giovedì 11 aprile 2013

Le due Destre italiane e il ce lo chiede la Ue




Ieri, 6 aprile, la nostra Informazione riportava una <notizietta>, immersa tra tante altre apparentemente più serie e rilevanti. Eppure, proprio questa notizietta tra le tante mostra di possedere un interesse grande e per tutti noi. Non solo per il fatto in sé che la notizia stessa riferiva. Ma perché permetteva di capire anche molte altre delle nostre cose anche attuali italiane e non solo.

Di che si trattava?
E presto detto e riferito.


La nostra Italia, per le statistiche, risulta l’ultima tra i Paesi Ue ad investire nella Cultura.
Molto, ma non tutto, già questo. Perché nella medesima occasione vi si riferiva anche che, 
sempre la nostra Italia attuale, risulta, e sempre statisticamente,  la penultima delle nazioni Ue ad investire nella propria SCUOLA.

Ecco dunque apparire sistemata, da una semplice piccola statistica comunitaria, la nostra <banda> reazionaria che tiene in mano la nazione Italia da ormai molti anni.
Perché, cosa ci consente di scoprire e di vedere documentato, anche se lo si poteva avere da sempre anche pensato? Che lo smantellamento della nostra Istruzione – Scuola – e che si è venuta accelerando verso il punto di non ritorno nella legislatura parlamentare appena conclusa, non ce lo <CHIEDE> affatto la Ue.
Appare infatti del tutto evidente che, se siamo i peggiori, tranne la Grecia, ad investire nella Istruzione – ovvero Scuola – entro la intera Ue, allora altrettanto evidente appare che, distruggere la nostra Istruzione italiana, non ci è stato affatto chiesto dalla Ue. Infatti, se tutti gli Stati Ue investono nella loro Istruzione assai più che non l’Italia, e lo fanno ed hanno fatto senza obiezioni alcuna della Ue, appare evidente che non sia la Ue a chiedere di smantellare la nostra Istruzione nazionale.
La attuale Ue in effetti ne ha molte di sue responsabilità anche gravi: ma questa pare proprio di no. Che non l’abbia, a quel che si vede.

Ma allora, se non <ce lo chiede la Ue> DI DISTRUGGERE LA NOSTRA ISTRUZIONE E CULTURA come peraltro sta tuttora accadendo qui da noi in Italia, chi ce lo chiede?



Ce lo chiede, esclusivamente, la nostra gestione reazionaria che si è impadronita da molti anni della nostra nazione Italia.

Del resto, anche se la nostra prevalente informazione addomesticata di regime non è solita porcelo in evidenza, già nel 2010 si poteva leggere, in un Servizio documentale sul Corriere della Sera, che l’Italia non era affatto la nazione Ue con più dipendenti pubblici; mentre la precedevano Francia ed Inghilterra nel numero complessivo di rispettivi dipendenti pubblici.
E si poteva anche leggere, proprio quando con la ministro Gelmini veniva in pratica smantellata la Istruzione nazionale, che, quelle nazioni, ci superavano in loro dipendenti pubblici in quanto la maggioranza di quei loro dipendenti pubblici erano, e si presume ancora adesso siano, impegnati nella Istruzione e nei suoi Servizi connessi a chi studia.

Allora, se questi sono i dati, e queste sono le statistiche anche attuali comunitarie, possiamo però evitare di vedere che lo smantellamento della nostra Scuola, e della nostra Cultura che sono da sempre ovunque compagni <siamesi> di viaggio – Istruzione e Cultura – sono state, e rimangono, scelte squisitamente nostre nazionali e soprattutto sono state scelte squisitamente nostre volontarie?

Pare proprio che non possiamo evitare di vederlo, che sono state, e restano, scelte esclusivamente nostre nazionali volontarie.

E come mai la nostra gestione nazionale ha intrapreso lo smantellamento della Istruzione italiana?
Perché, sostanzialmente, l’Italia da oramai circa venti anni, ha una gestione  politica sostanzialmente Reazionaria sul piano socio economico. Non conservatrice, che in ambito europeo sarebbe un complimento: piuttosto, una gestione Reazionaria in senso stretto. Cioè gestione nostra politica complessiva risultata dedita, esclusivamente, a perseguire il privilegio per pochi a danno dei  Diritti vitali di tanti.

Ed appare altrettanto evidente per quali ragioni una gestione Reazionaria di una nazione, nel caso nostro quella italiana, si sia accanita sulla Scuola di tutti o Scuola di massa cioè Scuola per tutti.
Perché la Istruzione – cioè la Scuola – risulta ovunque la Levatrice dei diritti equi e pari. In quanto dei cittadini in erba prima, e poi  cittadini in formazione, se sono consapevoli di sé, e delle proprie stesse capacità anche culturali e di pensiero, sono dei futuri alleati naturali della Democrazia equa ed anche elettorale.
E perché una Istruzione efficace e valida risulta da sempre, ed ovunque, il migliore <ascensore> sociale che sfascia già da sé la formazione altrimenti delle <caste chiuse> di oligarchi anche per i propri figli e figlie.
Appare infatti evidente che un cretino ricco, entro una Istruzione efficace, avrà molte probabilità di vedersi superato, nella propria scalata al destino di una vita personale adulta, da un intelligente, od anche solo volenteroso, povero come sua famiglia di appartenenza.
Ma se sfasci l’ascensore - la Istruzione - vale a dire se condanni il povero di provenienza come nascita, a rimanere povero in quanto lo disarmi anche Culturalmente – e quindi poi anche come sua capacità professionale potenziale – appare del tutto evidente che il ricco risulterà poi irraggiungibile anche nella vita reale successiva. Se tutta la partita anche futura tra i due la giocheranno più o meno esclusivamente i denari di mamma e papà che truccano, e truccheranno anche per sempre, la partita iniziale come uniche vere forze decisive in campo.

