E allora, magari vi starete già chiedendo,
Perché questa stessa comunissima persona, perché tra tanti già guai anche suoi certi, andarsi ora anche a cercare un possibile rischio potenziale ulteriore e come questo? Visto che si può facilmente immaginare con quale <gioia> potrebbe venire accolto da poteri presenti, tanto più se avrà come spero la forza di farsi condurre dal sogno italiano attuale, un possibile nuovo competitore oggi anche in MPL.
Perché questa stessa comunissima persona, perché tra tanti già guai anche suoi certi, andarsi ora anche a cercare un possibile rischio potenziale ulteriore e come questo? Visto che si può facilmente immaginare con quale <gioia> potrebbe venire accolto da poteri presenti, tanto più se avrà come spero la forza di farsi condurre dal sogno italiano attuale, un possibile nuovo competitore oggi anche in MPL.
Andiamo per gradi. A provare di spiegarlo.
In
occasione della crisi globale del 2007 cominciai a dedicarmi a seguire,
raccogliere, selezionale dati ed opinioni e a molti livelli anche mediatici, a
possibile sostegno concreto di una sensazione che mi veniva sempre più
emergendo già direi a primo colpo d’occhio.
E
cioè: ma questa non è tanto una crisi da derivati, o ….da depravati.
Questa,
mi appariva infatti già allora, una crisi da <povertà di massa>.
Ed infatti, le
banche e le società pubbliche di garanzie americane, sono nella realtà saltate
perché i debitori americani sui loro mutui erano progressivamente divenuti
incapienti a pagarne le rate. Sempre più alte, contro loro redditi da lavoro
invece sempre più bassi.
Tanto
che non appare infondato oggi asserire che, se la allora politica americana
avesse soccorso il lavoro dei debitori, rendendoli a quel modo di nuovo capaci
di onorare i propri mutui, le banche americane avrebbero sofferto infinitamente
meno. Alla faccia dei derivati, che infatti ancora risultano pare in uso…
Comunque,
anche dopo che il salvataggio americano delle proprie banche le aveva alfine
stabilizzate con una immissione <raccapricciante> - per la quantità
impegnata di denaro pubblico - non sembrava sfuggire già da allora che questa
crisi da povertà di massa aveva ancora accesi nel modo focolai potenzialmente
devastanti. Ed in Europa in specie.
Questo
faceva ritenere che la crisi ancora in corso, ed avviatesi nel 2007, potesse
risultare anche in questo assai simile a quella del 29 nel secolo scorso
Che
Roosevelt fermò una prima volta a livello americano. Per poi trovarsela
riaccesa, a livello mondiale di nuovo, nel 1937. E DALL’EUROPA.
La
documentazione che veniva intanto raccolta, le tante voci autorevoli o di noi
popolo in seguito ascoltate ed annotate mentalmente, mi confermarono in questa
già iniziale valutazione.
Che
sin da quegli anni la vera crisi Europea fosse la distruzione del Lavoro e dei
suoi leciti redditi equi.
E la povertà già oramai diffusa soprattutto del suo Sud – dell’Europa – che già ne discendeva.
E la povertà già oramai diffusa soprattutto del suo Sud – dell’Europa – che già ne discendeva.
Con
l’allargarsi conseguente della forbice europea di povertà di massa incombente.
Quanto
all’Italia, mi si proponeva, già da allora, come l’ennesima potenza della
possibile prossima crisi europea economico sociale.
Noi
Italia, nel dilagare della povertà di massa nostra risultavamo infatti esservi ben
dentro ormai già dal 2010. E crisi di povertà che avanzava anche a vista
d’occhio, la nostra. Come già il deserto che si mangia intere pianure e culture
al suo silenzioso incontrastato avanzare.
Solo
una accortissima costruzione mediatica, apparsa sin da allora prevalente tra la
nostra Informazione, ne teneva nascosta, a noi italiani stessi, la enormità socio economica di quel che ci
succedeva.
Del
resto, quando leggi, in quegli stessi anni, che l’allora Arcivescovo di MILANO
aveva attivato – in LOMBARDIA ! - un fondo diocesano di solidarietà alle
persone ed al loro Lavoro cessato, e ci associavi i rapporti
Confcommercio che già nel 2010 denunciavano la retrocessione in corso dei
consumi interni e allo stesso tempo segnalavano che il 70% del pil italiano si
basava proprio sui consumi interni, non potevi avere molti dubbi dove si
andasse a parare tutti noi italiane ed italiani assieme.
