venerdì 24 agosto 2012

Ma che razza di imbroglio sarebbe mai?



Si fa, recentemente, un gran parlare di Riforma elettorale, qui da noi in Italia. Con andamenti peraltro da ottovolante. Fatta, disfatta, ci siamo quasi, non se ne fa niente, accordo imminente… Questo risulta infatti, nella sua sostanza, il titolare principale nei media di questi mesi.

Apparso accompagnato, contemporaneamente, senza che risulti un minimo pudore di chi risulta impegnato nella costruzione della Torre di Babele made Italy, dalla noticina usuale  sempre accanto che le nostre attuali major della politica partito, si starebbero industriando a mettere a punto il migliore sistema elettorale, dal loro punto di vista evidentemente, che gli garantisca  comunque una forma di maggioranza propria prevalente. Qualsiasi eventuale risultato esca dalle urne.



E già questo, appare alquanto sconvolgente: dopo aver assistito a maggioranze anche inverse che normalmente, in questi ultimi venti anni, giunte a controllare il Parlamento, appaiono essersi rifatte ciascuno, a volta a volta, un sistema elettorale preteso su misura. Per sperare di durare meglio qualunque fosse poi il vero livello del consenso.

E siccome in un Paese come il nostro, a crescita zero da quindici anni, e a quasi -3% da oltre un anno poiché <lo stanno salvando>, il consenso vero prevalente appare merce alquanto volatile, accade allora che, qualunque legge elettorale ti confezioni su misura, dopo che l’hai già appena usata efficacemente, scopri che però, adesso, invece ti garantisce nel futuro poco niente.


E se accade di scoprirti in una tale circostanza, che fai, conseguentemente?
Cambi programma, cambi gruppo proprio dirigente, torni magari in mezzo alla tua vera gente?
In genere pare che invece, e ormai da tempo, SI CAMBINO LEGGI ELETTORALI. Sull’istante.

Impresa ardua di per sé farsi un vestito adatto elettorale su misura. Figuriamoci quando ora il <sarto> dovrebbe fare un vestito da poter indossare, con uguale soddisfazione, ad un cliente basso, uno smilzo e alto, e un altro cicciotello.
Potrebbe, allora, pare, anche venire fuori un’ipotesi così.

Come si poteva leggere oggi, a pag.12 del Corriere della Sera in un articolo di Alessandro Trovino e dal titolo:

Riforma elettorale, primo progetto per l’intesa.

E vi si poteva leggere nel corpo dell’articolo citato:

“ “ < (…) Un’idea d’accordo c’è già e prevede un sistema misto, d’impianto proporzionale ma con correttivi maggioritari: i seggi dovrebbero essere assegnati in parte con collegi uninominali e in parte con liste bloccate.
Si prevede anche un premio di maggioranza, che dovrebbe andare al primo partito. E una soglia di sbarramento del 5 per cento o dell’8 in almeno tre regioni (per favorire la Lega).

Se l’impianto è ormai condiviso tra i tre partiti principali, restano da definire diverse cose.
La dimensione del premio di maggioranza, che oscilla tra il 10 e il 15. Il Pd accetterebbe di rinunciare al premio di coalizione ma solo in presenza della quota più alta  (il premio potrebbe spettargli secondo i sondaggi), mentre il Pdl vorrebbe tenerlo basso, intorno al 10%

Altro elemento da definire, la quota di ripartizione tra seggi e collegi, per alcuni intorno al 50 per cento (ma si parla anche di 2/3 collegi e 1/3 listini bloccati. Infine, le modalità di assegnazione dei seggi in compensazione proporzionale e come premio di maggioranza: potrebbero essere assegnati prendendoli dai non eletti delle liste (quindi tra i nominati, messi dai partiti per garantire quadri e dirigenti senza appeal elettorale) oppure ripescati dai migliori perdenti dei collegi. (…) >


Senza alcun riferimento al giornalista citato, e il quale anzi, risulta avere fatto più che del suo meglio efficace provando a <nuotare> dentro un altrui risultato intruglio: MA CI AVETE CAPITO NIENTE SU COME VORRANNO FARCI VOTARE?


Eppure, se c’è una cosa che dovrebbe risultare semplice e lineare, risulta proprio il SISTEMA ELETTORALE.

Perché tutti, delle e dei connazionali vi si debbono indistintamente poter esprimere, tutelare e comprendere agevolmente ed agevolmente  tutti anche saper usare.


Questa volta, che facciamo, una deroga all’uno solo per volta in cabina elettorale, ed assegniamo, un tutor di complemento, nel seggio, e che ci segue fin nella cabina consultando il libretto del regolamento che intanto ci sussurra nell’orecchio? E chi non sente? Gli vota direttamente l’esperto?

Andiamo allora, a chiedere soccorso alla Costituzione nostra vigente:

Art. 48 (…) il voto è personale e uguale, libero e segreto (..)


Intanto, ecco finalmente un articolo scritto ben in chiaro. E che chiunque comprende certo bene. Evidentemente, i padri costituenti non avevano l’odierno problema di mancanza di consenso da provare a nascondere con parole a volte parse oggi altrove quasi un non senso.


Letto, e chiaro l’articolo costituzionale vigente, alcuni dubbi tuttavia divengono impellenti:

Se il voto è personale e UGUALE, come fa l’articolo costituzionale ad andare d’accordo con i premi eventuali?
Perché, se il mio voto finisce a valere doppio, con il Premio ottenuto, come mai farà ad essere uguale al voto tuo rimasto non premiato?


Se il voto è personale e UGUALE, come farà l’articolo costituzionale ad andare d’accordo persino con lo sbarramento?
Perché, se il mio voto che esprimo, poi lo annulli in quanto ritenuto inferiore ad uno sbarramento preteso ora d’accesso, come mai farà ad essere uguale al tuo che invece designa tranquillamente un eletto?


Se il voto è personale e uguale, LIBERO E SEGRETO, come mai farà l’articolo costituzionale ad andare d’accordo con liste che altri mi confezionano già bloccate, dunque non tanto Libere, e forse neanche tanto Segrete anche nel loro  risultato?


Come dicono? Sono solo piccolezze di dettaglio irrilevante?

Arbitro, ..Arbitro….. ma dove è finito l’arbitro che qui pare stiano facendo goal anche con le mani….


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