E in Italia, come è potuta avvenire una cosa come questa, di rubare il futuro possibile a così tanti ragazzi e ragazze, reintroducendo in pratica – senza Istruzione efficace e per tutti – le caste quali unici strumenti a decidere anche il rispettivo futuro entro il quale potersi lecitamente giocare la vita e l’esistenza personale e le speranze?

E’ potuto accadere perché in Italia si è insediata, oramai da tempo, una gestione Reazionaria nostra interna della <cosa pubblica>.

E come mai si è potuta insediare, sostanzialmente indisturbata, una gestione socio politica Reazionaria della cosa pubblica, qui da noi in Italia?

Perché in Italia, nonostante tante chiacchiere e coperture nostre mediatiche opportune ad assisterle, operano, oramai da alcuni decenni, DUE DESTRE. E che hanno così riempito, e da sole, l’intero arco politico parlamentare italiano grazie ad una loro Legge elettorale sceltasi funzionale al poterlo fare.
Una di queste, che si fa chiamare centro sinistra, ed una che si fa chiamare centro destra. Ma schieramenti politici che, nella concreta gestione, ed anche avvicendandosi tra di loro al governo nel tempo, si differenziano solo nelle <virgole> ma non nei veri interessi che entrambe tutelano.

Ma come possiamo essere sicuri che, nel panorama politico nostro italiano, operino appunto, ed anche da tempo, due Destre? E che in Italia, da altrettanto tempo manchi invece una rappresentanza socio politica che possa dirsi e ritenersi a ragione <progressista> nel senso europeo o già di Roosevelt?

Anche questa volta, appare che la cartina <di tornasole>, cioè quella che anche in chimica dà la certezza dei componenti presenti nella soluzione, ci tolga ogni dubbio.
E cosa è allora – la nostra cartina di tornasole - che, nel nostro contesto anche attuale ci conferma della presenza di due Destre da tempo uniche in campo in Italia?  La politica del LAVORO che è stata, e che viene tuttora perseguita.
Non si può infatti evitare di dover vedere che, qui in Italia, da alcuni decenni, è stato aggredito, e smantellato anche, ed efficacemente, ogni aspettativa di Lavoro quale ruolo propulsivo di una vita individuale attiva; ed è stato contemporaneamente smantellato anche ogni aspettativa ragionevole di retribuzione equa col Lavoro personale e di cui poter vivere e farsi anche una famiglia propria eventuale.

Il primo colpo mortale, al Lavoro italiano, risulta infatti essere stato apportato, oltre venti anni fa, dalla Destra che si fa chiamare tuttora centro sinistra: con due mosse micidiali.
Ingresso nostro in Euro con un cambio lira/euro fissato inesistente in quanto stoltamente sopravvalutato a favore dei soli capitali liquidi italiani.
Questa scelta sciagurata, e Reazionaria negli effetti attesi, avrebbe, come naturale, e come ovunque nel mondo, chiamato una selvaggia pari svalutazione interna, dell’euro italiano, per riallinearci in tal modo all’effettivo nostro valore di cambio.
Poteva così accadere che, il nostro euro interno, negli anni immediatamente a seguire, si svalutasse intorno al 50% sul valore della lira precedente.
Con effetti rovinosi direttamente e anche essi conseguenti:
il valore delle retribuzioni da lavoro, e dei redditi fissi italiani in generale, si svalutavano di altrettanto. 
Per cui, se appena pochi anni prima prendevi due milioni di lire di stipendio, dopo la rovinosa svalutazione interna così voluta e causata, ricevere 1000 euro di stipendio non voleva più dire la stessa cosa delle lire precedenti. Ma voleva invece dire, senza che nessuno però lo dicesse, ricevere , più o meno, 800/900 mila lire precedenti equivalenti. In poteri di acquisto personale.
Tanto per rendere ancor meglio l’idea, nel caso dopo una tale svalutazione si fosse voluto mantenere il potere d’acquisto precedente delle retribuzioni, queste ultime si sarebbero dovute rivalutare attorno ai 2000 euro medi al mese per rimanere pari.

E per quale ragione sarebbe stata compiuta una scelta Reazionaria come questa dalla nostra Destra anche attuale che si fa chiamare centro sinistra?
Perché questo risulta essere stato forse uno dei prezzi pagati <da quella destra detta centro sinistra> per farsi ammettere anche essa alla gestione dello Stato – e non solo in Italia – post comunista.
In pratica, il biglietto d’ingresso che risulta sia stato <pagato> è consistito nel dimezzare il valore reale delle retribuzioni, senza che nessuna organizzazione del Lavoro, o partito politico di apparente riferimento,  risultasse che si opponesse od obiettasse.

Una scelta decisiva che l’altra Destra anche nostra attuale, quella che si fa chiamare di centro destra, avrebbe poi negli anni a seguire confermato e, se possibile, anche perfezionato.

