mercoledì 26 settembre 2012

Cosa mai unisce due terremoti gravi del suolo e un terremoto grave delle istituzioni laziali?



Il Movimento Popolare del Lavoro ha scelto, come sua linea di condotta, di non dedicare ogni suo impegno di presenza ed attività tanto ad attaccare chi già detenga oggi il potere politico, territoriale e nazionale italiano.

Ed ha anche scelto di non dedicarsi ad emettere proprie eventuali condanne od assoluzioni su presunti accadimenti gravi nazionale.
Condannare od assolvere compete, infatti, esclusivamente al Magistrato.

Il Movimento Popolare del Lavoro ha infatti scelto di impegnarsi per proporre ed attuare propri Programmi concreti e condivisi di soluzioni positive alla nostra gravissima situazione nazionale. ECONOMICA e SOCIALE.

Osservando quindi, non senza un certo sgomento, il crollo istituzionale della Regione Lazio, MPL non propone al riguardo sue pur ovvie considerazioni etico comportamentali.
Ma proverà ad esprimere, anche a questo riguardo, quello che gli appare il compito proprio della politica positiva: ESPRIMERE GIUDIZI DI OPPORTUNITA’.

E in questo suo atteggiamento, MPL, Movimento Popolare del Lavoro, si è trovato a dover scoprire che un filo unico sembra collegare, a questo punto, due grandi terremoti della terra italiana con un terremoto grave ma delle nostre coscienze: Abruzzo ed Emilia i primi due, e Regione Lazio l’ultimo.
Cosa li unisce dunque, queste gravissime vicende recenti italiane, pur se apparentemente così diverse, le prime due e l’ultima?
L’OPPORTUNITA’.
Che nella valutazione politica non pesa affatto poco.

Guardiamolo, allora, il filo comune che risulta collegare le così apparentemente diverse vicende.



REGIONE LAZIO.
Proviamo dunque ad osservarne assieme alcuni aspetti del suo <terremoto istituzionale> recente come ce le documenta l’Informazione nazionale, da Corriere della Sera di Lunedì 24 settembre pag.3 di Fiorenza Sarzaini:

<<le erogazioni ai gruppi politici della Regione Lazio sono lievitate senza che fosse fornita alcuna giustificazione specifica.
Le decisioni dell’ufficio di presidenza, poi ratificate dal consiglio regionale che hanno consentito di passare da un milione di stanziamento ratificato il 26 gennaio 2010 (la giunta all’epoca è guidata dal centrosinistra) ai 14 milioni dell’8 novembre 2011 – sono sempre state motivate da una esigenza di denaro. >>
(…)


E guardiamolo meglio anche nel dettaglio, allora, la cavalcata vertiginosa, in tempi come in importi, che sembra compiere la esigenza di denaro presso la Regione Lazio e sempre nel medesimo articolo del medesimo quotidiano nazionale:


<<Il primo provvedimento preso dopo l’elezione della nuova giunta guidata da Renata Polverina risale al 14 dicembre 2010. Il denaro messo a disposizione dei partiti viene aumentato fino a 5,5 milioni di euro.

Il 10 febbraio 2011 l’ufficio di presidenza decide all’unanimità che quello stanziamento è congruo. (…)
Ma due mesi dopo, il 4 aprile, arriva una nota firmata dal funzionario Maurizio Stracuzzi che segnala come <<la disponibilità attuale del capitolo 5 non consente, nei prossimi mesi, di soddisfare le obbligazioni.
Non viene effettata alcuna verifica ulteriore visto che appena 24 ore dopo si riunisce l’ufficio di presidenza e si determina uno stanziamento aggiuntivo di 3 milioni di euro. (…)

Il 19 luglio 2011 si segue la solita procedura. A cambiare è solo la formazione dell’ufficio di presidenza (…). Ma il risultato è identico. (…) E’ stato lui, cinque giorni prima dell’incontro, a sottolineare la necessità di altri 3 milioni. Detto, fatto. Grazie alla sintonia che regna nell’ufficio di presidenza tutti i gruppi avranno i soldi in più.

Si arriva così al 2 novembre 2011. Stracuzzzi usa la stessa formula generica per chiedere altri 2,5 milioni di euro. L’organismo guidato da Abruzzese procede, senza sollecitare chiarimenti, sei giorni dopo.
>> (…) .

PER INCISO, poi c’è pure chi sostiene che la burocrazia italiana sia paralizzante. Altro che paralizzante. Quando chi può volere vuole, pare piuttosto che Vola….


E il terremoto vero, grave ora dell’Emilia e già dell’Abruzzo, cosa c’entra?
A parere del Movimento Popolare del Lavoro, altro che se c’entra.


