Oggi vorremmo osservare assieme alcuni effetti, che ci interessano a noi tutti italiani ed italiane, prodotti dall’annuncio di Silvio Berlusconi: non mi ricandido a premier.
(foto da facebook www.termometropolitico.it passo indietro di Berlusconi... )
E perché, anche chi non ha condiviso la sua idea di partito e la sua lunga gestione dello Stato, si pone questa riflessione?
Perché il solo annuncio di Berlusconi, ha tolto il paravento dietro cui si nasconde il vero potere politico risultato egemone anche in questi ultimi venti anni sopra la nazione. Costringendolo adesso - a questo potere che ha sempre amato governare sottotraccia - a dover ormai giocare a carte scoperte dinanzi a tutti noi per evitare di venire espulso dal controllo reale dello Stato.
Perché, scusandomi intanto con la bellissima citazione d’apertura di Blog di N.O.I, l’Italia non risulta affatto una Repubblica fondata sul Lavoro (come si vede bene già osservando lo stato del Lavoro italiano dopo venti anni di cure repubblicane da parte del Monoprogramma alterno sinistra, desta, centro); mentre appare sempre più evidente a tutti noi che l’Italia repubblicana è, e tenta di rimanere nelle sue Istituzioni formali,
una Repubblica fondata sul CONSOCIATIVISMO.
Cosa si intende dire con questo termine Consociativismo?
E’ presto detto.
Anche se dobbiamo prenderla necessariamente un po’ da lontano, per vederlo.
La nostra virata nel secondo dopoguerra verso la Repubblica ebbe, pur con tante adesioni anche altrui importanti e rilevanti, DUE PILASTRI portanti effettivi: la Dc ed il Pci di allora.
Che fecero indubbiamente cose importanti e rilevanti: come ad esempio la nostra anche attuale ottima Costituzione nell’insieme.
Ma queste due forze politiche risulta che, per poter operare assieme nell’Italia post bellica e anche della sua stessa gestione effettiva, avessero alcuni enormi problemi da risolvere. Il primo dei problemi risultava la Collocazione internazionale dell’Italia di allora.
Con la guerra criminale di Hitler a cui aveva partecipato, e perso anche essa, l’Italia si era infatti trovata collocata prima dai vincitori, e poi anche per propria condivisa scelta, nel <Campo> occidentale; cioè, a farla breve, sotto controllo ed egemonia Usa.
E qui si collocava anche la allora Dc, che aveva infatti promosso con altri quella definitiva nostra scelta di campo.
Ma il Pci, era…col cuore e con l’ideologia a Mosca; cioè nell’altro campo internazionale di quel momento.
Inoltre separavano i due grandi partiti di allora anche i retroterra ideologici socio economici.
La Dc, era infatti collocata nella difesa della proprietà privata (sinanche troppo qualche volta) e, nella gestione dello Stato tramite la Democrazia; il Pci, sempre di allora, era per il collettivismo dei beni di produzione alla sovietica e per l’avvento della Dittatura del proletariato come forma finale di governo.
Stiamo evidentemente camminando sopra il planetario della storia recente a grandi balzi, ma qui ci appare utile fissare solo dei riferimenti che coinvolgono direttamente anche il nostro presente, e non tentare di certo un dettagliato trattato colto di storia contemporanea).
Queste due radicali e così diverse posizioni di collocazione internazionale e di riferimenti ideologici profondi, apparentemente avrebbero dovuto rendere impossibile qualunque intesa operativa nazionale interna. Tra la Dc ed il Pci di allora.
Così del resto, in quegli stessi anni, avvenne in Grecia, e così avvenne in Spagna. Dove infatti non fu concesso alle Forze politiche interne che si richiamavano non solo culturalmente alla allora Urss di mettere bocca nella gestione del potere nazionale interno.
Invece, in Italia, risultò possibile. Di collaborare attivamente e finanche positivamente per lungo tempo. Alla allora Dc e Pci.
Perché? E per..come?
La soluzione all’insolubile problema risulta che consistesse in un <colpo di genio>. Detto nel senso reale, e senza minima ironia.
Perché se vogliamo affrontare l’oggi, dobbiamo anche chiarire il nostro passato recente.
E a questo riguardo, pare occorra dire che Dc e Pci di allora, e per molto tempo anche, non coincisero affatto col MALE DEL PAESE. Tutt’altro.
Hanno infatti, tra l’altro, consentito questa Repubblica e questa Costituzione che conosciamo ancora adesso.
