La questione che il titolo proposto lascia ancora in ombra,
appare meritare un qualche approfondimento pur nel caldo agostano.
Cominciamo allora col dirci
cosa appare oggi la nostra Ue.
Cosa intendevano che fosse i Padri fondatori, ma anche i
leader nazionali che le diedero una forma, questo risulta abbastanza noto e
chiaro: una convergenza di Stati europei democratici i quali, partendo
dall’economia e dalle dogane abolite, favorissero il comune senso di
appartenenza delle popolazioni tutte europee, agevolate in questo anche dal
potenziamento conseguente del rispettivo benessere e convivenza equa anche
nazionale.
Cosa sia, appare, invero,
questione alquanto più incerta e controversa.
Anche perché una grande polvere mediatica non proprio
disinteressata, in specie nostra italiana, pare avere blindato l’attuale Ue non
nei valori pur se primari, ma
propri del politico e sociale, quanto dell’atto di Fede. Che, come noto,
non si deve spiegare, ma si professa. E, amen.
E infatti - e per inciso quanto segue e precede viene
annotato da un europeista tendenziale - al
nostro livello nazionale non risulta essersi favorito, né tanto meno svolto,
alcun dibattito collettivo su cosa fosse, e tanto meno su cosa si intendesse
potesse divenire. La nostra Ue.
Il nostro dibattito sulla Ue, in effetti, in questi ultimi
decenni, pare essersi aperto e concluso, anche dai più elevati celebranti, con
l’equivalente del <ite missa est>; vale a dire con il più sobrio laico
<ce lo chiede la Ue>.
E se, ce lo chiede la Ue, dinanzi al dogma che si fa? Si
ubbidisce, pare e evidente.
Allora, forse appare adesso
opportuno cominciare a chiedersi, e dibattere: ma cosa risulta essere diventata,
in questi ultimi decenni, la nostra cara Comunità Europea dei sogni anche
popolari?
Cosa appare essere diventata?
Quel che pare essere diventata la nostra Ue attuale, senza
quasi che ce se ne accorgesse noi popoli europei, lo svelano meglio di tante parole
forse proprio quelle foto di Gruppo di Vertici Comunitari.
Più che un consesso di Stati, appare piuttosto la foto di
fine anno di classi variamente assortite come tutte: l’alunno che fa le corna
non visto, l’alunno discolo che irride il compagno in disgrazia nello
sghignazzo, l’alunno primo della classe serioso che quasi teme di essere
toccato, l’alunno spaesato che pare ancora chiedersi: ma come ci sono capitato.
Solo che, quelle apparenti
foto di gruppo, apparentemente innocenti, risultano in realtà le foto dei veri
OLIGARCHI europei. I quali, senza controllo vero e senza veri vincoli con la
democrazia reale, risultano usualmente fare il bello ed il brutto della Ue.
E, finita quella scampagnata tra colleghi solidali, in
genere, soprattutto a sud delle Alpi, risultano ritornarsene a casa,
dissimulando ai propri connazionali ruoli propri decisivi negli accordi in
genere ferali, con uno sconsolato, quanto dissimulato: CE LO IMPONE LA UE.
Ma, la Ue, non dispone di Organi Parlamentari eletti? Poteri
effettivi zero, in realtà, risulta per l’europarlamento eletto. (oggi, forse
ridotto un Ente Inutile di lusso, per la passione di tagli Ue).
Non decide i Commissari Ue, ma ratifica in genere le relative
scelte nazionali anzi di partito; non sceglie autonomamente il proprio capo di
Governo (presidenza Commissione Ue), ma se lo adotta dalla stessa genesi già
dei Commissari; non risulta possedere poteri di sfiducia e di revoca dei
Commissari; non ha poteri prescrittivi e vincolanti sulle scelte economiche Ue.
E cosa fa? SUGGERISCE, pare. Con scarso ascolto, anche. Pare ancora.
Come mai si è potuta
ingenerare quella che appare un così profonda <mutazione> nella nostra
Comunità di Stati, e non apparsa proprio positiva per la Democrazia elettiva
reale continentale?
La mutazione intervenuta pare possa farsi ascendere
all’avvento euro nella Comunità.
In quel momento, in assenza di qualsivoglia passo
significativo nella condivisione di poteri e nell’economico sociale dei popoli,
la Ue, pare si condannasse a divenire il Direttorio di una <Finanziaria>
continentale. Una Unione di Moneta, ma senza popoli e senza democrazia elettiva
vera.
