martedì 5 agosto 2014

Presi per il Pil

Andrea Bertaglio (@AndreaBertaglio) scrive per vari quotidiani, riviste e siti web, occupandosi principalmente di temi ambientali e sociali. Ha lavorato nel 2007 in Germania presso il “Centre on Sustainable Consumption and Production”, centro nato dalla collaborazione tra il “Wuppertal Institut per il Clima, l’Ambiente e l’Energia” e UNEP, il “Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente”. Proprio lì ha iniziato a pensare che portare il nostro modello di sviluppo anche nei Paesi più “poveri” possa non essere la soluzione ai loro problemi. Ciò non significa che non si possano sviluppare anche loro, ci mancherebbe, ma che se lo faranno in un modo diverso rispetto a quello occidentale (basato solo sulla crescita dei consumi, dei profitti e del PIL) sarà molto meglio per tutti. Fa parte (ed è ex vice-presidente) del Movimento per la Decrescita Felice, dove collabora alle attività di divulgazione partecipando a seminari, convegni e conferenze in giro per l’Italia e non solo.


Lorenzo Fioramonti (@globalreboot) lotta contro il PIL da quasi un decennio. Come professore di economia politica internazionale all'Università di Pretoria (Sudafrica), coordina varie ricerche nel campo delle economie alternative, della governance dal basso e delle diverse forme di transizione verso modelli di sviluppo socialmente, politicamente ed ecologicamente sostenibili. Nel 2013, è stato invitato dalla fondazione Rockefeller a far parte di un gruppo di lavoro di 20 economisti ed esperti di sviluppo da tutto il mondo, insieme al premio Nobel Joseph Stiglitz ed al consulente economico di Obama, Alan Krueger. Lorenzo è l'autore del libro “Gross Domestic Problem: The Politics Behind the World's Most Powerful Number”. Il suo blog è www.globalreboot.org



Stefano Cavallotto(@settembrefilm) da oltre dodici anni si dedica principalmente alla regia e produzione di documentari. Il suo lavoro l’ha portato a raccontare di minatori sulle Ande boliviane, di rifugiati iracheni a Istanbul, di giovani musulmani a Milano, di piccole schiave invisibili in Perù, di progetti di ricostruzione nelle isole Andamane colpite dallo tsunami e a L’Aquila dopo il terremoto. Dal 2005 è titolare della casa di produzione Settembre Film, specializzata nel documentario sociale e nella comunicazione al servizio del no-profit. Nel 2011 è stato selezionato per il programma di formazione per professionisti del documentario ESoDoc. Stefano da tempo si interroga a livello personale e attraverso il suo lavoro su tematiche come lo sviluppo, le dinamiche socio-economiche globali, l’impatto della cultura umana sull’ambiente, e questo l’ha portato nel 2010 ad incrociare i cammini di Andrea e Lorenzo, che cercavano compagni di avventura per dare forma ad una nuova idea...di qui è nato “Presi per il Pil”.

Queste tre persone sono gli autori del documentario Presi per il Pil, che raccontano nel particolare viaggio su e giù fatto per l'Italia, chi si è emancipato dal dogma della crescita illimitata, del consumo sfrenato, dell'aumento del prodotto interno lordo, dallo stress. Un film realizzato con grande entusiasmo con le straordinarie interviste a Helena Norberg-Hodge, Enrico Giovannini, Rob Hopkins, Serge Latouche, Maurizio Pallante, Giulio Marcon e Mario Pianta.

Bene, dopo mille interviste e commenti anche un metalmeccanico in rete desidera, sottoporre ai tre professionisti alcune domande, una singolare intervista con un quesito a testa, partendo proprio da Lorenzo:


 - dopo aver letto uno degli ultimi libri di Federico Rampini, dal titolo Banchieri, leggendo tra i