Nel
disastro.
Che
si sarebbe poi oggi rivelato come il peggiore disastro economico sociale
individuale e collettivo dalla fine della seconda guerra mondiale.
E se
ti restavano dei dubbi, essi sparivano quando documentavi anche che poco più
del 5% della popolazione della nostra nazione già allora deteneva oltre il 55%
della intera ricchezza nazionale. Numeri da pre Rivoluzione francese apparivano,
infatti, quelli nostri italiani e già di allora.
Ma
come era stato possibile avviare anche in Italia una simile concentrazione di ricchezza
ed a scapito di tanti?
Con
due leve essenziali, già appariva.
Aver
spostato quasi tutta la contribuzione fiscale individuale dalle imposte
dirette, cioè il reddito personale, alle imposte indirette e ai Servizi.
E
avervi anche sopra scaricato una vertiginosa levitazione di costi, tutt’ora peraltro
in corso, dei Servizi essenziali; o i costi della loro stessa soppressione.
Perché anche i Servizi sono reddito individuale; aggiuntivo, o perso.
Appare
evidente, infatti, che se ora devo pagare delle cure, avrò perso mio reddito
rispetto a quando non le pagavo interamente. Se la frequenza agli studi di miei
figli e figlie ora non è più gratuita, avrò perso anche così reddito personale.
Ma
agendo in prevalenza sulle imposte indirette, o sul costo di Servizi
essenziali, si ottiene un risultato micidiale, come ben sa qualsiasi governo
reazionario sul piano sociale:
si è persa proprio in questo modo la PROPORZIONALITA’ . Della contribuzione individuale.
si è persa proprio in questo modo la PROPORZIONALITA’ . Della contribuzione individuale.
Non
a caso anche precedenti governi all’attuale, e per quasi venti anni, hanno
potuto impudentemente dichiarare: NON ABBIAMO AUMENTATO LE TASSE. Si, quelle
dirette, e che sono proporzionali… Mentre contemporaneamente distruggevano
Servizi essenziali o facevano divampare incessantemente i loro costi. Che è
fisco anche questo. Ma non è proporzionale.
Con
il che si è intanto tacitamente abrogato il dettato nostro costituzionale il
quale prevede come ciascuno di noi debba concorrere alle comuni esigenze dello
Stato, ma: IN PROPORZIONE ai propri personali Redditi.
E non solo si è così persa la proporzionalità della Contribuzione individuale; ma siamo addirittura passati, in questo semplice modo, alla incidenza INVERSAMENTE PROPORZIONALE sui redditi personali colpiti.
Provate, del resto, a verificare anche da soli cosa succede al carico percentuale se mi aumentano un Servizio con carico individuale di 150 euro e però uguale sia a chi guadagni 10.000 euro e sia a chi ne guadagni 1000mila nel medesimo arco di un anno.
Il
primo si ritrova caricato di una percentuale dell’ 1,5% di incidenza sul
proprio reddito personale; e invece di una percentuale del 0,15% del suo
reddito annuo il secondo.
Se
poi ci siamo stupiti, guardate allora che succede se lo stessa maggiore incidenza di
150 euro su quel medesimo Servizio grava su un reddito individuale di 500.000
euro l’anno; la sua incidenza sopra quel reddito è…di una percentuale dello
0.03% di questo reddito annuo colpito….
Il
gioco è fatto, e per di più, ripetuto per venti anni circa senza soluzione di
continuità.
La
miseria di massa dei così colpiti è innescata. Ed è innescata anche la
conseguente, altrui, concentrazione di ricchezza nei più benestanti.
Visto che a questo punto, sarà sempre di più il meno abbiente a provvedere fiscalmente anche per il ricco…
Visto che a questo punto, sarà sempre di più il meno abbiente a provvedere fiscalmente anche per il ricco…
E perché lo svantaggiato non si ribella, democraticamente beninteso, almeno con il voto ed il conseguente cambio di classe politica dirigente, e della politica economico sociale, che ne poteva venire?