Risultata affidata, e in larga parte, alla gestione
fiduciaria della sua banca Centrale Comunitaria. La Bce.
Ed essendo apparso divenuta, la Ue anche attuale, un gestore
professionale di capitali comunitari, non desta poi meraviglia che i suoi
interessi vitali fossero e siano banche. Non a caso risultate tutelate nel
protezionismo europeo più smodato. Che al confronto, il tipo di sostegno Usa,
passato dal sussidio e poi ricollocazione sul mercato, pare quasi da
<socialismo reale>.
E non desta altrettanto
meraviglia che una Comunità di Stati, ma divenuta in realtà
soprattutto una comunità di banche e finanziarie, abbia alla fine fatto il suo
mestiere. Concentrare sempre più in un numero minore di mani le ricchezze in
prevalenza esentasse nazionali. E, il conto, passarlo puntualmente, di volta in
volta, ai popoli europei. Ritrovatesi però, questi ultimi, senza poteri e ruoli
propri veri per poter discutere quelle note spese altrui che disarticolavano
sempre di più lavoro e coesioni sociali nazionali.
Una passeggiata senza
intralci, dunque questa della attuale Ue oligarchica risultata senza democrazia
interna?
Non proprio. Non tutti gli Stati pare si sono accodati allo
steso modo. Alcuni, si sono tutelati, almeno in parte, con il loro Istituto del
referendum popolare vincolante sopra le più rilevanti questioni Ue. Vedi
Francia, che vi ha infatti così affondato la eventuale nuova Costituzione UE.
E più o meno tutti, hanno comunque provato almeno a
tutelarsi – i popoli europei – facendo uso implacabile dell’alternanza nei
propri partecipanti alle Foto di Gruppo UE. Possedendo infatti, essi, poteri
elettorali veri.
Ma a sud delle Alpi, la scomunica risultava arrivare
puntuale a chiunque provasse ad obiettare a quel perentorio <ce lo ha
chiesto la UE>. Scomuniche risultate agevolate anche dalle nostre interne
pesanti manipolazioni elettorali.
Poi, risulta accadere un
fatto particolarmente rilevante.
La Corte Costituzionale tedesca risulta porre fine, almeno
per i partecipanti di propria competenza, alle festicciole <intime> dei
vertici Ue.
Ed in che modo appare
averlo fatto?
Statuendo, e oramai da mesi, che i rappresentanti
governativi Tedeschi non possano assumere impegni in sede UE se non previa
ratifica del PARLAMENTO TEDESCO.
UNO SCONFORTO. ALTRUI.
GRANDE.
Fine dei giochi.
Anche se di parte tedesca, la democrazia elettiva, risultata
espulsa dalla porta UE, appare così rientrare dalla finestra. E con la sua
primizia sui tecnici. Per mano della Corte Tedesca.
Una <rivoluzione> potenziale; ed anche una
<potenziale> grande occasione per tutti gli Stati aderenti. Bastava
imitare la linea della Alta Corte tedesca, e il potere elettivo di controllo e
di indirizzo per tutti sarebbe rientrato all’interno della Gestione UE. E della sua, nostra Moneta Euro.
Perché, la Corte tedesca ha sancito cosa i governanti tedeschi sarebbero, da qual momento,
stati inesorabilmente tenuti a fare. Ma non ha affatto detto che altri non
potessero fare altrettanto.
E, allora, noi Italia, che
risulta ne abbiamo concluso?
Forse, che avessero magari preso un colpo di sole i
Tedeschi.
Noi, infatti, ormai già da prima dell’Euro, avevamo scoperto
un <passaggio segreto> per essere sempre, e ovunque, più UE della UE stessa. Degli UE UE, forse si direbbe.
E come?
Attivando nella nostra Costituzione, zitti zitti, il passo
della <gattara>.
E cosa è, mai, questo passo?
Da bambino, almeno nelle nostre zone, spesso l’uscio principale
di casa mostrava, nella sua parte bassa, una toppa per così dire basculante: LA
GATTARA, appunto.
Che prendeva appunto quel nome, perché da quel piccolo
passo, il gatto di casa, potesse entrare e uscire dalla casa stessa a proprio
piacimento e discrezione. Senza disturbare, ma anche senza dover chiedere
permesso.
E quale appare essere
divenuto il nostro <passo della gattara> costituzionale italiano?
L’art. 11.
