lunedì 15 ottobre 2012

LA CINESIZZAZIONE DEL LAVORO: il nuovo contratto di lavoro della Gran Bretagna



Mr Davide Cameron ce la sta mettendo tutta ad indicare una via d'uscita per la riforma del diritto del lavoro inglese, con la tradizione che è propria in quel Paese, e soprattutto dopo aver celebrato i fasti della Rivoluzione Industriale nella manifestazione di apertura delle Olimpiadi 2012 di Londra.
Qual è la trovata?



I datori di lavoro potranno retribuire i loro dipendenti in quote societarie o azioni di borsa (il contratto è chiamato dipendenti-proprietari). E i rendimenti saranno esentasse. Questo è previsto nelle bozze di accordo contrattuale che il governo conservatore di Cameron (che nella propaganda elettorale intendeva portare maggiore qualità della vita e un'economia più green) sta presentando alle parti sociali come proposta governativa.



Aziende di qualsiasi dimensione saranno in grado di utilizzare questo nuovo tipo di contratto, ma è principalmente destinato ad avere  rapida crescita ed applicazione presso le aziende di piccole e medie dimensioni  che vogliono creare una forza lavoro flessibile.

Con il nuovo tipo di contratto, i dipendenti sarà dato tra £ 2.000 e £ 50.000 di azioni che sono esenti da imposta sui redditi di capitale. In cambio, riceveranno da Sua Maestà il potere di licenziamento senza giusta causa e il diritto di richiedere orari di lavoro flessibili. Inoltre sarà richiesto un preavviso di 16 settimane per  una data certa di rientro dal congedo di maternità, invece delle attuali  8.

Per le aziende già esistenti l'applicazione di queste norme saranno facoltative, ma le nuove società e start-up in costituzione potranno scegliere di offrire unilateralmente ai propri dipendenti questo nuovo tipo di contratto. Naturalmente è lasciata libertà di inserire condizioni più favorevoli di quelle previste. ( questo il link  Ministero del Tesoro )

Quindi, azioni di società private non quotate potranno essere oggetto di retribuzione per i dipendenti. Inoltre, non ostante il possesso di queste quote, non sarà posseduto parallelamente nessun diritto di voto ai consigli di amministrazione delle società che applicheranno il nuovo contratto. 

Per le azioni di società quotate in borsa, vi lasciamo immaginare il terrificante scenario che potrebbe accadere, come tal'altro è accaduto a tutti coloro che hanno investito in borsa fino ad agosto 2008: una riduzione del valore azionario investito che adesso è del 10% rispetto al tempo d'investimento. 

In soldoni, è proprio il caso di scriverlo, ti pago in moneta inesistente (ancor più fantasma di quella delle banconote messe in circolazione), magari con l'obbligo di non vendere queste quote prima di 24 mesi e a tranche parziali ogni tot mesi, e nel frattempo lavoro per farti trovare una tasca bucata e piena di azioni o quote societarie di imprese magari decotte. 

La proposta s'inserisce nel quadro di recupero della competitività globale. Cioè, se una volta valeva la massima "se non puoi battere il tuo nemico, alleati ad esso", la massima di adesso è "se non puoi battere il tuo nemico, imitalo".

Forse, come si dice, ci stiamo "incartando"!

Cornuti e mazziati, così li vogliamo (i dipendenti-proprietari). 

Una lezione di riformismo che i ministri del lavoro "de noiatri" potrebbero prendere in considerazione come partecipazione al rischio da parte dei dipendenti. Che dite? Oppure siamo "noiatri" che stiamo facendo scuola con le riforme fatte a metà? Perchè della cosa se ne potrebbe anche discutere, se i comitati interni dei dipendenti potessero sedere nel CdA ed esprimere il loro voto, e avere un ruolo decisionale che "giustifichi" con certezza la partecipazione al rischio, poichè messa così sa tanto di supposta dal principio attivo a rilascio ritardato!




Nessun commento: