginava sino a che punto la Prima Parte della nostra Costituzione fosse divenuta un campo di croci di autoabrogazione ? e che se lo avesse immaginato si sarebbe evitato di ridere sopra una simile sventura di una intera nazione civile?
E la Seconda Parte della
Costituzione, come sta, quella sui Poteri?
Splendidamente, viva e vitale la parte che prevede la consociazione obbligata tra Poteri e tra maggioranze ed opposizione parlamentare.
Intanto che vuol dire
consociazione obbligata?
Nè più né meno quello che
accade anche al Consiglio di sicurezza dell’Onu ed alla Ue. In altre parole, anche
li, solo che all’Onu ed alla Ue avviene tra Stati ed in Italia invece accade
tra partiti, non puoi fare niente se
tutti i componenti del <patto> non sono d’accordo.
Alla Ue ed all’Onu si attua tramite il veto di Stati. Nella Costituzione italiana, il costituente ottiene lo stesso effetto da un lato prevedendo maggioranza assoluta per ogni passaggio e nomina rilevante (la maggioranza assoluta risulta impossibile da conseguire se non sommando maggioranza ed opposizione parlamentare del momento); e dall’altro, prevedendo la nostra stessa Costituzione vigente, conflitto potenziale latente e permanente tra Presidente della Repubblica e Presidente del Consiglio.
E in caso di divergenza,
prevale, nella nostra Costituzione attuale, il Potere costituzionale del Presidente
della Repubblica.
E perchè è stato previsto che prevalga il Presidente della Repubblica?
Per una ragione apparsa elementare: il Presidente del Consiglio si insedia grazie ad una maggioranza
semplice parlamentare elettorale; il Presidente della Repubblica si insedia invece con
maggioranza assoluta parlamentare. Composta, necessariamente, come si è visto,
di maggioranza e minoranza parlamentare del momento.
E’ dunque il Presidente della Repubblica il vero garante ancora attuale del <consociativismo obbligato> costituzionale italiano.E se diviene necessario, il Presidente della Repubblica risulta in grado, come propri poteri costituzionali che detiene, anche di fermare o disarcionare persino il Presidente del Consiglio conflittuale. Nella storia italiana trascorsa, ed anche assai recente, è infatti accaduto.
Ma adesso dovremmo chiederci: perchè I costituenti originari previdero l’inserimento tramite appunto il consociativismo obbligato, dell’equivalente del reciproco diritto di veto tra maggioranza e minoranza parlamentare contingente?
Perchè la Dc e Pci di
allora, che pur seppero spingersi sino a dotare il Paese di una più che buona
Costituzione nella sua versione iniziale,
non seppero però, e forse meglio non poterono, fidarsi totalmente gli
uni dell’altro.
Ed allora, in onore al principio che fidarsi è bene, ma, spesso, non fidarsi pare essere meglio, si resero detentori entrambi delle chiavi di gestione del Paese. Se inseriamo entrambe le chiavi, maggioranza e minorana parlamentare, la porta della gestione si apre. Altrimenti, niente. E tutto resta fermo.
Questo accorgimento, che
in origine fu una risorsa di condivisione per l'intero Paese, caduti i contraenti storici e la
loro classe politica fondante, si rivelerà, però, oggi un capestro per il
funzionamento della intera nazione. E la tomba di ogni speranza di alternanza
di governo elettorale.
Se non si taglia la interferenza paralizzante tra i due poteri costituzionali:
Presidente della Repubblica e Presidente del Consiglio italiano.
La manifestazione plateale di questo dannosissimo effetto si è potuta vedere proprio con il
governo ultimo di Berlusconi ed il governo successive di Monti.
Al primo, che piaccia o non piaccia il soggetto soccombente risultato in Berlusconi, la Presidenza della Repubblica rimasta uguale con entrambi, risultava negare usualmente ogni spazio autonomo sia in disegni di legge come in Decretazione. Ed utilizzando semplicemente i propri Poteri della Costituzione.
Al secondo, Monti, risulta essere stato accordato di legiferare senza pudore con la Decretazione d’urgenza anche su delicatissime materie, e operare a piacimento (però solo apparente) anche con i disegni di legge.