Come ci riuscirono, Dc e Pci, in quel dato contesto? E ricevendone il tacito consenso anche delle rispettive Potenze internazionali allora di controllo su di essi?
Col Consociativismo Istituzionale.
E che vuol dire, Consociativismo Istituzionale?
Che le Istituzioni italiane repubblicane avrebbero inglobato <un non detto> dentro la stessa nostra Costituzione adottata e al riguardo dei Poteri; la stessa salvaguardia che contiene in forma trasparente l’Onu e la Comunità Europea col diritto di veto.
Cioè,
SI MARCIA SOLO QUANDO SIAMO TUTTI D’ACCORDO; E SI STA’ FERMI QUANDO C’è DISSENSO. Tra i principali contraenti. Del patto. Costituzionale interno, nel nostro caso italiano.
E dove si è annidato quel ferreo patto <non detto> all’interno della nostra anche attuale Costituzione?
Nella strutturazione e funzionamento dei poteri costituzionali anche attuali nostri italiani.
E pare che occorra guardarlo serenamente ed anche bene, gli effetti attuali di quel patto, allora positivo, ma che strangola ormai l’Italia tutta intera e da tempo. Altrimenti, diviene impossibile intervenirvi e riformarlo. In positivo. Oggi.
Il vincolo non detto, che i maggiori contraenti posero all’interno dei Poteri Costituzionali anche attuali italiani risulta, infatti, l’averli legati alla maggioranza assoluta parlamentare per eleggerli (quindi al voto divenuto necessario e divenuto necessario convergente di Dc e Pci di allora per avere effetto); e di averli anche resi, quei medesimi Poteri Costituzionali nostri italiani anche attuali, inesorabilmente interferenti anche con quei Poteri costituzionali nostri che risultano previsti insediati a maggioranza semplice.
Eccoci dunque ai Poteri come appaiono ancora adesso strutturati a tale modo.
Presidenza della Repubblica, si elegge a maggioranza qualificata del Parlamento (cioè dei due terzi dei parlamentari); che tirato fuori dal politichese, vuol dire che non eleggerai mai oggi un Presidente della Repubblica se non Consoci, nel farlo, parte consistente di maggioranza con parte consistente di minoranza parlamentare del momento.
Forse adesso si comprenderà anche meglio perché l’allora Pci si oppose ferocemente alla proposta di maggioritario della Dc anni 50 (che, ricordiamolo, attribuiva alla coalizione vincente solo alla Camera dei Deputati eletti con sistema proporzionale puro un premio di maggioranza): perché voleva dire sciogliere il Consociativismo costituzionale italiano.
Allo stesso modo di maggioranza qualificata (quindi con voto necessario convergente di maggioranza ed opposizione, si eleggono per Costituzione vigente, i Membri parlamentari della Corte Costituzionale e i Membri parlamentari del Consiglio Superiore della Magistratura. A cui va di rincalzo, nel senso della custodia del Consociativismo, le nomine previste di competenza del Presidente della Repubblica in carica al momento.
Quindi, riassumendo, possiamo dire che la Costituzione italiana tuttora vigente, è stata costruita come un’auto di Scuola Guida: cioè con due pedaliere di comando, anche se il volante di guida risulta, apparentemente, solo uno…
E sino a venti anni fa - anche se non obbligato - si eleggeva inesorabilmente d’intesa con l’Opposizione anche il Presidente della Camera. Che non a caso, infatti, risultava, in genere, e proprio per questa già sua consociazione, il maggior papabile alla sua successiva, e ricorrente anche, salita al Colle.
Presidente della Camera che conduceva in genere accortamente - il Consociativismo Istituzionale - anche dentro la legislazione corrente dello Stato e con essa alle sue gestioni decentrate.
Ma il Presidente del Consiglio, si potrebbe osservare adesso, viene eletto con la sola maggioranza parlamentare semplice; ed allo stesso modo funziona l’attività ordinaria, però prevalente, del nostro Parlamento.
Già, funzionano a maggioranza semplice. Sempre che chi guida governo e parlamento, si ricordi bene della <doppia pedaliera> in dotazione all’auto <Istituzioni> nazionali.
Altrimenti, può anche accadere qualche inchiodata imprevista…qualche tamponamento tra Poteri, o qualche uscita fuoristrada…dell’intero paese.
Che vuol dire?