E su questa scelta di fondo, mai detta, le due Destre italiane risultano aver anche accettato che si mettesse a guardia dell’annientamento del Lavoro italiano nei suoi redditi, anche una IMMIGRAZIONE per decenni voluta intenzionalmente illimitata, sregolata, ed incentivata.
Con il che, senza nulla togliere alle lecite speranze di chi così immigrava, si otteneva di garantire anche nel tempo la demolizione intervenuta delle retribuzioni da Lavoro italiane. Infatti, se mentre ti svanisce il salario, milioni di disoccupati fatti appositamente a quel modo immigrare ti contendono il Lavoro che già hai o speri di ottenere, pare del tutto evidente che non potrai mai <imbarcarti> in una vertenza salariale per farti aumentare lo stipendio. Rimanendo del tutto evidente, a chiunque, che se così non ti adeguassi, ti ritroveresti immediatamente licenziato, e sostituito, proprio da chi, accetterebbe comunque ben volentieri quel salario. Di cui, però, l’italiano e l’italiana non può più vivere lecitamente in Italia.
(per inciso, per quale mistero invece l’immigrato accetta anche nostri stipendi apparentemente anche per lui da fame? Perché esso l’immigrato, da sempre ed ovunque, non conta con la moneta del paese ospitante, ma risparmia nella sua valuta del paese da cui proviene. Pertanto, se a casa tua ti pagano 50 euro equivalenti mese, appare a chiunque evidente come ben valga la pena di sacrificarsi in Italia anche per 800 euro al mese che, però,  inviati almeno in parte a casa natia, fanno un tesoro. I nostri emigrati, nella prima metà del secolo trascorso, facevano lo stesso e soprattutto per questo erano anche essi assai spesso detestati proprio dalle forze sindacali locali)

Basta una siffatta aggressione, ed annientamento del Lavoro italiano, e dei suoi diritti anche elementari, per ritenere che la conduzione italiana politico sociale sia in realtà in mano a due Destre da alcuni decenni?

Pare proprio che basti. E persino avanzi anche.
Se si tiene presente che al Fascismo, per annientare allora anche esso il Lavoro italiano ed ogni suo diritto normativo e retributivo, servirono un ventennio di dittatura esplicita, brutale, e piena.
Lo stesso risultato sostanziale risulta, adesso, che sia stato portato a casa con un cambio <folle> d’ingresso nostro in euro ed una Immigrazione illimitata e incontrollata messa a presidiarne il nuovo finto valore retributivo nominale interno.

Ma ancora una volta, dopo aver osservato i fatti, ci troviamo a dover anche constatare che il <c’è la chiesto la Ue> per giustificarlo un tale misfatto al nostro interno nazionale italiano, appare un falso colossale.

La Germania, nazione Ue leader e leader anche d’esportazione, atteneva questi suoi risultati anche attuali con un salario medio da lavoro loro che si aggira sui 2500 euro mese.
Dunque, anche in questo caso, contro il Lavoro italiano ed i suoi leciti redditi, così come contro l’Istruzione nostra italiana, giocava una scelta Reazionaria tutta nostra nazionale interna. Perché la Ue non risulta che si sia opposta a chi, tra i propri Stati membri, sia andata in direzione del tutto opposta alla nostra in modi d’insieme coerenti. Come ha fatto, e fa, tra altri, tuttora la Germania.

Perché, allora, la gestione nostra Reazionaria, ha fatto anche sul Lavoro una simile sua scelta?
Perché appare essere stato come un patto con l’Imprenditoria nostra interna allora prevalente: tu mi lasci al potere politico, ed io ti porto il costo vero del Lavoro interno italiano a livelli di paesi sottosviluppati e senza che nessuno protesti. Così avrai, ed già in questo solo modo, e senza che debba investire niente in niente, una capacità concorrenziale con il mondo.

In fondo, è su questo Patto essenziale quanto sciagurato che si è retta l’intesa solidale italiana dell’ultimo ventennio.
Anche se oggi, questo stesso patto appare ormai saltato. Come si vede bene nelle convulsioni anche attuali di forze politiche nostre dominanti rimaste sia senza elettorato, che senza sponsor economici già di un tempo precedente e recente.

E’ saltato perché l’Economia italiana, in circa un ventennio, standosene nel suo insieme in <pantofole> senza innovare niente, è vissuta in pratica appunto di rendita sul dono iniquo ricevuto;  e quindi, si è ormai mangiata tutto l’iniquo vantaggio iniziale del sotto salario interno, da un lato; e, dall’altro, di lato, l’Economia italiana attuale si trova ora sopraffatta dai costi diretti di Stato sopra la sua stessa esistenza fattisi intanto smisurati per l'inefficacia degli altri. E proprio quando avrebbe bisogno invece, l’Economia italiana, di un suo Lavoratore motivato, anche economicamente; e di costi propri di Stato (oneri e tasse e burocrazia) ben più leggeri per rimanere entro l’Economia globale del nuovo mondo che si è intanto manifestato.

