martedì 4 marzo 2014

I nodi energetici e il pettine di Crimea: l'insufficienza delle politiche energetiche dell'Unione Europea

Alessandro Allori. Susanna ei vecchioni. 1561.
I nodi prima o poi vengono sempre al pettine. E per l'Europa e la Unione Europea è arrivato il tempo di fare i conti con una sconclusionata politica finanziaria economica ed industriale. Che poi vuol dire oggi essenzialmente ENERGETICA.

Se oggi a fronte della crisi sviluppatasi in Crimea gli USA possono fare la voce grossa, dopo aver favorito con la complicità e/o l'inezia del ceto dirigente europeo gli sviluppi autoritari e revanscisti nell'area facente parte dell'ex Patto di Varsavia e fin dentro la ex URSS, è perchè hanno - seppur con notevoli costi ambientali - raggiunto l'autosufficienza energetica.

Gli USA hanno 100 problemi: spendono il doppio dei soldi per curarsi rispetto a Paesi omologhi ma la sua popolazione ha una probabilità di vita media (o speranza di vita) peggiore di quella di Cuba; spendono mediamente più di 15.000 dollari per studente all'anno, più di ogni altro Paese, ma i suoi studenti si classificano 23esimi nelle scienze e 31esimi in matematica; 1 americano su 7 per vivere deve accedere ai "buoni pasto" del sistema di sicurezza sociale per non scivolare nella completa disperazione esistenziale; spendono una vagonata di denari per spiare il proprio popolo e quelli altrui... ma un problrma lo hanno risolto: rispetto agli altri Paesi produttori di petrolio, gli USA negli ultimi 5 anni hanno visto una crescita a due cifre della produzione di petrolio. Certo, con una tecnica il cui impatto ambientale è notevolissimo, ma adesso non sono più dipendenti dalle importazioni estere e possono liberare quote decisive di produzione per gli amici cinesi.



Il grafico di fianco può rendere un'idea di quello che è accaduto dal 2008 al 2012. In piena crisi economico-finanziaria internazionale.

L'industria raggiunge  petrolifera del North Dakota è floridissima. La disoccupazione in questo Stato è del 2,7%, e la scarsità di manodopera mette nelle condizioni persino la McDonalds di offrire bonus all'assunzione di 300 dollari ai neo assunti la cui paga oraria è qui di 15 dollari l'ora!

Certo, ci sono altri Stati che sono sull'orlo della bancarotta, ma qui l'avanzo di bilancio statale raggiunge 1 miliardo di dollari. Il numero di persone che guadagnano più di 1 milione di dollari l'anno è triplicato, su una popolazione di 700.000 abitanti, oltretutto in rapido aumento per effetto delle migrazioni intrafederali. La costruzione di nuove case non riesce a far fronte alla domanda, e gli affitti sono schizzati anche del 300%!

La tecnologia della frantumazione idraulica e della perforazione orizzontale, detenuta dagli USA, consente a questi un vantaggio competitivo che gli altri non riusciranno a colmare in pochi anni. Per chi fosse interessato ad approfondire, può dare una lettura a questo link.

Chi sta sta guadagnando da tutto questo? Certamente le società energetiche, l'economia statunitense... e provvisoriamente le casse e i bilanci statali il cui drenaggio fiscale  è cresciuto, e la popolazione che intorno ad un modello di sviluppo insostenibile ed antiquato  comunque trova occupazione e lavoro. Non certamente l'ambiente e la salute. Ma questa è una questione di scelte politiche. Un altro modello è possibile, ma l'Europa non ha centrato i suoi bersagli.

Anzi, li ha completamente falliti. E di fronte alla crisi in Crimea si agita scompostamente perchè nel frattempo le politiche nazionali e europee hanno velocemente abbandonato l'obiettivo dell'autonomia energetica per investire in gasdotti e guerre di occupazione in NordAfrica, e privilegiando l'estensione dell'indebitamento pubblico per il sostegno al consumo e all'importazione di beni esteri, sopratutto cinesi, favorendo di fatto il processo di deindustrializzazione interna e l'importazione di merci spesso di dubbia qualità (che alimentano soltanto l'industria del trattamento dei rifiuti, anche malavitosa). I piani di incentivazione al rinnovamento degli impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili sono stati creati affinchè favorissero i grossi fondi di investimento finanziario e non le famiglie e la diffusione sostenibile sul territorio. Oggi,invece, queste ultime insieme alle imprese, sostengono grossi costi energetici sulle proprie bollette per pagare ogni  anno miliardi di incentivi a questi fondi finanziari e speculativi. Solo che questi squali una volta mangiato tutto voracemente e velocemente lasciano solo carcasse, oggi rappresentate dalle numerose aziende che nel settore delle rinnovabili sono, in 3-5 anni, chiuse. licenziando i lavoratori assunti appena 2-3 anni prima in un settore che si prevedeva essere il più florido.

