In questo scampolo residuo agostano, proporrei di farci una
piccola passeggiata nella Storia. Quella a noi più recente. Così, camminiamo
anche di meno.
Anche perché, sulla Storia e i
suoi fatti, paiono esistere due visioni risultate alquanto opposte e riferite al nostro stesso presente.
Una, ritiene, infatti, con fare direi tranquillizzante, che la Storia <non si ripete mai uguale>.
Ma molti altri, e in vero in modo
assai meno rassicurante, ritengono che, nei suoi fatti, la Storia TENDA PIUTTOSTO A RIPETERSI.
Per poi aggiungere tuttavia, in
genere: però LA PRIMA VOLTA si propone in
tragedia; LA SECONDA VOLTA si
ripresenta in FARSA.
Quale versione tra queste potrebbe apparire più
rispondente al vero?
Non saprei rispondere, da storico. Ma da essere umano
normale, e sentendo ripetere ormai da tanti ed anche ben titolati e anche
nostri connazionali, che, la <crisi>
globale che viviamo è ormai pari e del tutto simile a quella del 1929,
che per inciso piombò il mondo civile di
allora nella miseria e poi in cupe dittature europee nostre conseguenti,
mi auguro di vero cuore, soprattutto per i più giovani, che il constatato
replay da qualche parte almeno, nasconda l’andamento della farsa.
Dunque,
seguiamo un filo di percorso nostro. In uno spicchio di storia.
I governi Badoglio. Appunto.
Nonostante l’apparenza del nome,
i Governi Badoglio non risultano affatto una esclusiva nostra italiana.
Appaiono, anzi, piuttosto ricorrenti come espediente estremo anche altrove. In
quanto, in genere, vi risultano ricorrere di frequente, tutte le oligarchie di
Potere, quando si rendono conto di non saper più
fronteggiare, con la indifferente arroganza di sempre, un cambiamento nazionale
profondo ormai in corso e sentito già incombente. Tanto più, se quei
cambiamenti risultano spirare all’interno anche sulle ali di ben più potenti
estimatori anche esterni.
E
in che risultano poi consistere questi tentativi, diremmo così,
<terminali>, da parte di Oligarchie interne prima onnipotenti, però
scopertesi oramai già perdenti, e che riassumiamo nel più generico “Governi
Badoglio”?
Indicati così, con termine nostro
italiano apparso però comprensibile pressoché in tutto il mondo. In quanto noi
italiani risultiamo avergli dato dimensione, come dire, planetaria. Avendovi fatto ricorso nella fase finale di una
orrenda seconda Guerra Mondiale che coinvolgeva tutto il pianeta e che ci
vedeva cobelligeranti accanto a Tedeschi e Giapponesi.
Sorta di primogenitura che si pare si riassuma infatti anche
nel linguaggio comune internazionale del suo stesso tempo e, che risulta si
racchiudeva, infatti, in
<to do not badogliate….>
<to do not badogliate….>
Linguaggio corrente popolare,
internazionale, il quale, appunto, esortava a <non fare badogliate….>
Che tradotto nel linguaggio popolare era sinonimo di : Non
fare il doppio gioco, cioè, non tradire. E nel linguaggio comune, risultato
significare: non tradire scioccamente, non
tradire per il gusto di tradire.
Comunque,
i governi Badoglio appaiono avere degli inconfondibili tratti TRA DI LORO
comuni in tutto il mondo. Risultare, appunto – nel loro stesso
insediamento - l’ultima trincea <del Piave> delle Oligarchie interne ad
una nazione; allorché si scoprono, esse stesse Oligarchie, divenute oramai del
tutto inefficienti nei loro precedenti consolidati strumenti di contenere -
comprando o minacciando che fosse - il dissenso interno ormai invece
straripante e svelatosi anche ad essi senza più timori e reverenze.
Allora,
in genere, si arma un governo che fa quello che non dice, e appare quello che
non è.
Deve apparire diverso, infatti,
dalle oligarchie ormai non più difendibili apertamente; deve apparire altro,
per avere un senso; deve apparire un portatore di un qualche <diverso>.
Ma, nella spicciola realtà concreta,
deve anche, risultare, il figlio più fedele di ogni potere residuo vistosi ora
estinguente.
Deve
apparire distante dall’oligarchia che cede, per darsi un contegno meno incerto;
ma deve al tempo stesso essere, nei fatti, il più fedele custode di quegli
interessi altrui sebbene apparsi ora perdenti.
