“La Commissione europea è più preoccupata di fare gli
interessi di una casa farmaceutica americana che di assicurare la sopravvivenza
di decine di malati colpiti da una grave e rara malattia del fegato?”, si
domanda Libération.
Secondo il quotidiano (cliccando qui l'articolo originale) da tre anni Bruxelles si oppone con tutte le sue forze alla
messa sul mercato europeo di un farmaco, l’Orphacol, prodotto dal piccolo
laboratorio francese Ctrs e in grado di evitare una morte certa alle persone
colpite da una rara malattia incurabile.
L’accanimento burocratico non è
spiegabile con alcuna motivazione legata alle salute pubblica, dato che il
parere scientifico – e dei 27 stati dell’Ue – è unanimemente favorevole verso
un farmaco di provata efficacia. A beneficiare del veto della Commissione è
soprattutto un’azienda americana, Asklepion Pharmaceuticals, controllata dalla
Chiesa avventista del settimo giorno. Il laboratorio statunitense ha infatti
depositato una richiesta di autorizzazione per un farmaco concorrente – ma che
non esiste ancora – presso l’Agenzia europea del farmaco (Aem) con base a
Londra.
L’atteggiamento di Bruxelles è “incomprensibile”, ammette un
funzionario della Commissione. Come sottolinea Libération, infatti, “la
Commissione europea di solito si trincera dietro i pareri degli scienziati
delle diverse agenzie europee”. Il quotidiano di sinistra punta il dito contro
Patricia Brunko, capo dell’unità che si occupa dei farmaci presso la direzione
generale “salute e consumatore” della Commissione, che pare “intenzionata ad
affondare l’Orphacol”. Libération sottolinea i legami della vicenda con l’affaireDalli:
è risaputo che il capo di Brunko era l’ex commissario John
Dalli, allontanato in ottobre dal presidente della Commissione europea José
Manuel Durão Barroso a causa del sospetti
di corruzione nel settore del tabacco. “In ogni caso l’Olaf, l’ufficio
antifrode della Commissione, non è stato interpellato”, sottolineano a Parigi.
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