venerdì 4 gennaio 2013

Il complotto giudaico massonico nel caso Alitalia


Facciamo un esempio di come si è inteso negli anni di Silvio Berlusconi utilizzare il pubblico danaro.

Negli anni 2000 Alitalia entra in crisi.

Nel 2008 non ha più soldi in cassa per pagare gli stipendi. 

La società Alitalia accetta l’offerta vincolante da parte di Air France – KLM: 1,85 miliardi di euro, un miliardo subito per azzerare i “buffi”, 850 milioni d’ investimenti dal 2009 in poi e una percentuale di azioni della società allo Stato e agli altri azionisti.

Berlusconi col cavallo bianco si mette di traverso, giura sulla Madonna e Padre Pio che se verrà rieletto fermerà lo scempio, stopperà i mangiarane in combutta col Mortadella e manterrà Alitalia in mani italiane. Già un concetto del genere avrebbe dovuto far bestemmiare i Santi, facendogli maledire se stessi.

Del resto ai più è sfuggita la differenza tra privatizzare una società e privatizzare una società.


A dicembre arriva la CAI, la gloriosa ammucchiata di banditi del pentapartito pronta a salvar l’ottovolante tricolore. La CAI mette sul piatto 427 milioni cash (solo 100 versati).

E già qui sembra una cazzata, ma non è nulla, perché la CAI non rileva tutta Alitalia, ne rileva soltanto una parte, quella che chiamano la “New Company” e indovinate qual è la parte che non rileva? La “Old Company”, direte voi.
No, col cazzo, nell’era Berlusconi il contrario di “New” è “Bad”, i vecchi non esistono, la vecchiaia è una terza o quarta giovinezza e il debito pubblico non è un problema perché sono soltanto numeri.
Dunque, la CAI lascia allo stato la BAD COMPANY, quella coi buffi, per intenderci, e si prende la parte sana con tanto di contratti e libertà decisionale pressoché assoluta. E quindi? Quindi un gran, benemerito, turgido e cicciotto pissellotto.
Andando avanti nella lettura del grande romanzo di salvataggio popolare della verginità di San Crispino Voltante scopriremo che mentre l’offerta Air France – KLM prevedeva 2.120 esuberi,  quella CAI ne prevedeva 4 mila. E se la visione dei mangiarane prevedeva che l’hub italiano principale tornasse ad essere Roma (in barba ai leghisti) la CAI prevedeva che l’HUB principale tornasse ad essere esattamente Roma.
Quindi, niente, nel paese dei non vecchi, dei non vinti, dei non arresi, il governo Berlusconi ha venduto Alitalia ai pionieri dei cieli, ha concesso sette anni di mobilità ai dipendenti per far star buoni i sindacati (70% di stipendio senza lavorare), ha agevolato gli scivoli, pagato i debiti pregressi e preservato l’italianità della grande minchia svolazzante.
Volete avere un happy ending? Il 12 gennaio 2009 Air France – KLM ha acquistato il 25 per cento del capitale della CAI per una somma vicina ai 322 milioni di euro.
Inoltre, come se nulla fosse, la  ”New Company” (quella epurata dai buffi, che il profitto è privato e i buffi di Stato) ad oggi perde 630mila euro al giorno e il 12 gennaio 2013, giusto il tempo di tornare da Courmayeur, finisce il periodo di lock up per gli azionisti protagonisti del salvataggio.
Il periodo di lockup significa che adesso finalmente potranno vendere tutto il baraccone ad Air France – KLM, rientrare dei 100 milioni rimasti in sospeso e alzarci male che va un’altra mezza miliardata di euro.
Nel frattempo il complotto GIUDAICO – MASSONICO – BANCARIO – TEDESCO – POPOLARE – ILLUMINATO – MERKEL ci ha messo in ginocchio, che la colpa in questo paese è sempre del meteo.

Tratto da Tomaski (il link cliccando qui)

Ricordiamoci che il capo della cordata dei patrioti del salvataggio italiano dell'Alitalia fu il capitano industrial-finanziario Colaninno, il cui figlio fu prontamente candidato ed eletto nelle liste autonominate del PD, voluto fortemente dall'allora segretario e candidato premier Vualter Veltroni.

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