Il quale articolo costituzionale, risultato nato per permettere la
partecipazione italiana a Onu e Nato - e senza sue colpe invero - si è visto
promosso, in audace stiramento costituzionale materiale, nel libero vai e vieni
diretto ed autonomo della UE all’interno della nostra Costituzione e
legislazione nazionale.
Deciso UE? Recepito già dentro, avanti un altro, risulta,
più o meno, l’andamento nostro.
Ma, se la Germania ora non
marcia più nello stesso Dogma del <ce l’ha detto la UE>, cosa succede ad
un Paese, posto a sud delle Alpi, che si è adesso anche <inventato> un
Commissario ad acta interno del <ce l’ha imposto la UE>, per risultare i
primi della classe in consueta obbedienza acritica?
E cosa succede se, quel medesimo paese a sud delle Alpi
possegga anche un proprio debito pubblico di 2000 miliardi di euro, (diciamo
duemila, per arrotondare i decimali senza troppo timore di sbagliare, perché
questo debito, cresciuto di 6 miliardi anche a giugno su maggio di quest’anno,
cresce sempre; anche mentre scriviamo e leggiamo, in forza di
<risanamento> in corso..)?
E cosa succede se quel medesimo Paese adesso mostra un crollo della fiducia dei
mercati finanziari mondiali nei propri confronti, da far salire, in circa poco più di un
anno, il differenziale dei nostri interessi su quelli tedeschi, per collocarlo,
da circa 250 a 450/550 di spread corrente? Che in ripercussione di bilancio
interno italiano fanno poco meno di cento miliardi così ora divenuti necessari
per gli interessi sul debito da ricollocare?
Un guaio grande, succede,
si presume, per un gruppo dirigente interno che risulta avere una sola GRANDE
PROPRIO IDEA, in cambio del non cambiare
niente degli assetti e privilegi nazionali interni vigenti.
E quale appare, questa grande
idea tutta nostra?
Ma è chiaro: convincere <mamma Germania> ad adottare
una parte <orfanella> del debito italiano attuale. Diciamo MILLE MILIARDI
di euro, per non apparir smodati?
Lo adotti come meglio crede, col Fondo salva Stati, con la
Bce, per posta o per delega; faccia come crede.
In cambio, le offriamo vassallaggio permanente nazionale.
Del popolo, mica di classe dirigente, ben inteso.
Ma il Parlamento tedesco scricchiola, in vero di poco
entusiasmo. All’Idea.
E intanto, forte del dettato della propria Corte, vincola la
Cancelliere a sottostare alle direttive vincolanti del proprio parlamento nelle
sedi UE.
Un DISASTRO.
In specie per chi, pare
attendeva la <manna> non nel deserto, ma pare piuttosto, al valico del
Brennero…
Allora forse si comprende meglio come sia stato possibile
che il nostro premier, in genere apparso assai bene accorto, si sia potuto
spingere, agli inizi di questo agosto, a provocare, e proprio su uno dei
maggiori giornali tedeschi, l’incidente italo tedesco apparso forse più grave dalla
fine della guerra.
Risultava infatti
dichiarare il nostro premier, in una sua intervista a Der Spigel -
come riportava il Corriere della Sera del 6 agosto a firma di Andrea Garibaldi
:
<< (…) Se avessi dovuto
tenere in considerazione le posizioni del Parlamento italiano, dal quale avevo
avuto indicazione di far passare gli eurobond, non avrei dovuto dare il
consenso italiano nell’ultimo consiglio Europeo (…).>>
E tanto per essere forse ben compreso, risulta che il
medesimo premier anche proseguisse – dallo stesso citato articolo del Corriere
Sera – in Der Spiegel :
<< (…) ogni governo ha
il dovere di guidare il proprio parlamento, perché se i governi eseguissero
<<esclusivamente le decisioni dei parlamenti, la rottura dell’Europa
sarebbe più probabile della sua integrazione. (…)>>
La costernazione indotta appare grande, anche da
italiani.
Un premier italiano in carica che afferma spavaldamente su
di un giornale straniero di essersi fatto beffa, in sede UE, delle direttive e dei poteri
costituzionali del proprio parlamento nazionale …
E che rincara la dose con una
tesi apparsa <orripilante>. In sostanza, che la integrazione UE può proseguire solo se in mano ad Oligarchi illuminati che, nel farlo, emarginano
i Diritti e Poteri dei rispettivi parlamenti nazionali elettivi….
