venerdì 9 agosto 2013

Se lo vediamo tutti noi...

Pietro Rotari, ragazza con un libro (dettaglio), c. 1750-1762

La consapevolezza di poter essere visti dall'impersonalità dell'occhio sconosciuto, procedura contemporanea del processo autopoietico di destituzione soggettiva dell'identità che la tecnologia della ri-presa video permette e diffonde, segna e significa l'abdicazione quotidiana del riconoscimento della nostra traccia nel mondo. Attraverso questa abdicazione ed il processo che la agevola, oggi perdiamo la percezione temporale e spaziale del nostro agire fattivo.




Oggi la stessa partecipazione, cioè il nostro (di ognuno) essere presenti in quel tempo ed in quel luogo per assumere la "parte" più prossima alla nostra organizzazione cognitiva e significante della relazione con il mondo, diventa attraverso la ri-presa video espressione vuota indicante solo l'inafferrabilità di quanto ci sta dinanzi, la cui cosa resta assente alla nostra presa perchè unicamente ri-presa da altri e rappresentata (recitata) nell'istanza meramente riproduttiva del senso già (pre)scritto.
Se il potere della poiesis aveva preso in carico i nostri corpi fisici,  l'assalto finale del neo-potere, operato diffusamente dagli stessi assoggettati, è rivolto direttamente agli stessi processi di ri-produzione identitaria: c'è uno stretto parallelismo fra l'espressione contemporanea del potere finanziario ed economico che si traduce nell'astrazione del processo di valorizzazione della ricchezza e il permanente consumo dell'habitus dell'Essere.


 

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