Col risultato che il
primo, di governo – che agisse politicamente bene o agisse male a livello di Costituzione e dei suoi Poteri che prevede non incide – è risultato paralizzato
sino al punto di vedersi disarcionare; al secondo, di governo, è stata concessa la più
inimmaginabile libertà operativa apparente.
Apparente, appunto. Perchè il primo di governo agiva in prevalenza in contrasto col Presidente della Repubblica in carica; l’altro si può ritenere senza gran tema d’errore, poteva fare tutto perchè in realtà <etero diretto.>. Cioè, in pratica, e nel secondo caso, risulta che sia stato il Presidente della Repubblica stesso ad avere governato....
Qui - riguardo appunto alla previsione dei Poteri che dispone - la Costituzione
vigente appariva, e da tempo, molto bisognosa di venir adeguata:
sciogliendone il patto soffocante, apparso oggi paralizzante a qualsiasi azione di governo potenziale. Giudizio sulla azione di governo, che peraltro competerebbe solo al Parlamento, ed in ultima istanza, all’elettore.
Ma una parte dello
schieramento politico parlamentare italiano ha sempre opposto la più feroce
resistenza alla rimozione - in Costituzione - della ancora pertanto esistente unione Siamese Costituzionale di maggioranze ed opposizioni del
momento.
Temendo di venirne danneggiata.
E vogliamo provare a dircela tutta l'unica plausibile ragione perché una parte della politica italiana si è sempre opposta anche selvaggiamente a rimuovere <l'obbligo del consociativismo> contenuto pertanto tutt'ora nella Costituzione italiana?
Per la medesima ragione dell'allora Pci : temendo di rimanere in prevalenza all'opposizione in Parlamento, una parte rilevante politica italiana ha preferito tenersi il Diritto di veto costituzionale attuale certo, piuttosto che di scommettere sulla migliore capacità anche propria di poter governare, ma che le rimaneva incerta.
L'altra parte politica, vi ha messo di certo del suo ad impedire l'aggiornamento operativo della nostra Costituzione:
ha infatti sempre puntato sulla modifica in senso Presidenziale. Ipnotizzata dall'idea dell'Uomo <solo> che comanda; ma così non solo ha esasperato i timori della controparte politica la quale, sapendosi minoritaria permanente nel Paese vero, immaginava per sé assai difficile conquistare quel ruolo.
Ma ha anche così evocato, questa medesima parte politica filo-Presidenzialista, i timori del Paese intero all'uomo <solo> al comando. Perché non è vero che Berlusconi non ha mai potuto fare forti Riforme. Con Ciampi Presidente della Repubblica, lo poté. Ma le abrogò un successivo Referendum popolare indetto proprio per la eventuale conferma.Siamo così rimasti, e sino ancora adesso, con un sistema Costituzionale dei Poteri <consociativo obbligato> tra di essi.
Qui risulta però essere caduta l’operatività dei governi italiani nel tempo, qui è morta nella culla l’alternanza elettorale di governo, qui è esploso il debito pubblico italiano da doversi necessariamente ripartire tra tutti (i soliti contraenti). Qui e definitivamente scomparso il ruolo e potere effettivo dell'elettorato.
Ultimamente, risulta che abbiamo assistito, come nazione intera, e proprio in questi anni nostri recenti, a un forte tentativo di rivitalizzare la <consociazione costituzionale obbligata>. Ripristinando i contraenti quasi Originari di quel patto.
E questo è risultato proprio il Governo di Monti.
Monti, infatti, non risultava avere solo il compito <tecnicamente> facile tramite le tasse a pioggia, di rimettere in sesto il circolante di un Regime scopertosi spiantato. Ma aveva, per stesse dichiarazioni plurime dei diretti interessati, incluso Monti, anche il compito assai più difficoltoso di ricreare < in vitro > il secondo contraente della consociazione costituzionale italiana: la post DC.
