giovedì 4 ottobre 2012

Le opportunità di carriera


Papa Benedetto XVI.

Oggi ho avuto un'idea geniale, ma nella mia ineffabile modestia mi limiterò a definirla una buona idea perché, come disse un poeta ad un amico mio, io sono di un'umiltà straordinaria.

Ero al bar con la dolce Scarlett, che era qui di passaggio, e parlavamo del più o del meno. Che ci sia freddo o caldo, col sole o con la pioggia, il più e il meno per la gente è il mio problema a trovare un lavoro. Non ho mai sentito parlare così tanto di lavoro e di ricerca del lavoro come da quando non ne ho più uno. La dolce Scarlett però non è così, e di fronte alla sua acqua tonica discuteva amabilmente del più e del meno con quella grazia che hanno solo le persone che sanno di cosa non si debba parlare per mantenere il buon umore attorno ad un tavolino.
Oggi però sono di un buon umore che non può essere scalfito nemmeno dall'annuncio improvviso che il governo è caduto e che ci toccherà un'altra campagna elettorale con le sue idiozie elette a sistema - sarà per la cameriera insolitamente gentile, sarà la compagnia di Scarlett, o la giornata di sole fresca per il vento, o un'idea che avevo avuto mentre vi svegliavo. "Scarlett, se vuoi puoi chiedermi anche tu come va la ricerca del lavoro, non mi arrabbio mica. Oggi va tutto troppo bene per potersi arrabbiare."
"Non hai guardato gli annunci, oggi?"
"Sì, li ho guardati."
"In genere ti fa imbestialire per tutta la giornata, mi domando perché continui a farlo proprio di mattina. Erano diversi dal solito?"
"Erano come sempre - le rispondo, e spiego col solito elenco: - Stagisti, storpi, dirigenti. A volte combinazioni: stagisti appartenenti alle categorie protette. Non pensavo che avrei mai desiderato un piede equino."
"Così potresti andare in giro col bastone come il dottor House e sbranare gli altri. Dottore lo sei: in sociologia, ma sempre dottore."
Aveva ragione. Ma il motivo della mia serenità era l'idea che mi era venuta al mattino: "Vedi, Scarlett, ho forse capito cosa farò da grande. Sono sicuro che ti chiederai come abbiamo fatto a non pensarci prima e che converrai con me è veramente ciò che fa al caso mio. Farò il trafficante."
"Ti ci vedo a vendere fumo! ti faresti arrestare dopo mezza giornata."
"Eh no, Scarlett, sbagli traffico: in Africa: diamanti e armi."
Ridiamo: l'idea che un imbranato con due mani sinistre come me possa cavarsela in mezzo ad una guerra civile nelle province orientali del Congo è ridereccia assai. Sono sopravvissuto ad un dipartimento universitario, le faccio notare: che eticamente è molto peggio.
Proprio in quegli istanti, mentre ridevamo dell'immagine del sottoscritto, dottore in sociologia, che col casco coloniale si avventura nel Nord Kivu per vendere Kalashnikov di seconda mano ad un signore della guerra gonfio di crack e circondato di bambini soldato, proprio lì si è palesata la visione che mi ha dato l'idea geniale di cui dicevo all'inizio.
Sulla piazza, sotto il sole del mezzogiorno, camminava spedito un prete. Ma non un prete qualunque, uno tra i tanti che fanno di quelle prediche sciatte che sono la prima causa di disaffezione verso la santa messa e la chiesa (ne ho sentite certe, pure ai funerali... e dire che sono le più facili: due passi del vangelo, la vita dopo la morte, la speranza - e invece certe robe da mettersi a ululare per l'orrore). Ecco, questo prete, con la sua faccia da assassino seriale e la tonaca lunga, pre-Concilio Vaticano II, la camminata rigida e un breviario nero da nemico del popolo che pareva il libretto degli appunti di un agente provocatore: lui mi ha dato l'idea geniale di cui sopra che però mi limiterò a definire una buona idea perché sono di un'umiltà straordinaria.
"Scarlett, cazzate a parte e traffico e Africa: ho trovato veramente una soluzione."
"Il narcotrafficante in Colombia?"
"Il prete."
Stava per ridere, lo vedo, ma si fa seria d'un tratto. Ha capito: "Qualche anno in seminario, e poi subito la carica. Con la crisi delle vocazioni che c'è oggigiorno ti darebbero subito una parrocchia."
"Pensa poi al fascino della divisa (che è pure elegante e molti eserciti di questo nostro mondo decadente se ne sognano una così virile), ai sontuosi emolumenti, al rispetto degli zotici analfabeti del paesello di cui ti mandano a pascere il gregge."
"Vero! - mi diceva Scarlett, e insisteva con altri vantaggi da sogno lussuoso: - E se anche lo stipendio è basso te lo metti tutto da parte perché sei spesato. Poi ti fanno un sacco di regali. E secondo me anche a donne non ti andrebbe male, che il prete, se è giovane, piace, eccome se piace."
"Comunque, per non rischiare, come perpetua chiederò di farmi assegnare una zoccola di quindici anni."
Ridiamo ancora, ma della mia depravata misoginia, non dell'idea. Scarlett approva. In fondo è un lavoro mica male. In primo luogo si è al servizio di un'azienda prestigiosa: leader del settore, come dicono negli annunci di lavoro le aziende che nessuno ha mai sentito nominare nemmeno per sbaglio. E che leader: un vero moloch di un settore che non conosce crisi, una realtà del sacro con uno storico impeccabile: duemila anni all'incirca, e con prospettive di bilancio tali da poter durare tranquillamente per altri duemila. Quella loro capacità di fare sempre la scelta più opportuna, e a volte la più biecamente opportunistica, spacciandola per una sofferta e meditata scelta di principio, fondamentale per la coerenza dottrinaria e l'aderenza alla verità rivelata: questa li rende eterni. E poi, come dice Scarlett, magari nemmeno mi toccherebbe di fare il parroco in montagna come don Camillo quando lo misero in punizione: con il mio titolo di studio mi mandano subito all'amministrazione, o addirittura all'ufficio stampa di qualche arcivescovo. Fossi più modesto di quanto sono non lo direi, ma potrei puntare anche all'ufficio stampa della Curia. A me il professor Joseph - e lo dico da ateo - sta anche simpatico, lo difendo sempre dalle calunnie dei suoi presunti sudditi, e in genere faccio il tifo per lui e mi dispiace quando fa qualche scivolone comunicativo. Ecco, a proposito di questo, se fossi stato il suo addetto stampa a suo tempo certi scivoloni non glieli avrei fatti fare e ora sarebbe il papa più amato della storia di tutti i papi, antipapi compresi: persino più amato di Wojtyla e di Bonifacio VIII, che tutti stravedevano per loro. Che roba! io e papa Ratzinger contro le forze del male! la Chiesa degli ecumenici e dei magnaccioni per lui, i padroni di casa e i datori di lavoro per me. L'idea è buona, non c'è che dire.


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