Che il Presidente del Consiglio italiano, e per Costituzione tuttora vigente, non è affatto un Potere Costituzionale pieno. E tantomeno un Potere efficace.
In quanto, questo decisivo Potere di gestione nazionale, non solo è sottoposto come ovvio al Parlamento.
Ma deve fare i conti, giorno per giorno, con la necessità di consociarsi attivamente con la Presidenza della Repubblica del momento (la quale abbiamo visto che ingloba maggioranza e opposizione parlamentare sin dalla sua elezione). Altrimenti sta fermo, il Presidente del Consiglio italiano.
Perché?
Perché per costituzione vigente, GOVERNANO ENTRAMBI, Presidente della Repubblica e Presidente del Consiglio italiano: una Diarchia, nei fatti. Anche se non ci viene detto.
Come?
Con gli straripanti poteri di interdizione di cui tutt’ora dispone la Presidenza della Repubblica italiana.
Forse infatti non tutti di noi sanno che, il Presidente della Repubblica ha il potere di autorizzare ogni eventuale decreto del governo, ogni proposta di legge del governo, e gli deve autorizzare anche l’ordine del giorno con cui viene convocato il Consiglio dei Ministri stesso; e, se non autorizza, …ciccia per il Presidente del Consiglio.
E, tanto perché non resti dubbio, di ritorno, quello stesso Presidente della Repubblica, ha il potere decisivo ancora - tutto suo ed insindacato - di approvare o respingere anche ogni legge emanata dalla maggioranza parlamentare del momento… Se infatti il Presidente non promulga, la Camera e Senato, hanno solo perso tempo.
E se poi non fosse ancora ben chiaro il patto vincolante Consociato, alla maggioranza parlamentare italiana del Momento, la Costituzione tutt’ora vigente vi ha collocato, due <robusti cani da guardia> di quello stesso Patto vincolante ma non detto: la Corte Costituzionale e la Gestione della Magistratura.
Poteri dello Stato anche essi e ben decisivi, e insediati permanentemente ed inesorabilmente SOLO da maggioranze parlamentari consociate per risultare efficaci nelle designazioni… Cioè si possono nominare, in Parlamento, solo se la maggioranza e minoranza del momento condividono assieme i prescelti.
E chi deragliasse dal Patto consociato di gestione, si ritroverebbe ricondotto nel recinto, appunto, dai Due tutt’ora invalicabili <cani da guardia> costituzionali: risultati previsti a quel modo lì, a garanzia definitiva. Come Cerbero sull’Ade, si direbbe…
Questo grande patto tra diversi italiani, ha tuttavia funzionato abbastanza bene finché erano potenti i due originari contraenti: appunto Dc e Pci.
Perché essi, le loro mediazioni consociate effettive, le decidevano, e mediavano anche tra di loro, a livello dei rispettivi propri partiti. E fatto l’accordo tra di essi, Partiti contraenti, la salmeria s’adeguava, si potrebbe dire. Cioè, partivano le staffette verso le Istituzioni costituzionali a recare la lieta novella: la dove si può…hanno deciso…
Non a caso si è ricompreso tutto quel periodo in <gestione estraparlamentare dello Stato>.
Intendendosi dire, messo in chiaro, che le decisioni principali, anche sui Poteri costituzionali ed il Funzionamento dello stesso Stato, si prendevano fuori del Parlamento.
Ma comunque il Patto vincolante ma non detto funzionava. Anche se con qualche caro prezzo.
Di efficacia e di costi, ad esempio. Perché i costi pubblici si gonfiano già di per sé, e l’efficacia cala, quando in ogni legge devi accontentare tutti; altrimenti non la passa il consociativismo ubiquitario che la vigila.
E da queste premesse si comprende forse anche bene, adesso, come risulti una mera menzogna mediatica il dire che quei periodi italiani furono caratterizzati da instabilità di governi.
Per il semplice fatto che la stabilità italiana non era assicurata dai vari presidenti del Consiglio che pur si avvicendavano come trottole, ma piuttosto, e ben più efficacemente, dai Segretari di Partito quali ad esempio Moro e Berlinguer.
Altrimenti si può cadere nello stesso errore di ritenere che gli anni 70 ed 80 dell’Urss furono <instabili> come governi; ma mica la assicuravano loro la stabilità dell’Urss, la assicurava il Segretario Bresniev, che durò in carica vent’anni circa…
Ma l’altro grande prezzo che pagò l’Italia costituzionale, a questo comunque grande accordo, è che per Costituzione – nei fatti –in Italia era preclusa l’alternanza. Nella gestione dello Stato da parte delle Forze politiche.