Perché,
accortamente, nello stesso periodo di tempo (circa venti anni infatti), si
abbandona, con le più varie funzionali motivazioni, il proporzionale che tutela
in modo uguale tutti gli elettori senza distinzione; e a favore di sistemi
nostri elettorali risultati sempre più maggioritari e sempre più premiali. I
quali ultimi sistemi elettorali sono fatti su misura per consentire ai Gruppi
socio economico più organizzati, ma minoritari, di prendersi ugualmente, ed
anche poi mantenerselo per circa venti anni, la maggioranza del potere
parlamentare ed esecutivo della intera nazione…
Naturalmente
questa autentica aggressione a diritti costituzionali primari - quale è <ogni
elettore un voto pari uguale, libero e segreto> - ci è stato incartato,
nell’omertà risultata di troppi anche dell’Informazione e delle Istituzioni, con carta da
pacchi di gran classe. Erano preoccupati che le preferenze agevolassero la
corruzione della nazione. …
Così
dicevano e peraltro tuttora sentiamo dire da molti. Con una sfrontatezza
pari alla menzogna.
Visto che in questi vent’anni di governo nazionale dei <preoccupati>, l’Italia è intanto balzata in testa alle classifiche internazionali come luogo di corruzione sistemica mondiale…
Visto che in questi vent’anni di governo nazionale dei <preoccupati>, l’Italia è intanto balzata in testa alle classifiche internazionali come luogo di corruzione sistemica mondiale…
E
tanto per restare ancora un attimo su Furto all’elettore della propria
preferenza elettorale – in pratica l’unico suo vero potere costituzionale individuale
di ciascuno di noi e con il quale possiamo decidere realmente eletti e governo
che il resto sono chiacchiere – adesso ci dicono che non possiamo avere il
sacrosanto diritto alla preferenza, …perché causerebbe corruzione.
Allora,
stiamo al gioco cinico che ci viene proposto. Per elementare simmetria di buon
senso. Quanti risultano gli attuali parlamentari condannati o inquisiti per
fatti gravi? Un centinaio? Allora, possiamo dire, tranquillamente, che SIAMO
PREOCCUPATI perché i partiti attuali -
che si sono scelti loro i parlamentari attuali – risultano favorire la
corruzione tra gli eletti….?
No,
non possiamo. E che, non vorremo mica cominciare a pensare autonomamente, temo
ci verrebbe risposto.
COMUNQUE, tornando alle riflessioni da cui è sorta la proposta operativa di MPL oggi,
era
già chiaro, dunque, che da noi stava agendo, e dilagando, una crisi tutta
nostra e soprattutto tutta nostra da povertà volontariamente indotta per
troppi.
E
quando queste crisi d POVERTA’ DI MASSA arrivano al punto di esplosione, sempre
e ovunque, come già nel 29, tirano poi dentro
alfine, nel comune adesso disastro, sempre
più Attività d’impresa per mancanza di clienti; e sempre più Finanziarie e Banche
adesso dietro ai loro debitori scopertisi divenuti insolventi. Nei loro redditi personali precedenti.
Vedi Italia dove siamo infatti già oggi in presenza di moria d’Imprese di ogni
taglia. Vedi Spagna dove la Ue nostra, un tantino forse folle, si appresta a
immetterci circa 100 miliardi di euro, anche italiani!, per salvare di nuovo
banche colate a picco dai loro stessi precedenti clienti rimasti senza reddito. E Lavoro personale.
Ecco che allora il programma di ripresa possibile nostra italiana appariva a suo modo naturale:
fermare
l’impoverimento in corso intervenendo decisamente col fisco a ricomporre
redditi di Lavoro e Impresa; e investire contemporaneamente in Istruzione e
Famiglia.
Per
ridare strumenti di futuro ai Giovani, ed un ruolo non ancillare alla Donna
italiana e alla Donna italiana madre.
Costatata infatti, la Donna e tanto più la Donna madre italiana, nei fatti, dentro tante chiacchiere di isolotti di modernità eventuale, essere intanto stata sempre più risospinta intenzionalmente, in prevalenza <agli arresti domiciliari>. Cioè in casa, per necessità.
Costatata infatti, la Donna e tanto più la Donna madre italiana, nei fatti, dentro tante chiacchiere di isolotti di modernità eventuale, essere intanto stata sempre più risospinta intenzionalmente, in prevalenza <agli arresti domiciliari>. Cioè in casa, per necessità.