PROVIAMO AD OSSERVARE ASSIEME, infatti, quel che ora segue.
Quello che il medesimo quotidiano Corriere della Sera, lo stesso giorno 24 di settembre appena trascorso, pubblicava nella sua successiva pagina 6 nell’articolo di Giusi Fasano. Proviamo.

Titolava infatti il relativo servizio sul giornale:

<< la ricostruzione ferma quattro mesi dopo Nemmeno un euro agli sfollati.>> (…)

<<Ricostruzione,>> per adesso è una parola grossa.
Da Cavezzo a Concordia, da Mendola a Finale Emilia, da Camposanto a Cento, la necessità del momento è dare una casa a chi vive ancora nelle tende o nelle roulette prima che arrivi l’inverno.

Oppure pagare il promesso contributo per la sistemazione autonoma a chi si è organizzato per conto proprio e ha trovato casa in affitto o si fa ospitare da amici e parenti. Il fatto è che nessuno ha avuto ancora un solo centesimo. (…)

(…) Sono fortunata anche se alla bella età di 69 anni, da pensionata, ho cominciato a pagare un affitto di 400 euro più le spese. E ho dovuto pagare anche 300 euro per la recinzione di sicurezza. Nessuno mi ha ancora dato un soldo>> inutile spiegarle che l’ordinanza è stata emessa che deve pazientare ancora un po’.

<<io devo vivere e mangiare adesso>> interviene la sua amica Annamaria , pensionata pure lei e alloggiata da amici <<dopo venti giorni in una tenda che poteva anche andare, ma se lei avesse visto l’indecenza dei bagno…>>

Nelle tendopoli il freddo si fa sentire, soprattutto di notte. Nei dodici Comuni terremotati dell’Emilia ci sono ancora tendopoli aperte per 3.061 sfollati (…)

(…) chi ci aiuterà se qui ci hanno tolto persino la cucina? Dicono che non ci sono soldi e ci portano i piatti già pronti che costano meno. I moduli dove dovremo vivere arriveranno a fine dicembre e comincia a fare freddo.>> (…)


C’entra a parere vostro, l’Emilia, ed il Lazio di oggi?

A parere di MPL, altro se c’entra….

Provate infatti, a collegare.


“ “ Non viene effettata alcuna verifica ulteriore visto che appena 24 ore dopo si riunisce l’ufficio di presidenza e si determina uno stanziamento aggiuntivo di 3 milioni di euro.
con
(…) “ “ < la ricostruzione ferma quattro mesi dopo Nemmeno un euro agli sfollati.



e se non ci convince del tutto, ecco l’aiuto ulteriore che puntuale arriva:

“ “ Si arriva così al 2 novembre 2011. Stracuzzzi usa la stessa formula generica per chiedere altri 2,5 milioni di euro. L’organismo guidato da Abruzzese procede, senza sollecitare chiarimenti, sei giorni dopo. >

e magari a confrontarlo anche con

<<io devo vivere e mangiare adesso>> interviene la sua amica Annamaria “ “
“ “Nelle tendopoli il freddo si fa sentire, soprattutto di notte. Nei dodici Comuni terremotati dell’Emilia ci sono ancora tendopoli aperte per 3.061 sfollati >>



E, l’Abruzzo terremotato?

Non pervenuto. Risulta infatti disperso, sul fronte dell’Informazione riguardo all’andamento della sua anche ricostruzione e della condizione della sua, e nostra popolazione italiana.
Tanto che, forse occorrerà una spedizione sul posto, magari di MPL, per sapere cosa ne è degli amici e delle amiche abruzzesi terremotati e della anche loro ricostruzione….
Forse magari perché siamo risultati così sopraffatti da drammi e da tragedie nostre italiane di questi ultimi tempi. E la nostra Informazione prevalente, pare non riesca a soffermarsi su più di una tragedia…nuova al mese….


L’OPPORTUNITA’, infatti, a questo punto, pare grida vendetta.

Così come l’uso di pubbliche risorse nostre nazionali.
Quelle dei pensionati deindicizzati, delle donne e ragazzi disoccupati, degli esseri umani italiani parcheggiati nella casella buroocratica attuale di esodati, della aziende stremate e desolate…

L’OPPORTUNITA’ POLITICA avrebbe voluto, diremmo meglio preteso, che non accadesse niente di tutto questo.
Che non si può largheggiare, forse tanto meno dissipare a altrui discrezione, pubblico denaro mentre la intera nazione soffre COSì TANTO.


La politica, anche solo per opportunità, se fosse rimasta vicino alla sua gente, NON AVREBBE MAI DOVUTO FARLO.
Per l’unico, bastante motivo, che non appariva opportuno che accadesse. E invece, accade. Anche questo. Di INOPPORTUNO.

E un filo rosso, di disagio e di dolore collettivo di ciascuno di noi, e della nazione intera, unisce adesso, in modo assai evidente, saldamente le tre, seppure tanto diverse, amarissime vicende. Abruzzo, Emilia, ed ora Lazio.


