lunedì 21 maggio 2012

CONSIGLIERI DEL PRINCIPE DI TUTTO IL MONDO, UNITEVI !


Danny Lyon - Texas, prigionieri al lavoro

Maurizio Molinari su La Stampa: "A un giovane italiano oggi io consiglierei di emigrare".
Marianna Rizzini su Il Foglio: "No lamenti, lavorate di più".
Alberto Mingardi, giovane direttore dell'Istituto Bruno Leoni: "Rimboccarsi le maniche".
Sul Corriere della Sera del 27 Aprile scorso l'Istituto Bruno Leoni aveva già dato i suoi buoni consigli al ministro Fornero e al Presidente Monti: basta protezioni all'impiego, perchè se diventa facile licenziare quando non c'è di che produrre, si assumerà più personale quando invece c'è da fare: "L'intervento sul lavoro «protetto» cerca di migliorare la possibilità per l'impresa di ricorrere al licenziamento individuale per motivi economici. Non essendo costretto a mantenere personale in eccesso durante future crisi, il datore di lavoro dovrebbe essere più disposto ad assumere. L'idea è di creare maggiore certezza sulle conseguenze di un licenziamento individuale: in passato incombeva il rischio di procedimenti giudiziari dalla durata imprevedibile con obbligo di reintegro e un risarcimento di ammontare ugualmente imprevedibile." Dovrebbe, è scritto. Perchè un presidente del consiglio deve costruire la sua agenda politica sul tempo condizionale dei verbi.
Nel frattempo oggi Oscar Giannino, anch'esso vicino all'Istituto, invita a "copiare" la Svezia. Non ingannatevi conflitti interni... al Bruno Leoni: si rema tutti verso la stessa direzione! E non è nella direzione di  Gini.





Questa qui sopra è una mappa mondiale che rappresenta visivamente l'indice del coefficiente di Gini nel 2009. Questo coefficiente rileva ed indica la distribuzione della ricchezza nelle aree oggetto di studio, coefficiente che può assumere la misura di una percentuale che va da 0 a 100, oppure un indice che va da 0 a 1. Un coefficiente pari a 0 (o 0%) sta ad indicare che la distribuzione della ricchezza è piatta (tutti abbiamo lo stesso reddito). Parimenti, un coefficiente pari a 1 (o 100%) sta ad indicare che la ricchezza è concentrata in una sola mano. Come è possibile vedere nella mappa, la più equa distribuzione della ricchezza è nei paesi dell'Europa ad influenza tedesca, nel Paesi Scandinavi (la migliore distribuzione della ricchezza mondiale è proprio della Svezia pre-Borg, il neo presidente conservatore che sta tagliando il welfare e le tasse ma accrescendo il debito pubblico di 1% annuo), seguono il resto dell'Europa, Commonwealth e parte del Nord Africa. Invece Russia, Sud America, USA, Messico e Cina (solo per indicarne alcuni) segnano lo spartiacque con l'altra parte del mondo dove le discriminazioni razziali, la concentrazione economica e produttiva in poche mani, e l'opacità democratica degli organismi elettivi la dicono lunga sull'ineguaglianza di reddito e sulla distribuzione della ricchezza fra la popolazione. 
Mi vien, quindi, da chiedermi dove si stanno consigliando di spedire i giovani italiani che non trovano lavoro, oppure quelli che usciti dal mercato con appena qualche capello bianco non riescono più a trovare un'occupazione. 
Ed in effetti comprendiamo che, in apparenza, il migliore il consiglio è quello che Oscar Giannino si ostina a dare a Monti: fa come Borg (il giovane tecnocrate svedese), taglia la spesa pubblica, diminuisci le tasse a salariati stipendiati e imprenditori, fa un po' di debito se occorre (tanto tu Borg puoi battere moneta, perchè hai ancora la tua corona svedese, e puoi pagare gli interessi per le obbligazioni statali a 10 anni appena all'1,90%, che manco l'inflazione si recupera) e mettiti un orecchino che adesso fa tendenza. Anche a destra.

Investire nell'istruzione e nella formazione? E a che servirebbe? Più si è istruiti e minore è l'opportunità di trovare un lavoro.

Insomma, devo riconoscere che questa intellighenzia tecno-burocratica e manageriale, che non fa che dare consigli e raccomandazioni al principato tecno-burocratico che finalmente siede nella stanza dei bottoni, sta veramente spappolando le cervella di tutti dopo aver effettuato la stessa operazione sulle proprie (di cervella). 
Avere un cervello costa! Ed ancor di più farlo funzionare. Tagliamolo, quindi!
Questi trombettieri che fanno comodo un po' di qua ed un po' di là a seconda delle circostanze e delle convenienze, e che del lavoro ne scrivono e ne parlano con ideologia non avendone pratica alcuna, stanno seriamente angustiando il dibattito sulla crisi. Fanno fatica a capire che nelle micro-imprese (quelle con meno di 10 dipendenti) e che sono più del 90% del totale delle imprese italiane, imprenditori e dipendenti votano spesso lo stesso partito e se no condividono un'impianto valoriale affine, ovvero avvertono gli stessi bisogni, sono soffocati dalle stesse inefficienze e privilegi. Perchè i problemi non sorgono se un lavoratore o un imprenditore paga le tasse e poi riceve un servizio, ma quando oltre a pagare con le tasse quel servizio deve poi pagarlo una seconda volta con i suoi redditi personali, generando sprechi ed inefficienze che adesso ci vengono contestate da parte dell'Europa. E le politiche del governo della cosa pubblica finora adottate mi pare facciano il gioco delle trombette che dicono: alta spesa pubblica inefficiente?, allora costi sociali privatizzati. E così viene facile dare i buoni consigli (che poi da 30 anni sono sempre gli stessi), ovvero che la soluzione all'inefficienza del welfare è la gestione privata delle prestazioni pubbliche che sono garanzia della cittadinanza (ovvero, mercificare la salute, finanziarizzare i trattamenti pensionistici, terziarizzare la solidarietà sociale e la tenuta delle comunità).
I computi ragioneristici del prendi i soldi di qua e mettili là sono le ricette che vediamo attuare da  anni e che sono solo servite a conservare i privilegi e le inefficienze di pochi a discapito della grande maggioranza di chi ogni mattina va a lavorare.


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