domenica 27 luglio 2014

Dichiarazione di Torino


In occasione del 7° Congresso Nazionale della Società Italiana di Medicina Tropicale,
la SIMeT, la SMI (Società Meteorologica Italiana), e i sottoscritti
segnalano una comune preoccupazione per lo stato generale dell’ambiente e del clima globale, come causa di
patologia per l’uomo e per gli altri esseri viventi e portatore di scenari futuri inquietanti.
Da un lato il pianeta è dotato di risorse limitate, dall’altro la crescita della popolazione, e l’incremento della
produzione di scorie, rifiuti e gas-serra stanno producendo mutamenti ambientali destinati a rendere sempre più
difficile la vita di Homo sapiens, comparso sulla Terra 200.000 anni fa.
Questi scenari erano già noti e denunciati dagli scienziati del MIT nel 1972, anno di pubblicazione dello studio
“The limits to growth”.
La tendenza di allora si rivela confermata a distanza di oltre 40 anni, quando anche la crisi economica mondiale
deve fare i conti con la ridotta disponibilità di risorse energetiche e di materie prime, con la degradazione del
suolo, con l’inquinamento ambientale e con i cambiamenti del clima.

giovedì 17 luglio 2014

UBER è un nome per cane

Studio del movimento-Man Walking da Étienne-Jules Marey , 1890


Ogni importante progresso o innovazione tecnologica che arriva sul mercato è quasi sempre oggetto di proteste e dell’attenzione da parte del legislatore

così parla in questa intervista la General Manager di UBER Italia Benedetta Arese Lucini.
Fatto sta che UBER già da tempo ha scatenato le proteste da parte dei taxisti già da molto tempo, e le loro ragioni sono nel fatto che questo servizio fa concorrenza sleale a quello offerto da loro. Cerchiamo di capire il perchè di queste ragioni, sfrondando le argomentazioni dalle ideologie e le retoriche che nei giorni scorsi alcune trombette liberiste de' noialtri (vedi Oscar Giannino) hanno suonato, e che riproducevano i suoni delle parole del GM UBER Italia.  Ed in particolar modo, cerchiamo di capire se questa UBER è veramente una star-up innovativa di un qualche giovane e brillante innovatore di mercato, oppure un grande affare per le solite... lobby.

martedì 8 luglio 2014

Mungi vacche

Non riesco a prendere sonno, la pioggia rimbalza sulle grondaie e mi tiene sveglio,  sono sveglio insieme alle zanzare, nella testa il ritornello della canzone di Jovanotti  Piove senti come piove madonna come piove senti come viene giù! Però è una pioggerellina leggera non come quella dell'altra settimanavero flash flood,  che ha letteralmente tritato  tutto il il seminato a mais di una azienda agricola qui vicino a casa. Disperato l'allevatore mi raccontava la sua preoccupazione, l'impotenza davanti a così tanta devastazione e con gli occhi lucidi scuoteva il capo rassegnandosi all'evidenza sul cosa fare, ""per l'orto pazienza ma  come faccio a dare da mangiare alle vacche per il prossimo anno? So  già di essere in perdita per l'anno a venire... e tutto in quindici minuti di grandine, che è venuta giù fitta fitta che neanche mio padre in sessant'anni  aveva mai visto...""
Eh si brutto affare, come si può prevedere una simile tempesta, come ci si potrebbe difendere, o per lo meno assicurare? Ma chi ti assicura?  Domando io, purtroppo questi eventi aumentano di intensità e frequenza.
  "" no no quale assicurazione? qui non mi pagherà nessuno e se vai in banca a dirgli che è grandinato l'universo ti fanno spallucce..."" Replicava il fattore.
...
Ora mi rigiro nel letto e mi domando quando sarà la prossima tempesta? E quella finanziaria? Sta montando?

lunedì 30 giugno 2014

Voglio... Vivere alla grande



E' il nuovo progetto di crowdfunding sul network di Produzioni dal Basso della Banca Etica. "Vivere alla grande" è il sogno di ogni giocatore d’azzardo ed è il titolo di un documentario nato da una idea di Fabio Leli, autore e regista.
Ma Vivere alla Grande è anche il nome di un Gratta & Vinci realmente esistente, che promette una vincita di 500.000 Euro subito, più 10.000 Euro per vent’anni, più 100.000 Euro di bonus finale. Chi non sarebbe attratto dallo sperare una vincita simile? Vivere alla Grande è quindi soprattutto la speranza di poter risolvere la propria vita con il passaggio di una monetina sulla carta argentata di un biglietto di carta. Purtroppo la speranza può essere un’astuta trappola organizzata da chi quel biglietto l’ha creato, perché la probabilità di effettuare quella vincita, risiede solo in 5 biglietti. Cinque biglietti su 30 milioni di biglietti. Ma purtroppo questo sul biglietto non c’è scritto.