Perché,
ai governi Badoglio, risulta in genere venire affidata una missione vitale
(soprattutto per chi l’insedia e regge), anche se non detta: traghettare
il potere cessante dentro un Nuovo ma solo apparente, che lasci così il tempo
di mantenere indisturbati, ed invariati, gli interessi e i poteri oligarchici
già di prima e di sempre.
Ed
una delle prime missioni, di questi governi <dell’ultima
spiaggia> diviene allora apparire duttili, flessibili ai nuovi venti
emergenti: <la guerra
continua> diviene così il loro motto apparente; ma mentre, invece, intanto,
trattano con tutti. Anche con gli avversari di sempre. Interni ed Esterni.
Il
motto silente, di quella che appare così divenuta una bancarella di Stato sul
mercato del mondo, pare allora piuttosto riassumersi nel più prosaico
non detto < chi vuole comprarci? Noi lasciamo alleati precedenti, noi lasciamo anche amici interni, se accettate lo
scambio avrete un paese intero con meno imprevisti…; ma dovete accettare lo scambio offerto…>
E
quale risulta lo scambio silente?
IMMANCABILMENTE PER TUTTI pare
RISULTA. Salvare i grandi potenti oligarchi
interni di sempre. Lasciarli attraversare
il Nuovo che sorge senza propri gravi danni, e assieme al loro bottino recato
di prede e saccheggi.
Lasciarli
mutare di forma…senza patite troppi attacchi…. E così guadagnare del tempo. Tempo
per beffare il NUOVO nel ritrovarsi SENZA CAMBIAMENTO.
In genere, tuttavia, questi
stessi governi, appaiono votati, già in premessa, AL PROPRIO ROVINOSO
INSUCCESSO. E dei loro tanti <padri> silenti,
PERCHE’?
Conversando in modo piano tra
noi, così, senza pretese come ora facciamo, potremmo dire soprattutto per una
duplice ordine di ragione appaiono già alla loro stessa nascita già votati al
disastro e insuccesso che recano dentro.
LA PRIMA RAGIONE, appare, che
LE OLIGARCHIE CHE VI RICORRONO
HANNO GIA’ CONSUMATO OGNI PROPRIO RESIDUO DI STIMA E CONSENSO INTERNO.
Vale, a dire che, le proprie
stesse popolazioni, ormai risultate pressoché totalmente alla disistima e
disincanto di un potere già spento, non hanno più ora alcun legame col vecchio
che annaspa cercando una sponda senza cambiamento.
Non
hanno più timori, reverenze,
riserve. Perché la loro stessa esistenza,
e lo sanno quelle anche già un tempo loro di genti, dipende dal NUOVO e dal suo CAMBIAMENTO che reca.
Ed allora, se hai già perduto stima e consenso tra la tua stessa
gente, ti rimane poco o niente di buono da fare sul tuo fronte interno
di ovunque; sia che blandisci o minacci…se ne
stanno, infatti già andando le tue stesse genti anche quelle <rispettose>
di un tempo .
LA SECONDA DI RAGIONE
che si somma inesorabilmente alla
prima, perché anche all’esterno lo sanno che non hai più consenso, risulta che
TRATTI, NEGOZI, BLANDISCI ALL’ESTERNO.
Prometti e smentisci, minacci e
pietisci, con uno e con l’altro di interlocutori tuoi esterni. Ma non serve più a niente. E’ pollice verso, da
amici e nemici anche se li muti tre volte in nemici ed amici allo stesso tempo…
Non
si fidano.
E così, alfine, tutti i
<governi badoglio> del mondo, hanno prima o poi scoperto la stessa strada
già dell’illustre esempio italiano: la fuga alle
varie Pescare di tutti gli oligarchi sconfitti, di notte, con roba e famigli,
ammucchiati nelle stesse paure di notabili e Corti…
I
<governi Badoglio> del mondo, paiono mostrare, tuttavia, anche un
carattere, si direbbe genetico, che li accomuna.
Il <salvatore> che si vede
incaricato dell’improbo, ed improbabile anche, altrui salvataggio, in genere,
non risulta mai un <uomo di strada>. Inteso nel senso di una persona
comune, magari seppur di valore.
No,
il vecchio che comunque già presagisce la fuga, in genere risulta affidarsi a
qualche suo esponente di alti lignaggi se pur in ritirata; un amico certo, e
per così dire di alto lignaggio all’interno della stessa Oligarchia
barcollante.