Non
per sua libera scelta di farlo. Scelta questa sua resa obbligata, della Donna
italiana. Infatti. In quanto scelta sorta da redditi suoi propri divenuti
assenti e dalla contemporanea demolizione di Servizi anche per la propria
maternità eventuale.
Perché
la Libertà pari effettiva della Donna, in ogni tempo, ed anche in Italia, ed
anche oggi, si chiama AUTONOMIA DI REDDITO PERSONALE.
Ed in questo nostro tempo presente della storia umana, quella medesima Libertà anche Donna si chiama esclusivamente LAVORO. Con il reddito indipendente personale che concede. Anche alle nostre Donne italiane.
Ed in questo nostro tempo presente della storia umana, quella medesima Libertà anche Donna si chiama esclusivamente LAVORO. Con il reddito indipendente personale che concede. Anche alle nostre Donne italiane.
A questo punto, il possibile Programma di rimedio, a quanto si osservava ci stava accadendo, si veniva già delineando. Del resto, chi ha avuto l’occasione di scorrere il Sito Kitfaidate.com, postato dal giugno dello scorso anno, già lo vede alquanto bene.
Ma l’Italia nostra non appariva solo bisognosa di rilancio economico sociale vigoroso.
A
causa degli anni persi nel Riformarla e rilanciarla, appariva indispensabile
abbinarvi in contemporanea una risistemazione d’insieme di poteri dello Stato;
quelli che nella loro sopravvenuta inadeguatezza funzionale avevano permesso
che dilagasse di nuovo la miseria anche all’interno dell’Italia.
Tanto
per dire, forse non tutti conoscono che la vecchia Dc, negli anni sessanta del
secolo trascorso, ebbe la forza e l’autorità di dire ad un Presidente della
Repubblica in carica e che veniva dal medesimo partito: tu, previsto dalla
nostra costituzione <incompetente> sopra le cose di governo, non puoi prendere alcuna posizione di politica
estera a nome dell’Italia se prima non l’avrai sottoposta, e ricevuto
approvazione, al Ministro degli Esteri; unico abilitato per costituzione a
farlo. E quel presidente che si chiamava Gronchi, risulta si adeguò.
Questo
per dire che, indipendentemente da politiche ritenute buone o meno buone dei
governi italiani nell’ultimo ventennio, nel medesimo periodo di tempo di
ventennio nostro recente, abbiamo dovuto assistere a un paralizzante lotta di
Poteri costituzionale tra di essi e sulle rispettive competenze: presidenza
della Repubblica e Presidenza del Consiglio.
Questo
va fermato certamente, riprendendo un percorso troppo a lungo perso, e a favore
del Parlamento e del suo Presidente del Consiglio che esso insedia in base al
mandato elettorale ricevuto. Non perché ci siano dei dubbi sulle capacità e
intenzioni di ormai vari Presidenti della nostra Repubblica; ma per il semplice
fatto, che, non sono eletti. Dai connazionali elettori a suffragio universale diretto.
Come
si vede, il vizio originale di tagliar fuori l’elettore dalla gestione dello
Stato, ha messo viticci malaticci un po’ dovunque. Tra le stesse nostre Istituzioni. E’ va dunque ora fermato. In Costituzione,
con qualche suo aggiornamento. Se non vogliamo continuare a passare le
legislature sul <giochino> ormai tedioso, quanto pericoloso istituzionalmente, di chi comanda sopra le cose di governo….
E al tempo stesso, a quel Programma, economico sociale di riforme complessive che appaiono ormai non più rinviabili, AGGIUNGERCI deregolamentazione e delegiferazione in massa nella Pubblica Amministrazione; sia al Centro come alla periferia. Della Nazione.
Per
liberare l’attuale italiano, divenuto suddito a causa del dilagare ovunque di norme e regolamenti; a
favore del cittadino possessore anche esso di diritti e di certezze nei
confronti dello Stato. E della sua Burocrazia.
Cioè,
oltre che allentare la maglia assai stretta che aveva presidiato la rovina
attuale della nazione intera, già appariva che andava in larga parte ora semplicemente
demolita. Quella stessa maglia troppo fitta. E maglia medesima che ha reso
necessario a troppi di noi doversi cercare un protettore, od almeno un tutore,
per entrare con buone speranze di successo, nel rivendicare anche diritti, in
troppi luoghi oggi della pubblica amministrazione. Centrale, o decentrata che
sia.