domenica 29 giugno 2014

lunedì 16 giugno 2014

L'illusione della crescita: la società dei gangster

Raffaello Sanzio da Urbino - La Fornarina, 1518
Insomma, chi pensa che l'Italia sia in Europa la nazione che non riesce più a sorprendere si sbaglia.
Si sbaglia perchè in Italia abbiamo sperimentato parecchi anni di contabilità creativa, e cotanto allenamento oggi ci fa essere geniali, anticipatori e guida di tutti quegli Stati che hanno le finanze pubbliche disastrate come le nostre il cui debito pubblico ormai galoppa verso il 150% rispetto al PIL nazionale. E in questa fase di decrescita "incontrollata" del denominatore, ovvero di deindustrializzazione forzata della nostra economia, dobbiamo pur inventarci un qualcosa che faccia sì che esso ritorni a numeri più alti affinchè (secondo i computi approssimati fatti per l'occasione) l'attuale rapporto decresca, anch'esso, almeno fino al 120% rispetto all'attuale 135%.
Una bella botta, è vero.

Di fantasie se ne sono lette veramente tante in questi anni come rimedio per il risanamento del debito pubblico. Una veramente speciale, che ha anche investito tempo e risorse umane per una valutazione di opportunità, è stata quella di inserire nel PIL nazionale il patrimonio artistico italiano... Colosseo compreso. Non stiamo parlando della sua redditività, che è già computata, ma del suo valore immobiliare... Certamente se l'operazione di fantasia diventasse realtà, con tutto il ben di dio che ci ritroviamo prima che vada tutto in rovina come Pompei c'insegna, riusciremmo a raggiungere il sotto zero: il debito pubblico diminuirebbe in maniera impressionante, la crescita del denominatore farebbe scivolare l'enormità del nostro debito pubblico forse anche al... 10%.
Ma evidentemente l'operazione di immobilizzazione nel PIL del Colosseo e ulteriori vestigia è di difficile stima, poichè (se ne saranno accorti facendo un paio di conti) stimare il valore di una vestigia sul mercato immobiliare non è come stimare un appartamento adiacente ai Fori. E alla fin fine si ritornerebbe sempre alla stima della sua redditività, che sappiamo non essere ben adeguatamente sfruttata dall'economia italiana, e per i motivi celebri che conosciamo. E con questi numeri, gli investimenti che l'Italia compie sul suo patrimonio culturale ed artistico, il Colosseo lo comprerebbero a prezzi di... saldo.

Ma c'è un'economia certa, redditizia ed in crescita continua: il malaffare.

venerdì 6 giugno 2014

La farsa e la tragedia

retro-futurism-palace-of-soviets
L'ex G8 è diventato G7, sebbene la settima potenza economica mondiale, il Brasile con tutte le sue contraddizioni e sperequazioni sociali, non vi fosse presente, mentre l'Italia ormai ottava... sì.
La Russia è stata praticamente estromessa dai tavoli dei grandi per i fatti di Crimea, mentre in Ucraina il nuovo presidente, con il benestare degli USA e della UE, lancia persino raid aerei sulla popolazione filorussa e apre di fatto alla destabilizzazione permanente di un'altra area contigua l'Europa, dopo tutte quelle che in questi 3 anni e più sono riusciti a creare nell'area del Mediterraneo, se nel frattempo in Libia è in corso una guerra civile e il controllo del territorio e lasciato alle cosche della migrazione clandestina che ormai competono fra loro per il ribasso dei prezzi per le migrazioni delle genti che si affollano sulle coste libiche e le ambasciate libiche ormai non rilasciano nessun visto di entrata, mentre la situazione in Egitto vede ancora l'esercito controllare la politica, in Siria si stanno decimando e in Irak si fa finta di fare libere elezioni democratiche fra poco meno di 150 partiti!
Queste le tragedie, la farsa è che Obama e il G7 minacciano ulteriori sanzioni economiche alla Russia.
C'è da ridere, se nel frattempo non ci fossero popolazioni che piangono i loro morti.

mercoledì 4 giugno 2014

Toghe... stellari



E' un flusso costante e continuo: ogni settimana ne arrestano un po' quà ed un po' là...