Un potente, potremmo
forse dire, tra potenti incaricato di mettere in
salvo…i suoi pari grado…
Proviamo allora ad andare
a vedere se, il nostro BADOGLIO dei libri di storia si attagli all’idea - in
base a date ed accadimenti certi - che ci siamo ormai fatti del <to
do not badogliate>
Il nostro – nel senso beninteso
di connazionale – nasce a Grazzano Monferrato (AT) nel 1871 e, nel 1902, dopo
gli studi, intraprende la carriera militare col grado di tenente. La sua
carriera avanza, ma, come dire, con calma. Se pur ascendente. Entra nello Stato
Maggiore e diviene Capitano. Poi, Maggiore. Ma con la Prima Guerra mondiale, la
sua carriera risulta decollare.
Inizia nel 1915 come Tenente
Colonnello; poco dopo diverrà Maggiore Generale, e subito dopo, Tenete
Generale.
Poi,
un apparente potenziale disastro, risultato scampato. E’ infatti nel suo Settore che risulterà avvenire lo
<sfondamento> del Fronte italiano a Caporetto. Per questa drammatica
circostanza vennero silurati due altissimi ufficiali: il generale Cadorna e
Capello.
Ma
Badoglio, invece, si ritrova sottocapo di Stato Maggiore a fianco del
Generale Armando Diaz.
Tutto ormai pare volgere al
meglio, per la sua irresistibile carriera, del nostro.
Dopo la Vittoria del Piave, a
seguito di una offensiva voluta da Diaz - e con il nostro risultato di traverso
- Badoglio si vede nominato Generale di Corpo d’Armata.
E, nel novembre 1919 risulta in
vetta, almeno militarmente: subentra a Diaz come Capo di Stato Maggiore
Generale, il più alto grado dell’esercito italiano.
Ma
pare si affacci già il suo futuro percorso anche se, per ora, latente: viene infatti anche nominato Senatore del Regno.
Per il Fascismo e per Mussolini
non mostra pare grande simpatia, e Badoglio risulterà infatti un sostenitore
dello Stato di Assedio su Roma per disperdere i Fascisti in arrivo. Ma il Re
non consente.
A
Fascismo insediato, tuttavia, per così dire, pare si adegui, e Mussolini
ora lo invia ambasciatore in Brasile.
Ma quando il fascismo mostra di
essere ormai saldo, superata la propria crisi successiva all’assassinio di
Matteotti, il nostro – Badoglio – si congratula col Duce e, per così dire,
risulta si metta a disposizione…
Disponibilità
accolte. Pare.
Badoglio, infatti, rientra a
breve in Italia. E diviene Capo di Stato Maggiore dell’Esercito
Regio-Mussoliniano. E visto che pare ci siano,
viene nominato anche Maresciallo d’Italia.
E nominato anche, nel 29,
Governatore di Libia.
E, a seguire, posto poi al
comando delle operazioni belliche in Etiopia. L’ordine ricevuto risulta: VINCERE
IN FRETTA.
E il nostro pare si adegui ai desiderata del nuovo potente:
Dopo aver chiesto e ottenuto
mezzi e uomini senza però risolvere, pare avere un’idea <folgorante>, che ancora oggi sfregia l’Italia.
Il 19
dicembre inizia ad usare gas soffocanti, vescicatori, i gas tossici, i gas
all’irzina e quelli all’iprite. In dosi industriali su insorti e civili a dosi
indistinte.
E il 24 di dicembre – alla
vigilia di Natale – con nebulizzatori piazzati sugli aerei, sparge su boscaglie
e villaggi indistintamente <le nuvole della
morte>. Con il mondo d’intorno, che, inorridisce…
Cosicché risulterà LUI, su una
catasta di vittime prevalentemente inermi ed innocenti, ad inviare a Roma il
fono <<l’Italia
ha oggi i suo Impero>>.
Neanche
a dire che risulta ne verranno altri onori aggiuntivi e prebende al nostro apparso alquanto disinvolto: Duca di Adis
Abeba, Vice re d’Etiopia, in regalo una splendida villa a Roma, e visto che
forse c’erano, anche la Presidenza del Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Subisce, in vero, qualche
<scivolata d’ala>, ma poca cosa, compresavi anche la destituzione quando
si impantana in Grecia.
