martedì 16 luglio 2013

Dacci la nostra donnina quotidiana

Le donne della Costituente 


Su D.B.Q.S. Luciana Littizzetto era già stata smontata come la donna della televisione che, in contrapposizione a quella tutta culo e tette, nell'immaginifico delle genti che consumano televisione e luoghi comuni si è andato nel tempo costruendo, ovvero della donna che "prende le parti".
Il sindacato UBS, invece, incide sulla ferita narcisistica aperta di questa donna della propaganda, quando in un controspot ci ricorda che non tutti siamo piccoli borghesi ridanciani e/o seriosi ed intellettuali nei divani serali della domenica sera a renderci partecipi del tempo (nullo e vuoto) che fa.

Così come alla segretaria della CGIL Camusso non deve essere ancora tanto chiara che la condizione attuale del lavoro e dei lavoratori non è una questione nominalistica, ma sostanziale, nella dinamica di avvilimento e di regressione civile e democratica di cui è oggetto il lavoro e i lavoratori, insieme alle imprese dei piccoli artigiani e dei piccoli imprenditori. 



Le imprese che falliscono per poche migliaia di euro di tasse non pagate mentre vantano crediti nei confronti dello stesso Stato creditore per multipli delle stesse, giovani che non sanno più come prostituirsi per trovare un lavoro che sia uno, non più giovani che debbono rivivere, una volta espulsi dai luoghi di lavoro, una condizione ancor peggiore di quella dei giovani, pensioni inesistenti fratturate fra diversi binari contributivi che, non ostante le promesse di unificazione, di fatto non esiste se non sei tu a versare altrettanti denari, come se fare un lavoro diverso e con contratti diversi non debba prevedere anche un'assunzione di responsabilità da parte della comunità e dello Stato, ma sia un rischio esclusivo del lavoratore, magari obbligato anche dalle contingenze.

La segretaria Camusso non deve aver molto ben chiaro di cosa si sta rendendo complice, o forse lo sa molto meglio di quanto noi si possa intendere. Anzi,  ad una persona presentata dai media come contestatrice,  Dilva Giannelli (vedi anche qui una sua presentazione), membro di ATDAL over 40 (link già da un pezzo esistente nella nostra lista "esercizi di stima" e con un post di presentazione scritto ormai tempo fa), la segretaria Camusso chiede  ascolto anzichè prestarlo per la diversità del ruolo da entrambi ricoperto, e crediamo sia proprio questo domandare ascolto, da parte di una persona che non solo ha possibilità di parlare a platee estese ma anche quando vuole, la prova che, come tanti novelli giacobini Robespierre, tentano di convincere sè stessi di quanto vanno dicendo. Un uomo o una donna di potere non chiede ascolto, ma ascolta. Anche solo per via del fatto che producendo politiche (direttamente o indirettamente) che ricadono sulle vite delle persone, voce ne emette. E che quindi, quando una flebile voce si solleva dal silenzio cui si assiste, non gli si chiede di tacere e capire. E' una questione anche di consapevolezza del potere del ruolo che si riveste.
Ma, evidentemente, non sono questi che incarnano il potere, ma solo i "commerciali" di chissà quale altro potere, agenti di commercio che mandati in missione debbono "convincerci" della bontà delle loro argomentazioni e delle loro pratiche e del prodotto che stanno vendendo per conto di un altro. Proprio come fa un qualsiasi agente commerciale quando, alle tue dubbiose sollevazioni, replica stizzito interrompendoti e chiedendo ascolto, gentilmente per non offendere il probabile cliente: mi stia ad ascoltare, ascolti... Lei non ha capito.
Ormai offendono sistematicamente la propria di intelligenza. Oltre che quella nostra.


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