Per fare questo si era mosso, spesso anche spregiudicatamente in senso politico, a cercare di demolire il Pdl come partito. Perché ne doveva rilevare ruolo, e soprattutto elettorato.Ma Monti, proprio qui ha fallito: nonostante la respirazione bocca a bocca anche Ue che non era contraria.
Perché risulta avere fallito?
Perché un grande partito non lo si riproduce in vitro. E non lo si riproduce dandone la potenziale guida a personaggi elettoralmente risultati <repellenti>.Le dimissioni di Monti, le elezioni anticipate a gran carriera, appaiono infatti contemporaneamente come il colossale fallimento politico di troppo interessati <Conti zio> di questa <Lucia> eventuale da dare in sposa a tutti i costi all'elettorato italiano:
il presidente della Repubblica stesso attuale, alti livelli del Clero italiano, la Ue attuale stessa, notabili di rango e notabili di accatto italiani. Tutti assieme risultati dentro un unico grande loro collettivo fallimento politico.
Per aver scommesso, al limite del disegno eversivo quale rimane nonostante tutto il ripromettersi dal governo di scardinare a tavolino un partito attuale esistente, su un uomo politicamente inadeguato. A farsi amare, a far <sognare> un suo potenziale elettorato eventuale.Quel 29% di consenso al Monti uscente, accanto al 50% ancora attuale nel Non Voto, sono infatti la simmetrica sigla del fallimento politico del sogno obliquo di Monti - che si candidi o meno non incide - e dei tanti genitori <in provetta> del partito eventuale che non è mai nato.
E dopo le elezioni attuali a rompicollo, saremo probabilmente da capo. Forse anche peggio.
Perché un sistema di poteri costituzionali attuali rimasti ancora consociati obbligati, si ritroverà in Parlamento con rappresentanze politiche ancor meno conosciabili delle precedenti. E sarà presumibile ancora caos, paralisi, inefficacia ulteriore, sino a ....prossime ulteriori ravvicinate elezioni politiche anticipate.
La Dc ed il Pci di un tempo, non ci sono più. Per nessuno. Neanche tra l'elettorato. Allora, appare inutile mantenere ancora in piedi il loro <tempietto votivo> costituzionale consociato sperando che un giorno ritornino.
Occorre pertanto ormai necessariamente cambiare l'assetto costituzionale dei poteri italiani; o sarà sempre maggiore il caos politico ed operativo.Occorre coraggio; lasciare i porti sicuri della rendita politica esistente, rischiare l'alternanza effettiva, scegliere l'efficacia pur se temperata dal bilanciamento dei Poteri.
Un possibile rimedio? Per
una volta, alla tedesca:
- Sistema Parlamentare e Federale con legge elettorale proporzionale e preferenza;
- Presidente del consiglio effettivo premier e tutelato con la <sfiducia costruttiva> dalle imboscate parlamentari;
- Presidente della Repubblica con Poteri propri prevalenti di rappresentanza e di promulgazione, ma senza poteri veri o dissimulati di gestione operativa.
Ma , per una volta, ai
nostri tanti <germanofili> della Casta vigente, non pare piaccia la
Germania. Forse perchè con l’alternanza reale, va a rischio il sacco impunito e
convergente sopra una intera nazione?
Dunque, riassumendo
questa lunga passeggiata attraverso la nostra Costituzione attuale scopriamo
che
la sua Prima Parte, quella che ne faceva comunque una bella Costituzione originale e innovativa, appare essere stata tacitamente quasi tutta barogata;
la Seconda Parte, quella dei Poteri che dispone, e che risultava assai bisognosa da tempo di venire riformata per concedere efficacia ed alternanza elettorale reale, si rivela ancora bloccata inesorabilmente e mantenuta uguale.
Anzi, se possibile, peggiorata e disarticolata al solo fine di accrescere i reciproci poteri d’interdizione sull’azione.
All’origine, infatti, i detentori del Potere Costituzionale di <consociazione> risultavano due soltanto: Dc e Pci di
allora.
Poi, tremebondi loro eredi, risultano aver esteso a TRE quell patto originario. Accordando medesimo potere di veto e d’interdizione alla prevalente Magistratura attuale. Che non è un Potere per Costituzione nostra originaria, ma un Ordine. Anche se Ordine speciale.