Eccolo, in fondo, il motivo vero, e inarrestabile, del Divorzio in atto tra Economia nazionale e le nostre due Destre ancora attuali di governo: quel medesimo Patto iniquo di un tempo, tra Economia e politica, oggi uccide la stessa Economia perché divenuto non solo inadeguato. Ma letale, per uno dei contraenti sodali di un tempo.
Ma, se le due Destre non riescono a cambiare esse stesse nel profondo adeguandosi alle nuove esigenze, allora non resta evidentemente, tra Economia e Destre nostre interne, che il rimedio del Divorzio. E divorzio pure per <colpa> appare infatti quello che oggi viene pubblicamente richiesto dalla Economia nazionale nei confronti di chi ancora gestisce politicamente la nazione. Altro che <ce lo chiede la Ue> e basta. Che, nel suo fondo, appare piuttosto solo il muro di carta dietro al quale le Destre italiane nascondono le loro vere scelte reazionarie politico sociali di un ventennio.

 E tuttavia, visto che ci siamo imbarcati in questa riflessioni, peraltro essenziale anche per la ricerca di un rimedio efficace ed equo al nostro infelice presente italiano, andiamo allora ad osservare da vicino anche l’altra grande menzogna del <ce lo dice la Ue>: Non c’è più sovranità nazionale, non ci sono più poteri nazionali, dentro l’attuale Ue. 
Indecente menzogna di vili – intesi nel senso delle nostre due Destre attuali – smentito dalla realtà attuale della stessa Ue.
Come si vede.

Non solo, infatti, ad ogni passaggio decisivo Comunitario, usualmente Francia, Inghilterra ed anche altri Paesi settentrionali Ue, passano prima per Referendum nazionali loro di ratifica o rigetto. E già basterebbe questo per mostrare i nostri Reazionari interni dei codardi senza il coraggio di sostenere pubblicamente quel che scelgono volontariamente a nostro collettivo danno.

Non solo l’unico, e vero, organo di gestione effettiva comunitaria anche attuale risultano le riunioni dei Capi di Stato delle medesime nazioni associate; riunioni decisive dove ciascuno di quei medesimi capi di Stato comunitari, inclusi i nostri, posseggono finanche l’individuale potere di veto sopra ogni decisione che vi si prenda.
Altro che non ci sono più nazioni e poteri nazionali nella anche attuale Ue. La Ue anche attuale né ha anche troppo di nazioni e di loro poteri nazionali al proprio interno: in quanto si muove come una Confederazione tendenziale. Dunque, nessun potere vero sovrannazionale, ma solo un concerto di Stati sovrani convergenti e consenzienti.  O si sta fermi. Questo dicono i fatti.

E, ciliegina sulla torta, se ve ne fosse bisogno, del ben saldo permanere dell’interesse e dei poteri nazionali di ciascuno Stato membro comunitario, pare aver provveduto la Corte Costituzionale tedesca. A evidenziarlo, ed imporlo.
La Corte Costituzionale tedesca ha infatti più volte sentenziato anche ultimamente che, su qualsiasi decisione che impegni le Finanze o i poteri sovrani tedeschi a favore della Comunità Ue, il governo tedesco non è più abilitato ad impegnarsi da solo. Ma deve prima ottenere, sempre e senza eccezioni, il consenso del Parlamento nazionale tedesco.
PIU’ CHIARO DI COSI’, che nella Ue non vi sia alcun potere vero sovrannazionale, ma solo convergenza di Stati sovrani autonomamente consenzienti. Almeno per coloro che lo vogliano vedere anche rispettato.
Non si fanno patti vincolanti , per il popolo tedesco e le sue istituzioni, senza aver prima ottenuto l’avallo espresso del Parlamento tedesco; e quindi, del popolo tedesco stesso che a quel medesimo parlamento l’elegge con il voto.
Certo, se ti metti all’asta, anche come Stato, prima o poi chi ti compri lo trovi anche come Stato. E pare che ci sia proprio accaduto, a noi Stato italiano.

Possiamo infatti così ben vedere in tutta la sua esemplare insana volontaria scelta la condotta gestionale italiana servile che, ormai da decenni, ha addirittura preteso che vi fosse un varco apposito, nella nostra stessa Costituzione, per portare a presa diretta sulla nostra Legislazione nazionale italiana Direttive e Decisioni comunitarie rese in questo modo immediatamente applicabili anche dalla Giustizia ordinaria nazionale.
Abbiamo con ciò infatti ceduto a Terzi  A NOI ESTERNI, ampi spazi del  potere legislativo nazionale sovrano.

Eccolo il nostro vero <ce lo chiede la Ue>.
Un paravento di Reazionari nostrani i quali si stanno nascondendo, ormai da oltre dieci anni, proprio dietro al falso <ce lo chiede la Ue> soltanto per sperare di non pagare pegno sul piano del consenso proprio nazionale interno.
In fondo è proprio questa doppiezza istituzionale abituale, della nostra gestione politica anche attuale, ad aver potuto permettere, con una buona copertura mediatica alleata, che entro ambedue le Destre italiane si raccogliesse anche tantissimo elettorato di buona volontà e di buona fede. A chiacchiere risultiamo infatti tutti progressisti all’interno degli schieramenti politici italiani, ma quando nella realtà facciamo i reazionari, è solo per esclusiva colpa del <ce lo chiede la Ue>, come viene abitualmente detto ai rispettivi elettorati.

