sabato 1 settembre 2012

CARLO MARIA MARTINI


"Oggi il malato è per lo più consegnato ai medici, alla medicina, alla tecnologia. Ma non basta, non può bastargli. Al malato è necessaria un'interpretazione del suo stato di paziente, e la medicina non può dargliela. La medicina si preoccupa di come curare il male, di come rimandare la morte, spesso ad oltranza. Ma c'è il rischio di rimuovere lo spazio in cui la persona può elaborare il significato della malattia. Occorre sempre ricordare che la tecnica riguarda i mezzi e che, se presume di essere il fine, diventa un idolo. (...) La malattia non è semplicemente un problema di medicina: è una domanda di aiuto, di amore, di senso"

C.M. Martini, Sul corpo, Centro Ambrosiano, Milano, 2000, pp. 24-25

"E' noto l'aneddoto: il cardinal Schuster aveva già dettato l'epigrafe funebre per l'amico don Calabria, affermando che questi "Rifulse come luce per la Chiesa di Dio". Invece, fu il beato cardinale a precederlo, sia pure di pochi mesi (Schuster morì il 30 Agosto, don Calabria il 4 Dicembre del 1954). Così don Calabria il 30 Agosto indirizzava al Vicario Capitolare, mons. Bernareggi, un telegramma: "Costernato dipartita Eminenza Cardinale Arcivescovo porgo vivissime condoglianze promettendo suffragi anima grande rifulgente luce santità cui efficace intercessione raccomando me e opera tanto da Lui amata".

C.M. Martini, prefazione a Giovanni Calabria Idelfonso Schuster - Le Lettere (1945-1954), Jaka Book, Milano, 2000, p. 9

La poesia è di Mario Luzi

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