giovedì 14 giugno 2012

LA GREEN ECONOMY CHE NON C'E'. COME LA DEMOCRAZIA

Il video che potete vedere anche cliccando qui è solo un eclatante esempio dei danni della declamata green economy ai territori italiani, sullo stile delle pratiche di reclutamento dei lavoratori ed affidamento dei lavori ad aziende terze appaltanti e sub-appaltanti, e degli effetti di accrescimento della nostra spesa energetica in bolletta per via di generosissimi  incentivi alla produzione di energia fotovoltaica (ma anche eolica!), che però non sono andanti in favore  delle famiglie o delle imprese italiane ma unicamente di grossi gruppi finanziari internazionali, con sede legale in Europa ma con finanziatori extraeuropei.
Questo è anche lo scandalo dell'Europa. 
Un'Europa che ha nel suo cuore uno Stato dove è permesso di far da ponte internazionale per la depredazione del lavoro, per l'impoverimento dei territori e il suo utilizzo improprio, per il drenaggio di denari dalle famiglie e dalle imprese, con ricchezza che lascia i nostri confini per dirigersi altrove, con investimenti che senza creazione permanente di lavoro ed occupazione hanno rendimenti di profitto  che un normale imprenditore potrebbe soltanto sognarseli.
Hanno continuato ad acquistare i nostri titoli di Stato finchè è stato consentito alle orgie finanziarie di scorazzare e depredare 2 volte il nostri patrimonio territoriale democratico e civile. Ed appena ci si prova a non stare più al gioco baro, ecco che ti ritrovi con i "mercati" che vengono a dirti che se vuoi i soldi in prestito (magari i tuoi che stai pagando in bolletta energetica con gli incentivi alle energie alternative) devi pagarmi più interessi perchè sei inaffidabile. 
Ebbene, il governo per questa gente non emana decreti salva italia che preveda revisioni retroattive degli accordi che sono stati presi e stipulati a suo tempo sulle somme di incentivazione delle produzione di energia elettrica da fonti alternative. No, per queste predatori di ricchezze non è stato minimamente pensato di rivedere drasticamente il sistema di incentivi alla produzione di energia fotovoltaica, perchè tanto viene pagato dalle famiglie e dalle imprese in termini di ridotto potere d'acquisto e minore competitività per i maggiori costi energetici che un'impresa deve sostenere. E quando si prova, come vorrebbe fare il ministro Clini, a rivedere il sistema di incentivazione per renderlo più sostenibile, si grida al complotto contro l'unico settore economico che tira. Gli installatori di impianti fotovoltaici urlano e minacciano licenziamenti, mentre nel frattempo hanno ingrossato i loro portafogli e si sono alleati con gruppi finanziari energetici e industriali stranieri che non avevano nessun interesse allo sviluppo industriale ed economico dei nostri territori. Anzi, gli effetti sono stati (e lo sono ancora) la chiusura ed i fallimenti di tutte le imprese produttrici di moduli fotovoltaici italiane e tedesche in primis. E le pochissime che restano sono in mani extraeuropee, e lì lì per chiudere. A noi adesso resta solo da pagare. O gridare al protezionismo, tanto l'ignoranza economica di questo Paese è diffusa anche nella sua èlite.
Una nemesi per l'Europa, non c'è che dire. Indignazione e castigo per dei popoli ostaggio di retoriche ecologiste ed ambientaliste da salotto, della faciloneria del massimo profitto con il minimo sforzo, dell'arraffa arraffa basta che a me vada meglio che al mio vicino. 
A poco servono i lavacri e i pentimenti dell'on. Bersani che ieri abbiamo assistito in Parlamento, o i toni minacciosi verso la Germania dell'on. Alfano. Serve rimettersi a lavorare, ristabilendo da adesso lo stato di diritto e la legalità (non nel 2018, come prevede la legge anti-corruzione), riformulando un patto di cittadinanza che passi attraverso il lavoro ovvero con i blocchi degli aumenti salariali la riduzione delle ore di lavoro e nuove assunzioni compensative alla riduzione oraria e l'allargamento delle basi imponibili (come fecero Francia e Germania negli anni '90 quando, non potendo svalutare come facemmo noi con l'allora Presidente Ciampi, distribuirono lavoro), ripagare il debito pubblico nelle mani straniere congelando gli interessi per i possessori italiani del debito pubblico a non più del 2%, chiedendo agli italiani di investire meno in borsa (tanto l'80% dei lavoratori italiani è assunto in imprese non quotate) è di comprare BOT con i loro risparmi, prima che si prosciughino. E sopratutto, rivedere le cosiddette leggi bancarie votate nel '93 dall'allora governo Amato, che hanno deresponsabilizzato i nostri istituti di credito difronte ai loro clienti e risparmiatori. E rivedere gli stili di consumo e di acquisto (è incredibile che nelle nostre macellerie e banchi dei supermercati non si trovi carne italiana, ed invece i Mc Donalds ne fanno hamburgher a 1 euro!) 
Andare a Berlino per dire, o ridire, che a fronte del sostegno ai privilegi intoccabili di pochi l'Italia è disposta a vendere le sue proprietà mobiliari e immobiliari migliori. Tanto varrebbe diventare da subito un'appendice di un'impero qualsiasi, si chiami FMI o BCE o Commissione Europea o Stati Uniti o Russia o Cina, invece che farli attendere ancora per un po' sull'uscio di casa perchè non è tutto ancora perfettamente apparecchiato.
Se questa classe politica e questo ceto dirigente non trova il coraggio di rimettere in discussione le politiche di redistribuzione dei redditi fin qui attuate (senza fare spesa pubblica e senza eurobond, ma aumentando i livelli di equità),  se non trova il coraggio di fare politiche i cui effetti ricadano su tutti e non su pochi, se non ritrova il coraggio di fare politiche popolari dismettendo quelle populiste finora attuate e che ci hanno fiaccato nello spirito e nel corpo, non potrà esserci un destino diverso per l'Italia rispetto a quello che vediamo quotidianamente leggere negli occhi spaventati ed inermi del Presidente Monti, e nei toni rabbiosi ed impotenti del ministro Fornero. 
Chi ha tempo non aspetti tempo. 
E' già notte da un pezzo... e senza sole il fotovoltaico non produce energia.

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