L'incapacità del ceto dirigente europeo la leggeremo tutta (per chi non l'avesse già fatto, o non avesse letto questo post di Pietro Acquistapace) in questa crisi delle relazioni fra Russia e Europa che si sta consumando in Crimea, dopo aver sostenuto insieme all'azione di disturbo statunitense, politiche e politiche revansciste e reazionarie solo per l'ulteriore voracità finanziaria di alcuni gruppi di potere.
E' da questa strettoia energetica che l'Europa deve ripensare il suo modello di sviluppo se vuole uscire anche dalla crisi economica ed occupazionale, oltre che politica. Inutili saranno le politiche di indebitamento che continueranno a privilegiare i consumi e le speculazioni immobiliari che fin qui hanno solo agevolato una cattiva redistribuzione dei redditi e la costruzioni di sperequazioni sociali e territoriali in Europa che hanno  privilegiato l'instaurarsi di politiche lontane da caratterizzazioni democratiche. Se invece sullo sviluppo sostenibile punteremo tutte le risorse disponibili, rendendo ancor più stringenti le attuali normative così da limitare i collassi industriali dovuti alla concorrenza sleale che proviene dai Paesi dove le condizioni di produzione industriale sono più permissive, e favoriremo gli investimenti nel settore della tecnologia per la produzione di energia da fonti rinnovabili, sul risparmio energetico, sull'innovazione tecnologica ed energetica nella meccanica dei trasporti, nella sostituzione della rete di distribuzione energetica oggi centralizzata, una speranza per questo continente ci sarà. In caso contrario, saremo alla mercè di ogni soffio di vento, anche piccolo e insignificante come quello in Crimea, che è affar loro ed era ben gestito finchè non sono intervenute deliberate politiche di destabilizzazione che han visto protagoniste anche le cancellerie europee. E i risultati sono questi: l'allarme per gli approvvigionamenti di gas naturale proveniente dalla Russia, nel caso le relazioni internazionali si incrinassero ulteriormente, sarebbero fortemente compromesse. A tutto vantaggio dell'affamata, energeticamente parlando, Cina, come è possibile leggere a conclusione dell'ultimo post precedentemente linkato, ed in particolar modo in questo, dove le relazioni energetiche internazionali possono meglio farci leggere la partita che l'Europa sta perdendo.
E a noi, italiani, non resterà che essere più poveri.

3 commenti:

Alessandro ha detto...

Dipingi un panorama drammatico e terribilmente realistico; personalmente non credo però che quando i "nodi arriveranno al pettine" staremo tutti a guardare senza fare niente; la bomba energetica si aggiungerà a quella finanziaria e allora finalmente ci saranno i presupposti per un cambiamento radicale che darà speranza e futuro ai nostri figli. Ciao Mario
Alessandro

Mario Intini ha detto...

Parafrasando il sottotitolo di un più famoso blog, staremo molto peggio, prima di star meglio.

La speranza è quella che si possa, prima che il furore si abbatta, riuscire a vedere meglio.
Ma l'inquinamento, culturale ed etico, mi appare diffuso e capillare. A questo, poi, si aggiunge una sorprendente incapacità che a volte mi risulta difficile comprendere come possa passare così... inconsapevole.
Infatti... Anche volendo restare scevri da ogni vocazione e analisi etica, il solo piano organizzativo complessivo del sistema appare lapalissianamente così piegato rovinosamente allo "spreco" che è sorprendente come ancora taluni ostinatamente continuino.
Grazie per il commento, Alessandro

Alessandro ha detto...

Probabilmente inconsapevoli siamo solo noi esseri "normali"... l'élite invece....ma te lo immagini un popolo di anche solo 1mld di persone che prende consapevolezza e la trasforma in azione.
Gli esseri umani vanno "gestiti" e l'inconsapevolezza è un'arma micidiale, soprattutto se condita con la finta libertà e il carico quotidiano di pensare a sopravvivere. La mia sensazione è che hanno i giorni contati; hanno i giorni contati lo "spreco", il consumismo sfrenato, il decandentismo culturale ed emotivo. Torneremo a volerci bene e ad amare la vita, apprezzando con stupore disincantato il mistero di esserci. MA prima bisognerà stare peggio... anche se penso che peggio di un essere umano depresso, chiuso in casa a fare finta di avere 500 amici, che non riesce ad amare se stesso, i suoi cari e la vita, è difficile immaginarlo. Io vedo un uomo incazzato pieno di energia fisica e mentale, che rischia la vita per interrompere lo "spreco" della vita e che trae gioia dal solo pensare che chi verrà dopo lui avrà una vita migliore. Mi piacerebbe vivere abbastanza per vederlo questo uomo, finalmente vivo.