Bersani sta recandosi al Quirinale per ricevere il mandato a costituire un governo per un Paese che in questi anni di crisi ha visto, fonte BankItalia e questo nostro post, il 25% più ricco essersi ulteriormente arricchito e il 25% più povero essersi ulteriormente impoverito, dove si conta ormai un 33% dei cittadini prossimi alla soglia di povertà, dove la divisione dell'Unità d'Italia è irreversibilmente istituzionalizzata non solo geograficamente ma anche sul piano generazionale (i figli che sono più poveri dei padri).
Dal lessico di questi nuovi e vecchi politici è completamente scomparsa la parola equità. Questioni come quella della giustizia sociale, della redistribuzione delle ricchezze, della sostenibilità democratica e civile del patto di cittadinanza, non riescono, dopo 35 anni di obnubilamento esercitato dalle retoriche di regime, a fendere le nostre false coscienze.
Esercizi commerciali ed imprese chiudono perchè non riescono più a pagare gli affitti e le tasse, come l'IRAP che grava sulle imprese che assumono. I costi fissi che devono sostenere non riescono più ad essere coperti anche dalle ridotte capacità commerciali e produttive che la crisi ha indotto. Se poi ci mettiamo anche il fatto che lo Stato può non pagarti i lavori che ti ha commissionato e che tu hai eseguito, mentre invece accanisce contro di te una pubblica amministrazione che anche per piccoli vizi di formalità di richiede di pagare ciò che hai già pagato, ed anche più del dovuto, con l'aggiunta di sanzioni e more.
Sembra che a nessuno interessi che sempre più italiani hanno le utenze staccate perchè non riescono a pagarle, che sono aumentati gli sfratti, che ai margini dei mercati rionali sempre più persone di ogni età rovistano fra i rifiuti organici.
Sembrano tutti interessati a stabilire chi ha vinto e chi ha perso, chi ha ragione e chi ha torto, a chi spetta e chi non spetta fare il Presidente del Consiglio.
Questo Parlamento, il più a destra che la Repubblica Italiana abbia mai avuto, è quanto di più spregevole sul piano politico si sia potuto immaginare: se una nuova forma di fascismo dovesse prendere piede, la responsabilità sarà solo di questi parlamentari che citano Vasco Rossi, che non sanno cos'è la BCE, che si trastullano fra corpi di donne al soldo, alcune persino minoreni...
Questi parlamentari sono la nostra deriva di popolo allo sbando, cresciuto a suon di musica leggera e che non sa leggere e spiegare la realtà con più di 300 parole, rincretinito nei desiderata di divenire pesci grossi come chi conta per poi scoprirsi miserabili acciughe, rimbecillito dalla vacua protesta senza progetto.
O qualcuno fa qualcosa per questa crisi che è di sistema, chiedendo ad ognuno uno sforzo per la sostenibilità politica democratica civile e sociale dell'Italia, o il sistema nella sua deriva trascinerà tutti. Con indesiderate e fatali conseguenze. Monti, lo sconfitto delle elezioni, potrebbe diventare paradossalmente l'unico vincitore. Gli sconfitti saremmo tutti noi italiani.
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