Facciamo un esempio di come si è inteso negli anni di Silvio
Berlusconi utilizzare il pubblico danaro.
Negli anni 2000 Alitalia entra in crisi.
Nel 2008 non ha più soldi in cassa per pagare gli stipendi.
La società Alitalia accetta l’offerta vincolante da parte di Air France – KLM:
1,85 miliardi di euro, un miliardo subito per azzerare i “buffi”, 850 milioni d’
investimenti dal 2009 in poi e una percentuale di azioni della società allo
Stato e agli altri azionisti.
Berlusconi col cavallo bianco si mette di traverso, giura
sulla Madonna e Padre Pio che se verrà rieletto fermerà lo scempio, stopperà i
mangiarane in combutta col Mortadella e manterrà Alitalia in mani italiane. Già
un concetto del genere avrebbe dovuto far bestemmiare i Santi, facendogli
maledire se stessi.
Del resto ai più è sfuggita la differenza tra privatizzare
una società e privatizzare una società.
A dicembre arriva la CAI, la gloriosa ammucchiata di banditi
del pentapartito pronta a salvar l’ottovolante tricolore. La CAI mette sul
piatto 427 milioni cash (solo 100 versati).
E già qui sembra una cazzata, ma non è nulla, perché la CAI
non rileva tutta Alitalia, ne rileva soltanto una parte, quella che chiamano la
“New Company” e indovinate qual è la parte che non rileva? La “Old Company”,
direte voi.
No, col cazzo, nell’era Berlusconi il contrario di “New” è
“Bad”, i vecchi non esistono, la vecchiaia è una terza o quarta giovinezza e il
debito pubblico non è un problema perché sono soltanto numeri.
Dunque, la CAI lascia allo stato la BAD COMPANY, quella coi
buffi, per intenderci, e si prende la parte sana con tanto di contratti e
libertà decisionale pressoché assoluta. E quindi? Quindi un gran, benemerito,
turgido e cicciotto pissellotto.
Andando avanti nella lettura del grande romanzo di
salvataggio popolare della verginità di San Crispino Voltante scopriremo che
mentre l’offerta Air France – KLM prevedeva 2.120 esuberi, quella
CAI ne prevedeva 4 mila. E se la visione dei mangiarane prevedeva che
l’hub italiano principale tornasse ad essere Roma (in barba ai leghisti) la CAI
prevedeva che l’HUB principale tornasse ad essere esattamente Roma.
Quindi, niente, nel paese dei non vecchi, dei non vinti, dei
non arresi, il governo Berlusconi ha venduto Alitalia ai pionieri dei cieli, ha
concesso sette anni di mobilità ai dipendenti per far star buoni i sindacati
(70% di stipendio senza lavorare), ha agevolato gli scivoli, pagato i debiti
pregressi e preservato l’italianità della grande minchia svolazzante.
Volete avere un happy ending? Il 12 gennaio 2009 Air France
– KLM ha acquistato il 25 per cento del capitale della CAI per una somma vicina
ai 322 milioni di euro.
Inoltre, come se nulla fosse, la ”New Company” (quella
epurata dai buffi, che il profitto è privato e i buffi di Stato) ad oggi perde
630mila euro al giorno e il 12 gennaio 2013, giusto il tempo di tornare da
Courmayeur, finisce il periodo di lock up per gli azionisti protagonisti
del salvataggio.
Il periodo di lockup significa che adesso finalmente
potranno vendere tutto il baraccone ad Air France – KLM, rientrare dei 100
milioni rimasti in sospeso e alzarci male che va un’altra mezza miliardata di
euro.
Nel frattempo il complotto GIUDAICO – MASSONICO – BANCARIO –
TEDESCO – POPOLARE – ILLUMINATO – MERKEL ci ha messo in ginocchio, che la colpa
in questo paese è sempre del meteo.
Tratto da Tomaski (il link cliccando qui)
Ricordiamoci che il capo della cordata dei patrioti del salvataggio italiano dell'Alitalia fu il capitano industrial-finanziario Colaninno, il cui figlio fu prontamente candidato ed eletto nelle liste autonominate del PD, voluto fortemente dall'allora segretario e candidato premier Vualter Veltroni.
Ricordiamoci che il capo della cordata dei patrioti del salvataggio italiano dell'Alitalia fu il capitano industrial-finanziario Colaninno, il cui figlio fu prontamente candidato ed eletto nelle liste autonominate del PD, voluto fortemente dall'allora segretario e candidato premier Vualter Veltroni.
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