tratto da In alto a sinistra - Erri De Luca |
Sulle rinnovabili noi abbiamo scritto (vedere la sezione "energia" del blog), e messo già in guardia che il lavoro fin qui fatto dagli attuali ministri tecnici, che erano prima dei precedenti ministri politici capi dipartimento ministeriali (vedi, nella fattispecie, Clini!), sul fronte energia e risparmio energetico è stato quanto di più deleterio e funesto per le banche esposte negli investimenti verso le attività industriali costituitesi nel settore e le stesse imprese e lavoratori: a tutt'oggi tutta la filiera del settore fotovoltaico italiano è ferma, e molti sono falliti o in via di delocalizzazione. Questo è il dato di realtà. E tutto è accaduto dal 2007 al 2011, per farla lunga. Discorso a parte per tutte le imprese installatrici che adesso... stanno morendo, un po' anche per propria mano, data la scarsa lungimiranza che attanaglia, è proprio il caso di dirlo, anche gli stessi operatori economici.
Alcuni errori che sono stati fatti sono stati scritti su N.O.I. (in particolare vi segnaliamo la lettura con visione del video in questo post "La green economy che non c'è", in quest'altro post "il petrolio di Passera e i rifiuti di Clini" abbiamo pubblicato una pratica efficace e realizzata di risparmio energetico che oltre aver fatto economia ha anche fatto risparmiare denari alla amministrazione pubblica (nello specifico l'ASL di Rimini) e infine nel video del post "Localizzazione e integrazione produttiva" indicate anche quelle che dovrebbero essere le linee guide reali (se veramente vogliamo essere più europei meno all'italiana!)
In questo post vengono ribaditi alcuni concetti chiave che prendiamo dal blog "la nave dei folli" (nel nostro blogrool), scritto in relazione al nuovo libro bianco sull'energia stilato dai nostri ministri pochi giorni fa, ed il cui documento trovate linkato in ciò che segue.
Buona lettura
Si stanno perfezionando, presso il Ministero dello
Sviluppo Economico, le linee programmatiche della Nuova Strategia Energetica
Nazionale (SEN) fino al 2020. E’ utilissimo analizzarne la bozza come ha fatto
la Rete della Resistenza sui Crinali:
Poiché le posizioni della rete della Resistenza sui
Crinali sono le stesse che, fin dal 2009, sono sostenute dall’associazione
Arcipelago Scec, dai professionisti della FIRMA
ENERGETICA, da CasaClima e dall’AEEG
é necessario chiarire quali siano le criticità del
documento governativo che, se verrà mantenuta l’attuale linea programmatica, consentirà
al nostro paese di superare abbondantemente i limiti concordati del 17% al 2020
di consumo di energia da fonti rinnovabili, ma gravando pesantemente sulle già
precarie risorse finanziarie incrementando una condizione debitoria
insostenibile.
Come necessaria premessa diciamo che oggi il nostro paese
ha già raggiunto, con stupefacente impulso, la soglia richiesta dal Programma
Europeo 20-20-20, di consumo di energia da fonte rinnovabile per la quota del
17% sul totale necessario al 2020. Come siamo riusciti ad arrivare con otto
anni di anticipo a centrare un obiettivo decisamente importante? Con il ricorso
ad una dissennata e dispendiosa incentivazione che ha favorito una speculazione
di proporzioni devastanti.
La logica, contrariamente alle prescrizioni dichiarate,
non é stata quella del conseguimento di risparmio ed efficienza, ma della
perpetuazione dello spreco applicato, invece che alle fonti fossili, alle fonti
rinnovabili. Da specificare inoltre che gli operatori più attenti avevano fin
da principio individuato nellefonti termiche e non elettriche il percorso
preferenziale per ilconseguimento degli obiettivi , invece si è
perseguita pedissequamente la strada dell’incentivazione forsennata alle fonti
elettriche. Perché?
Perché così facendo si perpetua un sistema infelicemente
collaudato di drenaggio di risorse (ad oggi 170 miliardi di euro alle
rinnovabili che diventeranno 230 fra vent’anni) attraverso la componente A3
delle bollette dell’energia elettrica, dalle tasche dei contribuenti, a tutto
vantaggio di pochi speculatori molto poco interessati agli equilibri ambientali
ed al riequiibrio della condizione debitoria.
“170 miliardi di euro cumulati”….. L’ordine di grandezza
del PIL gravita intorno ai 1500 miliardi di euro. Il cosiddetto “Fiscal Compact”
a cui il governo italiano ha recentemente aderito prevede (dopo il pareggio di
bilancio) un rientro dal debito pubblico mediamente del 3% del PIL all’anno per
vent’anni, cioé 45 miliardi all’anno che condanneranno, nella migliore delle
ipotesi, alla miseria la prossima generazione di lavoratori italiani.
Catastrofismo? Certamente no!
Attraverso strategie di risparmio ed efficienza
energetica, sapientemente applicate, potremmo uscire dalla crisi nella quale ci
troviamo; si continua però ad esercitare il massimo sforzo proprio
sull’obiettivo già raggiunto con otto anni di anticipo, impiegando miliardi di
euro pagati dai consumatori di energia elettrica trascurando i settori “calore”
e “trasporti”. Forse perchè, in questo caso, si dovrebbero attuare soprattutto
risparmi e non sprechi.
Si tratta di un’implicita ma clamorosa ammissione della
volontà governativa di distribuire risorse pubbliche a favore di interessi
privati. Diventa allora necessario moltiplicare l’attenzione e gli sforzi, da
parte di tutti gli operatori impegnati nella ricostruzione, ad un tempo
culturale, economica ed ambientale, non dimenticando che l’unica energia
risparmiata sia quella non consumata, per privilegiare poi una strategia
progettuale opportuna.
Alcuni esempi, già ampiamente ed efficacemente
sperimentati, sono l’abitare sostenibile (case passive e riqualificazione
energetica ed edilizia degli edifici), puntare sulle fonti rinnovabili
termiche, massima attenzione all’idroelettrico, non ancora in condizioni di
pieno utilizzo (soprattutto nel settore micro e mini) ed alla geotermia a bassa
entalpia, questa illustre sconosciuta che, con impatto ambientale quasi
nullo, risulta essere perfettamente in grado di farci raggiungere
obiettivi di grande risparmio ed efficienza.
Da notare che stiamo parlando di comparti dove
l’eccellenza, il know-how, lo sviluppo d’impresa e le risorse sono
rigorosamente nazionali. Altro comparto di importanza strategica sia in termini
ambientali, sia economici, che potrebbe consentire al nostro paese di
raggiungere un obiettivo di forte riduzione delle emissioni attraverso
l’ottimizzazione delle reti e l’impiego di tecnologie innovative é quello dei
trasporti. E’ nato in Lombardia e poco alla volta si estenderà a tutte le
province della penisola un progetto fortemente innovativo di mobilità
sostenibile.
Muoversi in accordo, da parte di tutti gli operatori
impegnati nei progetti sopra menzionati, può rappresentare la chiave di volta
per sganciarsi dalla spirale innescata dal debito che, lungi dall’aver
individuato strategie di ripianamento praticabili da parte governativa, risulta
essere forzatamente e tragicamente incrementato.
Enzo Cirone
Genova
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