martedì 12 marzo 2013

Reddito basso e difficoltà a risparmiare: la crisi bistratta chi non ha una casa di proprietà



Negli ultimi vent'anni gli affittuari hanno più che dimezzato la loro quota di ricchezza finanziaria e ridotto di 4/5 la loro propensione al risparmio. 

E' quanto emerge dal "quaderno economia e finanza" di bankitalia dedicato al risparmio e alla ricchezza delle famiglie, che mette in evidenza come sia aumentata notevolmente la corrispondenza tra l'assenza di un'abitazione di proprietà e il reddito basso.

Se nel 1999 solo il 35% degli affittuari apparteneva al primo quartile di reddito, nel 2010 la quota è salita al 55%, e la crisi degli ultimi anni ha accentuato ulteriormente il fenomeno, facendola aumentare di  5 punti percentuali. Dagli anni ‘90 è salita notevolmente la quota di affittuari tra i giovani, le cui condizioni reddituali sono in continuano peggioramento e che hanno crescenti difficoltà ad acquistare un'abitazione.

Se tra il 2008 e il 2010 la propensione al risparmio degli affittuari è diminuita dal 5% all'1% del reddito, per proprietari si è ridotta solo di un punto. In passato la differenza tra le due categorie era molto più contenuta: nel 1991 gli affittuari avevano una propensione al risparmio pari al 21%, nettamente superiore a quella delle famiglie nel primo quartile di reddito, e solo di cinque punti inferiore a quella dei proprietari.

Forse è il caso di strappare quella farsa degli 8 punti della proposta di programma di Governo redatti da Bersani, che più che rivolgersi al M5S sembrano coniati apposta per trovare un accordo con il PDL.
Oppure, è meglio provare a redarne altri, che partano dall'urgenza di aumentare il potere di acquisto dei salari e degli stipendi, avviando serie politiche di redistribuzione della ricchezza. Altre formule non ci sono... sopratutto quando non ci sono soldi pubblici da distribuire, così come accaduto finora: debito per tutti, e profitti per pochi. Ai molti i sogni del mulino bianco.

O si fa presto, provando a ridurre i danni che ormai 3 decadi generazionali stanno soffrendo sulla loro pelle, oppure il fenomeno della sottoproletarizzazione colta produrrà i suoi infausti effetti. O si riducono adesso i conflitti che stanno innescando fra padri e figli, o questo Paese oltre che dividersi di fatto fra Nord e Sud vedrà anche dividersi nei contesti familiari.
L'incapacità dell'attuale ceto politico ed imprenditoriale nel rendersi conto di quanto in atto è impressionante.



Nessun commento: