Un po' di verità comincia a scriversi su quanto accaduto nel settore delle produzioni di fonti di energia rinnovabile, in particolar modo per quella fotovoltaiche, che vede oggi tutte le fabbriche italiane produttrici fallite e chiuse (XGroup, Helios Technology - marchio storico che senza gli incentivi esisteva dal 1981 - Solsonica, ecc).
In pochi anni si sono bruciate risorse finanziarie ingenti
in nome dello sviluppo del fotovoltaico.
A beneficiarne non è stata l’indipendenza energetica, il prezzo
del chilowattora, neppure la manifattura italiana e tanto meno i
consumatori. Anzi, proprio questi ultimi si sobbarcano il costo degli incentivi
elargiti all’energia fotovoltaica. Stiamo parlando di 6,5 miliardi annui, circa
130 miliardi per l’intero periodo incentivato.
I sostenitori dell’energia solare portano a dimostrazione
del successo di questa manovra di politica industriale, la tumultuosa crescita
della capacità installata. Vero. L’Italia con oltre 16 GW solari supera di gran
lunga tutti gli altri paesi (eccetto la Germania). Ma se avessimo concesso la
stessa entità di incentivi a una qualsiasi attività, che so, la produzione di
lacci da scarpe, avremmo constatato uno sviluppo non da meno di questo
settore. E’ vero, ammettono alcuni, stiamo spendendo molto, ma questo
settore è un volano per l’innovazione tecnologica con ricadute per la filiera
industriale nazionale e l’occupazione. La retorica della green economy si
spreca e la realtà è molto, molto meno seducente. Eccetto ovviamente, per chi
veramente ci guadagna dal fotovoltaico. E’ proprio quello che andiamo a
scoprire nel pamphlet “Chi ha ucciso le rinnovabili?” che spiega in
linguaggio piano e passo per passo, come funziona il business fotovoltaico che
ogni anno, costa al paese sei volte il valore dell’accordo sulla produttività
siglato tra Governo e Sindacati. Solo per fare un paragone.
Sia chiaro, non siamo contro la tecnologia dell’energia
solare anzi, arriverà il momento in cui questa forma di energia contribuirà in
modo decisivo ai consumi elettrici mondiali. Denunciamo invece la modalità
completamente sbagliata, speculativa, inefficiente, di sostegno al fotovoltaico
che ha anche l’effetto perverso di affossare il resto delle rinnovabili. E la
causa è una sola e si chiama ingordigia. Di chi?
Delle industrie cinesi e dei fondi d'investimento stranieri in parchi fotovoltaici (di cui la Puglia ma tutto il Meridione è tappezzato!): l'80% del fotovoltaico installato vede beneficiare questi fondi finanziari e grosse compagnie energetiche, e i produttori di moduli fotovoltaici cinesi. I produttori europei, per stare dietro a queste politiche di incentivazione hanno finito di cuocersi... nei debiti. E non contiamo come sono stati commissionati gli appalti per l'installazione di questi parchi. Noi qui ne parlammo nel post La Green Economy che non c'è e nel post Attenti alle rinnovabili.
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