Giovanni Caroto - Ritratto di ragazzo con schizzo |
Volentieri quotiamo quanto scrive sul suo blog Mario Seminerio, tenendo traccia di tutte le dichiarazioni fatte da Mario Monti da quando è stato nominato Presidente del Consiglio fino ad oggi sull'argomento austerità e rigore.
Non credo che Mario Monti abbia cambiato idea. Certamente non vede vie d'uscita da una situazione economica piuttosto coatta a ripetersi, e lui non è il taumaturgo che pensava di essere. Forse più che spostare le teorie economiche keynesiane preferiremmo la consapevolezza che il mercato va dominato, o se preferite regolato. Tutta la retorica liberista che ci ha visto per più di 30 anni assopirci le cervella, sognando gloriose sorti e fantasie goderecce, adesso ci scuote al risveglio ad una realtà che si sta rivelando un incubo.
Buona breve lettura. Un po' di storia fa sempre bene riprenderla, soprattutto prima di andare a votare come ormai anche Casini, il primo sponsor di quest'uomo, comincia a preconizzare.
Era il più
convintamente tedesco degli italiani, dicevano. Sei mesi dopo, è semplicemente
esasperato, e verrà a breve arruolato tra le truppe dei lassisti che hanno studiato
alla Università Emiliano Brancaccio di Krugman City:
«Non c’è
crescita né benessere senza una finanza pubblica sana, senza equità, un comune
sentire e partecipazione allo sforzo per uscire dalla crisi. Il rigore è il
presupposto essenziale per l’unità ed il volano dello sviluppo».
Lo dice il premier Mario
Monti parlando
alla Camera (Ansa, 5 dicembre 2011)
«Le misure
di consolidamento del bilancio, il rigore e le riforme strutturali possono
essere difficili da sopportare ma generano crescita». Lo ha detto il premier Mario Monti dopo l’incontro con il primo ministro
d’Irlanda (Ansa, 24 febbraio 2012)
«Non ci
sono margini per una deroga al rigore. Molti settori hanno buoni titoli per
chiedere deroghe al rigore, ma il rigore non è contro la crescita.
Favorirà la crescita, ma non nell’immediato». Lo dice il premier Mario
Monti durante la
conferenza stampa alla fiera del mobile di Milano (Ansa, 21 aprile 2012)
«Il rigore
porterà gradualmente a una crescita sostenibile e al lavoro». Così il premier Mario Monti nel suo intervento al museo della
Liberazione di via Tasso, dove ha sottolineato che per uscire dalla crisi «non
esistono facili vie o scorciatoie» (Ansa, 25 aprile 2012)
Mario
Monti nel suo
discorso alla Camera dice no alla “trappola della recessione” che sarebbe
innescata dal «rigore che
frena la crescita». Sarebbe «la ricetta migliore per ridurre
l’accettazione della costruzione europea tra i cittadini e per trascinarci nel
provincialismo e nell’isolazionismo» (Ansa, 26 giugno 2012)
Tragico risveglio di chi ha creduto alle fiabe tedesche sul
forzare il pareggio di bilancio nel bel mezzo di una crisi finanziaria. La
storia ed i posteri ci malediranno.
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