martedì 26 febbraio 2013

IL DILUVIO - Risultati Elezioni Politiche Italia 2013

E' il DILUVIO. Degli epurati, dei purgati, degli estromessi, dei rifiutati. Dei cittadini derubati di democrazia, in un processo che cominciò il 12 Dicembre del 1969 e che si concluse il 9 Maggio del 1978, quando si aprì la stagione di contenimento di ogni istanza democratica provenisse dal popolo.


I partiti, chiusi nelle loro nicchie iper-reali, non sanno più leggere che ciò che è andato definitivamente in crisi, ovvero il loro approccio strutturalista e macchinista di intendere e fare politica e gestire il potere di delega.

L'Italia è, oggi in Europa, la punta di avanguardia di quanto sta anche accadendo in quasi tutti gli Stati europei, in Spagna come in Grecia, in Romania come in Bulgaria, in Slovenia come in Gran Bretagna. L'Italia è il Paese dove le istanze popolari stanno riprendendo vigore in forme e sostanze di ricostituzione del tessuto democratico e del patto di cittadinanza senza scivolamenti in derive e avventure reazionarie. L'Italia è oggi il Paese che, esercitando i necessari strappi verso l'Europa (e non solo quelli che invece l'attuale ceto politico agisce come il pagare le multe milionarie per Rete4 perchè fanno comodo ad alcuni ma non ai molti) può consentire a questo continente e ai suoi abitanti la possibilità di esprimere un modello di sviluppo e un patto di cittadinanza nuovo e di esempio per il mondo interno.

I più di 8 milioni di elettori del M5S, trasversali ad ogni ideologia, sono tutti là a dire che il pensiero comune dominante dell'indifferenza, del relativismo, dell'individualismo si sta definitivamente chiudendo. Quello che dovrà aprirsi spetterà adesso ai parlamentari eletti in questo Parlamento definire, con la forza del ragionamento e la ricerca dell'equilibrio, ma sempre con il faro della consapevolezza che non sono le soluzioni di marketing politicista (il Renzi di turno e quant'altro voglia definire ciò che oggi viene chiamata "offerta" politica e non "progettualità" politica) quelle che non hanno funzionato. Ma ciò che è crollato è il sistema di ingiustizia eletto a regola di funzionamento dello stesso.

Ora, a fronte di un movimento che è in molte Regioni e nel Paese intero è forza di maggioranza relativa nell'elettorato, ma non nel Parlamento per via di queste insulse leggi elettorali che hanno servito gli scopi opposti invece di quelli previsti dalle nomeclature, spetterà il riconoscimento almeno di un Presidente della Camera dei Deputati. Non farlo sarebbe un errore insanabile e funesto.
E da queste condizioni, insieme a colui che il Presidente della Repubblica indicherà come Presidente del Consiglio, fare quelle poche ed essenziali cose che serviranno a questa Repubblica e a questo popolo italiano per rilanciare in Europa e nel mondo un futuro solidale, equo, fatto di lavoro dell'uomo per l'uomo, di ricostituzione del patto di cittadinanza e di governo stesso dell'Italia per il bene generale del Paese e non di un'èlite che ormai è espressione unicamente di se stessa.

Se l'on. Bersani è in grado di assumersi questa responsabilità politico-istituzionale, faccia il suo governo e si presenti in Parlamento chiedendo la fiducia su un programma anche di rifondazione della democrazia italiana e della sua economia produttiva. Se è in grado di superare gli ostacoli ed in conservatorismi esistenti nel suo partito, chieda agli italiani presenti in Parlamento la fiducia.

Se invece non possiede lo spessore istituzionale e politico per farsi seriamente interprete del cambiamento che sta intervenendo, allora faccia arretrare il suo partito e la sua coalizione e ceda l'impegno al Presidente della Repubblica. Ritornare a votare sarebbe funesto. Fare grosse coalizioni sarebbe l'ennesimo errore di questo corpo dirigente. L'Italia si sentirebbe sola.

Personalità politiche di eccellenza (non quelle espresse dai governi tecnici finora avuti) possono, con equilibrio e tenacia, avviare seriamente la riforma principe di cui l'Italia ha bisogno: ricostruire il suo tessuto produttivo sociale e culturale, con poche e semplici parole chiave. Il M5S ne ha indicate tre: trasparenza, onestà, competenza. Sarebbero già un buon inizio. Se aggiungessimo anche equità e giustizia, potrebbe essere un serio avvio di ricostruzione del Paese.

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