Beppe Grillo candida Antonio Di Pietro a Presidente della Repubblica Italiana dopo il settennato di Napolitano in scadenza nel 2013 (qualche indiscrezione, per la verità era emersa, vedi cliccando qui). Ad eccezione di qualche costituzionalista o costituente liberal-democratico e/o socialista, economista, traditore della Patria, ministro degli esteri, giurista del "volemose bene", il nostro Antonio sarebbe il primo Presidente non ex ministro degli Interni ma solo candidato a quella poltrona che mai nessuno volle dargli (manco Berlusconi che gliela promise), seppur il curriculum di ex poliziotto e poi pubblico ministero della procura di Milano lo avrebbe visto congruo ad occuparla. Almeno come "tecnico" oggi parodia del potere tanto in auge.
Adesso Beppe Grillo va all'assalto del residuo consenso che il suo personale partito (avendo l'uomo ottimamente interpretato il tempi politici che ha vissuto) ormai detiene. E lo fa con l'abile mossa di candidare l'ex magistrato di punta della stagione di Mani Pulite a Presidente della Repubblica Italiana, il 12°. E' come se dicesse all'elettorato deluso dalla gestione privata del partito Italia dei Valori "venghino, venghino", io posso segnarne la continuità. Un'abile cooptazione elettoralistica di un elettorato ingenuo ed impavido che ha votato i De Gregorio e gli Scilipoti fino all'altro ieri, in fede assoluta nell'uomo che ha voluto rappresentare la nostra "lavatrice" morale di italiani che non si fermano con le proprie auto ai passaggi pedonali quando un pedone è lì fermo in attesa di poter avanzare oltre.
Una sorta di premio, anche, per i servigi resi alla Patria, vogliamo anche ben sperare. Ma a Di pietro resterà solo la beffa di sedere sugli scranni come ultimo rappresentante dell'andreottismo italico. Senza riuscire a diventare, come il buon Andreotti, Presidente della Repubblica. Come accadrà. Sappiamo già chi ne è candidato (salvo grosse sorprese dalle prossime elezioni politiche), e manco l'asso di picche Prodi sganciato da Vendola ha trovato più di 5 minuti di interesse nazionale ed internazionale.
Eh! bravo Beppe Grillo.
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