giovedì 25 luglio 2013

In memoria dell'operaio

David Hurn - Galles, minatori

L'art 19 dello Statuto dei Lavoratori è stato dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale nel 1° comma lettera b) così come era stato modificato dal DPR nr 312 del 1995 - (la lettera a) del 1° comma era già stata totalmente abrogata dal DPR nr 312 del 1995).
Il testo dell'art recitava:




Rappresentanze sindacali aziendali possono essere costituite ad iniziativa dei lavoratori in ogni unità produttiva, nell'ambito:
a) (abrogato -  recitava : delle associazioni aderenti alle confederazioni maggiormente rappresentative sul piano nazionale );
b) delle associazioni sindacali che siano firmatarie di contratti collettivi di lavoro applicati nell'unità produttiva (così modificato).

Il ricorso della FIOM è stato vinto. Anche i sindacati che non sono firmatari dei contratti collettivi potranno avere i loro rappresentanti nelle RSA. La Corte ha definito le limitazioni previste dall'art. 19 "lesive dei valori di pluralismo e della libertà d'azione dei sindacati".

Questo articolo dello SdL fu voluto dagli stessi sindacati (che allora erano fortemente unitari) al fine di ostacolare la formazione e la rappresentanza sindacale di altre formazioni di tutela dei diritti dei lavoratori non cooptabili nelle sigle classiche.
Che sia stata la FIOM a distanza di 43 anni a vincere una battaglia di democrazia è la giusta nemesi per un sindacato che, chiuso esclusivamente nella rivendicazione salariale, ha col tempo smarrito il suo importante ruolo di cittadinanza nei luoghi del lavoro. Questa crisi economica e produttiva è, in parte, anche una loro responsabilità. L'abbruttimento civile sui luoghi del lavoro, e la deriva politica di questo Paese cominciata in primo luogo nelle relazioni industriali, vede il sindacato nel banco degli imputati.
Se non fosse stato per Marchionne, che ha sollevato il vaso di Pandora e messo tutti con le spalle al muro con le ragioni pertinenti che in questi ultimi anni ha sollevato, e alle quali il sindacato e la politica non sono riusciti a dare una risposta, la FIOM, ed il ruolo che ha saputo sostenere contro queste sollecitazioni, non sarebbe riuscita a segnare definitivamente e consapevolmente lo stato di crisi in cui versa il lavoro.

Non si uscirà dalla crisi senza un nuovo patto del lavoro. Lì ha, in primo luogo, sede la costruzione delle relazioni di cittadinanza. Lì, nei luoghi del mestiere e della realizzazione delle cose, si (di)segna il diritto di cittadinanza, per tutti: imprese e lavoro, imprenditori e lavoratori. Ogni altra via è solo deriva.

Cliccando qui un video di pochi minuti su cosa ha significato, a Mirafiori, il dibattito sui referendum sul contratto collettivo firmato dalla FIAT e da CSIL e UIL.





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