Come imparò a caro prezzo Craxi; indipendentemente dalle sue politiche condivise o meno (per inciso, chi scrive, lasciò il Partito socialista oramai quasi 35 anni fa, quando Craxi era potente e per dissenso alla sua gestione interna della nazione e del partito anche).
E come imparò a sue dirette spese, di nuovo indipendentemente dalle politiche seguite, anche il nostro Cavaliere dell’attuale passo di tango a lato: al secolo Silvio Berlusconi.
E quando i Consociati costituzionali vedevano seriamente messo in pericolo il loro accordo costituzionale di fondo, allora giungevano anche a sostenersi apertamente l’uno con l’altro in Parlamento. Così fu, infatti, il Compromesso Storico di Moro e Berlingue: quando il tacito patto tra di noi è a rischio di scioglimento finanche a livello di Costituzione, tutti assieme a difenderlo anche nel Governo.
Per inciso, non accadde solo con Moro e Berlinguer.
Oggi infatti, quel medesimo patto, se rischiano di toglierci l’assetto consociato, allora tutti assieme anche al governo, risulta si chiami infatti Mario Monti….
Eccoci dunque approdati all’oggi.
Dopo un lungo viaggio. Ma che forse ci aiuterà a comprendere cosa ci serva adesso. Come nazione intera, e come ritocco anche di Costituzione vigente divenuti indispensabili.
Infatti quel grande accordo, anche se un po’ castrante le potenzialità italiane, funzionò abbastanza sinché ci furono i contraenti: cioè Dc e Pci forti.
Ma <crollati essi>, Dc e Pci storici appunto, comparve il GROSSO guaio NAZIONALE – tutt’ora attuale - che la Costituzione italiana vigente, risultasse ancora vincolata al patto consociativo non detto per il suo funzionamento.
Solo che, non c’erano più…i consociati storici che almeno, sapevano usarlo. Quel loro patto tacito.
E. parafrasando un politico importante oggi da tempo fuori dalla scena politica, nella casa del Potere consociato italiano costituzionale rimasta intanto vuota dei suoi protagonisti di un tempo, si sono infilati anche <nani e ballerine> a contenderselo. L’utilizzo del patto antico allora tra grandi, ma che vincola ancora il funzionamento dei nostri Poteri costituzionali.
E il risultato?
La PARALISI decisionale e gestionale di una intera nazione e per vent’anni circa. E paralisi in cui siamo immersi ancora ADESSO.
(tratta da facebook/blog.vita.it / ecosofista)
Berlusconi, per tornare appunto all’oggi – indipendentemente da ogni giudizio che si voglia dare sulla sua intera politica che qui ora non serve – rappresenta infatti un suo tentativo ventennale, coronato peraltro da totale insuccesso, di violare quel patto costituzionale anche senza <scioglierlo> prima nella Costituzione tutt’ora vigente.
E, che se ne vada o meno definitivamente dalla scena, il suo <passo a lato> attuale rappresenta la plastica resa di un preteso onnipotente italiano al totale proprio insuccesso. Insuccesso politico e governativo. E se ne va…forse temendo di essere sulla soglia anche, resistendo ad oltranza, di poter fare…la fine già di Craxi. Un politico anche esso alieno al patto vigente e preteso eterno, ed appunto…espulso.
Per inciso, e come già anche detto, chi scrive, lasciava il Partito socialista di Craxi, volontariamente, ormai circa trentacinque anni fa: non condividendone la visione e gestione né del paese e né del partito. Ma questo non mi impedisce di dover osservare che Craxi non fu espulso dal potere per una visione etica (risibile se poi siamo andati oggi a raggiungere il Ghana sulla percezione di corruzione sistemica); né tantomeno fu espulso per la visione di partito che recava (in quanto il pesantissimo Craxi, per tanti socialisti di allora dissenzienti, appariva un <giocherellone> rispetto a chi sarebbe venuto dopo e che ci ha tolto anche la efficacia del voto reintroducendo al suo posto vassalli, valvassini, e …Fiorito…
(tratta da facebook il sogno dell'alieno)
Ok, Italia maglia nera. Ma la colpa DI CHI E'????
