venerdì 6 luglio 2012

SIRIA: Botti piene e mogli ubriache

via Cartografare il Presente - situazione fino ad aprile 2012

Quello che sta avvenendo in Siria e’ oggetto degli articoli dei piu’ seri analisti ed i mezzi di informazione di mezzo mondo se ne stanno occupando. Quello che mi propongo di fare qui e’ rimettere insieme i pezzi del mosaico in particolare per quanto riguarda il lato energetico.
In Siria e’ in scena un vero e proprio chaos diplomatico con attori protagonisti e non protagonisti.

Andiamo nell’ordine e analizziamo punto per punto:
-Russia: principale alleato della Siria, ne sfrutta il petrolio esportando armi. L’alleanza russo-siriana e’ una delle chiavi di volta della geopolitica mediorientale.
-Iran: storica alleata della Siria in chiave anti-israeliana. Si pone come protettrice delle comunita’ sciite in tutto il medio oriente.
-Cina: ha forti interessi economici in Siria. Ha interesse ad una politica di lungo termine che preveda un regime stabile (se dittatoriale poco importa).
-Arabia Saudita: si pone come protettrice delle comunita’ sunnite.
-Turchia: ha rapporti con la Siria mutevoli nel tempo. Con Erdogan si stavano superando molti motivi di contrasto, ma ora e’ ritenuta addestrare e finanziare le formazioni anti governative siriane
-Israele: e’ formalemte ancora in guerra con la Siria per via delle alture del Golan, ma un suo ingresso in scena avrebbe effetti devastanti nella regione. Troppo pericoloso urtare Iran e Libano (Hezbollah)
-Hezbollah (e non Libano): I libanesi non vogliono la guerra (sbagliando si impara) ed Ezbollah vuole soldi e rifornimenti, posizione da Conte di Salina
-USA: si pongono come mediatori ma nell’amministrazione americana fervono i dibattiti. Attaccare la Siria significa probabile guerra con l’Iran, e la Russia non starebbe certo a guardare
-Unione Europea: a lei interessano solo petrolio e gas per tirare una boccata d’ossigeno (!!!)
E proprio tramite gas e petrolio arriviamo a quello che sembra un vero e proprio suicidio diplomatico a lungo termine. Secondo diversi commentatori infatti l’ipotesi che si sta tentando di realizzare e’ quella di mantenere Assad al potere (un Assad che non sta capendo assolutamente nulla di quanto accade) e “pacificare” la regione per poter sfruttare il greggio proveniente dal medioriente. La Siria infatti si trova in una posizione strategica come punto di arrivo delle pipeline provenienti dai paesi produttori dell’area.
Le soluzioni che l’occidente si starebbe apprestando a realizzare sono:
-Mantenere al potere Assad; per quanto tempo non e’ dato sapere.
-Riconoscere il diritto russo ad usare ed ampliare la base militare di Tartus. Di fatto riconoscere la supremazia russa nella regione.
-Usare la Siria come hub di due pipeline portanti il greggio in occidente. La prima proveniente dal Qatar e dall’Arabia Saudita, di fatto la Trans-Arabian Pipeline, esistente ma da tempo non in uso. L’altra proveniente dall’Iran e passante per il sud dell’Iraq.
-Riconoscere a Iran e Arabia Saudita la loro influenza su rispettivamente sciiti e sunniti in Iraq e generalmente nell’area.
Qualche rapida conclusione: che il petrolio non sia alieno dalle motivazioni delle violenze e’ intuibile dal fatto che gli scontri si concentrano in aree intorno importanti impianti di estrazione e raffinazione; cosi’ come numerosi sono i sabotaggi alle condotte. L’Iran e’ scomparso dalle pagine dei giornali, almeno come nemico pubblico, il che fa sospettare che qualche accordo sia in corso, soprattutto in merito ai suoi giacimenti di gas e petrolio. Ma il punto piu’ importante, e forse il meno discusso, e’ che dare riconoscimenti a Iran ed Arabia Saudita, storicamente nemici, siginifica molto probabilmente spostare in Iraq le tensioni, con risultati non prevedibili.
Probabilmente stiamo assistendo all’ennesimo tentativo di trovare soluzioni immediate senza considerare le conseguenze sul lungo periodo, un politica che si e’ spesso dimostrata fallimentare…

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