lunedì 18 giugno 2012

ELEZIONI IN EUROPA GIUGNO 2012: se questo nulla risulterà fatale

Fotogramma tratto dal film "Giù la Testa" di Sergio Leone
Non mi appare faticoso capire che fra le elezioni di ieri in Francia Grecia ed Egitto, il G20 che si celebrerà da oggi in Messico, l'assise europea prossima del 28-29 giugno, nulla è accaduto e accadrà di nuovo.
Persino a Parma.
E del nulla scriveremo, se non di probabili scenari di guerra.


In Francia il risultato del doppio turno delle elezioni del Parlamento garantirà al neo Presidente Hollande  una maggioranza parlamentare omogenea, e quindi in questi giorni lo vedremo freneticamente cercare di divincolarsi dalla stretta cui lui stesso si è andato a cacciare, prendendo il testimone dal suo predecessore nelle relazioni con una Germania che è adesso tutta impegnata nel non far saltare il tappo ad una crisi strisciante della sua industria manifatturiera, prima che si celebrino le elezioni del Parlamento tedesco del 2013. 
In Germania tutta una serie di fabbriche e società industriali del settore delle energie rinnovabili, dalla fine del 2011 a questi primi 6 mesi del 2012, hanno consegnato i libri in tribunale e dichiarato fallimento. Queste società sono adesso oggetto di probabile acquisizione da parte di investitori stranieri asiatici (ed è da capire cosa la Germania sta garantendo a questi acquisitori, o peggio cosa questi ultimi stanno garantendo alla Germania). Ad ogni modo, il processo di vendita di importanti assetti industriali tedeschi (che inizio 2 anni fa o poco più con la Opel e che vide Marchionne interessato a sondare quale fosse l'indirizzo del governo tedesco nel processo di riequilibrio geoeconomico internazionale, e con il rifiuto governativo dell'offerta di Marchionne a convincere questi della decisione in parte già predisposta di trasferire armi e bagagli tutto negli USA), è ripreso e continuato con l'esplosione della crisi nel settore delle energie rinnovabili. Non sono qua a stilarvi tutto l'elenco fra colossi e meno colossi che hanno dichiarato fallimento (e che ha interessato e sta ancora interessando comunque anche l'Italia). Quello che è certo è l'urgente bisogno della stessa Germania di riconvertire la sua economia. La Merkel sta cercando di tenere la botta al processo di deindustrializzazione in parte attraverso nuove assunzioni nel settore della pubblica amministrazione, ed in parte sfruttando quanto più può la moneta unica europea, negli anni scorsi con il processo di apprezzamento che ha consentito maggiore competitività nel mercato europeo, così come adesso nel suo lento ma costante deprezzamento per sostenere le ultime esportazioni extraeuropee. 
Le esportazioni tedesche verso il mercato europeo sono costituite da beni e merci finite. Qui il giro di giostra sta concludendosi, poichè le strette finanziarie e creditizie nell'Europa non agevolano i consumi e l'acquisto di prodotti made in Germany. 
Le esportazioni verso i Paesi extraeuropei, invece, sono principalmente costituite dalla vendita di tecnologia e macchine per la produzione. Nell'attuale scenario produttivo globale, la Germania sta solo chiudendo le commesse che ha acquisito nel 2011, e siccome in questa fase recessiva mondiale c'è ben poco da produrre, la vendita di cosiddetto know-how e di tecnologia sta esaurendosi rapidamente. Si arriva giusti giusti a celebrare le elezioni per la nuova cancelleria nel 2013 con le industrie chiuse o quasi anche in Germania, ma con il vantaggio di aver avviato la loro riconversione per la disponibilità di un surplus di liquidità accumulato nello scorso decennio con  i grandi  profitti che han fatto e adesso con i flussi di denaro che vanno concentrandosi in quella che viene definita essere l'economia più sana d'Europa, ovvero quell'economia dove ci si attende l'emergenza di una nuova tecnologia e di nuova conoscenza (vedi il post sui bisogni energetici e i sistemi di stoccaggio). 
Ad ogni modo, Hollande dovrà confrontarsi con questa Germania impaurita dal suo futuro prossimo, e non vedo argomentazioni coraggiose sui tavoli di discussione che ripetano le insistenze sulla emissione di obbligazioni europee vincolate ad investimenti non si capisce in che e per fare cosa. Per giunta, questi denari che si chiederanno agli altri investitori extraeuropei da qualcosa dovranno essere garantiti, e saranno o nuove tasse (cosa non ausicabile, si spera) o beni immobili e mobili statali. E chi è dalla parte del manico, se i metodi per fare le politiche economiche saranno ancora questi, non è certamente l'Europa. Le frenate della Germania per dei cosiddetti eurobond, di cui non ha necessità per i motivi sopra scritti, dubito che cesseranno nonostante le alternative minacciose di Hollande di portare ancora guerra nel Mediterraneo attraverso un intervento  militare in Siria sulla falsariga di quanto fatto in Libia. 
Al G20 di oggi credo che proprio di questa possibilità sciagurata si discuterà, dato che fra i partecipanti ci saranno la Turchia e l'Arabia Saudita, assenti gli altri Paesi del Medio Oriente e dell'Africa Mediterranea.

