giovedì 14 giugno 2012

A CHE ORA E' IL DEFAULT DELL'EUROPA? - di Mario Seminerio (www.phastidio.net)

Riportiamo il video (il link è questo) di Mario Seminerio ieri a Uno Mattina.
Mario Seminerio è curatore del blog Phastidio (qui su N.O.I. inserito da subito nei link) e che seguiamo ormai da moltissimo tempo e dai suoi primissimi scritti, confrontandoci con le analisi che da tempo va elaborando, fin da quando si veniva derisi dai lucignoli di turno per quanto si affermava e dichiarava invece nel paese dei balocchi che è stata l'Italia, facendoci diventare un popolo di burattini-pinocchi gabbati dai gatti e le volpi di turno. E Seminerio non è un estremista di un qualche cosa... ma un liberale, che vorrebbe perfino privatizzare l'acqua pubblica!, cosa che qui a NOI non ci vede affatto concordi perchè l'acqua è di tutti... prima che un bene e pure comune come piace  dire a qualche ingenuo. Paroline, quelle di bene comune, che sanno tanto di chiacchiera, se ancora le parole significano qualcosa. Perchè anche le scale condominiali sono un bene comune... ma non di tutti!
Oggi queste persone, come Seminerio, vengono invitate, tardivamente, a chiarire un po' le idee in orari e contenitori di palinsesto televisivo alquanto insoliti. E da liberali veri e con parole difficili.
Seminerio interviene sulla questione del prestito alle banche spagnole, e forse a quelle italiane. Certo, si può sempre dire che della finanza possiamo farne a meno. Però se un ministro delle finanze austriaco, la sig.ra Fekter, dice la verità sulle banche italiane, serve a poco rispondere stizziti che dire la verità è cosa... phastidiosa! Non è con la censura (che sembra affascinare molto questo esecutivo) che risolveremo i nostri problemi. Nè tanto meno aspirare che le banche possono pure chiudere domattina e chi se ne frega: è dai tempi di Nabucodonosor che si prova a farlo, insieme alla costruzione delle mura fortificate delle città... che poi crollano.
Per chi vuole continuare a leggere, riporto in lettura uno scritto che da il titolo a questo post, e che è tratto dal suo blog. Chissà che da questioni finanziarie non si cominci a comprendere che possono diventare questioni politiche di equilibri interni ed internazionali. Magari così condividiamo una preoccupazione un po' più seria rispetto a quella se a Cassano piacerebbe o meno avere un gay in squadra. Come ben scrive Daniele Mattioli oggi sul suo blog Transit - ogni cosa è connessa (clicca qui per leggerlo).
Buona lettura.


A che ora è il default dell’Europa? - di Mario Seminerio (www.phastidio.net)

“La Spagna è sulla strada giusta”. Lo ha detto il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, in uno statement sugli esiti dell’Eurogruppo di oggi. Schaeuble ha sottolineato che la Spagna è sul percorso giusto “grazie alle riforme avviate nel settore del mercato del lavoro, delle Regioni, e altri campi importanti”. ”Una parte del settore finanziario – ha aggiunto però – deve ancora digerire le ripercussioni dell’esplosione dell bolla immobiliare che, a causa dei necessari ammortamenti in questo ambito, porta a un bisogno di capitale non insignificante” (Ansa, 9 giugno 2012)

Evidentemente, erano i mercati a non aver capito.

Certo che, se concedi un prestito ad un paese, facendogli aumentare il debito di un sesto, e il primo giorno di mercato aperto successivo a tale “concessione” si verifica un’esplosione di rendimenti e spread, non ti viene in mente che possa esserci giusto qualcosa di vagamente disfunzionale, nell’intervento e nella logica generale che esso sottende? E quando quel paese sarà colato a picco per effetto di un credit crunch esacerbato da una stretta fiscale senza fine, dopo aver mancato il target (già innalzato) del debito-Pil al 5,3 per cento e finirà all’8, come da più parti si pronostica a mezza voce, che farai, dirai che quel paese non ha fatto i “compiti a casa”, o che deve “insistere sulla strada delle riforme”?

Non lo sappiamo, ma sappiamo per certo che in quella circostanza alcuni ottusi replicanti di casa nostra arriveranno a dare manforte, con la loro lunare ipotesi di “efficientare” un paese che sta per perdere l’accesso ai mercati finanziari oppure che lo manterrà ma a costi stratosferici, cioè destinati a vanificare qualsiasi tentativo di ripresa. Probabilmente finirà così, sulle note di pifferai “esperti” che di questa crisi hanno capito NULLA da subito, arrivando dapprima a negare l’esistenza del contagio finanziario in Eurozona, poi invocando l’esigenza di mettere a tacere e sedere trader e gestori di portafogli, colpevoli di fare soldi sulle disfunzioni istituzionali altrui.

E lo sanno, tutti i liberisti da filarmonica di casa nostra, che da un crack sovrano difficilmente usciranno elettorati di puri e puristi hayekiani e misesiani ma, assai più probabilmente, torme di terrorizzati fasciocomunisti nazionalizzatori e collettivisti? Queste sono le utopie di gruppi ultraminoritari soggiogati dal fascino dell’ingegneria sociale che ci ha regalato follie rosse e nere, inutile stupirsi.

E mentre aspettiamo questo esito, non possiamo che essere terrorizzati scartando questa ennesima caramella avvelenata:

”L’Italia ha fatto molto, e con successo, e la strada è quella giusta”. Lo ha detto il portavoce del ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble a Berlino. Se Roma porterà avanti “in modo coerente” il percorso imboccato, ha aggiunto Martin Kotthaus, l’Italia potrà superare la situazione. “L’Italia non è in pericolo”, ha concluso il portavoce in italiano (Ansa, 13 giugno 2012)

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