mercoledì 11 luglio 2012

"EFFETTO" SQUINZI, il nuovo leader della sinistra che verrà?

Giorgio Squinzi, l'attuale Presidente di Confindustria, ad intervalli ormai regolari interviene nel dibattito politico italiano, affatto preoccupato dei termini franchi e diretti che utilizza per definire le iniziative che l'attuale governo prova a mettere in campo per il risanamento dei conti pubblici e per riformare il diritto del lavoro (non ostante da più parti si è sollevata qualche obiezione relativa la fatto che, seppur esista una regolamentazione giuridica del lavoro, quest'ultimo non sia un diritto. E sospettiamo, a questo punto, neanche un dovere!)
Ma chi è Giorgio Squinzi, colui che con nonchalance ha definito la riforma Fornero "una boiata", le politiche rigoriste di Monti "macelleria sociale" e i dati sulla disoccupazione "un problema angoscioso, una sconfitta per tutti noi, perchè non possiamo permetterci di perdere altre generazioni"?


Giorgio Squinzi nasce nel 1943 a Cisano Bergamasco (Bg) e trascorre la giovinezza lavorando nell'azienda di collanti per pavimentazioni leggere fondata nel 1937 dal padre Rodolfo e studiando Chimica Industriale presso l'Università di Milano.

Conseguita la laurea nel 1969, Squinzi si dedica completamente all'attività di famiglia, trasformandola nel 1970 nella Mapei snc (Materiali ausiliari per edilizia e industria), una realtà che nel volgere di pochi anni si impone come leader nel settore degli adesivi per pavimenti e rivestimenti, diventando nel 1976 società per azioni e venendo quotata in borsa. Attiva sin da subito sul fronte internazionale, nel 1978 la Mapei apre il suo primo stabilimento estero in Canada e dà poi il via a una serie di fusioni e acquisizioni, tra cui si ricordano quella di Vinavil nel 1994 e quella della tedesca Sopro nel 2002, che trasformano di fatto l'azienda in un protagonista mondiale del mercato di riferimento.

La gestione oculata e allo stesso tempo progressista della Mapei - che attualmente conta 46 stabilimenti in 23 paesi diversi (7 in Italia) e che non è mai stata soggetta a licenziamenti per la riduzioni dell'organico e a trattamenti di cassa integrazione - è valsa a Squinzi stima e rispetto a livello internazionale, che lo hanno portato a ricoprire il ruolo di presidente del Technical Committee 67 WG3 'Adesivi per piastrelle ceramiche' del CEN (dal 1997 al 2003) e della Federazione Nazionale dell'Industria Chimica e che nel 1998 gli hanno fruttato la nomina a Cavaliere di S. Gregorio Magno in Vaticano e Cavaliere del Lavoro e 'Commandeur de l'Ordre de la Couronne' in Belgio.

Sposato e con due figli, Squinzi è stato eletto presidente di Confindustria con 93 voti, 11 in più del suo avversario, Alberto Bombassei, rispettando i pronostici della vigilia, che lo davano sicuro vincitore.

E' ritenuto essere oratore di incerto talento. Ma forse sarà per via del fatto che parla franco e con sintetiche ed efficaci metafore.

Il suo economista di riferimento è ritenuto essere il prof. Alberto Quadrio Curzio, ed è amico di pedalate di Romano Prodi (con il quale il 7 Maggio scorso ha tenuto un convegno alla Cattolica, l'università anti-bocconiana) che è stato professore universitario della moglie di Squinzi, Adriana Spazzoli.

Appare essere anche un buon incassatore: al rimbrotto di Monti (ma anche di Montezemolo che spera di riuscirne a prenderne il testimone, con buona compagnia di Bernabè e Tronchetti Provera che all'epoca sostenevano Bombassei) che le sue infelici dichiarazioni fanno alzare lo spread, avrebbe certamente potuto rispondere  che prendeva atto della incapacità ed inutilità dell'attuale politica economica del governo, se delle parole riescono a far più dei fatti. Ma credo che Monti volesse richiamare non a quello che è stato definito un bavaglio tecnico praticato e richiesto anche dai suoi ministri, ma più che altro ad un'attitudine di tutta la compagine governativa, e che possiamo riassumere come un atteggiamento di intimità e riservatezza rispetto a questioni che, ahinoi, neanche il silenzio tombale potrebbe coprire, e che sono i dati e le cifre. Ad ogni modo, provar non nuoce. E se si è in tanti ed autorevoli a dire una bugia magari poi finisce per essere creduta come una verità. In questo senso, c'è molta continuità con il passato che appare ritornare, anzi forse non è mai andato via.
Il programma che Squinzi si prefigge di realizzare, durante il suo mandato, parte dall’obiettivo di combattere la prepotenza della finanza per ridare centralità all'industria e al settore manifatturiero. Tra gli altri obiettivi troviamo: liberalizzazioni, credito, infrastrutture, riforma fiscale, semplificazione amministrativa mediante la riduzione degli oneri burocratici a carico delle imprese e flessibilità delle regole nelle relazioni industriali. Evidentemente a Monti e Montezemolo & C. questa cosa non va giù e vogliono che il ruolo della finanza rimanga centrale nell'economia. Ma diciamo che il gelo fra Squinzi e l'attuale governo si era già consumato all'assemblea di Confindustria di Maggio quando alla fine del suo intervento Corrado Passera non raccoglieva neanche un accenno di applauso. Ad ogni modo, la frase incriminata è questa: 
«Abbiamo vissuto 30 anni da cicale, ora dobbiamo iniziare a pensare da formiche, anche se l’obiettivo del pareggio di bilancio mi sembra ampiamente esagerato. Dobbiamo anche evitare la macelleria sociale»



Sulle relazioni industriali e su Marchionne ha anche detto: il "suo modello non è il mio ,spiega, "io sono per un modello di relazioni sindacali condivise".
Si è anche dichiarato disponibile ad una patrimoniale, purchè non gravi sulle imprese che in questo momento non godono anch'esse di salute buona.

Insomma, Giorgio Squinzi, che non ha l'abitudine a giocare alla roulette magari con i soldi degli altri, ci appare essere un imprenditore di cui non avevamo più memoria. E come tutti i bravi imprenditori, non la manda a dire, non è gentile in modo affettato e non si preoccupa che si dica a nuora perchè suocera intenda.

Nel frattempo oggi il prof. Monti all'assemblea dell'Associazione Bancaria Italiana raccoglie scrosci di applausi dichiarando che siamo in guerra, e che questa situazione si è determinata perchè con il debito pubblico abbiamo mantenuto la pace sociale interna. Inoltre, proprio mentre Berlusconi conferma che nel 2013 ci sarà, Monti racconta della difficile situazione in cui proprio Berlusconi e l'Italia vennero ad trovarsi nel G20 a Cannes, quando si sfiorò l'umiliazione diretta del Cavaliere.

Che patetica èlite, vero Giorgio?






1 commento:

N.O.I. - Nuova Officina Italiana ha detto...

http://www.corriere.it/editoriali/12_luglio_10/altro-fronte-economia-derita_e39b8d30-ca4c-11e1-bea1-faca1801aa9d.shtml