sabato 19 maggio 2012

IL BARBECUE DELLA SALUTE


Due interessanti scritti sul blog ORONERO, uno su gli effetti economici dell'estensione dell'obesità fra la popolazione statunitense, ed il secondo sugli effetti nel mercato del lavoro.
Ormai il cane si sta mangiando la coda: l'industrializzazione della produzione agricola e dell'allevamento animale (vedasi questo video-film su Youtube o se si preferisce si legga il libro di Jonathan Safran Foer "Se niente importa" editato dalla Guanda), la modificazione e trasformazione degli alimenti resi sempre più ipercalorici, l'uso massiccio di anticrittogamici diserbanti e antibiotici, la grande distribuzione organizzata che è regolata da logiche finanziarie anzichè produttive, la concentrazione in attività produttive sedentarie, l'urbanizzazione coatta in ambienti che non consentono la mobilità fisica, il controllo semantico effettuato attraverso i mezzi di comunicazione di massa che hanno veicolato stili di vita e di consumo insalubri, e quello che ci volete aggiungere, stanno avvolgendo il sistema rendendolo costoso. Ed insostenibile.
Dal 1995 al 2001 ho avuto occasione di occuparmi di epidemiologia (principalmente nelle sue applicazioni alla valutazione dei servizi sanitari, all'esposizione ai rischi di salute derivanti dagli stili di vita e consumo e stressori sociali) e di politica sanitaria. Già all'epoca era più che evidente la tendenza a stili di vita insalubri da parte dei nostri giovani, in particolare il basso consumo di alimenti con fibre vegetali e l'uso smodato e regolare di superalcolici. Un esercito di esposti a rischi di malattie tumorali al fegato ed al colon-retto, senza contare quelle dell'apparato cardio-circolatorio: l'età di coloro che hanno già il colesterolo fuori controllo ed il cui organismo non riesce a controllare e tenere nei parametri sta rapidamente abbassandosi. Conosco personalmente persone con meno di 40 anni che non possono mangiare una fetta di formaggio senza che il colesterolo non gli schizzi alle stelle.
Insomma, inseguendo il mito della bistecca tutti i giorni, del piatto di pasta pranzo e cena, del dolce che ci allieta l'umore, siamo finiti dritti dritti nelle mani dell'industria della salute, che ci vende farmaci (mia madre ne assume 11 diversi più volte al giorno), ci fa trascorrere il nostro tempo da un ambulatorio all'altro, magari dal medico che paghiamo con le tasse perchè lavora in ospedale ma ha solo posti liberi da privato e che quindi poi ci chiede la parcella intramoenia con la complicità della sanità pubblica che ci fa la cresta... un affare per tutti, sanità pubblica finchè ci sarà per finire solo di pagare lo stipendio agli ultimi dipendenti pubblici del settore, alle industrie farmaceutiche, ai medici che non lavorano per smaltire le liste d'attesa pubbliche (che vanno di anno in anno) ma per utilizzare le strutture ambulatoriali pubbliche per le visite private. 
Ed adesso si sono inventanti che non è giusto che hai ricchi sia assicurata la sanità pubblica e gratuita. 
Che ipocrisia!!!
Solo fino a quando anche ai ricchi sarà assicurata la stessa sorte che al povero e gli stessi diritti del povero avremo uno stato di diritto. Poi sarà come negli USA, con la sanità pubblica per gli ultra 65enni ed i poveri accertati e certificati, perchè il diritto alla salute è uno stigma. Gli altri possono essere obesi e privatamente assicurati... finchè i premi assicurativi sono convenienti. Ma lì l'individuo è sovrano, e può decidere di pagare metà del suo reddito per una Blue Chip e ingozzarsi di hot dogs, oppure andare a lavorare con una assicurazione flat tipo HMO (vedi Prudential) dove magari l'ospedale convenzionato con la compagnia che il datore di lavoro può permettersi e che tu hai sottoscritto nel contratto di lavoro è distante 50 km dalla tua residenza. 
Siamo ammalati, ci drenano ogni risorsa possibile... però vuoi mettere la felicità di una barbecue nel giardino alla domenica?

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