E come è stata associate
al potere di veto anche il terzo soggetto?
Con l’auto abrogazione della immunità parlamentare.
Con l’auto abrogazione della immunità parlamentare.
A quell punto la Magistratura si è trovata a disporre del potere eventuale tutto suo di poter far decadere qualsivoglia deputato o ministro con l’incriminazione, processo, e successive interdizione dalla funzione stessa parlamentare. Costituzionalmente una abiezione. Di vili impauriti.
Perchè la Immunità originaria parlamentare non serviva per proteggere criminali politici; ma piuttosto per impedire che deputati e componenti di governo potessero rischiare di vedersi deporre ad altrui discrezione solo per toglierli di mezzo.
Tanto che oggi, se si
dovesse intraprendere una ricostruzione complessiva dei Poteri Costituzionali
dello Stato, accanto ad una ancora più ampia autonomia della Giurisdizione di
poter indagare e processsare anche ogni parlamentare o ministro, andrebbe tolto all’Ordine
Giudiziario la potestà della dichiarazione unilaterale propria della decadenza
di singoli deputati.
Altrimenti, così
restando, i Poteri con diritto di veto costituzionale, nei fatti, da tre, si
rivelerebbero ritornati a due: Presidenza della Repubblica e Magistratura.
Con il terzo incomodo, nel Parlamento elettivo, ininfluente. E soprattutto reso inerme. Da qualsivoglia scorribanda contro esso.
Con il terzo incomodo, nel Parlamento elettivo, ininfluente. E soprattutto reso inerme. Da qualsivoglia scorribanda contro esso.
Diciamoci infatti la verità: se Mussolini avesse potuto far decadere Matteotti da deputato solo facendogli infliggere una condanna penale , l’avrebbe fatto ammazzare ugualmente così rischiando di perdere però lui stesso il Potere?
Queste cose - serissime quanto oramai urgenti - andrebbero
discusse serenemente tra tutti noi italiani ed italiane, non facendone bandiere
improprie per una battaglia spietata tra nemici; ma come comuni riflessioni tra diversi si, ma tutti costiuzionali.
L’occasione è stata sino
ad ora persa, per poterlo fare condivisi.
Una possibile conclusione
eventuale a mamma Rai per un nuovo eventuale programma sopra la nostra
sinceramente amata Costituzione
nazionale?
Ci buttiamo sul classico?
Allora andiamo su Shakespeare; ed Amleto, che non ci sta male.
E facciamo esordire
l’attore, che entra in scena con il prezioso volmentto in mano, declamando: Essere, o
non essere?
Che già tutti
comprenderebbero bene.
E siccome potremmo anche mandarla in Eurovisione, la serata di celebrazione ulteriore costituzionale, allora glielo facciamo esclamare anche in lingua inglese, tanto per non apparire provinciali:
To be, or not to be, that is the question….
Buon natale e buon
capodanno a chiunque abbia avuto la pazienza di questo lungo, quanto delicato viaggio nostro costituzionale senza pretese se non di sollecitare comuni ulteriori riflessioni eventuali.
E Buon Natale, e Buon
capodanno anche alla nostra Costituzione Originale.
Che se poi sia <la più bella del mondo> non oserei azzardare; ma di certo risulta di potersi oggi ritenere una delle <più maltrattate ed aggirate> Costituzioni del mondo.
Di nuovo Buon Natale.
ps.
questo post di Buon Natale Costituzionale, risulta essere <sfuggito> già in Pubblica prima del tempo; è questa la ragione per la quale è risultato modificarsi parzialmente, e risistemarsi, già in condizioni di visibilità. Chi modestamente lo ha postato, se ne scusa con tutti gli eventuali amici ed amiche lettori che se lo fossero visti mutare aspetto sotto i loro stessi occhi. Ma è Natale, che induce a comprensione e perdono. Spero sia tale dunque, anche per la modestissima persona che qui ha postato, ospite grata come sempre anche verso N.O.I
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