Quello che è accaduto ieri, poi, in Grecia ed in Egitto con la replicazione delle elezioni (ormai si vota finchè non vengono fuori i numeri desiderati!) è tutto dire. 
In Egitto i Fratelli Mussulmani reclamano di aver vinto, seppur non c'è ancora nessun dato ufficiale. Se questo fosse vero, l'annullamento delle precedenti elezioni non è servito agli scopi.
In Grecia, invece, Nuova Democrazia si assumerà un impegno gravosissimo e che vorrebbe condividere almeno con il Pasok (nonostante ND abbia già una maggioranza in Parlamento). Il Pasok è quasi scomparso, e sottoporsi alle sollecitazioni che ne deriveranno dal governo della situazione del Paese significherebbe finire di morire in favore di una Syriza il cui leader si è subito affrettato nel ringraziare di non aver vinto le elezioni (!). Attualmente la Grecia sarà governata da una minoranza del Paese che ha preso il 30% di voti (ed il cui premio di maggioranza  di 50 deputati che la legge elettorale greca assicura al partito di maggioranza relativa  gli consentirà di esprimere una maggioranza parlamentare). Ma è indiscutibile che la maggioranza dei voti, in termini proporzionali, sono andati tutti alle formazioni di sinistra. In questo scenario, in cui una maggioranza governativa deve governare contro il suo popolo, la situazione è veramente difficile, e nessuno vuole assumersi responsabilità dirette dopo che si è menato il can per l'aia che la partita era fra euro e dracma, a dimostrazione dello scivolamento democratico dei popoli di tutta l'Europa. 
Infime Parma. Il neo sindaco Pizzarotti ha presentato una giunta senza ancora 3 assessori, non ostante il reclutamento attraverso i curricula delle candidature. La percezione ricevuta è che non c'è fantasia. Il discorso che è stato tenuto si è mosso nella sintassi istituzionale (come quelli degli altri sindaci del M5S), e non si sono sentite veramente parole e proposte nuove e coraggiose. Mi attendevo qualcosa di più provocatorio per i cittadini di Parma. Mi attendevo che rivolgendosi a loro chiedesse di cominciare a scoparsi le strade davanti alle residenze e alle botteghe e alle attività commerciali, di costituire comitati di cittadini per la presa del territorio e la sua cura diretta. Mi aspettavo che chiedesse ai cittadini e alle famiglie di auto-organizzarsi per accompagnare i bambini a scuola... insomma che privilegiasse e sostenesse forme nuove di comunità e di auto-sostegno civile. Nulla di tutto questo.
Esempi di questo tipo non crediate che non ci siano... per esempio il quartiere Falchera a Torino, una quartiere ex operaio pieno di palazzoni e di architettura che sembra sovietica, oggi abitato da extracomunitari vecchi operai e qualche giovane, con una scuola chiusa che un prete (don Mario) cerca di utilizzare come può, con i servizi di mobilità pubblica che sono oltre la tangenziale... Lì, per uscirne, gli abitanti si sono ripresi il territorio. Ed è la parte dell'Italia più attiva nella ripresa della gestione del territorio da parte dei suoi abitanti.
Nicola Rondolino, un regista torinese di 44 anni, insieme a Davide Tosco, filmò e documentò nel 2003 questa vitalità già matura degli abitanti di Falchera in Due, Camminando e Sei di Falchera, cortometraggi che sono pubblicati e quindi visibili solo sul DVD del suo primo film (Tre punto sei). Dovreste vedere come, dalle periferie di questo mondo, questi abitanti fanno da sè e si organizzano e rivitalizzano il loro territorio abbandonato fin dai tempi del sindaco Castellani. Senza soldi, ma con tanto lavoro da parte di ognuno. Vecchi compresi.

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