L’Italia nostra, appare l’unica che ha <giocherellato> col “ce lo chiede la UE”  PER NASCONDERE LA ESISTENZA REALE DI DUE DESTRE NAZIONALI REAZIONARIE CHE INTANTO SMONTAVANO I LORO STATI NEI DIRITTI POPOLARI ESSENZIALI?
No, non siamo pare stati gli unici noi italiani, anche se risultiamo tra i più tenaci nel continuare a farlo senza tracce alcune di rimorsi e di ripensamenti.

Questo modo ipocrita, e Reazionario, appare invece accomunare tre delle cosiddette <cugine> Ue mediterranee: Spagna, Grecia, Italia.

Tutte e tre appaiono essere state caratterizzate dal governo, solo apparentemente alternativo tra di esse, di Due Destre nazionali Reazionarie.

Tutte e tre appaiono essere caratterizzate da uno Stato nazionale senza Fisco equo ed efficace.

Tutte e tre appaiono essere caratterizzate da una corruzione sistemica di Stato.

Tutte e tre appaiono caratterizzate da un indecente arricchimento iniquo di pochi e dalla miseria conseguente vera di troppi.

Tutte e tre appaiono caratterizzate dallo smantellamento di Diritti essenziali di tutti contrabbandati con lo sfizio discrezionale di diritti individuali ben più ristretti ed irrilevanti; e sui quali ultimi, provare a poggiare consensi altrimenti assenti.

TUTTE E TRE, e se la cosa sia casuale o sostanziale sarà poi ciascuno a farsene una eventuale opinione, vengono da esperienze più o meno recenti di loro Regimi interni Fascisti. Regimi risultati ideologicamente, in tutte e tre le nazioni <cugine Ue attuali>, nemici irriducibili dei Diritti vitali di tutti. E quindi nemici irriducibili in primo del Lavoro e dei suoi naturali diritti. Perché rimane il Lavoro a rendere l’essere umano libero; mentre l’assenza del Lavoro, o dei suoi elementari diritti e redditi equi connessi, rende già solo così l’essere umano cliente o servo di altri. Anche senza manganelli e carceri.

Altro che ce lo chiede la Ue. Pare piuttosto dovercisi chiedere se il Fascismo non sia riemerso, nei suoi veri connotati economici e sociali di sempre, all’interno della gestione socio politica delle tre cugine mediterranea oggi anche Ue. Non ce lo siamo mai chiesti, in effetti, forse a sufficienza in tutto questo tempo anche italiano, storditi forse da una grancassa mediatica onnipresente, se non ci sia capitato, e a tutti e tre questi Stati Ue, di ritrovarsi passati, per curioso percorso del tempo, a presa diretta dal post comunismo al post Fascismo socio economico ancora in corso.

E queste riflessioni, e questi nodi che recano, credo che ciascuno dei popoli delle tre cugine mediterranee dovrà iniziare però a porseli. E del caso risolverli. Perché non si ricostruisce niente di solido, e di efficace, se prima non chiarisci anche a te stesso chi ti abbia aggredito. E chi ti abbia portato in rovina, sia come persona che come Stato.

Ma alfine, perché le due Destre vere italiane, ed anche altre mediterranee cugine si stanno però ora sfasciando e perdendo ovunque consenso?

Perché, le destre mediterranee egemoni sino a quel momento, si sono di recente scontrate con un effettivo <ce lo chiede la Ue> e che gli sta facendo perdere ogni precedente loro stesso consenso.

E quale risulta essere stato questo imperio Ue che vige ancora oggi? L’imperio Ue risulta questo: Non potete più continuare a vivere solo a Debito dentro vostri singoli Stati deformi. Punto.
Perché questo vostra gestione nazionale a debito smodato continuato e ora incontrollato compromette il valore della moneta anche nostra comune euro. Punto.
Dunque, o cambiate gestione vostra interna, o fallite. Punto.
Dal momento che noi, Ue, vi tagliamo i fondi d’accesso anche vostro sul mercato del debito. Punto.

E come mai possono fare delle Destre reazionarie, che vogliono vivere senza riforme condivise, a pareggiare un Bilancio anche proprio interno?

Ma è naturale, come lo fanno. Fanno come tutti i Regimi fascisti di ogni tempo.
Devono adesso tagliare le spese di bilancio, si certo. Ma che tagliano? Mai certo le rendite inique proprie e dei sodali di sempre: smantellano invece tutto il resto, quello che fa uno Stato civile e costituzionale. Smantellano Scuola, smantellano ancora redditi da Lavoro residui,  smantellano tutto quello che fa Assistenza, Famiglia e figli e Figlie, piuttosto che riformare veramente o cedere il passo. E svendono tutto, il patrimonio pubblico di tutti, a beneficio di pochi ricchi interni ed esterni. Cioè, privatizzano di fatto la intera nazione pur di non venire deposti.
Ma lungo questa strada perdono voti, perdono consensi se sono costrette a lasciare votare. E dunque si estinguono dentro la sofferenza intanto di troppi.
Che altro è stato, in fondo, ed ancora è il governo di Monti nato dall’esplicita alleanza delle due Destre italiane per provare a sopravvivere ai loro stessi disastri economico sociali di anni?
Ed allora, come si sta tagliando ancora una volta il valore delle retribuzioni e delle pensioni italiane? Ma non è chiaro? Con la Recessione in atto, che non è affatto imprevista. Né tantomeno subita.
Ecco perché le due nostre Destre italiane, prima apparentemente inconciliabili su tutto, si sono poi ritrovate d’improvviso assieme per oltre un anno nel governo  loro di Monti. Per nascondersi al proprio elettorato mentre si sottomettevano all’unico, ineludibile, <ce lo dice la Ue> che intimava: basta col vostro debito incontrollato che ci danneggiate l’euro;
e dunque per dissimulare, per fingere reciprocamente, l’una di Destra <centro destra>, che non c’entrava niente nella maxi patrimoniale sulla abitazione chiamata Imu; e l’altra, sempre anche essa di Destra <centro sinistra>, che non c’entrava niente sullo sterminio delle Pensioni e dei Pensionati normali.