E adesso, che facciamo? 
Ci sfoghiamo nel disappunto condiviso, senza però una proposta concreta ache senza sedere nel Parlamento nazionale e nel Parlamento Regionale?

No. MPL, una sua concreta proposta la lancia alle forze politiche italiane oggi risultate presenti nei Palamenti nazionali e Regionali.

DA SUBITO, per autoriduzione, tutti i fondi attualmente nella disponibilità del funzionamento dei Gruppi parlamentari nazionali e regionali e territoriali in generale, e senza tra loro distinzioni, tagliate dell’80%;

e contemporaneamente anche autotagliati, del 70% tutti i fondi nazionali di finanziamento alla politica italiana a qualsiasi titolo oggi esistenti.

E tutto quel che rimarrebbe di stanziamenti di sostegno alla vita politica ed istituzionale di Gruppi centrali o territoriali senza eccezioni, tutto erogato SOLO in Servizi di scopo, senza un solo euro passato a discrezione in altrui tasche.


MPL, Movimento Popolare del Lavoro, se chiamato ad operare, così farebbe. Iniziando da sé stesso.
Secondo il criterio universale che, il fabbisogno del <pane>, anche istituzionale, può ricevere un pubblico sostegno; ma le <brioche>, chi le desidera, se le finanzia unicamente con le proprie private di risorse.


E LE DISPONIBILITA’ DI DENARO PUBBLICO COSI’ IMMEDIATAMENTE RECUPERATE E RISPARMIATE?
Attribuite immediatamente alla Protezione Civile, a titolo permanente, per sopperire alle più immediate esigenze delle italiane e degli italiani terremotati. Da subito.

SI PUO’ FARE. Che suona bene. Pure in italiano. Anche senza inglese.


E perché si dovrebbe fare una simile istantanea autoriduzione volontaria?
Perché lo richiede la Opportunita’. Etica, e della rappresentanza condivisa. E tanto basta.


In fondo, a parte tante chiacchiere non sempre risultate disinteressate, la vera antipolitica attuale risulta proprio questa:
quella delle attuali forze politiche, e nella loro prevalenza, che hanno responsabilità di gestione e di rappresentanza nazionale e territoriale.
Certo con le sicure molteplici eccezioni. Sia individuali, come collettive. MPL, infatti, non è sorto per <tranciare> giudizi su di altri e tanto meno emessi a <metro quadro>.
Ma per proporre rimedi e soluzioni condivise.


E, infatti, cos’è poi alla fine la Politica positiva e condivisa?

Lo strumento democratico che ci siamo dati tutti assieme per scegliere, decidere anche quello che si deve fare. E, poi valutare anche come venga fatto in attuazione. Con lo strumento sovrano della democrazia, al quale ogni potere e ruolo dello Stato democratico, ovunque, cede il passo, del voto individuale, libero e segreto e con preferenza espressa.


Per rendere meglio l’idea, potremmo forse anche noi usare la felice frase che un politico autorevole della cosiddetta prima Repubblica, rese celebre e che suonava all’incirca:
<<Il Convento è povero, ma i Frati sono ricchi>>.

Solo che lui, allora, si riferiva al suo Partito che a breve avrebbe collassato d’immagini e anche di consenso, così scomparendo dalla scena politica italiana di lì a breve.
Oggi, invece, quella cruda frase risultata così chiara di contenuti anche attuali, appare, purtroppo, doversi riferire non ad un partito politico soltanto. Ma, alla nostra nazione italiana intera.
Appare essa infatti, la nostra società italiana tutta, il CONVENTO che è OGGI <povero>.
E non ci serve certo la guida né tanto meno il navigatore , a tutti noi italiane ed italiani, per individuare chi siano oggi i FRATI invece risultati più che <benestanti>.


Gran parte dei nostri <guai> italiani di gestione, anche attuali, in fondo, risultano nascere proprio da qui:

AVER LASCIATO CHE LE NOSTRE RAPPRESENTANZE POLITICO GESTIONALI NAZIONALI O TERRITORIALI, SI TRASFORMASSERO, QUASI SENZA CHE CE NE ACCORGESSIMO, IN GRASSE FINANZIARIE.
Ma alimentate con denaro Pubblico. Cioè di tutti noi. Con tutto quel che ne consegue.


E adesso, che la politica italiana, in questo semplice e veloce modo, avrebbe così fatto soltanto il suo dovere, possiamo dire anche all’attuale Governo nazionale in carica: COSI’ NON VA BENE.
Voi, dove eravate quando gli italiani d’Emilia non hanno efficace e tempestivo riparo e sostegno? Non avevate i soldi?
Andate a casa, e così risparmiate. Anche voi.


da MPL http://www.movimentopopolaredellavoro.it/

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