Ecco dunque emergere ormai del tutto in chiaro la necessità nostra italiana e tutt’intera del momento nostro attuale: SE ANCHE RILANCIASSIMO L’ECONOMIA E LO SVILUPPO NOSTRO, NON SAREBBE MAI EQUO E CONDIVISO, E NON SAREBBE SOPRATTUTTO MAI EFFICACE.
Perché si infrangerebbe contro la gestione sommersa, ma tremendamente vera ed efficace nella sua salvaguardia, della gestione nazionale costituzionale tutt’ora risultata saldamente consociata.
La quale gestione consociata della nazione, sentendosi infatti in grande pericolo della stessa sopravvivenza materiale e nel <diritto> suo anche costituzionale attuale,
si è oggi arroccata <in armi> dentro lo stesso Esecutivo. Come risulta dall’attuale <compromessino quasi storico> DEL GOVERNO MONTI.
Che infatti, a guardarci bene dentro, altro non risulta dare forma lo stesso Governo di Monti, nella sua eterogenea stessa maggioranza, che quel che passa oggi il Convento negli attuali post Dc e Pci di un tempo.Senochè questo <compromessino> attuale e risultato affatto storico, aveva proprio in Berlusconi il suo più efficace paravento all'insensatezza altrimenti, di essere al mondo...
si E' VERO è un governo alquanto scadente, ed anche spesso piuttosto incompetente, un governo di scuro anche alquanto nocivo, ma...è quello però che impedisce il RITORNO DI BERLUSCONI a capo del governo...
Dunque, evviva Monti se ci toglie Silvio, pare dicessero in tanti, a mo' di conforto, per valli e anche colli, italiani e non solo. E i programmi..., e i risultati di governo Monti...?
accontentatevi che non fa ritornare Silvio, era la immancabile risposta <tecnica>,
poi...si vedrà...E che ti fa adesso il CAVALIERE, che tale rimane anche se risultato sceso da cavallo?
si sfila le scarpette, si toglie la maglietta <meno male che Silvio c'è>, e si siede imbronciato a cunetta; sillabando: io...non gioco più a capo di governo... tenetevi sto Monti...
Tra lo sconforto nazionale dei Consociati attuali e dei loro Famigli: vuoi vedere che ci fa finire a parlare di Programmi veri; e che ci fa perdere la SEDIA per causa di una nuova Alternativa vera? poveri noi...abbiamo perso il PARAVENTO...
Adesso lo sappiamo tutti dunque, e possiamo anche ben comprenderlo,
riflettendo su queste piccole note che comunque la Informazione prevalente di Regime italiano – ben risultata consociata anche essa e ci mancherebbe altro - non ci proporrebbe mai:
se vogliamo l’alternanza effettiva al mono programma socio economico che ci governa da oltre vent’anni con rovinoso insuccesso, se vogliamo ci sia restituito a tutti noi il diritto di voto che ci hanno rubato assieme alla preferenza, se vogliamo scegliere in base ai programmi e non alle chiacchere, se vogliamo poter giudicare elettoralmente noi chi li attua veramente o meno,
DOBBIAMO LIBERARE
la nostra tutt’ora ottima COSTITUZIONE dalle scorie ormai inerti di un passato intanto divenuto troppo lontano, scorie oramai divenute solo tossiche, e che si chiamano <diritto consociato e interferente> dei Poteri Costituzionali italiani oggi vigenti.
Altrimenti,
sarà tutto, e sarà sempre come anche del resto in passato, SOLO TEMPO, e soprattutto SOLO SPERANZE DELUSE E PERSE
(testo da Ecosofista www.blog.vta.it)
22/10/2012
Cerbero è sempre lì, a guardia dell’Ade, anche se non vi sono più i suoi padroni di un tempo: se vogliamo uscire all’aperto tutti noi italiane ed italiane di oggi: dobbiamo liberarcene.
Per la Francia provvide a farlo De Gaulle, ..sessanta anni fa…
Che ritardo italiano verso la Democrazia piena e dell’Alternanza ci hanno fatto però accumulare sia i Grandi consociati di un tempo che i loro nipotini…di adesso.
E poi, insomma, alla fin fine, perché dovremmo farlo proprio adesso, e assieme alla riconquista del Lavoro equo e Condiviso?
Perché.
Perché….Adesso è ora di ricominciare.
A tornare a vivere anche tutti noi come nazione democratica e prospera del mondo. A dispetto dei tanti Cerbero anche nostri che ce lo vorrebbero ancora impedire. Di farlo…
mario staffaroni
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