E
già solo così l’Italia avrebbe potuto ritornare a correre…
Perché
già solo così vistasi liberata dei tanti lacci e catene che invece tuttora le
tengono indebitamente avvinte braccia e gambe. Alla intera nazione ed alle energie lecite, e positive,
economico sociale di cui pure largamente dispone.
Infatti, il NOSTRO RISCHIO PIU' GRANDE attuale appare che, se riformiamo uno o due punti salienti soltanto di quel che ci possa apparire più necessario, non avremo concluso ed ottenuto niente.
Perché,
ad attuale assetto invariato dello Stato, e della sua Gestione, la Rendita
Parassita imperante - che ci tiene tutti in suo possesso ancora adesso - se li
mangerebbe in un momento. I provvedimenti di rilancio.
Ma se era già più o meno chiaro un suo Programma, perché Movimento Popolare del Lavoro si è proposto solo adesso?
Perché,
LA SPERANZA E’ SEMPRE L’ULTIMA A MORIRE…
Si
sperava infatti che, già all’interno delle Forze politiche allora ed ancora
adesso dominanti, si aprisse spontaneamente, e naturalmente, il varco un
Progetto di Programma effettivamente alternativo.
L’ultima
occasione per poterlo fare - e apparsa totalmente mal riposta anche da chi
scrive - accadeva con la crisi dell’ultimo governo Berlusconi. Già da allora,
SI POTEVA, E SI DOVEVA VIRARE TOTALMENTE. Che ci sarebbe anche costato molto di
meno in sofferenze umane e risorse collettive. Ma NON E’ ACCADUTO.
Al
contrario, la Rendita Parassita ha cercato di impadronirsi definitivamente
dello Stato anche nostro. Al momento, e nel futuro anche. Ed ha provato a farlo
con le sembianze di una persona certamente colta e dotta: come l’attuale di
Governo.
Che
personalmente, non esito a definire per le politiche adottate, e soprattutto
perseguite, come uno dei governi più reazionari e dannosi della intera storia
repubblicana italiana.
Del
resto, i risultati che ha conseguito e che consegue, e di cui pure si vanta,
parlano da soli oltre ogni dubbio.
E
vorrei sgombrare il campo da un luogo comune apparso sin troppo insistito dalla
vulgata mediatica di governo attuale.
Vale
a dire, poniamo pure che il precedente, di governo, quello Berlusconi, abbia
portato nella sua inconcludenza dannosa e alla fine disperante, alla possibile
imminente crisi di liquidità di Cassa dello Stato Italiano. Perché se non hai
crescita, e ti si ferma però adesso anche la collocazione del Debito pubblico
con il quale interamente a questo punto ti finanzi per ogni esigenza come
Stato, la nazione medesima può anche risultare ricca nel suo insieme. Ma ti
esplode l’insolvenza di cassa.
Che
è ben più pericolosa, e folgorante di collasso, che non una stessa crisi ma
solo patrimoniale. Come sa bene ogni persona prudente, e come sa bene ogni impresa
piccola e grande. E come pare ben sa ora la Grecia. Che la crisi di cassa, cioè
di liquidità immediata, fa saltare più aziende – e Stati - che non una crisi
patrimoniale.
Dunque, poniamo, e in parte concordiamo che proprio questo stesse accadendo. Poniamo che così anche in Italia sia accaduto. E che proprio per questo si sia arreso il precedente di governo datosi alla fuga.
Poniamo
che l’attuale di Governo abbia dovuto finanziarsi dal vivo con le NUOVE tasse
per sfuggire al collasso del debito pubblico dello Stato italiano già incombente.
E QUINDI anche DELLA CASSA. Poniamo che sia stato.
Ma già poco dopo, e già sin dal gennaio di quest’anno, avrebbe potuto, E ANZI DOVUTO –
il nostro di governo attuale - fare una immediata conversione netta di marcia nelle
sue stesse politiche economico sociali in precedenza perseguite; e gettarsi, di
conseguenza, nei provvedimenti di defiscalizzazione contro pari tagli e di
rilancio. Per avviare a questo modo l’unico ritorno possibile, ed anche
efficace, allo Sviluppo condiviso.