Il colpo di audacia <disperata> appare così rovinoso,
che in mezzo allo sdegno dei parlamentari tedeschi di ogni schieramento (il
signor Monti rispetti il Parlamento, titolano i giornali tedeschi), si dissocia anche la Commissione giurando di
essere più che ligia ai dettati dei Parlamenti eletti.
Tutto un abbaglio antiitaliano, liquida la nostra stampa
amica interna.
Tanto solo polvere ed
abbaglio, nello spericolato altrui tentativo di modificare ruoli e poteri
costituzionali altrui, da costringere anche il portavoce della Cancelliere
Merkel a dichiarare sull’istante:
“”
<< Le decisioni dei governi devono avere una
legittimità democratica. La cancelliere è consapevole che in Germania i testi
di legge devono essere sostenuti dal Parlamento, che deve essere coinvolto
nella loro elaborazione.>>
E’ con questa frase che il portavoce di Angela Merkel
<<sconfessa>> le dichiarazioni di Monti allo Spiegel. “”
come si leggeva sempre sul Corriere della Sera del 7 agosto
a firma di Mara Georgolet.
E come mai, un ex rettore, ed
un ex commissario ue, può essere incorso in un infortunio così enorme, quasi da
far apparire risibili quelli del precedente governo?
PROBABILMENTE, PER SCONFORTO. Da spingere ad esorcizzare, in qualche modo, il vincolo
costituzionale tedesco al loro di governo. Quasi che risulta, tra le righe,
implorasse i parlamentari tedeschi: lasciate fare accordi duttili e ristretti a
noi governanti, e non vi ponete troppo di mezzo voi poteri elettivi,
altrimenti….
Un finimondo di proteste
sdegnate, l’esito emerso.
E, intanto, il parlamento tedesco, rincara la dose nella
tutela dei suoi vincoli eventuali costituzionali interni su accordi tra Governi
UE.
Il parlamento tedesco approva infatti a maggioranza i
recenti accordi del vertice UE sul Fondo detto salva Stati, in specie.
Ma, alcuni parlamentari, adiscono alla Alta Corte
Federale Tedesca perché voglia valutare se quei medesimi accordi
presi in sede UE, non violino principi costituzionali nazionali.
La costernata attesa
italiana, se pur dissimulata, straripa. Non si può chiedere ancora
aiuto, non si può <affittare> la nazione Italia al Cavaliere Bianco
esterno che si adotti in cambio il debito. Non pare resti molto altro da fare
che un periodo di Ferie. In Svizzera.
La Corte Tedesca,
forse dirà sì, forse dirà no. Non assume questo la principale rilevanza.
Così facendo - sebbene autorevoli giornali italiani parlino di una
Comunità <finita ostaggio> delle decisioni della Corte Tedesca – in
realtà ha fissato un grande palo di ancoraggio nella attuale risultata deriva
democratica comunitaria:
Le decisioni dei governi in sede UE, debbono sottomettersi
ai parlamenti nazionali (almeno per il proprio di Parlamento); le decisioni al
riguardo, anche se votate da parlamenti nazionali, restano sempre suscettibili
di successiva valutazione di Costituzionalità da parte delle alte Corti
nazionali (ameno di quella tedesca).
Ostaggio? Di chi?
Delle Costituzioni nazionali vigenti e mai abrogate? E della prevalenza del
potere elettivo sui poteri di Gestione?
Offrendo efficaci ancoraggi di tutela anche nostri,
momentaneamente risultati di <latta>, se lo vorremo, all’interno delle
compatibilità reali della nostra di Costituzione nazionale.
Così sancendo, per la legge del più forte, che la futura UE,
almeno per parte tedesca, o sarà basata su poteri elettivi reali costituzionali
anche nazionali, o non sarà.
Una tutela apparsa tanto rilevante anche per noi
italiani. Se la vorremo positivamente imitare.
Ma per il momento, la nostra
Rendita affamata, risulta osservare sconsolata l’inerte <gattara
costituzionale> nostra, dalla quale però non si scorge ancora entrare a
presa diretta niente dalla UE….
Noi risaneremo autonomamente il debito nostro, sperabilmente
in accodo UE, e nella piena democrazia, sovranità, e costituzionalità italiana.
E, chiuderemo anche la apparsa abusata <gattara> nazionale in
costituzione.
L’Italia non è in vendita. E’ Comunitaria per
tendenza, ma nella sovranità del suo popolo sovrano ed elettore. UNICO A CUI
APPARTIENE
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