Tutte le procure d'Italia ormai sono concentrate sul malaffare riguardante le opere pubbliche. E le galere, fatto posto con la depenalizzazione di alcuni reati, trovano nuovo affollamento con i colletti bianchi della politica e del potere imprenditoriale.

giovedì 29 maggio 2014

Il moderno principe... e il re del mondo

"Tutto è tremendo, ma non ancora irrimediabile" (F. Fortini). Così chiude questa video-intervista Diego Fusaro.
La sua critica al capitalismo, nelle attuali forme totalizzanti e transnazionali, trova in questa intervista un'efficace sintesi, insieme all'analisi del voto alle elezioni europee parecchio puntuale.

Domani 30 Maggio sarà a Rovereto a parlare di Euro ed Europa insieme ad Alain De Benoist


mercoledì 28 maggio 2014

Aridajie!!!


Chissà... il governo... anzi i governi succedutesi dal 2008 al 2011... ma tanto è esatto definirli al singolare anche se presieduti da Presidenti differenti, apparentemente differenti... chissà se si costituirà parte civile. Il popolo italiano... quello no. Ad esso non è stato rubato nulla.

lunedì 26 maggio 2014

VinceremoPoi

Eeh.... l'onesta non paga, pazienza, sono comunque fermamente convinto di essere dalla parte giusta, sopratutto dopo le parole di Ferdinando Imposimato in piazza San Giovanni, Roma, il 23 maggio scorso, 20' anniversario dalla strage di Capaci, sul palco dei pentastellati.
Spesso mi domando se vale la pena essere onesti oppure mischiarsi nell'ambiguità comune, più facile che impegnarsi , e credere per dei valori, fino a metterci la faccia nelle elezioni comunali.
Ma come potevo non pensare di ottenere una cosi' amara

Il destino di un popolo

Acquaforte inglese del 17 ° secolo , Artista sconosciuto
Ci basterebbe riscrivere parte di quanto scritto appena un mese fa su questi pixel:

Ci siamo tenuti fuori dall'impulso e dalla compulsione di commentare ogni scoreggia di coloro che sempre più appaiono come i curatori fallimentari di un Paese che stenta a prendere piena consapevolezza che è giunta l'ora di cambiare marcia passo e direzione. Un Paese che si rinchiude nei propri egoismi mentre invece solo la comunanza e la solidarietà potrebbe dargli riscatto. Un Paese che chiacchiera di ideologie e di vie d'uscita ideologiche quando invece ciò che servirebbe è unicamente avere un progetto e un patto nuovo. Un Paese pigro e indolente, infiacchito nello spirito e corrotto nell'animo, partecipa alla giostra delle ri-soluzioni temporanee e irrisolute degli strutturalismia la pàge che volta per volta edulcorano l'eutanasia alla quale sembra dedicarsi. Un Paese che vede le sue forze migliori e più giovani (ed ormai anche meno giovani) abbruttiti da uno scenario futuro sempre più opaco, tenuti nascosti e protetti da famiglie che sperano, e altro non fanno, che a loro non tocchi mai la sorte che finora è stata sopportata dalla gran parte delle genti del globo e che adesso si riverbera anche fra i privilegiati d'Occidente. Un Paese che lascia che alcuni polli di allevamento delle fattorie politiche italiche che mai hanno conosciuto nelle loro sopportazioni quotidiane il peso e la dignità  della responsabilità all'autodeterminazione personale della propria libera identità, conducano, come pseudo-intellettuali del piffero, esso verso il burrone dissimulato da ... Paese dei Balocchi.
E' il destino di un popolo quello scritto nelle elezioni italiane per il rinnovo del Parlamento europeo.

venerdì 23 maggio 2014

L'attualità della guerra

Nei comizi ascoltati durante questa campagna elettorale Grillo ha detto che siamo in stato di economia di guerra. E quest'anno corre il centenario dallo scoppio della I Guerra Mondiale. I video che seguono non sono solo un documentario interessante sulla follia che scoppierà nelle trincee di quella guerra, ma soprattutto l'avamposto cognitivo per capire, provare a capire, ciò che la guerra domina veramente attraverso i suoi dispositivi, soprattutto quando essa diventa guerra di massa come lo fu nella I Guerra Mondiale: l'identità, ovvero l'emergenza principale della modernità.

mercoledì 21 maggio 2014

Eppur si... muore

Alex Majoli - India, fabbica tessile
L'ILVA rischia di chiudere, dichiarava ieri Antonio Gozzi, Presidente della Federacciai.
In 1 anno di amministrazione di Enrico Bondi, il salvatore della Montedison e della Parmalat e commissario di Mario Monti  nell'omonimo governo, ha dimezzato la produzione dell'impianto siderurgico di Taranto facendo perdere 1 miliardo di euro in circolante all'azienda.

