giovedì 18 ottobre 2012

ATTENTI ALLE RINNOVABILI

tratto da In alto a sinistra - Erri De Luca

Sulle rinnovabili noi abbiamo scritto (vedere la sezione "energia" del blog), e messo già in guardia che il lavoro fin qui fatto dagli attuali ministri tecnici, che erano prima dei precedenti ministri politici capi dipartimento ministeriali (vedi, nella fattispecie, Clini!), sul fronte energia e risparmio energetico è stato quanto di più deleterio e funesto per le banche esposte negli investimenti verso le attività industriali costituitesi nel settore e le stesse imprese e lavoratori: a tutt'oggi tutta la filiera del settore fotovoltaico italiano è ferma, e molti sono falliti o in via di delocalizzazione. Questo è il dato di realtà. E tutto è accaduto dal 2007 al 2011, per farla lunga. Discorso a parte per tutte le imprese installatrici che adesso... stanno morendo, un po' anche per propria mano, data la scarsa lungimiranza che attanaglia, è proprio il caso di dirlo, anche gli stessi operatori economici.
Alcuni errori che sono stati fatti sono stati scritti su N.O.I. (in particolare vi segnaliamo la lettura con visione del video in questo post "La green economy che non c'è",  in quest'altro post "il petrolio di Passera e i rifiuti di Clini" abbiamo pubblicato una pratica efficace e realizzata di risparmio energetico che oltre aver fatto economia ha anche fatto risparmiare denari alla amministrazione pubblica (nello specifico l'ASL di Rimini) e infine nel video del post "Localizzazione e integrazione produttiva" indicate anche quelle che dovrebbero essere le linee guide reali (se veramente vogliamo essere più europei meno all'italiana!) 
In questo post vengono ribaditi alcuni concetti chiave che prendiamo dal blog "la nave dei folli" (nel nostro blogrool), scritto in relazione al nuovo libro bianco sull'energia stilato dai nostri ministri pochi giorni fa, ed il cui documento trovate linkato in ciò che segue.
Buona lettura





Si stanno perfezionando, presso il Ministero dello Sviluppo Economico, le linee programmatiche della Nuova Strategia Energetica Nazionale (SEN) fino al 2020. E’ utilissimo analizzarne la bozza come ha fatto la Rete della Resistenza sui Crinali:
Poiché le posizioni della rete della Resistenza sui Crinali sono le stesse che, fin dal 2009, sono sostenute dall’associazione Arcipelago Scec, dai professionisti della FIRMA ENERGETICA, da CasaClima e dall’AEEG
é necessario chiarire quali siano le criticità del documento governativo che, se verrà mantenuta l’attuale linea programmatica, consentirà al nostro paese di superare abbondantemente i limiti concordati del 17% al 2020 di consumo di energia da fonti rinnovabili, ma gravando pesantemente sulle già precarie risorse finanziarie incrementando una condizione debitoria insostenibile.
Come necessaria premessa diciamo che oggi il nostro paese ha già raggiunto, con stupefacente impulso, la soglia richiesta dal Programma Europeo 20-20-20, di consumo di energia da fonte rinnovabile per la quota del 17% sul totale necessario al 2020. Come siamo riusciti ad arrivare con otto anni di anticipo a centrare un obiettivo decisamente importante? Con il ricorso ad una dissennata e dispendiosa incentivazione che ha favorito una speculazione di proporzioni devastanti.
La logica, contrariamente alle prescrizioni dichiarate, non é stata quella del conseguimento di risparmio ed efficienza, ma della perpetuazione dello spreco applicato, invece che alle fonti fossili, alle fonti rinnovabili. Da specificare inoltre che gli operatori più attenti avevano fin da principio individuato nellefonti termiche e non elettriche il percorso preferenziale per ilconseguimento degli obiettivi  , invece si è perseguita pedissequamente la strada dell’incentivazione forsennata alle fonti elettriche. Perché?
Perché così facendo si perpetua un sistema infelicemente collaudato di drenaggio di risorse (ad oggi 170 miliardi di euro alle rinnovabili che diventeranno 230 fra vent’anni) attraverso la componente A3 delle bollette dell’energia elettrica, dalle tasche dei contribuenti, a tutto vantaggio di pochi speculatori molto poco interessati agli equilibri ambientali ed al riequiibrio della condizione debitoria.
“170 miliardi di euro cumulati”….. L’ordine di grandezza del PIL gravita intorno ai 1500 miliardi di euro. Il cosiddetto “Fiscal Compact” a cui il governo italiano ha recentemente aderito prevede (dopo il pareggio di bilancio) un rientro dal debito pubblico mediamente del 3% del PIL all’anno per vent’anni, cioé 45 miliardi all’anno che condanneranno, nella migliore delle ipotesi, alla miseria la prossima generazione di lavoratori italiani.
Catastrofismo? Certamente no!
Attraverso strategie di risparmio ed efficienza energetica, sapientemente applicate, potremmo uscire dalla crisi nella quale ci troviamo; si continua però ad esercitare il massimo sforzo proprio sull’obiettivo già raggiunto con otto anni di anticipo, impiegando miliardi di euro pagati dai consumatori di energia elettrica trascurando i settori “calore” e “trasporti”. Forse perchè, in questo caso, si dovrebbero attuare soprattutto risparmi e non sprechi.
Si tratta di un’implicita ma clamorosa ammissione della volontà governativa di distribuire risorse pubbliche a favore di interessi privati. Diventa allora necessario moltiplicare l’attenzione e gli sforzi, da parte di tutti gli operatori impegnati nella ricostruzione, ad un tempo culturale, economica ed ambientale, non dimenticando che l’unica energia risparmiata sia quella non consumata, per privilegiare poi una strategia progettuale opportuna.
Alcuni esempi, già ampiamente ed efficacemente sperimentati, sono l’abitare sostenibile (case passive e riqualificazione energetica ed edilizia degli edifici), puntare sulle  fonti rinnovabili termiche, massima attenzione all’idroelettrico, non ancora in condizioni di pieno utilizzo (soprattutto nel settore micro e mini) ed alla geotermia a bassa entalpia, questa illustre sconosciuta che, con impatto ambientale quasi nullo,  risulta essere perfettamente in grado di farci raggiungere obiettivi di grande risparmio ed efficienza.
Da notare che stiamo parlando di comparti dove l’eccellenza, il know-how, lo sviluppo d’impresa e le risorse sono rigorosamente nazionali. Altro comparto di importanza strategica sia in termini ambientali, sia economici, che potrebbe consentire al nostro paese di raggiungere un obiettivo di forte riduzione delle emissioni attraverso l’ottimizzazione delle reti e l’impiego di tecnologie innovative é quello dei trasporti. E’ nato in Lombardia e poco alla volta si estenderà a tutte le province della penisola un progetto fortemente innovativo di mobilità sostenibile.
Muoversi in accordo, da parte di tutti gli operatori impegnati nei progetti sopra menzionati, può rappresentare la chiave di volta per sganciarsi dalla spirale innescata dal debito che, lungi dall’aver individuato strategie di ripianamento praticabili da parte governativa, risulta essere forzatamente e tragicamente incrementato.
Enzo Cirone
Genova



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