Ma non LO HA FATTO. E PER UN’UNICA RAGIONE.
Non
è la sua cifra, né la sua ragione sociale il Rilanciare effettivamente lo
Sviluppo equo e condiviso.
Esso – di governo attuale - come missione sua vera, risulta che non deve rilanciare una nazione intera e coesa; ma salvarne, piuttosto, e solamente, un gruppo dirigente attuale politico, e non solo politico, scopertosi senza risorse pubbliche da spendere e screditato da troppi propri pesantissimi insuccessi.
Esso – di governo attuale - come missione sua vera, risulta che non deve rilanciare una nazione intera e coesa; ma salvarne, piuttosto, e solamente, un gruppo dirigente attuale politico, e non solo politico, scopertosi senza risorse pubbliche da spendere e screditato da troppi propri pesantissimi insuccessi.
E deve
invece salvare – questo almeno dice la politiche che ancora attualmente risulta
persegue il nostro di governo attuale - la Rendita parassita di cui solo vive
quel medesimo assetto socio politico oggi scopertosi perdente. Perdente, perché
non ha da offrire niente. Ad una intera nazione messa in pericolo dalle sue
stesse scelte precedenti. Ed attuali.
E’ a questo punto, ogni dubbio appariva fugato.
Bisognava
agire. ORA. SENZA PIU' TEMPO IN MEZZO.
Offrire
all’elettorato del paese ed alle sue Forze di possibile ripresa condivisa uno Strumento
anche politico elettivo. Ed interamente Nuovo. Senza condizionamento del
passato anche recente. Impermeabile, proprio perché Nuovo, alle tante caste
parassite dominanti.
E
interamente Nuovo anche nelle sue compagini elettive; in grado dunque, e proprio per questo, di impegnarsi in un progetto veramente Alternativo di
rilancio della nazione intera col Lavoro nello Sviluppo condiviso .
E QUESTO, E’ MPL.
E QUESTO, E’ MPL.
E se
poi mi si chiedesse, ora, perché un anziano come certo sono debba infilarsi in
simili propositi che probabilmente gli complicheranno solo ulteriormente una
vita personale già non così facile?
Perché
un anziano come me sente forte anche il rammarico, che tantissimi e tantissime
di noi italiani con me probabilmente condividono, di vedere le nostre Ragazze
ed i nostri Ragazzi, venir privati finanche della Speranza di Futuro, venire
privati di uno Stato equo e condiviso.
Ed
un anziano come me sente forte il
rammarico che sia potuto accadere senza che noi stessi, e per tempo, vi
mettessimo rimedio.
E
sente che anche anni anziani vadano se possibile spesi a collaborare anche
personalmente a riconquistare LA SPERANZA soprattutto da parte di Donna e
Giovani. E a riprendersi, per farlo, democraticamente lo Stato da cui oggi sono
stati espulsi. In speranze lecite e diritti anche propri sacrosanti.
Altrimenti,
gli ultimi anni anziani concessi, a cosa mai altro potrebbero servire anche per
gli altri?
Questo
risulta il come e in che modo, e per quali riflessioni anche personali, Mario
Staffaroni sia approdato a Movimento Popolare del Lavoro; ed anche perché poi
l’abbia offerto alla disponibilità, ed all’utilizzo autogestito, dei propri
stessi connazionali. Giovani e Donna in special modo.
Perché
è proprio in questi, Giovani e Donna appunto, che risulta custodita la anche
attuale riserva di energia, dedizione, e sogni positivi condivisi di noi tutti
italiani.
E custodita anche l’unica speranza efficace di concreto fattibile nostro rilancio nello Sviluppo
condiviso. Sia come singole persone che come nazione.
ORA,
MPL Movimento Popolare del lavoro c’è.
Quello
che ora serve, come dice anche nel suo sito, sono TANTE, MENTI, TANTE MANI, ma
soprattutto TANTI CUORI DI ITALIANI E DI ITALIANE…che lo facciano VOLARE.
Verso
UN GRANDE SOGNO POSITIVO CONDIVISO DA ATTUARE.
Ma
questo è già futuro. Posto infatti come suo possibile destino ma nelle mani, e nei
cuori di italiane ed italiani.
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