lunedì 9 luglio 2012

FRUSCII DI GUERRA E DI DENARO



Il Segretario di Stato statunitense, la sig.ra Clinton, prima in Francia e poi in Giappone, ha tuonato parole dure contro la Cina e la Russia rispetto alla posizione che questi Paesi stanno assumendo nei confronti della questione siriana. In Francia ed in completo accordo con Hollande, Clinton ha dichiarato che "pagheranno un prezzo" queste posizioni cinesi e russe. Ed in Giappone dopo poche ore ha minacciato Assad di "attacco catastrofico" se non accetterà di lasciare la Siria per avviare in quel territorio una trasformazione politica. 
Un Assad che ieri sera in una tv germanica ha rilasciato un'intervista dove ha esplicitamente dichiarato che i servizi segreti statunitensi stanno sostenendo militarmente e finanziariamente le frange politiche  che stanno alimentando la guerra civile, e sono gli USA i principali colpevoli della situazione che la Siria oggi soffre, ed i principali responsabili delle morti che lì si stanno quotidianamente moltiplicandosi.
Nel frattempo in Iran sta accadendo dell'altro.
PressTv riferisce con voce del ministro del petrolio dell'Iran, Rostam Qasemi, che dopo quasi 15 anni di trattative, il governo iraniano e quello cinese hanno raggiunto un accordo per 20 miliardi di dollari di investimento della Cina nella zona di Azadegan e di Yadavaran per l'installazione di ulteriore 12 impianti di estrazione di petrolio.
La prima zona è ricca di buon greggio, si stimano riserve per 42 miliardi di barili, ed oggi sono presenti già 20 impianti funzionanti. Dopo gli investimenti cinesi, gli impianti della zona  pomperanno circa 700.000 barili al giorno di greggio. Questi investimenti consentiranno di aumentare almeno del 50% le estrazioni di petrolio attuali in queste zone.
L'Iran è il terzo Paese al mondo con riserve certe di petrolio, 560 miliardi di barili, di cui 140 già estraibili. Inoltre ha riserve per circa 70-100 miliardi di petrolio duro (meno pregiato). Ed il secondo al mondo per le riserve di gas naturale.
Questo accordo potrà consentire alla Cina di approvvigionarsi di petrolio e gas per parecchi anni, e sostenere i suoi appetiti energetici, che comunque potrebbe sostenere anche con la massiccia produzione di sistemi fotovoltaici (copre tutta la filiera produttiva dei moduli fotovoltaici e sono i primi ed insuperabili produttori del settore nel mondo) che però dedica soprattutto all'esportazione invece che all'installazione in casa. E anche con le installazioni eoliche di cui è anche il maggiore produttore mondiale.

Questi 20 miliardi di dollari mi ricordano quelli che la stessa Cina (attraverso le sue 2 compagnie petrolifere) investì in Libia. Ma allo scoppio delle insurrezioni libiche, parte di questi dollari furono abbandonanti sul territorio libico negli impianti e nelle infrastrutture già avviate, costringendo i cinesi a lasciare il Paese, insieme con le possibilità di acquisire il pregiatissimo petrolio libico.

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