Niente
di grave. Pochi giorni
prima del 25 aprile 1943, il Re risulta mandare a chiamare il Maresciallo
Badoglio, e gli conferisce la Sua più alta Onorificenza: il Collare
dell’Annunziata. Che fa di Badoglio e del re quasi parenti…
E infatti, subito dopo l’arresto
di Mussolini, effettuato per ordine del Re, il
Re medesimo nomina Badoglio Capo del Governo. E in questa sua nuovissima
veste il nostro risulta esibirsi, in quei momenti in cui la storia si proponeva
pare proprio in tragedia, nel proclama
contenente la infausta frase: <la
guerra continua e l’Italia resta fedele alla parola data.>
Ma
non è così.
Intanto, il nostro tratta con
tutti: la resa italiana. Ma prova anche a rassicurare i Tedeschi allo stesso
tempo.
Tanto che, il 3 settembre 1943,
il rappresentante del governo Badoglio – gen. Castellano – dopo lunghe segrete
trattative firmerà l’Armistizio con gli Alleati. TENUTO PERO’ SEGRETO AI
TEDESCHI.
Ai quali Tedeschi, ancora
formalmente nostri alleati, Badoglio risulta che oserà persino dire in quegli
stessi giorni: <Sono il più vecchio Generale
d’Italia, mi chiamo Badoglio, mi riesce incomprensibile la diffidenza di
Hitler, vi do la mia parola d’onore.>>
Del resto sosterrà anche di non
aver mai saputo prima dell’incarico a capo di Governo dell’intenzione del re di
deporre e far arrestare Mussolini. Ma i fatti pare confermeranno che, già dal
16 di Luglio, era partecipe ed
attivo a quel progetto poi attuato.
E anche su piano interno, il governo di Badoglio risulterà sodale ai suoi
veri amici di sempre: non autorizzerà le Forze politiche a riorganizzarsi
democraticamente; ed alle manifestazioni di piazza del popolo italiano che protestava per la fame, risponderanno 93 morti e
336 feriti tra i dimostranti.
Comunque,
poi, tutto precipita. Fine dei doppi, triplici giochi. Eisenhower, da
Radio Algeri, anticiperà al mondo che l’Italia si è arresa. Spiegando di aver
rotto gli indugi perché : non mi fidavo di
Badoglio.
Badoglio,
con Re e Corte adesso scappa da Roma, e abbandona alla loro sorte non solo
tante popolazioni italiane e di Roma. Ma anche: 51 divisioni con 457.000 uomini
di cui 25.000 Ufficiali. Di cui circa 60.000 solo a Roma…..
Truppe che furono in poche ore
disarmate dai tedeschi, quando non uccisi o fucilati come a Cefalonia.
E
quel Capo di Governo, per di più risultato <disertore> del suo stesso
Esercito risultato così lasciato senza guida, ordini, e indifeso?
SALVO.
Il nostro. Pur senza gloria, invecchierà anche dentro la Repubblica, nella sua
villa e tenute di Roma. Morirà, nel 1956, a 85 anni….
Abbiamo dunque avuto modo di
vedere, come il Badoglio di governo, effettivo ed autentico, pare mostri chiaramente i caratteri di ogni
<badoglio> di sempre. Potente tra i potenti, membro egli stesso
della Oligarchia prima sicura e potente, in un crescendo di Onori e Prebende. EPPURE, AL FINE, INESORABILMENTE PERDENTE.
Perché aveva già,
irrimediabilmente contro, tutta la sua stessa gente.
<E
allora…>, pare come se ora mi si
chiedesse.
Allora,
niente.
Come
niente…
Niente,..
questo appena fatto assieme, non riguarda infatti il presente, ma la messa a punto di un navigatore satellitare personale da
poter usare anche nel presente coi dati di storia recenti.
E,
con esso, poter riuscire a vedere, abbastanza anche chiaramente, dove risulti
andare anche la Storia nostra presente.
<Pronto,
cosa vede?>..
Pronto…pronto…
Peccato,
è caduta la linea prima che ci rispondessero all’altro capo del filo..
Pazienza. Comunque il navigatore oramai ce l’abbiamo. E può dotarsene chiunque
di tutti noi anche nel presente. Magari per farci un’idea propria anche meno
vaga su: LA STORIA SI RIPETE, o non si ripete
mai?
<to do not badogliate> …ci deve essere forse una interferenza in linea…
(dati e frasi riportate sono state tratte da www.cronologia.leonardo.it/a
1943 d.html – si ringrazia)
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