domenica 29 luglio 2012

L'importanza di ENI come ponte tra Russia ed Italia


Uno degli aspetti meno noti della guerra libica e’ stato come l’Italia ne sia uscita malconcia politicamente ed energeticamente, pagando cosi’ il prezzo dei propri legami con la Russia.


Il simbolo di tale sconfitta e’ la chiusura del gasdotto Greenstream tra il febbraio e l’ottobre 2011 che, nonostante non avesse subito danni durante il conflitto, e’ stato evacuato da ENI smettendo cosi’ di funzionare. Tale gasdotto, che unisce l’Italia alla Libia, ha il suo punto d’arrrivo a Gela, in Sicilia, e trasporta il 12% del consumo annuale di gas italiano.
Senza entrare qui nelle decisioni politiche legate alla dismissione temporanea della pipeline analizzeremo invece dove il nostro paese si e’ rivolto per le forniture di gas. Innanzitutto va sottolineato come un altro importante gasdotto mediterraneo non sia stato coinvolto nelle vicende belliche; stiamo parlando della Trans-Meditteranean pipeline (o gasdotto Mattei) che partendo dall’Algeria fornisce gas a diversi paesi europei, tra cui l’Italia.
In Italia arrivano altri gasdotti, potenziati dopo la chiusura di Greenstream:
-TENP, un gasdotto che porta a partecipazione tedesco-italiana che trasporta in Italia il gas proveniente da giacimenti olandesi. Stranamente dopo la decisione di potenzire il flusso di gas di tale condotta ENI ha ceduto le suo quote a compagnie con capitale belga e canadese, come riportatato dal Corriere della Sera del 24 settembre 2011, sostenendo che era necessaria una razionalizzazione delle strutture non produttive…
-Transitgas, un gasdotto svizzero che trasporta gas da Norvegia e Olanda e che si immette nelle rete di SNAM Gas per raggiungere il mercato italiano. La partecipazione di ENI in tale pipeline e’ stata ceduta lo stesso giorno della cessione delle quote di TENP…
-TAG (Trans Austria Gasleitung), un gasdotto austriaco che trasporta gas russo dal confine slovacco a quello italiano. In questo caso va sottolineato come la cessione delle quote di ENI sia avvenuta qualche mese prima delle precedenti cessioni e a beneficiarne sia stato un ente pubblico: Cassa depositi e prestiti S.p.A. Forse la differenza nella destinazione della cessione e’ da ricercare nell’origine del gas…
Le coincidenze sono molte ed i sospetti che l’Italia, ed in particolare ENI, abbia pagato i legami con la Russia sembrano purtroppo confermati.

Della “razionalizzazione” di ENI, si parlava dal 2007 allorche’ la Commissione Europea, a seguito di controlli risalenti all’anno precedente, avvio’ una procedura antitrust nei confronti della compagnia energetica italiana; La sanzione rischiava di essere pari al 10% del fatturato della societa’, ossia piu’ di 8 miliardi di euro. Le trattative sono andate per le lunghe e solo la guerra di Libia ha portato ad una soluzione. Infatti la gia’ citata chiusura di Greenstream ha profondamente inciso sui bilanci di ENI e non  sembra causale il fatto che la riapertura dell’importante gasdotto segua di circa un mese, ottobre 2011, la firma definitiva per la cessione delle quote ENI nelle pipeline di cui sopra.
Sta di fatto che la battaglia dell’Unione Europea contro ENI e’ di lunga data e dal 2007 ad oggi i Governi succedutisi in Italia hanno alternato provvedimenti per recepire le indicazioni della Commissione Europea a politiche di sostegno a ENI. In maniera davvero bipartisan… Si inserisce in quest’ottica anche la cessione del controllo di SNAM recentemente intrapresa da ENI in favore della, anche questa gia’ citata nel precedente articolo, Cassa di depositi e prestiti. Tale ente aveva gia’ rilevato le quote  relative al gasdotto TAG detenute da ENI.

La cessione di SNAM e’ stata per ENI un passo importante ma doloroso, come ribadito dall’amministratore delegato di ENI, Paolo Scaroni, ma che tuttavia ha portato nelle casse del colosso energetico circa 18 miliardi di euro. Ma quello che qui interessa sottolineare e’ il ruolo della Cassa depositi e prestiti, societa’ per azioni a capitale pubblico fondata nel 2003 che sta diventando il “fiore all’occhiello” della politica economica del Governo Monti. L’Ente e’ infatti attivissimo nell’acquisizione di partecipazioni in ex-compagnie di Stato come Fincantieri o Fintecna.
Il Governo Monti sta quindi aiutando ENI ad aggirare le maglie della burocrazia europea? Senza arrivare a dire che il Governo italiano ha fatto una scelta di campo sottolineiamo comunque l’importanza dell’acquisizione di SNAM ed il fatto che circa una settimana dopo tale operazione finanziaria Monti e’ volato a Mosca in compagnia di diversi esponenti di primo livello del mondo finanziario italiano tra cui, colpo di scena all’italiana, Paolo Scaroni!!! Della nutrita schiera non sara’ inutile evidenziare la presenza anche di Enrico Cucchiani, amministratore delegato di Banca Intesa San Paolo. Se aggiungiamo che il 30% del capitale della Cassa depositi e prestiti e’ controllato da fondazioni, soprattutto bancarie, il quadro si fa piu’ nitido.
Che “l’uomo del fondo monetario” stia traghettando il nostro paese verso Mosca? Domanda alla quale non tenteremo nemmeno di dare una risposta. Rimane il fatto che il Governo ed ENI si trovano sempre piu’ legati nel decidere il destino energetico italiano, venendo forse a mala pena sopportati dall’Unione Europea che ha accolto le modalita’ di cessione di SNAM come il male minore…

A vegliare su tutto cio’ c’e’ Giovanni Pitruzzella, presidente dell’Antitrust. Pitruzzella, paladino delle liberalizzazioni, ha gia’ dichiarato che prendera’ in seria analisi il nuovo assetto di SNAM ed i “legami anticompetitivi che dovessero instaurarsi tra le societa’ facenti capo a Cassa depositi e prestiti”. Come se non bastasse Pitruzzella ha espressamente dichiarato che in Italia servono piu’ liberalizzazioni, criticando la “timidezza” del Governo Monti e politiche piu’ “europee”, dimostrandosi un fiero avversario dei corporativismi.
Ma il Governo Monti vorra’ mettere sul mercato il capitale che la Cassa depositi e prestiti sta costruendo? Dimenticavo di dire che la Cassa depositi e prestiti e’ tra i primi azionisti di ENI, dei cui dividendi beneficia…

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