lunedì 27 agosto 2012

La Grecia svende tutto, e Kiev volta le spalle a Mosca


Come e’ noto in Grecia si sono aperti i saldi, alla ricerca di liquidita’ per saldare i debiti Atene ha messo in vendita praticamente tutto il patrimonio pubblico. In realta’ le privatizzazioni sono da tempo al centro delle agende politiche greche, ma il succedersi delle elezioni, e dei Governi, ha fatto si che il programma venisse ritardato, senza contare le problematiche dovute all’opinione pubblica che ne ostacola la realizzazione.

 Tuttavia la pressante necessita’ di ripagare i debiti contratti fa si che oggi ci si trovi di fronte ad una vera e propria svendita, come dimostano le aspettative del Governo che dai 50 bilioni di euro preventivati per la cessione di beni statali ed infrastrutture e’ ora arrivato a dichiarare di aspettarsi entrate per circa 19 bilioni. E gli esperti stanno rivedendo le cifre al ribasso…

Quello che ci interessa qui e’ la messa in vendita, oltre che di porti e di aereoporti, di DEPA, la compagnia energetica statale, per la quale esisterebbero gia’ offerta provenienti da Russia, Francia e Italia. DEPA e’, con l’italiana Edison, la compagnia che detiene il progetto del gasdotto ITGI, recentemente scartato dall’Azerbaijan come mezzo per far giungere il gas azero in Europa. DEPA detiene anche la rete greca di infrastutture per il trasporto del gas, il che ne fa un interessante oggetto d’acquisto nel panorama energetico europeo.

Tale progetto era infatti uno dei principali gasdotti previsti dal “corridio sud”, il piano energetico dell’Unione Europea, e la stessa Grecia rientra nei percorsi di diverse pipeline in attesa di realizzazione, nonche’ in concorrenza tra loro. La cessione di DEPA era gia’ stata ventilata dopo la bocciatura di ITGI, e sembra significativo che ora tra i possibili acquirenti non risulti la compagia azera SOCAR che a suo tempo si era invece mostrata disponibile a rilevare le quote della societa’ greca. Non scende invece l’interesse per DEPA da parte di GAZPROM, il colosso russo che sta procedento a vele spiegate nella realizzazione dei piani energetici di Mosca.
Questa contesa geopolitica fa si’ che le privatizzazioni greche acquistino un significato ed una rilevanza che le misure economiche di altri paesi europei piu’ perifici non hanno: basti pensare al Portogallo, un paese che ha recentemente privatizzato praticamente tutto senza che essere illuminato dai riflettori dei media. La grecia ha infatti una posizione geografica centrale nel contesto energetico europeo, in particolare per quanto riguarda il trasporto del gas dal Mar Nero, un obiettivo che l’UE ritiene fondamentale per il suo futuro.

Se quindi i russi vedono la possibilita’ di sbarcare nell’Egeo tuttavia devono registrare lo smacco subito proprio nel Mar Nero. L’Ucraina ha infatti dichiarato di avere concesso i diritti per lo sfruttamento del giacimento di Skifska all’americana ExxonMobil ed all’olandese Royal Dutch, preferendole alla russa Lukoil. La scelta segue quella con la quale, in maggio, Kiev aveva affidato lo sviluppo di altri due giacimenti a Shell ed a Chevron.

Stando alle dichiarazioni ufficiali giustificanti le decisioni prese anche l’Ucraina sembra quindi partecipare alla moda dell’estate, ossia quella della “riduzione della dipendenza energetica da Mosca”…

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