sabato 14 luglio 2012

LA CORSA GLOBALE ALLE RISORSE ENERGETICHE

Sabbie petrolifere in Alberta - Canada 
Le relazioni internazionali fra USA e Cina stanno molto velocemente raffreddandosi, e se non fosse per il basso profilo che sostengono i dirigenti politici cinesi  - per opportunità essendo impegnati nella sostituzione di quasi tutti i membri del Comitato Centrale in autunno -, ne ascolteremmo molte di più di vicendevoli frasi minacciose, che per adesso provengono in via quasi esclusiva dalla Clinton, tutte riferite alla situazione siriana.
La Siria è certamente l'ultimo avamposto sul Mediterraneo della Russia, e seppur non possieda grosse riserve petrolifere, essa è l'ultimo tessera per chiudere definitivamente l'Iran dal punto di vista geografico in Medio Oriente, un Iran dove sono attualmente in avvio importanti e considerevoli contratti per lo sfruttamento di alcuni giacimenti di petrolio da parte degli investitori cinesi. Ne abbiamo dato cognizione in questo blog qui. Ma la Cina sta anche concludendo tutta una serie di accordi commerciali con l'Iran nel settore delle telecomunicazioni.
La questione della corsa all'accaparramento energetico sta però arrivando alle porte degli USA.






I due grafici che seguono sono ripresi dal sito della U.S. Energy Information Administration. E ci illustrano le cifre del fabbisogno energetico degli USA ed il mix delle fonti energetiche impiegate. Rispetto al 2008, l'utilizzo del carbone è molto diminuito (dal 23 all'attuale 20%), è diminuito l'utilizzo dello 0,7% di uranio, è diminuito anche l'utilizzo del petrolio ( dal 37% all'attuale 35,3%) . La compensazione è avvenuta attraverso la crescita dell'utilizzo di fonti energetiche rinnovabili (+ 2,1%) e soprattutto di gas naturale (+ 11,3%).


                                                                                                                                                                                  


Apparentemente sembra tutto OK. Gli USA stanno seguendo le dinamiche occidentali di approvvigionamento energetico, consolidando la varietà delle fonti energetiche e spingendo per quelle rinnovabili e per le fonti fossili meno inquinanti, come il gas naturale.
Ma da chi importano in particola modo il gas naturale? Dal Canada.
Il Canada possiede petrolio non di alta qualità, proveniente in particolare dalle sabbie petrolifere, le quali richiedono una tecnologia di estrazione e raffinazione costosa, sia dal punto di vista impiantistico che manutentivo. Inoltre l'estrazione di questo petrolio crea numerosi problemi di carattere ambientali derivante dagli scarti che si generano e dalla terra che deve essere movimentata. Però possiede grandi giacimenti di gas naturale (insieme a Russia e Australia sono i principali fornitori di gas naturale) e, come è il destino di tutti i paesi fornitori di fonti energetiche fossili, buona parte del reddito nazionale è ottenuto dalle vendite di queste fonti nei mercati energetici. Il Canada è un Paese poco popolato, e con una non estesa attività manifatturiera... ma con un alto tenore di vita, che mantiene attraverso le esportazioni di petrolio, gas e legname. Per sostenere il suo reddito nazionale il Canada ha aumentato le esportazioni riducendo i suoi fabbisogni energetici interni derivanti da queste fonti, ed avviando una forte e profonda riconversione energetica verso le fonti rinnovabili, in particolare quella fotovoltaica. Infatti, ha disposto incentivi alla produzione energetica fotovoltaica che premiamo esclusivamente i prodotti fotovoltaici fabbricati in loco, riuscendo così ad attirare molti investitori internazionali, anche italiani, e facendo crescere lo spessore manifatturiero del Paese.
Fatte queste premesse, leggiamo su Zero Hedge che c'è una corsa da parte dei Paesi asiatici (Corea del sud, Cina e Giappone) ad effettuare investimenti per accaparrarsi le riserve di gas naturale canadese e per la costruzione di gasdotti con i terminal sulla costa occidentale del Canada, dove poi saranno installati impianti di liquefazione del gas per garantire le efficienze di trasporto fino in Asia. Attualmente India, Cina e Taiwan sono i principali acquirenti di gas naturale liquefatto, che poi viene rigassificato e reimmesso nelle condotte interne di questi Paesi. E le società petrolifere cinesi stanno pagando sull'unghia le cifre richieste per assicurarsi le future forniture di gas.
Quindi, la Cina sta andando a giocare la partita dell'approvvigionamento energetico in casa nel Nord America.
Parallelamente, c'è da considerare che le più grandi e migliori riserve di uranio sono possedute dalla Russia, e questa fonte energetica sta più velocemente esaurendosi. E il potere della Russia nelle forniture di uranio potrebbe crescere nel breve periodo.



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