Come e’ noto in Grecia si sono aperti i saldi,
alla ricerca di liquidita’ per saldare i debiti Atene ha messo in
vendita praticamente tutto il patrimonio pubblico. In realta’ le
privatizzazioni sono da tempo al centro delle agende politiche greche,
ma il succedersi delle elezioni, e dei Governi, ha fatto si che il
programma venisse ritardato, senza contare le problematiche dovute
all’opinione pubblica che ne ostacola la realizzazione.
Tuttavia la pressante necessita’ di ripagare i debiti contratti fa si che oggi ci si trovi di fronte ad una vera e propria svendita,
come dimostano le aspettative del Governo che dai 50 bilioni di euro
preventivati per la cessione di beni statali ed infrastrutture e’ ora
arrivato a dichiarare di aspettarsi entrate per circa 19 bilioni. E gli
esperti stanno rivedendo le cifre al ribasso…
Quello che ci interessa qui e’ la messa in vendita, oltre che di porti e di aereoporti, di DEPA,
la compagnia energetica statale, per la quale esisterebbero gia’
offerta provenienti da Russia, Francia e Italia. DEPA e’, con l’italiana
Edison, la compagnia che detiene il progetto del gasdotto ITGI,
recentemente scartato dall’Azerbaijan come mezzo per far giungere il gas
azero in Europa. DEPA detiene anche la rete greca di infrastutture per
il trasporto del gas, il che ne fa un interessante oggetto d’acquisto
nel panorama energetico europeo.
Tale progetto era infatti uno dei
principali gasdotti previsti dal “corridio sud”, il piano energetico
dell’Unione Europea, e la stessa Grecia rientra nei percorsi di diverse
pipeline in attesa di realizzazione, nonche’ in concorrenza tra loro. La cessione di DEPA era gia’ stata ventilata dopo la bocciatura di ITGI,
e sembra significativo che ora tra i possibili acquirenti non risulti
la compagia azera SOCAR che a suo tempo si era invece mostrata
disponibile a rilevare le quote della societa’ greca. Non scende invece
l’interesse per DEPA da parte di GAZPROM, il colosso russo che sta
procedento a vele spiegate nella realizzazione dei piani energetici di
Mosca.
Questa contesa geopolitica fa si’ che le
privatizzazioni greche acquistino un significato ed una rilevanza che le
misure economiche di altri paesi europei piu’ perifici non hanno: basti
pensare al Portogallo, un paese che ha recentemente privatizzato
praticamente tutto senza che essere illuminato dai riflettori dei media. La grecia ha infatti una posizione geografica centrale nel contesto energetico europeo,
in particolare per quanto riguarda il trasporto del gas dal Mar Nero,
un obiettivo che l’UE ritiene fondamentale per il suo futuro.
Se quindi i russi vedono la possibilita’ di sbarcare nell’Egeo
tuttavia devono registrare lo smacco subito proprio nel Mar Nero.
L’Ucraina ha infatti dichiarato di avere concesso i diritti per lo
sfruttamento del giacimento di Skifska all’americana ExxonMobil ed
all’olandese Royal Dutch, preferendole alla russa Lukoil. La scelta
segue quella con la quale, in maggio, Kiev aveva affidato lo sviluppo di
altri due giacimenti a Shell ed a Chevron.
Stando alle dichiarazioni ufficiali giustificanti le decisioni prese anche l’Ucraina sembra quindi partecipare alla moda dell’estate, ossia quella della “riduzione della dipendenza energetica da Mosca”…
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