domenica 29 giugno 2014

Nasce l'Associazione "Riscossa Italiana"

Jan van Scorel, Ritratto del anabattista David Joris, c. 1635-1665




"... la parte migliore deve ancora venire..."




 Nasce l'Associazione "Riscossa Italiana". Giovedì 19 giugno a Roma, presso lo studio Limata-Greco, è stata costituita l’associazione no-profit “Riscossa italiana- Diritto e Economia per la democrazia costituzionale”; all’associazione hanno aderito, come soci fondatori, un gruppo di accreditati giuristi ed economisti. Tra i primi, il Presidente emerito della Corte costituzionale Paolo Maddalena, Giuseppe Lauricella, Luciano Barra Caracciolo, Vito Poli, Francesca Donato e Marco Mori; tra i secondi Antonio Maria Rinaldi, Cesare Pozzi, Vladimiro Giacchè, Francesco Lenzi e Nino Galloni. All’associazione aderiscono anche esponenti della cultura ed associazioni impegnate sul fronte della critica all’assetto dei trattati europei, in una cornice pluralista tra diverse aree di pensiero democratico; in tal senso hanno aderito Francesco Cariello, Diego Fusaro, Costantino Rover e Moreno Pasquinelli . L’idea-guida è quella di ristabilire, attraverso un approccio interdisciplinare, la piena operatività dei valori costituzionali e degli strumenti di politica economica, fiscale ed industriale che la Costituzione consentirebbe, anzi imporrebbe, per portare l’Italia fuori dalla crisi economica e sociale che, con l’applicazione del “vincolo esterno”, si sta rivelando interminabile e distruttiva”. In questo audio una presentazione di Antonio Maria Rinaldi e Luciano Barra Caracciolo a Radio Città
  che Vi preghiamo di ascoltare molto bene nelle critiche di carattere giuridico che vengono avanzate, e che in sintesi si articolano nelle parole di Barra Caracciolo quando, nel richiamo della nostra Costituzione e nei principi stabiliti fin dall'articolo 1 della stessa, evidenzia di come questi principi, democraticamente emanati, sono "sospesi e compressi" da ordinamenti di carattere sovranazionale che hanno tutta la natura civilistica e non pubblicistica, tanto da fargli dire che una produzione normativa di diritto privato internazionale sta piegando gli assetti giuridici democratici e sovrani di natura pubblica a queste contrattazioni che non hanno nessuna legittimazione democratica e popolare. N.O.I. ce ne eravamo accorti. E fin dalla testata del blog e dai primi post abbiamo anteposto la tutela della nostra Costituzione, richiamandone la fondazione repubblicana dell'art. 1, e richiamando a tutela della nostra Carta tutti coloro che, indipendentemente dalla collocazione ideale, oggi avvertono come prioritaria la battaglia giuridica e democratica del nostro assetto repubblicano.

1 commento:

Vincenzo Cucinotta ha detto...

Mah, mi pare che stanno ancora a dichiararsi non politicamente definiti, senza minimamente spiegare come sia possibile sconfiggere scelte di carattere politico senza dichiarare esplicitamente di fare politica ed una determinata politica.
Stiamo ancor al Titanic, con distinguo adatti per una situazione che non abbia i caratteri di emergenza di oggi. Se non lo si fa in base a delle chiare opzioni politiche, in nome di cos'altro si fa? Di essere dei valenti giuristi, dei valenti economisti? Ma il problema è davvero di competenza, economisti e giuristi di regime sono tutti ignoranti forse? No, hanno sposato una differente politica. Punto, da qui si deve necessariamente partire, sennò stiamo ancora a cincischiare, quando è evidente che non sarebbe proprio il caso.