In verità, ognuno delle nostre due Destre ha macellato la propria parte di precedente elettorato, in omaggio a questo si ineludibile <ce lo dice la Ue> e a cui non potevano opporsi né porvi rimedio vivendo di Rendite, con la sperata garanzia del proprio anonimato.
Si fa, ma non si dice: la codardia pubblica elevata a forma recente di governo.

Recessione nostra che è stata, nell’occasione di ottemperare ma senza mai attuare effettive eque riforme, piuttosto alquanto voluta da entrambe le due nostre Destre; anzi intenzionalmente ricercata, e proprio per svalutare ancora una volta l’euro italiano interno e senza nemmeno questa volta dirlo. Tanto per poter dire all’Economia nazionale che ora le contesta ad entrambe le due Destre: vedete che sappiamo ancora fare il medesimo mestiere di sempre svalutandovi ancora una volta il valore del salario?
E le retribuzioni, e le pensioni, le speranze di occupazioni di tanti, ed il futuro dei giovani nostri anche? Si è mai visto un post fascismo socio economico occuparsi di questi <irrilevanti> altrui dettagli?

Perché il governo Monti non appare affatto neutrale, e tantomeno casuale, entro la nostra vicenda nazionale di disastrati causati dalle nostre due Destre reazionarie di governi dell’ultimo ventennio.
Questo medesimo governo, infatti è nato dalle costole delle stesse nostre due Destre nell’occasione alleatesi per generarlo in <vitro> con una levatrice d’eccezione che l’ha fatto, prima ancora di nascere, Senatore a vita promettendogli anche il regno appena fosse grandicello.
Questo governo doveva mettere tasse anche sopra le Tasse e lo ha fatto; doveva portare il paese in recessione, e lo ha fatto e sta ancora facendo. In questo modo una classe dirigente che rifiuta da venti anni le riforme d’equità e di sviluppo condiviso, ha ritenuto di ottemperare nell’unico modo che sa fare, e ancora una volta senza dirlo, al perentorio, questo si, <ce lo dice la Ue>.

Ma questo anno si sono tenute elezioni politiche da noi in Italia.
Disastro per la destra che si fa chiamare di centro destra che vi perde infatti ben 6 milioni di precedenti propri elettori; disastro appena più piccolo per la Destra che si fa chiamare centro sinistra e ne perde infatti <solo> 3 milioni di propri precedenti elettori; disastro per Monti stesso che ha tentato di prendere lui il controllo sopra queste due destre e che ha fallito il proprio sogno entro l’urna.

Da quaranta giorni, su questo psicodramma di due Destre (e mezza, con Monti) scopertesi abbandonate dall’elettorato ed incapaci quindi di darsi un governo persino con l’aiuto di un <premio> elettorato incanaglito, grava la cappa di doversi alleare tra di esse o perdere il potere che ancora detengono.

Mentre confabulano e passano dalle minacce all’abbraccio, zitto zitto rimane in carica il loro Monti con l’aiuto della già levatrice poi fattasi anche madrina del governo.

E che ti fa adesso il governo Monti?
Apparentemente rinsavisce. Infatti pare che inizi a pagare l’immane arretrato accumulato fuori bilancio dalla Pubblica amministrazione centrale e periferica con i propri fornitori di beni e servizi. Un cumulo di debito pudicamente mantenuto fuori bilancio che alcuni centri studi stimano in 90 miliardi, e altri, non meno qualificati, stimano sino a 150. Miliardi. Di euro. Di debito di Stato mantenuto sinora fuori contabilità di Stato.
Già questo da solo ci indica quale banda di sventurati nocivi abbia tenuto per decenni, e tiene tuttora in suo potere la nazione rimasta senza libero voto: tenere fuori del bilancio dello Stato 100, se non 150 miliardi di Debiti certi dello stesso Stato.
Avrebbero probabilmente espulso dalla stessa Università uno studente che sostenesse una simile doppiezza sostanziale economica contabile di Stato.
Questa indecente condotta non appare però così inspiegabile: quei Fornitori dello Stato italiano, infatti, proprio col non venire pagati sono stati in realtà sottoposti ad un prestito Forzoso dallo stesso Stato. Prestito forzoso che venivano obbligati a sottoscrivere proprio tramite il proprio stesso Credito impagato. 
Un prestito obbligato pluriennale enorme, di circa 150 miliardi così risultati requisiti dallo Stato alle Imprese italiane.
E che prestito obbligato fosse, e anche restasse qualunque delle due Destre sia alternasse intanto al Governo nazionale italiano, lo avrebbe confermato proprio il divieto di farne intanto compensazione, agli interessati, tra avere e dare allo stesso Stato.
Lo Stato che non paga, impone, infatti, ai suoi stessi creditori di venire intanto pagato. Più prestito forzoso di così non si poteva pare proprio congegnare. Dagli spergiuri e bugiardi di Stato. Italiano.