Bondi non fu messo lì solo dal governo, dopo i fatti che anche qui abbiamo commentato come sappiamo fare, ma voluto anche dalla famiglia Riva, proprietaria degli stabilimenti. E ad 1 anno dalla sua amministrazione delegata, dopo che sono saltati i coperchi grazie alla magistratura tarantina, i nodi sono arrivati al pettine: ritardi nei pagamenti dei fornitori, degli stipendi, un piano di risanamento ambientale che ancora non si vede e che sembra allontanarsi se intanto si continua a perdere fatturato, un piano industriale ancora tutto da definire e che deve passare il vaglio delle banche, un riassetto della proprietà dopo la morte del capostipite Emilio Riva di poco tempo fa.
E in questa campagna elettorale poco si discute di quale ruolo produttivo ed economico l'Italia debba rivestire nello scenario europeo, a fronte della questione dell'ILVA, così come quella della Elettrolux (che in apparenza sembra essersi conclusa con successo e con la firma di tutto il sindacato istituzionale) e di tante altre realtà produttive italiane in fase di dismissione e di chiusura. L'unica realtà che sembra tenere è quella del packaging! Siamo i più bravi a produrre rifiuti, in Europa.

venerdì 16 maggio 2014

La sorprendente... decrescita

di Zhao Kailin
Dopo aver fatto il diavolo a quattro affinchè fosse possibile passare all'incasso della presunta crescita economica così tanto ansiosamente attesa, Matteo Renzi deve incassare un altro gancio... economico, oltre quelli giudiziario che affatica il partito che dirige e le amministrazioni che controlla.
Chi ci segue ha già letto che su questi pixel non si assumono ansiolitici, e tanto meno ci si costruisce aspettative di primavera ad ogni spuntar di pallido sole.
Più volte abbiamo scritto che la situazione economica europea andava degenerando, ad eccezione della Germania che sostiene la propria crescita attraverso gli accordi economici internazionali con Russia e Cina e i massicci investimenti pubblici (eh già!, facendo debito pubblico).
Una lettura delle etichette Francia, Germania e Unione Europea ve ne darà dimostrazione... oppure più brevemente rileggere questo post di Febbraio 2014, o quest'altro post di Settembre 2013!

I dati sul PIL dei Paesi europei è disarmante. Oggi sui giornali non c'è che acqua ghiacciata a gelare le velleità degli scommettitori. L'unica che tiene è la Germania... sì... in attesa che scoppi la Russia... e la Cina, sì la Cina,  Paesi entrambi con i quali la Germania è legata a doppio filo e che gli consente di snobbare il resto d'Europa.
Ma alla festa sembra che non suonerà banda, e spieghiamo il perchè.

venerdì 9 maggio 2014

Se ci fosse luce...

A Benigno Zaccagnini

(non recapitata)

Caro Zaccagnini,

ecco, sono qui per comunicarti la decisione cui sono pervenuto nel corso di questa lunga e drammatica esperienza ed è di lasciare in modo irrevocabile la Democrazia Cristiana. Sono conseguentemente dimissionario dalle cariche di membro e presidente del Consiglio Nazionale e di componente la Direzione Centrale del Partito.

Escludo ovviamente candidature di qualsiasi genere nel futuro. Sono deciso a chiedere al Presidente della Camera, appena potrò, di trasferirmi dal Gruppo Parlamentare della D.C. al Gruppo Misto. E' naturale che aggiunga qualche parola di spiegazione. Anzi le parole dovrebbero essere molte, data la complessità della materia, ma io mi sforzerò di ridurle al minimo, cominciando, com'è ovvio, dalle più semplici. Non avendo mai pensato, anche per la feroce avversione di tutti i miei familiari, alla Presidenza della Repubblica, avevo immaginato all'inizio di legislatura di completare quella in corso come un vecchio al quale qualche volta si chiedono dei consigli e con il quale si ama fare un commento sulle cose, che l'età ed il personale disinteresse rendono, forse, obiettivo.