sabato 16 giugno 2012

Contro l'egemonia della finanza


Non si parla che di rigore e crescita, ma ci stiamo dimenticando che l'origine di tutti i mali è la “finanziarizzazione” dell'economia. Il valore dei mercati finanziari è stimato essere almeno 10 volte il valore dell'economia reale mondiale. Finché ci si ostina a lottare contro un avversario 10 volte superiore, che può eseguire transazioni in pochi millesimi di secondo, mentre i processi decisionali democratici sono lenti e tortuosi, non vedo come si possa sperare di risollevare le sorti del grande malato Europa. Qualunque decisione venga adottata (abbandonare l'Euro, tenerlo in vita a suon di sacrifici, ecc) l'egemonia dei mercati continuerà indisturbata: dopo aver succhiato risorse alla povera Europa ed incassato i dovuti enormi guadagni, lo sciame della finanza si muoverà verso altri mercati da sfruttare ed abbandonare dopo averli distrutti allo stesso modo – e con essi anche la vita dei cittadini.  

Ritengo quindi prioritario iniziare a porre dei paletti a questo mostro che opera al di fuori di ogni regola: vietare le transazioni automatiche ed iperveloci, limitare l'utilizzo di derivati e di prodotti troppo fantasiosi non legati all'economia reale. Il percorso non sarebbe breve ma almeno prima o poi si potrà intravedere la fine di questa schiavitù.
Nel breve, l'Europa potrebbe approvare la famosa Tobin Tax, dando un segnale forte agli altri paesi. O vietare l'High Frequency Trading. Come singoli cosa possiamo fare? Iniziamo a guardare dove vanno i nostri soldi, evitiamo di acquistare prodotti finanziari dai nomi assurdi e torniamo ad investire nell'economia reale (e locale) Prediligiamo i fondi etici , appoggiamo l'economia locale, affidiamo i nostri soldi (anche solo una parte) a Banca Etica, piuttosto che alle banche tradizionali. Togliamo ossigeno e risorse alla finanza.
Non sono un utopista, sono consapevole che queste azioni non risolveranno nulla, soprattutto nel breve periodo. Ma sarà l'inizio di una lunga e dolorosa riforma del paradigma economico mondiale, che comporterà necessariamente una ridefinizione delle istituzioni sovranazionali, del modello di sviluppo e, più in generale, della nostra cultura.

1 commento:

Mario Intini ha detto...

Prometeo non dovrebbe essere scatenato... cosa che risulta difficile per Prometeo. E' per questo motivo che, oltre ad una disciplina (intesa come regola di autonomia e testimonianza di una scelta) di ognuno, occorre che sui tavoli istituzionali internazionali, e comunque nella stessa Europa o negli Stati che meglio interpreteranno questa crisi che è di perpetuazione dei processi di dominio, si avvii subito la più stretta regolamentazione dei processi di sviluppo economico e finanziario. Ogni volta che Prometeo è stato liberato dalla sua pena cui Giove lo condannò... egli come un coatto a ripetere ha sempre ripercorso la stessa strada: espansione monetaria verso i mercati emergenti, sostegno al debito sui mercati in abbandono, trasferimento globale dei rischi speculativi, sovrapproduzione, rallentamento, crisi e stagnazione. Che pagano i popoli, tutti: coloro che sono indebitati, coloro che sono iperproduttivi ma senza diritti civili e democratici.