Ma adesso, improvvisamente, il governo Monti che avrebbe dovuto già essere cessato, fa il colpo di teatro: Pago il debito nascosto dello Stato, e così inizio a restituire quel medesimo Prestito forzoso imposto sino ad ora alle imprese dallo Stato.

Gesto neutro di parziale rinsavimento, questo del governo Monti scopertosi ancora in carica mentre già non avrebbe mai dovuto più esserlo, visto che s’è votato oramai 40 giorni fa?

Mica tanto neutro, questo pur doveroso gesto di governo.
Infatti, portando il debito fornitori, che si era sino ad ora accumulato, adesso in chiaro nella contabilità, e soprattutto pagandolo con nuova emissione di ulteriore debito pubblico – ma senza adottare contemporanee misure di sviluppo equo defiscalizzando persone e aziende - questo medesimo governo Monti risulta aver condotto tutti i parametri italiani nella Ue fuori di compatibilità attuale comunitaria.
E quello che fuori non sono, fuori parametri in breve ci saranno.

Quasi al 3% infatti risulterà il rapporto debito/pil nazionale italiano solo iniziando a pagare il Debito arretrato con le imprese; di circa 128/129% il rapporto percentuale del debito assoluto italiano che ne emerge. E destinato a superare il 130% a breve se si continuerà a pagare restando in recessione come tuttora peraltro restiamo.
Perché pagare le aziende creditrici – che pure certo si deve e già si doveva da tempo – tuttavia, DA SOLO, NON FA SVILUPPO.
Dovrebbe infatti risultare evidente a chiunque che, nelle moderne società industriali, lo Sviluppo non lo evoca il finanziare i produttori, ma il liquidizzare gli ACQUIRENTI.
Dal momento che, se nessuno ricomincia a comprare, quel loro denaro alfine recuperato le aziende stesse finirebbero per metterlo in banca; se non esportarlo addirittura all’estero come già pare avviene.

Ma allora, cosa può veramente significare questo pagamento doveroso di debiti di Stato, ma intrapreso all’improvviso e fuori di ogni contesto di Sviluppo che ne assorba gli altrimenti ben prevedibili negativi effetti sui conti dello Stato stesso? Già, cosa può significare, se non è ravvedimento complessivo dentro una rinnovata conduzione dello Stato?
PUO’ SIGNIFICARTE che un governo che succeda al governo Monti, anche volendo, si troverà, di fatto, senza margini di compatibilità con i parametri europei a meno di non denunciarne la vigenza.
In pratica, a voler essere disincantati, il governo Monti ormai certo di venire a breve in qualche modo sostituito, risulta avvelenare i pozzi di chi lo seguirà; creando, per chi gli seguirà, il forte rischio di una politica economica obbligata e conseguente.
Dunque, ecco che una operazione apparentemente innocua e doverosa anche da tempo, ma fatta d’improvviso in assenza di ogni contesto e politica d’insieme coerente, risulta che prova a tentare di imporre la politica del governo Monti anche ai governi che gli succederanno.
Infatti, da questo sforare italiano adesso assai più che probabile dai parametri pattuiti, in forza degli stessi patti che sono già stati volontariamente sottoscritti, proprio la Ue potrà farsi diritto di chiedere sanzioni conseguenti e commissariamenti reali sulla sovranità vera italiana; e le due Destre nostre potranno trovare nuovo impulso a presentare, al loro stesso elettorato,  come obbligata la propria rinnovata alleanza di governo ancora una volta senza riforme. <Ce lo chiede la Ue>, per una volta, e proprio grazie al loro Monti di governo ultra scaduto, potrebbe infatti a breve risultare anche fondato come vincolo di Stato da provare a imporci questa volta dall’esterno.

Eccola la mela avvelenata potenziale del governo Monti sopravvissuto a sé stesso fino ad adesso contro ogni buon senso: 
provare a ipotecare il futuro delle scelte economiche e di governo italiano dentro un rinnovato, perentorio <ce lo chiede la Ue>. Conservando contemporaneamente, in un clima di emergenza finanziaria indotta che tutto offuschi d’intorno, il potere alle due Destre italiane adesso portate assieme anche pubblicamente.

A proposito, chi ha fatto, ed aveva fatto, del permanere del governo di Monti anche dopo le elezioni, l’unico proprio vero punto di governo post elettorale? Grillo, proprio lui il <rivoluzionario> e tramite il suo Movimento 5 Stelle. Lo ricordiamo vero, il giochino apparentemente innocuo? A che serve un nuovo governo? Già l’abbiamo il governo in Italia, basta prorogare all’infinito quello già  esistente di Monti….
Orribile dubbio conseguente: e non sarà mica nata anche una Terza destra reazionaria anche essa dentro la politica italiana, ed all’insaputa persino dei propri stessi aderenti e dei propri votanti?

Per quale ragione un simile dubbio?
Ma per la semplice ragione che nessuno, il quale sia sinceramente nell’area del Progresso, potrebbe mai augurarsi il permanere anche una sola ora dopo il voto di un governo così potenzialmente pericoloso per la coesione, l’equità,  e lo sviluppo economico nazionale, come risulta quello di Monti.

E se invece, qualcuno, se lo augura e la promuove pure, anche quella continuità d’esistenza di governo Monti precedente? Più che un dubbio si rivelerebbe quasi una certezza che possa essere nata - naturalmente anche essa senza dirlo - una terza Destra italiana anche essa reazionaria.

Eccesso di pessimismo o prevenzione?
Né l’uno né l’altro; semplicemente che pare gli antichi saggi già consigliassero: Vuoi conoscere la natura certa di un albero? Allora, guardane i frutti…. E avrai la risposta certa di che albero si tratti.



Ciò detto, tutta bene la Ue, tutta perfetta?

AFFATTO. Non va bene per prima cosa che avalli, anche se scelto da alcuni suoi Stati membri, questa autentica plateale <mattanza> degli anche propri popoli Ue e dei loro diritti seppure a mano dei rispettivi oligarchi interni; non va bene che la Ue non apra delle <procedure di infrazione> per eccesso di condotte post fasciste economico sociali da parte di propri stessi Stati membri e contro i loro stessi popoli. Non va bene affatto che la medesima attuale Ue taccia mentre questo accade sempre più spesso; e su questo suo silenzio omertoso la Ue rischia infine di perdersi assieme alla sua stessa anima fondante che era di popolo anche. E delle sue lecite speranze che l’hanno fondata.

Non va affatto bene, ancora questa nostra Ue attuale, nella elusa sovranità dei popoli elettori al suo stesso interno; molto non va bene con la sua placida convivenza, al proprio interno e della sua stessa gestione, di troppo post Fascismo economico e sociale apparso ormai troppo riemerso in troppe sue nazioni  associate.
Perché se la Ue si lascerà concretamente usare - dalle Destre nazionali allo sbando di loro consenso interno - come principale avversaria degli stessi popoli europei membri e delle loro lecite irrinunciabili speranze e diritti, la Ue, che le piaccia o meno, finirà – più prima che poi - per ritrovarsi smontata d’improvviso. Ne più né meno come <l’eterno> impero già al suo est poi scomparso d’incanto nella ribellione incontenibile delle sue stesse genti.
Perché la Ue è nata da un sogno grande collettivo di creare una speranza comune europea per Lavoro e sviluppo equo; e non può che tornare anche essa a quel sogno di tanti; o, perdersi come un incidente, se il sogno si scopra mutato in un incubo.


Ma avendo TUTTAVIA anche ben presente che tutto quello che di sfascio, di disgregazione, è emerso ed emerge al nostro interno italiano anche attuale, risulta colpa, scelta, volontà e gestione di gran lunga DOMINANTE delle nostre due Destre Reazionarie che detengono il potere politico economico italiano da oltre un ventennio.
Inutile provare a gingillarci, o farci irretire al nostro interno italiano dall’attuale e non disinteressato coro ambidestro nostrano ora mutatisi improvvisamente in: <E’ tutta colpa della Ue>.

Per riprenderci e riprenderci un’Italia prospera ed equa, pare proprio che occorrerà sostituirle con altro le nostre due Destre italiane. Sostituirle con un grande patto tra tutti i produttori di ricchezza – come nel secondo dopoguerra – per ricostruire una nazione condivisa ed equa al momento scopertasi semi distrutta. In un patto comune di speranza e di progresso.

E questo compito appare sempre più toccare a tutti noi italiane ed italiani di farlo; ed anche in fretta, prima che ci disarmino.

Altro che Intervallo per dare tempo alle due nostre Destre nostre irrimediabilmente sconfitte di riorganizzare una loro improbabile comune difesa anche di governo nostro italiano.
Altro che fare finta sia un caso il riesumare il Governo di Monti per vincolarci, invece, ancora più ai disattesi parametri europei ed ai commissariamenti conseguenti.

Ve la volete piantare tutti quanti di continuare a comportarvi come foste gli unici furbi di Stato?

Vero Presidente uscente, e Presidente che entra?

Vero nostre Destre di <lotta e di governo> solidali?


Se non ora, quando, di grazia?


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Questo post viene dedicato alle tre povere vittime di Civitanova Marche; tre italiani i quali proprio in questi giorni si sono tolte la vita, due maturi coniugi, ed il fratello di uno di essi, per la grande disperazione di non potersi più assicurare la sopravvivenza sia nell’assenza di lavoro come di pensionamento.

A queste tre infelici creature italiane, ed alle quali si chiede perdono anche da qui per non aver saputo ancora tutti noi cambiare questo assetto gestionale reazionario italiano, il miglior ricordo pare essere nelle parole che la sorella di uno di essi ha pronunciato ai funerali. Parole queste che vengono qui riprodotte come le riportava il Corriere della Sera del 7 aprile alla sua pagina 7 e a conclusione di un articolo a firma di Fabrizio Caccia.

<< Già -  conclude amara Gianna Dionisi, davanti alla tomba del fratello -. Ho detto alla presidente della Camera Laura Boldrini di chiedere al ministro Fornero se la notte riesce a dormire, E l’ho detto anche al rappresentante del Quirinale, venuto per le esequie: questo non è stato un triplice suicidio. Questo è stato un omicidio, anzi una strage.>>

Non pare che nessuno di tutti noi, e tantomeno chi si occupa o si occuperà di cosa pubblica in Italia, potrà mai ignorare questa invettiva di dolore che dal popolo italiano viene rivolta alla politica reazionaria economica e sociale attuale nostra.





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